Scritti vari (di Errico Malatesta e Francesco Saverio Merlino): differenze tra le versioni

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Sostituzione testo - "se stesso" con "sé stesso"
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Per conto mio, per quanto mi dispiaccia separarmi in una questione tanto importante da un uomo del valore di Merlino ed al quale mi legano tanti vincoli d'affetto, sento il dovere di dichiarare che, a parer mio, la tattica preconizzata da Merlino è nefasta, e menerebbe fatalmente alla rinunzia di tutto intero il programma socialista anarchico. E credo poter affermare che così la pensano tutti, o quasi tutti gli anarchici.
Per conto mio, per quanto mi dispiaccia separarmi in una questione tanto importante da un uomo del valore di Merlino ed al quale mi legano tanti vincoli d'affetto, sento il dovere di dichiarare che, a parer mio, la tattica preconizzata da Merlino è nefasta, e menerebbe fatalmente alla rinunzia di tutto intero il programma socialista anarchico. E credo poter affermare che così la pensano tutti, o quasi tutti gli anarchici.
Gli anarchici restano, come sempre, avversari decisi del parlamentarismo e della tattica parlamentare.
Gli anarchici restano, come sempre, avversari decisi del parlamentarismo e della tattica parlamentare.
Avversari del parlamentarismo, perché credono che il socialismo debba e possa solo realizzarsi mediante la libera federazione delle associazioni di produzione e di consumo, e che qualsiasi governo, quello parlamentare compreso, non solo è impotente a risolvere la questione sociale e armonizzare e soddisfare gl'interessi di tutti, ma costituisce per se stesso una classe privilegiata con idee, passioni ed interessi contrari a quelli del popolo che ha modo di opprimere con le forze del popolo stesso. Avversari della lotta parlamentare, perché credono che essa, lungi dal favorire lo sviluppo della coscienza popolare, tenda a disabituare il popolo dalla cura diretta dei propri interessi ed è scuola agli uni di servilismo, agli altri d'intrighi e menzogne.
Avversari del parlamentarismo, perché credono che il socialismo debba e possa solo realizzarsi mediante la libera federazione delle associazioni di produzione e di consumo, e che qualsiasi governo, quello parlamentare compreso, non solo è impotente a risolvere la questione sociale e armonizzare e soddisfare gl'interessi di tutti, ma costituisce per stesso una classe privilegiata con idee, passioni ed interessi contrari a quelli del popolo che ha modo di opprimere con le forze del popolo stesso. Avversari della lotta parlamentare, perché credono che essa, lungi dal favorire lo sviluppo della coscienza popolare, tenda a disabituare il popolo dalla cura diretta dei propri interessi ed è scuola agli uni di servilismo, agli altri d'intrighi e menzogne.
Noi siam lontani dal disconoscere l'importanza delle libertà politiche. Ma le libertà politiche non si ottengono se non quando il popolo si mostra deciso a volerle; nè, ottenute, durano ed han valore se non quando i governi sentono che il popolo non ne sopporterebbe la soppressione.
Noi siam lontani dal disconoscere l'importanza delle libertà politiche. Ma le libertà politiche non si ottengono se non quando il popolo si mostra deciso a volerle; nè, ottenute, durano ed han valore se non quando i governi sentono che il popolo non ne sopporterebbe la soppressione.
Abituare il popolo a delegare ad altri la conquista e la difesa dei suoi diritti, è il modo più sicuro di lasciar libero corso all'arbitrio dei governanti.
Abituare il popolo a delegare ad altri la conquista e la difesa dei suoi diritti, è il modo più sicuro di lasciar libero corso all'arbitrio dei governanti.
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Inesatto pure è Merlino quando si serve del nostro esempio del "Concerto europeo". Noi non abbiam detto che nei rapporti attuali tra gli Stati vi sia eguaglianza e giustizia, nè abbiam negato la necessità di una organizzazione, federativa e libertaria, degl'interessi internazionali. Noi abbiam detto solamente che alla prepotenza ed all'ingiustizia che prevalgono oggi nei rapporti tra gli Stati, non sarebbe rimedio un Governo ed un Parlamento internazionale. La Grecia subisce oggi la posizione delle Grandi Potenze, e vi resiste: se essa avesse un rappresentante in un Parlamento internazionale e si fosse impegnata a rispettare le risoluzioni della maggioranza di detto Parlamento, essa subirebbe un'eguale e maggiore prepotenza e non avrebbe il diritto di resistervi.  
Inesatto pure è Merlino quando si serve del nostro esempio del "Concerto europeo". Noi non abbiam detto che nei rapporti attuali tra gli Stati vi sia eguaglianza e giustizia, nè abbiam negato la necessità di una organizzazione, federativa e libertaria, degl'interessi internazionali. Noi abbiam detto solamente che alla prepotenza ed all'ingiustizia che prevalgono oggi nei rapporti tra gli Stati, non sarebbe rimedio un Governo ed un Parlamento internazionale. La Grecia subisce oggi la posizione delle Grandi Potenze, e vi resiste: se essa avesse un rappresentante in un Parlamento internazionale e si fosse impegnata a rispettare le risoluzioni della maggioranza di detto Parlamento, essa subirebbe un'eguale e maggiore prepotenza e non avrebbe il diritto di resistervi.  
E poi, che intende Merlino quando dice che noi siamo a mezza strada tra l'individualismo ed il Socialismo?
E poi, che intende Merlino quando dice che noi siamo a mezza strada tra l'individualismo ed il Socialismo?
L'individualismo, o è la teoria della lotta: "ciascun per sè e periscano i deboli"; oppure è quella dottrina che sostiene che pensando ciascuno a se stesso e facendo a suo modo senza preoccuparsi degli altri, ne risulta, per legge naturale, l'armonia e la felicità di tutti.
L'individualismo, o è la teoria della lotta: "ciascun per sè e periscano i deboli"; oppure è quella dottrina che sostiene che pensando ciascuno a stesso e facendo a suo modo senza preoccuparsi degli altri, ne risulta, per legge naturale, l'armonia e la felicità di tutti.
Nell'un senso e nell'altro noi siamo agli antipodi degl'individualisti, tanto quanto vi può esser Merlino. La questione tra noi e lui è questione di autorità, o libertà; e, francamente a noi pare ch'egli stia - o, meglio, sia ritornato - a mezza strada tra l'autoritarismo e l'anarchismo.
Nell'un senso e nell'altro noi siamo agli antipodi degl'individualisti, tanto quanto vi può esser Merlino. La questione tra noi e lui è questione di autorità, o libertà; e, francamente a noi pare ch'egli stia - o, meglio, sia ritornato - a mezza strada tra l'autoritarismo e l'anarchismo.
Ed ora alla questione di tattica.
Ed ora alla questione di tattica.
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L'accusa sarebbe ben altrimenti giusta se fosse invertita. Sono i socialisti democratici che continuamente - e disonestamente - si sforzano di travisare le nostre idee, per poter poi dire che noi non siamo socialisti, e negare la parentela intellettuale e morale che li unisce a noi. Ancora l'altro giorno l'Avanti! negava ogni rapporto tra anarchismo e socialismo, e diceva di noi quello che avrebbe potuto dire di un partito di piccoli borghesi che si rivoltasse violentemente contro l'aumento delle tasse e la concorrenza dei grossi capitalisti: così che uno potrebbe prendere per anarchici i padroni macellai e fornai di Napoli e Palermo, quando protestano e resistono contro il calmiere municipale! E l'Avanti! è ancora uno degli organi meno intolleranti che vanta il partito socialista democratico!
L'accusa sarebbe ben altrimenti giusta se fosse invertita. Sono i socialisti democratici che continuamente - e disonestamente - si sforzano di travisare le nostre idee, per poter poi dire che noi non siamo socialisti, e negare la parentela intellettuale e morale che li unisce a noi. Ancora l'altro giorno l'Avanti! negava ogni rapporto tra anarchismo e socialismo, e diceva di noi quello che avrebbe potuto dire di un partito di piccoli borghesi che si rivoltasse violentemente contro l'aumento delle tasse e la concorrenza dei grossi capitalisti: così che uno potrebbe prendere per anarchici i padroni macellai e fornai di Napoli e Palermo, quando protestano e resistono contro il calmiere municipale! E l'Avanti! è ancora uno degli organi meno intolleranti che vanta il partito socialista democratico!
Noi vogliamo essere un Partito separato, non per il piacere di distinguerci dagli altri, ma perché realmente abbiamo idee e metodi diversi dagli altri partiti esistenti. E respingiamo assolutamente la supposizione che noi esageriamo in un senso per fare equilibrio alle esagerazioni opposte degli altri. Noi sosteniamo quel che sosteniamo, perché crediamo che sia la verità, e non per altra ragione. Se ci accorgessimo che nel nostro programma v'è una parte d'errore, noi ci affretteremmo a sbarazzarcene; e quando anche gli altri modificassero le loro idee in modo da incontrarsi con noi, allora... noi e gli altri costituiremmo naturalmente un partito solo. Ora come ora, le idee sono differenti, ed è giusto e necessario che vi siano Partiti differenti.
Noi vogliamo essere un Partito separato, non per il piacere di distinguerci dagli altri, ma perché realmente abbiamo idee e metodi diversi dagli altri partiti esistenti. E respingiamo assolutamente la supposizione che noi esageriamo in un senso per fare equilibrio alle esagerazioni opposte degli altri. Noi sosteniamo quel che sosteniamo, perché crediamo che sia la verità, e non per altra ragione. Se ci accorgessimo che nel nostro programma v'è una parte d'errore, noi ci affretteremmo a sbarazzarcene; e quando anche gli altri modificassero le loro idee in modo da incontrarsi con noi, allora... noi e gli altri costituiremmo naturalmente un partito solo. Ora come ora, le idee sono differenti, ed è giusto e necessario che vi siano Partiti differenti.
Noi non vogliamo soltanto resistere alla possibile tirannia dei socialisti al potere: noi vogliamo far si che il popolo si rifiuti a nominare o a riconoscere dei nuovi governanti, e pensi da se stesso ad organizzarsi localmente e federalisticamente, senza tener conto delle leggi e di decreti di un nuovo governo, e resistendo colla forza contro ciò che gli si volesse imporre per forza. E se, per mancanza di forza sufficiente, non potessimo raggiungere subito questo nostro scopo, allora in attesa di divenir più forti, eserciteremmo quell'azione, moderatrice o eccitatrice secondo i casi, che esercitano i partiti di opposizione quando non si lasciano corrompere ed assorbire. Il consiglio di Merlino, di entrare nel partito socialista democratico per poter prevenire la tirannia dei socialisti al potere equivale a quello di divenire, p. es. monarchici o repubblicani per evitare che la monarchia o la repubblica fossero troppo reazionarie. Quest'ultimo consiglio sarebbe giustificato, se dato a chi è disposto ad accomodarsi con la monarchia o la repubblica, come sarebbe giustificato quello di Merlino se noi accettassimo il principio di un governo socialista e ci dicessimo anarchici solo allo scopo di prevenire che quel governo fosse troppo autoritario. Ma quello non è il caso.
Noi non vogliamo soltanto resistere alla possibile tirannia dei socialisti al potere: noi vogliamo far si che il popolo si rifiuti a nominare o a riconoscere dei nuovi governanti, e pensi da stesso ad organizzarsi localmente e federalisticamente, senza tener conto delle leggi e di decreti di un nuovo governo, e resistendo colla forza contro ciò che gli si volesse imporre per forza. E se, per mancanza di forza sufficiente, non potessimo raggiungere subito questo nostro scopo, allora in attesa di divenir più forti, eserciteremmo quell'azione, moderatrice o eccitatrice secondo i casi, che esercitano i partiti di opposizione quando non si lasciano corrompere ed assorbire. Il consiglio di Merlino, di entrare nel partito socialista democratico per poter prevenire la tirannia dei socialisti al potere equivale a quello di divenire, p. es. monarchici o repubblicani per evitare che la monarchia o la repubblica fossero troppo reazionarie. Quest'ultimo consiglio sarebbe giustificato, se dato a chi è disposto ad accomodarsi con la monarchia o la repubblica, come sarebbe giustificato quello di Merlino se noi accettassimo il principio di un governo socialista e ci dicessimo anarchici solo allo scopo di prevenire che quel governo fosse troppo autoritario. Ma quello non è il caso.
Quel che dice Merlino che molti anarchici si dicono oggi genericamente socialisti e non già comunisti o collettivisti non perché vogliono un sistema misto quale lo desidera Merlino, ma perché, o sono incerti o non danno importanza alla questione, o non vogliono farne una ragione di divisione, è vero. Noi stessi siamo propriamente comunisti, alla sola condizione (sottintesa, perché senza di essa non potrebbe esserci anarchia) che il comunismo sia volontario ed organizzato in modo che ammetta la possibilità di vivere secondo altri sistemi. Ma siccome il collettivismo dei collettivisti anarchici è anch'esso (necessariamente, se no non sarebbe anarchico) sottoposto alla stessa condizione, la differenza si riduce ad una questione di organizzazione pratica che deve esser risolta mediante accordi, e non può dar luogo alla costituzione di due partiti separati ed avversi. Questo però, come dicemmo, non ha nulla da fare colle differenze tra anarchici e democratici, che sono quelle che qui c'interessano.
Quel che dice Merlino che molti anarchici si dicono oggi genericamente socialisti e non già comunisti o collettivisti non perché vogliono un sistema misto quale lo desidera Merlino, ma perché, o sono incerti o non danno importanza alla questione, o non vogliono farne una ragione di divisione, è vero. Noi stessi siamo propriamente comunisti, alla sola condizione (sottintesa, perché senza di essa non potrebbe esserci anarchia) che il comunismo sia volontario ed organizzato in modo che ammetta la possibilità di vivere secondo altri sistemi. Ma siccome il collettivismo dei collettivisti anarchici è anch'esso (necessariamente, se no non sarebbe anarchico) sottoposto alla stessa condizione, la differenza si riduce ad una questione di organizzazione pratica che deve esser risolta mediante accordi, e non può dar luogo alla costituzione di due partiti separati ed avversi. Questo però, come dicemmo, non ha nulla da fare colle differenze tra anarchici e democratici, che sono quelle che qui c'interessano.
Il "collettivismo" dei socialisti democratici, a differenza del collettivismo dell'Internazionale, non pregiudica la questione del modo di distribuzione dei prodotti, poiché vi sono molti democratici che si dicono collettivisti, e vogliono che detta distribuzione sia fatta in ragione dei bisogni.
Il "collettivismo" dei socialisti democratici, a differenza del collettivismo dell'Internazionale, non pregiudica la questione del modo di distribuzione dei prodotti, poiché vi sono molti democratici che si dicono collettivisti, e vogliono che detta distribuzione sia fatta in ragione dei bisogni.
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Merlino ci presenta una specie di schema di costituzione politica.
Merlino ci presenta una specie di schema di costituzione politica.
“Bisogna distinguere” egli dice, “le faccende più importanti e di cui tutti più o meno s'intendono, e, queste farle decidere direttamente dal popolo nei Clubs o Associazioni, i cui delegati si riunirebbero, come nelle Convenzioni americane, unicamente per concretare la soluzione definitiva in conformità dei mandati ricevuti. Per faccende meno importanti e per quelle che richiedono speciali cognizioni, costituire Amministrazioni speciali - senza legame gerarchico tra loro - soggette al sindacato popolare”. “Avanti tutto il popolo deve concorrere alla nomina degli amministratori pubblici; poi questi devono offrire guarentigie di capacità, inoltre vi devono essere regole di amministrazione che impediscano gli arbitrii e i favoritismi; gli amministratori devono rimanere uguali a tutti gli altri cittadini e ricevere in compenso delle loro fatiche un trattamento approssimativamente uguale a quello che i cittadini tutti ricavano dal loro lavoro; infine gl'interessati devono potersi opporre agli atti ingiusti degli amministratori pubblici e chiamare questi ultimi a render conto pubblicamente dell'opera loro”. “Bisogna, sulla base dell'uguaglianza delle condizioni economiche, elevare un sistema di amministrazione pubblica emanante direttamente dal popolo e non soggetto a nessun centro di governo”.
“Bisogna distinguere” egli dice, “le faccende più importanti e di cui tutti più o meno s'intendono, e, queste farle decidere direttamente dal popolo nei Clubs o Associazioni, i cui delegati si riunirebbero, come nelle Convenzioni americane, unicamente per concretare la soluzione definitiva in conformità dei mandati ricevuti. Per faccende meno importanti e per quelle che richiedono speciali cognizioni, costituire Amministrazioni speciali - senza legame gerarchico tra loro - soggette al sindacato popolare”. “Avanti tutto il popolo deve concorrere alla nomina degli amministratori pubblici; poi questi devono offrire guarentigie di capacità, inoltre vi devono essere regole di amministrazione che impediscano gli arbitrii e i favoritismi; gli amministratori devono rimanere uguali a tutti gli altri cittadini e ricevere in compenso delle loro fatiche un trattamento approssimativamente uguale a quello che i cittadini tutti ricavano dal loro lavoro; infine gl'interessati devono potersi opporre agli atti ingiusti degli amministratori pubblici e chiamare questi ultimi a render conto pubblicamente dell'opera loro”. “Bisogna, sulla base dell'uguaglianza delle condizioni economiche, elevare un sistema di amministrazione pubblica emanante direttamente dal popolo e non soggetto a nessun centro di governo”.
Ma come si deve arrivare a questa e a qualsiasi altro modo di amministrazione degl'interessi collettivi? Ecco per noi la questione importante. Deve la nuova costituzione sociale esser formulata di getto da una costituente nazionale o internazionale, ed imposta a tutti? O deve essere il risultato graduale, sempre modificabile, della vita stessa di una società d'individui economicamente e politicamente eguali e liberi? Deve il popolo, dopo abbattuto il governo, nominarne un altro, il qual poi dovrebbe, secondo l'utopia dei socialisti democratici, eliminare se stesso; o deve distruggere completamente il meccanismo autoritario dello Stato e formare un regime libero per mezzo della libertà?
Ma come si deve arrivare a questa e a qualsiasi altro modo di amministrazione degl'interessi collettivi? Ecco per noi la questione importante. Deve la nuova costituzione sociale esser formulata di getto da una costituente nazionale o internazionale, ed imposta a tutti? O deve essere il risultato graduale, sempre modificabile, della vita stessa di una società d'individui economicamente e politicamente eguali e liberi? Deve il popolo, dopo abbattuto il governo, nominarne un altro, il qual poi dovrebbe, secondo l'utopia dei socialisti democratici, eliminare stesso; o deve distruggere completamente il meccanismo autoritario dello Stato e formare un regime libero per mezzo della libertà?
Questo Merlino non dice, e questo è il punto di divisione tra socialisti democratici e socialisti anarchici.
Questo Merlino non dice, e questo è il punto di divisione tra socialisti democratici e socialisti anarchici.
Nella sua conferenza di domenica a Roma, Merlino avrebbe, secondo il resoconto dell'Avanti! combattuto gli anarchici liberisti assoluti (ecco ancora degli appellativi di sapore equivoco), “perché col loro sistema i prepotenti avrebbero modo di schiacciare i più deboli ed i più docili”.
Nella sua conferenza di domenica a Roma, Merlino avrebbe, secondo il resoconto dell'Avanti! combattuto gli anarchici liberisti assoluti (ecco ancora degli appellativi di sapore equivoco), “perché col loro sistema i prepotenti avrebbero modo di schiacciare i più deboli ed i più docili”.
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