Semana Trágica (Spagna): differenze tra le versioni

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Domenica [[18 luglio]], giorno previsto per la partenza dal porto di Barcellona del primo scaglione di militari, la presenza di nazionalisti aristocratici che offriva ai soldati in partenza medaglie e sigarette, fu accolta come una provocazione e generò gravi tumulti, peggiorati dalle notizie che giungevano dalle zone di conflitto che informavano di notevoli perdite.
Domenica [[18 luglio]], giorno previsto per la partenza dal porto di Barcellona del primo scaglione di militari, la presenza di nazionalisti aristocratici che offriva ai soldati in partenza medaglie e sigarette, fu accolta come una provocazione e generò gravi tumulti, peggiorati dalle notizie che giungevano dalle zone di conflitto che informavano di notevoli perdite.


«Abbasso la guerra! Che ci vadano i ricchi! Tutti o nessuno !», fu il grido che si levava alto durante i tumulti. Si udirono diversi spari e numerosi furono gli arresti. Il [[24 luglio]], il governatore civile di Barcellona, àngel Ossorio y Gallardo, proibì la riunione di ''[[Solidaridad Obrera]]'' ed allora gli insorti diedero vita ad un comitato di [[sciopero]] clandestino.
«Abbasso la guerra! Che ci vadano i ricchi! Tutti o nessuno !», fu il grido che si levava alto durante i tumulti. Si udirono diversi spari e numerosi furono gli arresti. Il [[24 luglio]], il governatore civile di Barcellona, Ángel Ossorio y Gallardo, proibì la riunione di ''[[Solidaridad Obrera]]'' ed allora gli insorti diedero vita ad un comitato di [[sciopero]] clandestino.


A Madrid fu indetto uno [[sciopero generale]] per il [[2 agosto]], ma a Barcellona [[Solidaridad Obrera]] preferì agire di sorpresa proclamando uno sciopero per lunedì [[26 luglio|26]], giorno in cui presero avvio i fatti della cosiddetta Settimana Tragica.
A Madrid fu indetto uno [[sciopero generale]] per il [[2 agosto]], ma a Barcellona [[Solidaridad Obrera]] preferì agire di sorpresa proclamando uno sciopero per lunedì [[26 luglio|26]], giorno in cui presero avvio i fatti della cosiddetta Settimana Tragica.
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=== Lunedì 26 ===
=== Lunedì 26 ===
Lo [[sciopero]] e le manifestazioni di protesta a Barcellona partono dalla periferia e si propagano velocemente verso il centro della città , dove i manifestanti tentano di bloccare la circolazione dei tram ed alcuni edifici sono dati alle fiamme. Il capitano generale di Cataluna, Luis de Santiago, seguendo le direttive del ministro dell'Interno De la Cierva, proclama lo stato di guerra, al quale si oppone il governatore civile àngel Ossorio y Gallardo che si dimette dal suo incarico (il suo sostituito, Evaristo Crespo Azorín, prenderà  l'incarico il [[6 agosto]]).
Lo [[sciopero]] e le manifestazioni di protesta a Barcellona partono dalla periferia e si propagano velocemente verso il centro della città , dove i manifestanti tentano di bloccare la circolazione dei tram ed alcuni edifici sono dati alle fiamme. Il capitano generale di Cataluna, Luis de Santiago, seguendo le direttive del ministro dell'Interno De la Cierva, proclama lo stato di guerra, al quale si oppone il governatore civile Ángel Ossorio y Gallardo che si dimette dal suo incarico (il suo sostituito, Evaristo Crespo Azorín, prenderà  l'incarico il [[6 agosto]]).


Nel pomeriggio gli scontri si fanno più duri. Due persone perdono la vita e altrettante caserme della [[polizia]] vengono attaccate dalla folla. Intorno a mezzanotte viene incendiato il primo edificio religioso, il Patronato Obrero de San José, a Pueblo Nuevo.<ref>Rubí Casals, Gemma (2009). A«lgo más que la quema de conventos. La Semana Trágica en Cataluña, la historia de una desafección». In Antonio Moliner Prada. ''La Semana Trágica de Cataluña''. Alella (Barcelona): Nabla edizioni. pp. 92-96.</ref> La rivolta da Barcellona e provincia si diffonde anche a Girona, Sabadell, Mataró e Granollers, dove la protesta si trasforma ben presto in vera e propria insurrezione, guidata da Comitati rivoluzionari. Si registrano diversi violentissimi scontri che provocano ben otto morti. Numerosi anche gli incendi di edifici religiosi.<ref>Rubí Casals, Gemma (2009). Ibid.. pp. 106; 110; 123-124.</ref>
Nel pomeriggio gli scontri si fanno più duri. Due persone perdono la vita e altrettante caserme della [[polizia]] vengono attaccate dalla folla. Intorno a mezzanotte viene incendiato il primo edificio religioso, il Patronato Obrero de San José, a Pueblo Nuevo.<ref>Rubí Casals, Gemma (2009). A«lgo más que la quema de conventos. La Semana Trágica en Cataluña, la historia de una desafección». In Antonio Moliner Prada. ''La Semana Trágica de Cataluña''. Alella (Barcelona): Nabla edizioni. pp. 92-96.</ref> La rivolta da Barcellona e provincia si diffonde anche a Girona, Sabadell, Mataró e Granollers, dove la protesta si trasforma ben presto in vera e propria insurrezione, guidata da Comitati rivoluzionari. Si registrano diversi violentissimi scontri che provocano ben otto morti. Numerosi anche gli incendi di edifici religiosi.<ref>Rubí Casals, Gemma (2009). Ibid.. pp. 106; 110; 123-124.</ref>
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