Severino Di Giovanni: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
== Biografia ==


'''Severino Di Giovanni''' nasce a Chieti il [[17 marzo]] [[1901]]. In gioventù subisce le conseguenze del periodo post-bellico (Prima guerra mondiale): fame, povertà difficoltà, lutti, ecc. Da quel momento odierà ogni tipo di [[autorità]].  
'''Severino Di Giovanni''' nasce a Chieti il [[17 marzo]] [[1901]]. In gioventù subisce le conseguenze del periodo post-bellico (Prima guerra mondiale): fame, povertà difficoltà, luttiecc. Da quel momento odierà ogni tipo di [[autorità]].  


===Il periodo italiano: l'anarchismo ===
===Il periodo italiano: l'anarchismo ===
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=== Inizio dell'attività insurrezionale ===
=== Inizio dell'attività insurrezionale ===
In [[Argentina]], grazie ad una nutrita presenza di anarchici italiani ([[Camillo Daleffe]], [[Aldo Aguzzi]], [[Luigi Tibiletti]], [[Carlo Fontana]], [[Pasquale Caporaletti]], [[Giacomo Sabbatini]], [[Luigi Zanetti]], [[Giuseppe Pellegrini]], [[Romeo Gentile]], [[Clemente Daglia]], [[Carlo Marchesi]], ecc.), Severino Di Giovanni prosegue il suo attivismo anarchico. Di Giovanni è prevalentemente un [[anarchismo insurrezionalista|uomo d'azione]]: teorizza le rapine alle banche come mezzo di finanziamento e l'assalto alle centrali di polizia, dove notoriamente venivano torturati i comunisti e gli anarchici. <ref>«La discriminante che Di Giovanni imponeva sia ai singoli che ai gruppi organizzati era l'accettazione, incondizionata, che il ricorso alla violenza fosse indispensabile. L'uso della violenza non dovrà essere indiscriminato, non fine a sé stesso, però la violenza dovrà essere in grado di disorientare, di spiazzare, di sconvolgere e quindi di modificare gli equilibri esistenti, prima che essi si consolidino in modo da permettere alla rivoluzione di avanzare. "Bandito illegale contro banditi legali" si autodefinì Severino in un articolo del [[1926]], visto che il potere non lascia alcuna possibilità di scelta» (A. Orlando - A. Pagliaro, ''Chico il professore'', p. 75).</ref> Soprattutto durante il concitato periodo delle grandi manifestazioni di [[solidarietà]] a [[Sacco e Vanzetti]] si verificano alcune clamorose rapine e manifestazioni pratiche di [[azione diretta]]. La polizia argentina arresta una prima volta l'anarchico italiano quando, dagli spalti del teatro Colòn di Buenos Aires, durante i festeggiamenti in onore del re d'Italia per i suoi 25 anni di regno, lancia diversi volantini [[antifascismo|antifascisti]] in favore del deputato [[Giacomo Matteoti]], assassinato dal [[fascista]] Dumini, urlando: «Abbasso il fascismo!». Il volantino riportava il seguente testo:
In [[Argentina]], grazie ad una nutrita presenza di anarchici italiani ([[Camillo Daleffe]], [[Aldo Aguzzi]], [[Luigi Tibiletti]], [[Carlo Fontana]], [[Pasquale Caporaletti]], [[Giacomo Sabbatini]], [[Luigi Zanetti]], [[Giuseppe Pellegrini]], [[Romeo Gentile]], [[Clemente Daglia]], [[Carlo Marchesi]]ecc.), Severino Di Giovanni prosegue il suo attivismo anarchico. Di Giovanni è prevalentemente un [[anarchismo insurrezionalista|uomo d'azione]]: teorizza le rapine alle banche come mezzo di finanziamento e l'assalto alle centrali di polizia, dove notoriamente venivano torturati i comunisti e gli anarchici. <ref>«La discriminante che Di Giovanni imponeva sia ai singoli che ai gruppi organizzati era l'accettazione, incondizionata, che il ricorso alla violenza fosse indispensabile. L'uso della violenza non dovrà essere indiscriminato, non fine a sé stesso, però la violenza dovrà essere in grado di disorientare, di spiazzare, di sconvolgere e quindi di modificare gli equilibri esistenti, prima che essi si consolidino in modo da permettere alla rivoluzione di avanzare. "Bandito illegale contro banditi legali" si autodefinì Severino in un articolo del [[1926]], visto che il potere non lascia alcuna possibilità di scelta» (A. Orlando - A. Pagliaro, ''Chico il professore'', p. 75).</ref> Soprattutto durante il concitato periodo delle grandi manifestazioni di [[solidarietà]] a [[Sacco e Vanzetti]] si verificano alcune clamorose rapine e manifestazioni pratiche di [[azione diretta]]. La polizia argentina arresta una prima volta l'anarchico italiano quando, dagli spalti del teatro Colòn di Buenos Aires, durante i festeggiamenti in onore del re d'Italia per i suoi 25 anni di regno, lancia diversi volantini [[antifascismo|antifascisti]] in favore del deputato [[Giacomo Matteoti]], assassinato dal [[fascista]] Dumini, urlando: «Abbasso il fascismo!». Il volantino riportava il seguente testo:
[[File:VMatte.jpg|miniatura|Il volantino lanciato dagli spalti del teatro Colòn di Buenos Aires.]]
[[File:VMatte.jpg|miniatura|Il volantino lanciato dagli spalti del teatro Colòn di Buenos Aires.]]
:«Santificatori della monarchia Sabauda avete dimenticato che proprio sotto il regno di Vittorio Emanuele III, per grazia di Dio e volontà... di pochi Re d'Italia; sorse, si alimentò nel sangue, quell'accozzaglia di briganti che si chiamano i FASCISTI... con tutti i suoi Dumini, i Filippelli, i Rossi, i De Vecchi, i Regazzi, i Farinacci... e che trova in Benito Mussolini la più precisa e perfetta raffigurazione di tutte le infamie...<br />
:«Santificatori della monarchia Sabauda avete dimenticato che proprio sotto il regno di Vittorio Emanuele III, per grazia di Dio e volontà... di pochi Re d'Italia; sorse, si alimentò nel sangue, quell'accozzaglia di briganti che si chiamano i FASCISTI... con tutti i suoi Dumini, i Filippelli, i Rossi, i De Vecchi, i Regazzi, i Farinacci... e che trova in Benito Mussolini la più precisa e perfetta raffigurazione di tutte le infamie...<br />
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