Sessualità: differenze tra le versioni

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== La sessualità secondo Foucault ==
== La sessualità secondo Foucault ==
[[Image:Foucault2.jpg|300px|thumb|left|[[Michel Foucault]]]]  
[[Image:Foucault2.jpg|250px|thumb|left|[[Michel Foucault]]]]  
Il [[filosofo]] francese [[Michel Foucault]] ritiene che la sessualità altro non sia che un'elaborazione della modernità e una tecnica di asservimento dei corpi. Molte [[individualità]] vedono il sesso soggiogato e represso dal potere (secondo [[Foucault]] il '''Potere''' va inteso non come un individuo concreto che impartisce ordini e leggi, bensì come un elemento che subdolamente si insinua in ogni aspetto della società [vedi nota]) <ref>Per [[Foucault]] sapere e potere sono indisgiungibili, in quanto l'esercizio del potere genera nuove forme di sapere e il sapere porta sempre con sè effetti di potere. Per potere però, spiega [[Foucault]], non si deve intendere quello che emana da un soggetto cosciente, un sovrano, e si traduce in leggi positive; si tratta invece del potere impersonale, onnipresente, che non ha dimora fissa, ma opera tramite meccanismi anonimi in ogni anfratto della società. Sotto questa luce, il potere è un insieme di rapporti di forza, diffusi localmente, non riconducibili ad una sola sede e così Foucault contrappone la propria microfisica del potere, mirante all'analisi delle molteplici e diffuse strategie di soggiogamento, alla macrofisica, propria della teoria di Marx, ad esempio, che dà più spazio all'opposizione tra dominatori e dominati. Di fatto, spiega Foucault, si è sempre allo stesso tempo ambo le cose, dominatori e dominati: si potrà essere dominati in fabbrica ma, magari, dominatori in famiglia. Rispetto a questi poteri così decentrati e variamente connessi la resistenza può essere condotta non da un'unica forza organizzata in partito, ma solo in lotte parziali, in una miriade di luoghi da parte di forze mobili e continuamente cangianti. I dispositivi di potere, attuando selezioni e interdizioni, impediscono il libero proliferare dei discorsi e originano una società disciplinare, che trova espressione nelle istituzioni del carcere, dell'ospedale, dell'esercito, della scuola, della fabbrica, dove sono attuate strategie di controllo, anche del corpo, esami, sanzioni. Il potere, però, non ha solo questa funzione spregevole, ma ne ha anche una positiva e apprezzabile: produrre nuovi ambiti di verità e nuovi saperi (tratto da [[Filosofico.net]])</ref>, essenzialmente negando la verità delle naturali pulsioni umane e quindi la manifestazione del proprio modo d'essere. [[Foucault]] al contrario descrive il concetto di sessualità come dispositivo costruito e tenuto in vita dal potere stesso:” la sessualità si è costituita come campo di conoscenza a partire da relazioni di potere che l'hanno costituita come oggetto possibile”. Il [[filosofo]] francese fa notare che in epoca moderna si assiste non tanto ad un incremento della repressione sessuale, quanto ad una proliferazione dei discorsi aventi come oggetto il sesso, che altro non sono che una certa volontà di sapere. Infatti è proprio tra il XVIII e il XIX secolo che si sviluppa la tendenza a parlare del sesso: nella [[medicina]], nella [[sociologia]], nella demografia, nella psicanalisi, nella [[psichiatria]], nella [[pedagogia]].
Il [[filosofo]] francese [[Michel Foucault]] ritiene che la sessualità altro non sia che un'elaborazione della modernità e una tecnica di asservimento dei corpi. Molte [[individualità]] vedono il sesso soggiogato e represso dal potere (secondo [[Foucault]] il '''Potere''' va inteso non come un individuo concreto che impartisce ordini e leggi, bensì come un elemento che subdolamente si insinua in ogni aspetto della società [vedi nota]) <ref>Per [[Foucault]] sapere e potere sono indisgiungibili, in quanto l'esercizio del potere genera nuove forme di sapere e il sapere porta sempre con sè effetti di potere. Per potere però, spiega [[Foucault]], non si deve intendere quello che emana da un soggetto cosciente, un sovrano, e si traduce in leggi positive; si tratta invece del potere impersonale, onnipresente, che non ha dimora fissa, ma opera tramite meccanismi anonimi in ogni anfratto della società. Sotto questa luce, il potere è un insieme di rapporti di forza, diffusi localmente, non riconducibili ad una sola sede e così Foucault contrappone la propria microfisica del potere, mirante all'analisi delle molteplici e diffuse strategie di soggiogamento, alla macrofisica, propria della teoria di Marx, ad esempio, che dà più spazio all'opposizione tra dominatori e dominati. Di fatto, spiega Foucault, si è sempre allo stesso tempo ambo le cose, dominatori e dominati: si potrà essere dominati in fabbrica ma, magari, dominatori in famiglia. Rispetto a questi poteri così decentrati e variamente connessi la resistenza può essere condotta non da un'unica forza organizzata in partito, ma solo in lotte parziali, in una miriade di luoghi da parte di forze mobili e continuamente cangianti. I dispositivi di potere, attuando selezioni e interdizioni, impediscono il libero proliferare dei discorsi e originano una società disciplinare, che trova espressione nelle istituzioni del carcere, dell'ospedale, dell'esercito, della scuola, della fabbrica, dove sono attuate strategie di controllo, anche del corpo, esami, sanzioni. Il potere, però, non ha solo questa funzione spregevole, ma ne ha anche una positiva e apprezzabile: produrre nuovi ambiti di verità e nuovi saperi (tratto da [[Filosofico.net]])</ref>, essenzialmente negando la verità delle naturali pulsioni umane e quindi la manifestazione del proprio modo d'essere. [[Foucault]] al contrario descrive il concetto di sessualità come dispositivo costruito e tenuto in vita dal potere stesso:” la sessualità si è costituita come campo di conoscenza a partire da relazioni di potere che l'hanno costituita come oggetto possibile”. Il [[filosofo]] francese fa notare che in epoca moderna si assiste non tanto ad un incremento della repressione sessuale, quanto ad una proliferazione dei discorsi aventi come oggetto il sesso, che altro non sono che una certa volontà di sapere. Infatti è proprio tra il XVIII e il XIX secolo che si sviluppa la tendenza a parlare del sesso: nella [[medicina]], nella [[sociologia]], nella demografia, nella psicanalisi, nella [[psichiatria]], nella [[pedagogia]].


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