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[[File:Cédula de identificación personal o -carné de identidad- de un esclavo.jpg|thumb|230 px|Cedola di identificazione personale o carta di identità di uno schiavo nero di 10 anni chiamato Benito Criollo, destinato a L'Avana]]Lo '''schiavismo''' è quell'ideologia su cui si fonda quel sistema sociale ed economico in cui una persona (lo schiavo) appartiene totalmente ad un'altra (il padrone). Il modello schiavistico si è sviluppato in diverse forme dalla nascita del [[patriarcato]] sino ai giorni nostri; la guerra storicamente è stato il modo più semplice attraverso il quale procurarsi schiavi da sfruttare. La parallela e funzionale diffusione di ideologie discriminatorie pseudo-scientifiche o filosofiche furono necessarie a giustificare la riduzione in stato di schiavitù di alcuni esseri umani ritenuti inferiori ai padroni perché appartenenti a classi ([[classismo]]), razze ([[razzismo]]) o [[civiltà]] ritenute inferiori. <ref>[http://taccuinoanacronistico.blogspot.it/2013/10/razzismo-e-odio-di-classe.html Razzismo e odio di classe]</ref>  
[[File:Cédula de identificación personal o -carné de identidad- de un esclavo.jpg|thumb|230 px|Cedola di identificazione personale o carta di identità di uno schiavo nero di 10 anni chiamato Benito Criollo, destinato a L'Avana]]Lo '''schiavismo''' è quell'ideologia su cui si fonda quel sistema sociale ed economico in cui una persona (lo schiavo) appartiene totalmente ad un'altra (il padrone). Il modello schiavistico si è sviluppato in diverse forme dalla nascita del [[patriarcato]] sino ai giorni nostri; la guerra storicamente è stato il modo più semplice attraverso il quale procurarsi schiavi da sfruttare. La parallela e funzionale diffusione di ideologie discriminatorie pseudo-scientifiche o filosofiche furono necessarie a giustificare la riduzione in stato di schiavitù di alcuni esseri umani ritenuti inferiori ai padroni perché appartenenti a classi ([[classismo]]), razze ([[razzismo]]) o [[civiltà]] ritenute inferiori. <ref>[http://taccuinoanacronistico.blogspot.it/2013/10/razzismo-e-odio-di-classe.html Razzismo e odio di classe]</ref>  


Attualmente si assiste a nuove forme di sfruttamento che diversi studiosi e intellettuali chiamano neo-schiavismo o schiavismo salariale. <ref>Maria Grazia Giammarinaro, ''Neo-schiavismo, servitù e lavoro forzato: uno sguardo internazionale''</ref>
Attualmente si assiste a nuove forme di sfruttamento che diversi studiosi e intellettuali chiamano neo-schiavismo o schiavismo salariale. <ref>Maria Grazia Giammarinaro, ''Neo-schiavismo, servitù e lavoro forzato: uno sguardo internazionale''</ref>
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== Le origini ==
== Le origini ==
   
   
La schiavitù si venne sviluppando con il disfacimento delle prime comunità umane, le cosiddette [[società gilaniche]], che vivevano in regime di economia collettiva prettamente agricola. Con la diffusione dei disvalori imposti dai popoli denominati [[Kurgan]], ovvero coloro che soppiantarono le pacifiche ed egualitarie [[società gilaniche]], si arrivò ad una sempre maggiore [[gerarchia|gerarchizzazione sociale]] ed alla suddivisione dei compiti di lavoro che implicavano anche la necessità di imporre con forza una disciplina, che, qualora non veniva accettata, si trasformava in vera e propria schiavitù.  
La schiavitù si venne sviluppando con il disfacimento delle prime comunità umane, le cosiddette [[società gilaniche]], che vivevano in regime di economia collettiva prettamente agricola. Con la diffusione dei disvalori imposti dai popoli denominati [[Kurgan]], ovvero coloro che soppiantarono le pacifiche ed egualitarie [[società gilaniche]], si arrivò ad una sempre maggiore [[gerarchia|gerarchizzazione sociale]] ed alla suddivisione dei compiti di lavoro che implicavano anche la necessità di imporre con forza una disciplina, che, qualora non veniva accettata, si trasformava in vera e propria schiavitù.  


Le guerre contribuirono non poco allo sviluppo del modello schiavistico. Infatti, i popoli vincitori potevano privilegiarsi di masse di prigionieri che venivano adibiti ai lavori più umili, senza alcun riconoscimento di diritti (schiavi). La schiavitù fu il fondamento di molte comunità in Europa e nel Medio Oriente: per esempio all'epoca dei Sumeri (abitanti dell'area mesopotamica intorno al 4 mila a.c) gli schiavi non erano altro che prigionieri di guerra; il Codice di Hammurabi (Babilonia) distingueva gli schiavi secondo la loro derivazione: prigionieri di guerra, debitori insolventi, comperati, nati in schiavitù, ecc.; [[Image:Spartacus II.JPG|thumb|left|Rappresentazione della sconfitta di Spartaco, il gladiatore che si ribellò agli schiavisti romani]] gli ittiti, contrariamente ai babilonesi, riconoscevano lo schiavo come un uomo, anche se lo schiavo babilonese poteva riscattare la propria condizione; nell'antica società ebraica lo schiavo per debiti era liberato dopo sette anni, se ebreo, e se per caso veniva reso inabile al lavoro da maltrattamenti ricevuti, acquistava la [[libertà]] e il padrone-assassino veniva punito; in [[Egitto]] gli schiavi di guerra furono inizialmente poco numerosi ed aumentarono con le guerre espansionistiche della XVIII dinastia.
Le guerre contribuirono non poco allo sviluppo del modello schiavistico. Infatti, i popoli vincitori potevano privilegiarsi di masse di prigionieri che venivano adibiti ai lavori più umili, senza alcun riconoscimento di diritti (schiavi). La schiavitù fu il fondamento di molte comunità in Europa e nel Medio Oriente: per esempio all'epoca dei Sumeri (abitanti dell'area mesopotamica intorno al 4 mila a.c) gli schiavi non erano altro che prigionieri di guerra; il Codice di Hammurabi (Babilonia) distingueva gli schiavi secondo la loro derivazione: prigionieri di guerra, debitori insolventi, comperati, nati in schiavitù, ecc.; [[Image:Spartacus II.JPG|thumb|left|Rappresentazione della sconfitta di Spartaco, il gladiatore che si ribellò agli schiavisti romani]] gli ittiti, contrariamente ai babilonesi, riconoscevano lo schiavo come un uomo, anche se lo schiavo babilonese poteva riscattare la propria condizione; nell'antica società ebraica lo schiavo per debiti era liberato dopo sette anni, se ebreo, e se per caso veniva reso inabile al lavoro da maltrattamenti ricevuti, acquistava la [[libertà]] e il padrone-assassino veniva punito; in [[Egitto]] gli schiavi di guerra furono inizialmente poco numerosi ed aumentarono con le guerre espansionistiche della XVIII dinastia.


== Grecia antica e Impero Romano ==
== Grecia antica e Impero Romano ==


Nella [[La Grecia antica, una civiltà misogina|Grecia antica]] gli schiavi erano fondamentali per il sistema economico-sociale e con il diffondersi dell'uso dei metalli e l'espansione dei commerci, la richiesta di schiavi fu fortissima e si arrivò alla nascita di un fiorentissimo commercio (gli schiavi erano detti ''bárbaroi'', cioè barbari, ovvero considerati appartenenti a civiltà inferiori a quelle greche e quindi schiavizzabili). La schiavitù fu giustificata da celebri filosofi (vedi [[Platone]] e [[Aristotele]]) come conseguenza dell'incapacità di una parte degli uomini a comandare. <ref>[http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaA/ARISTOTELE_%20GLI%20SCHIAVI_%20FENOMEN.htm Aristotele, gli schiavi, fenomeno naturale e legale], [http://www.antiqvitas.it/approfondimenti/schiavi.1.htm La condizione di servo in Grecia]</ref> Il conosciuto filosofo [[Diogene di Sinope]] fu esso stesso schiavo dopo essere stato catturato dai pirati mentre era in viaggio verso Egina ed in seguito venduto ad un uomo di Corinto chiamato Xeniade, per il quale fece il tutore dei due figli.  
Nella [[La Grecia antica, una civiltà misogina|Grecia antica]] gli schiavi erano fondamentali per il sistema economico-sociale e con il diffondersi dell'uso dei metalli e l'espansione dei commerci, la richiesta di schiavi fu fortissima e si arrivò alla nascita di un fiorentissimo commercio (gli schiavi erano detti ''bárbaroi'', cioè barbari, ovvero considerati appartenenti a civiltà inferiori a quelle greche e quindi schiavizzabili). La schiavitù fu giustificata da celebri filosofi (vedi [[Platone]] e [[Aristotele]]) come conseguenza dell'incapacità di una parte degli uomini a comandare. <ref>[http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaA/ARISTOTELE_%20GLI%20SCHIAVI_%20FENOMEN.htm Aristotele, gli schiavi, fenomeno naturale e legale], [http://www.antiqvitas.it/approfondimenti/schiavi.1.htm La condizione di servo in Grecia]</ref> Il conosciuto filosofo [[Diogene di Sinope]] fu esso stesso schiavo dopo essere stato catturato dai pirati mentre era in viaggio verso Egina ed in seguito venduto ad un uomo di Corinto chiamato Xeniade, per il quale fece il tutore dei due figli.  


Per i greci la schiavitù era concepito come un istituto di "diritto naturale", mentre per i romani l'uomo non era schiavo per natura e per questo poteva anche essere liberato e ottenere la cittadinanza romana. La schiavitù a Roma prese piede con l'espansione del suo dominio (Impero Romano). Il trattamento loro riservato era assai duro e frequenti furono le insurrezioni, come quelle capeggiate da Enno (136-132 a. C.) e da [[Spartaco il gladiatore|Spartaco]] (72-70 a. C.). Solo a partire dal tardo impero, con l'ascesa al potere di imperatori non italici e con la diffusione del cristianesimo, la schiavitù ebbe a terminare.
Per i greci la schiavitù era concepito come un istituto di "diritto naturale", mentre per i romani l'uomo non era schiavo per natura e per questo poteva anche essere liberato e ottenere la cittadinanza romana. La schiavitù a Roma prese piede con l'espansione del suo dominio (Impero Romano). Il trattamento loro riservato era assai duro e frequenti furono le insurrezioni, come quelle capeggiate da Enno (136-132 a. C.) e da [[Spartaco il gladiatore|Spartaco]] (72-70 a. C.). Solo a partire dal tardo impero, con l'ascesa al potere di imperatori non italici e con la diffusione del cristianesimo, la schiavitù ebbe a terminare.
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Alla tratta degli schiavi autoctona, diffusa nelle antiche [[civiltà]] africane come l'Impero di Songhai, si aggiunse in seguito la pratica di vendere schiave catturate nell'Africa subsahariana. Inizialmente il commercio di esseri umani fu diretto attraverso il Sahara verso il Nordafrica, poi dalle coste africane sull'Oceano Indiano verso i paesi arabi e l'oriente e infine verso le [[colonialismo|colonie europee]] nelle Americhe.
Alla tratta degli schiavi autoctona, diffusa nelle antiche [[civiltà]] africane come l'Impero di Songhai, si aggiunse in seguito la pratica di vendere schiave catturate nell'Africa subsahariana. Inizialmente il commercio di esseri umani fu diretto attraverso il Sahara verso il Nordafrica, poi dalle coste africane sull'Oceano Indiano verso i paesi arabi e l'oriente e infine verso le [[colonialismo|colonie europee]] nelle Americhe.


La tratta degli schiavi gestita dagli europei fu iniziata dai portoghesi nel XV secolo immediatamente dopo i primi contatti con le popolazioni della Guinea. La tratta ebbe un maggiore impulso nel [[1452]], quando papa Niccolò V ordinò al re del Portogallo di ridurre in schiavitù tutti i musulmani dell'Africa. La città portoghese di Lisbona divenne assai fiorente proprio grazie al suo grande emporio di schiavi.  
La tratta degli schiavi gestita dagli europei fu iniziata dai portoghesi nel XV secolo immediatamente dopo i primi contatti con le popolazioni della Guinea. La tratta ebbe un maggiore impulso nel [[1452]], quando papa Niccolò V ordinò al re del Portogallo di ridurre in schiavitù tutti i musulmani dell'Africa. La città portoghese di Lisbona divenne assai fiorente proprio grazie al suo grande emporio di schiavi.  


Con la scoperta dell'America e l'avvio di [[colonialismo|pratiche colonialistiche]], la schiavitù fu trapiantata ancora dai portoghesi in [[Brasile]], sempre attingendo dal "serbatoio" africano. Anche gli spagnoli cominciarono ad interessarsi al commercio di esseri umani, visto che gli indigeni americani erano poco adatti al lavoro di fatica ed era necessario trovare nuova manodopera. Ben presto ai mercanti portoghesi si aggiunsero quelli spagnoli, francesi, inglesi e olandesi. Il colonialismo non poteva non reggersi che sulla tratta di schiavi e varie città (Bordeaux, Nantes e Liverpool) si svilupparono enormemente proprio grazie a questi traffici.
Con la scoperta dell'America e l'avvio di [[colonialismo|pratiche colonialistiche]], la schiavitù fu trapiantata ancora dai portoghesi in [[Brasile]], sempre attingendo dal "serbatoio" africano. Anche gli spagnoli cominciarono ad interessarsi al commercio di esseri umani, visto che gli indigeni americani erano poco adatti al lavoro di fatica ed era necessario trovare nuova manodopera. Ben presto ai mercanti portoghesi si aggiunsero quelli spagnoli, francesi, inglesi e olandesi. Il colonialismo non poteva non reggersi che sulla tratta di schiavi e varie città (Bordeaux, Nantes e Liverpool) si svilupparono enormemente proprio grazie a questi traffici.


Spesso erano gli stessi re locali a barattare questi schiavi con gli europei, contribuendo così a sviluppare una un traffico commerciale di esseri umani che assunse rapidamente proporzioni senza precedenti e dando origine nelle Americhe a vere e proprie economie basate sullo schiavismo.   
Spesso erano gli stessi re locali a barattare questi schiavi con gli europei, contribuendo così a sviluppare una un traffico commerciale di esseri umani che assunse rapidamente proporzioni senza precedenti e dando origine nelle Americhe a vere e proprie economie basate sullo schiavismo.   
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=== Il ruolo della Chiesa ===
=== Il ruolo della Chiesa ===
Le credenze diffuse dalla [[Chiesa]] cattolica intorno al [[1500]] dicevano che la schiavitù dei neri erano da interpretare come una volontà divina. Essi meritavano questo triste destino, secondo quello che diceva la Bibbia, a causa della maledizione lanciata da [[Noè]] sui discendenti del figlio Cam. <ref>[http://archive.is/m3BFL La maledizione di Cam]</ref> Il colore della pelle nera era poi un simbolo dei peccati compiuti dai loro antenati. La schiavitù loro inflitta dai bianchi cristiani era da considerare come propedeutica alla civilizzazione che sarebbe giunta in seguita al recepimento del messaggio cristiano.  
Le credenze diffuse dalla [[Chiesa]] cattolica intorno al [[1500]] dicevano che la schiavitù dei neri erano da interpretare come una volontà divina. Essi meritavano questo triste destino, secondo quello che diceva la Bibbia, a causa della maledizione lanciata da [[Noè]] sui discendenti del figlio Cam. <ref>[http://archive.is/m3BFL La maledizione di Cam]</ref> Il colore della pelle nera era poi un simbolo dei peccati compiuti dai loro antenati. La schiavitù loro inflitta dai bianchi cristiani era da considerare come propedeutica alla civilizzazione che sarebbe giunta in seguita al recepimento del messaggio cristiano.  


Nel [[1519]] il vescovo di Darien dichiarò che gli amerindi erano «a mala pena uomini e la schiavitù è il mezzo più efficace ed in realtà l'unico utilizzabile con loro» <ref>G.V. Scammell, pag. 172.</ref>. [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] nel decreto del [[1526]], su parere del Consiglio Reale delle Indie, istituito per la protezione degli Indios, proibiva la schiavitù in tutto l'Impero.  
Nel [[1519]] il vescovo di Darien dichiarò che gli amerindi erano «a mala pena uomini e la schiavitù è il mezzo più efficace ed in realtà l'unico utilizzabile con loro» <ref>G.V. Scammell, pag. 172.</ref>. [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] nel decreto del [[1526]], su parere del Consiglio Reale delle Indie, istituito per la protezione degli Indios, proibiva la schiavitù in tutto l'Impero.  


Il [[2 giugno]] [[1537]], papa Paolo III nella sua lettera ''Veritas ipsa'' indirizzata al cardinale Jean de Tavera, dichiarava che gli Amerindi erano esseri umani come gli altri, condannando la pratica della schiavitù. Questo sarà ribadito ufficialmente attraverso la bolla pontificia ''Sublimis Deus'' pubblicata pochi giorni dopo.
Il [[2 giugno]] [[1537]], papa Paolo III nella sua lettera ''Veritas ipsa'' indirizzata al cardinale Jean de Tavera, dichiarava che gli Amerindi erano esseri umani come gli altri, condannando la pratica della schiavitù. Questo sarà ribadito ufficialmente attraverso la bolla pontificia ''Sublimis Deus'' pubblicata pochi giorni dopo.


La [[Chiesa]] si oppose quindi allo sterminio degli amerindi e alla loro schiavizzazione, ma questo fu forse una conseguenza della scarsa propensione al lavoro degli autoctoni più che al riconoscimento del loro intrinseco diritto umano. Infatti la predicazione dell'[[uguaglianza]] tra gli uomini e la condanna della schiavitù degli amerindi, non impedì agli uomini di Chiesa di accettare l'importazione di africani da utilizzare come schiavi. Lo stesso frate ''Bartolomé de Las Casas'', <ref>[http://www.survival.it/articoli/3212-las-casas Perché tutte le persone su questa terra sono uomini]</ref> pur denunciando il genocidio degli Indios nel suo saggio ''Brevissima relazione sulla distruzione delle Indie occidentali'' (1542), non ebbe in un primo momento ad opporsi alla tratta degli africani. In seguito, nel suo ''Istoria o Brevissima Relazione della Distruttione dell'Indie Occidentali di Mons. Reverendissimo Don Bartolomeo Dalle Case'', <ref>Sivigliano dell'ordine dei Predicatori trad. di G.Castellani, Venezia, 1643,</ref>, si schierò definitivamente contro ogni forma di sfruttamento e schiavitù e per questo costretto a rientrare in [[Spagna|patria]]. Schieratosi con gli ultimi e gli oppressi, per alcuni religiosi Bartolomé de Las Casas è da considerare il vero padre della [[Teologia della liberazione]].
La [[Chiesa]] si oppose quindi allo sterminio degli amerindi e alla loro schiavizzazione, ma questo fu forse una conseguenza della scarsa propensione al lavoro degli autoctoni più che al riconoscimento del loro intrinseco diritto umano. Infatti la predicazione dell'[[uguaglianza]] tra gli uomini e la condanna della schiavitù degli amerindi, non impedì agli uomini di Chiesa di accettare l'importazione di africani da utilizzare come schiavi. Lo stesso frate ''Bartolomé de Las Casas'', <ref>[http://www.survival.it/articoli/3212-las-casas Perché tutte le persone su questa terra sono uomini]</ref> pur denunciando il genocidio degli Indios nel suo saggio ''Brevissima relazione sulla distruzione delle Indie occidentali'' (1542), non ebbe in un primo momento ad opporsi alla tratta degli africani. In seguito, nel suo ''Istoria o Brevissima Relazione della Distruttione dell'Indie Occidentali di Mons. Reverendissimo Don Bartolomeo Dalle Case'', <ref>Sivigliano dell'ordine dei Predicatori trad. di G.Castellani, Venezia, 1643,</ref>, si schierò definitivamente contro ogni forma di sfruttamento e schiavitù e per questo costretto a rientrare in [[Spagna|patria]]. Schieratosi con gli ultimi e gli oppressi, per alcuni religiosi Bartolomé de Las Casas è da considerare il vero padre della [[Teologia della liberazione]].


La cattolicissima [[Spagna]] fu scossa da un grande dibattito ingenerato dalle denunce di de las Casas; tra i favorevoli alla schiavitù si distinsero tristemente le tesi di Juan Ginés de Sepúlveda che sosteneva l'inferiorità degli indios e la necessità della conquista per portare l'evangelizzazione nelle Americhe. Ci furono indubbiamente missionari che si schierarono dalla parte degli indios oppressi, ma le alte sfere della [[Chiesa]] mantennero atteggiamenti ambigui, non appoggiando apertamente la schiavitù ma nemmeno condannandola espressamente. <ref>[http://pasquale1.wordpress.com/2007/05/29/la-chiesa-giustifica-la-schiavitu/ La Chiesa giustifica la schivitù]</ref>
La cattolicissima [[Spagna]] fu scossa da un grande dibattito ingenerato dalle denunce di de las Casas; tra i favorevoli alla schiavitù si distinsero tristemente le tesi di Juan Ginés de Sepúlveda che sosteneva l'inferiorità degli indios e la necessità della conquista per portare l'evangelizzazione nelle Americhe. Ci furono indubbiamente missionari che si schierarono dalla parte degli indios oppressi, ma le alte sfere della [[Chiesa]] mantennero atteggiamenti ambigui, non appoggiando apertamente la schiavitù ma nemmeno condannandola espressamente. <ref>[http://pasquale1.wordpress.com/2007/05/29/la-chiesa-giustifica-la-schiavitu/ La Chiesa giustifica la schivitù]</ref>


== L'abolizionismo antischiavista ==
== L'abolizionismo antischiavista ==
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Si giunse alla soppressione della schiavitù dopo la [[rivoluzione francese]] e la rivolta ad Haiti: nel 1794 fu abolita nelle colonie francesi (1794), ma Napoleone la dovette ripristinare nel [[1802]] per fare un favore alla borghesia creola. L'abolizione della tratta di schiavi (Francia [[1791]], Danimarca [[1792]], Gran Bretagna e Stati Uniti [[1807]], Olanda [[1814]] ecc.) non fece però scomparire il fenomeno, che di fatto proseguì clandestinamente. Alla fine si giunse ai divieti alla schiavitù nelle colonie britanniche (1833), francesi e olandesi (1848), negli Stati Uniti (1863, durante la guerra civile americana), a Cuba e Portorico (1870). Nel [[1839]] fu costituita in [[Gran Bretagna]] l'''[[Anti-Slavery International]]'', una [[ONG]] (ancora oggi attiva) fondata per contrastare ogni forma di schiavitù.
Si giunse alla soppressione della schiavitù dopo la [[rivoluzione francese]] e la rivolta ad Haiti: nel 1794 fu abolita nelle colonie francesi (1794), ma Napoleone la dovette ripristinare nel [[1802]] per fare un favore alla borghesia creola. L'abolizione della tratta di schiavi (Francia [[1791]], Danimarca [[1792]], Gran Bretagna e Stati Uniti [[1807]], Olanda [[1814]] ecc.) non fece però scomparire il fenomeno, che di fatto proseguì clandestinamente. Alla fine si giunse ai divieti alla schiavitù nelle colonie britanniche (1833), francesi e olandesi (1848), negli Stati Uniti (1863, durante la guerra civile americana), a Cuba e Portorico (1870). Nel [[1839]] fu costituita in [[Gran Bretagna]] l'''[[Anti-Slavery International]]'', una [[ONG]] (ancora oggi attiva) fondata per contrastare ogni forma di schiavitù.


In [[Russia]], i cosiddetti [[servi della gleba]], furono liberati nel [[1861]] grazie ad un decreto emanato dallo zar <ref> Alberto Mario Banti "Il senso del tempo" Vol. 2 (1650-1870)</ref> che accolse le richieste popolari sviluppatesi nelle più ampie lotte contro l'[[autocrazia]] zarista portate avanti da Pugacev nel XVIII secolo, dai [[decabrismo|decabristi]] e da personalità del calibro di [[Nikolaj Gavrilovic Cernysevskij]], [[Ivan Turgenev]], [[Aleksandr Puskin]], [[Petr Lavrov]] e [[Pëtr Kropotkin]].  
In [[Russia]], i cosiddetti [[servi della gleba]], furono liberati nel [[1861]] grazie ad un decreto emanato dallo zar <ref> Alberto Mario Banti "Il senso del tempo" Vol. 2 (1650-1870)</ref> che accolse le richieste popolari sviluppatesi nelle più ampie lotte contro l'[[autocrazia]] zarista portate avanti da Pugacev nel XVIII secolo, dai [[decabrismo|decabristi]] e da personalità del calibro di [[Nikolaj Gavrilovic Cernysevskij]], [[Ivan Turgenev]], [[Aleksandr Puskin]], [[Petr Lavrov]] e [[Pëtr Kropotkin]].  


I neri africani però non furono spettatori assoluti della loro liberazione, infatti schiavi come [[Frederick Douglass]] parteciparono attivamente ed in prima persona alla liberazione degli schiavi. Per non parlare poi del rivoluzionario afroamericano di Haiti [[Toussaint Louverture]], il quale guidò la rivolta degli schiavi di Santo Domingo che nel [[1844]] divenne il primo [[Stato]] nero della storia ad ottenere l'indipendenza. Essa fu sancita da un manifesto che segnava l'[[uguaglianza]] di tutti gli uomini, senza [[discriminazione|discriminazioni]] di razza.
I neri africani però non furono spettatori assoluti della loro liberazione, infatti schiavi come [[Frederick Douglass]] parteciparono attivamente ed in prima persona alla liberazione degli schiavi. Per non parlare poi del rivoluzionario afroamericano di Haiti [[Toussaint Louverture]], il quale guidò la rivolta degli schiavi di Santo Domingo che nel [[1844]] divenne il primo [[Stato]] nero della storia ad ottenere l'indipendenza. Essa fu sancita da un manifesto che segnava l'[[uguaglianza]] di tutti gli uomini, senza [[discriminazione|discriminazioni]] di razza.
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== Il nazismo ==
== Il nazismo ==
[[File:Bundesarchiv Bild 146-2007-0058, IG-Farbenwerke Auschwitz.jpg|250 px|thumb|Campo di lavoro di Monowitz. Esso venne aperto su iniziativa della IG Farben (multinazionale della chimica) che intendeva così sfruttare la manodopera schiavistica]]
[[File:Bundesarchiv Bild 146-2007-0058, IG-Farbenwerke Auschwitz.jpg|250 px|thumb|Campo di lavoro di Monowitz. Esso venne aperto su iniziativa della IG Farben (multinazionale della chimica) che intendeva così sfruttare la manodopera schiavistica]]
Quantunque spesso gli stessi antinazisti e antirazzisti tendano a dipingere il [[nazismo]] come un'ideologia quasi esclusivamente metafisica, in realtà essa fu un fenomeno fortemente legato agli interessi del [[capitalismo]], per questo la guerra nelle intenzioni di Hitler avrebbe dovuto provocare la creazione di un nuovo impero tedesco. Come storicamente peraltro è spesso capitato, il Fuhrer auspicava di poter schiavizzare i popoli sottomessi in quanto "inferiori" - principalmente ebrei e slavi - da utilizzare come manodopera a costo zero. <ref>Il [http://www.olokaustos.org/saggi/saggi/ostplan/ Generalplan Ost] fu un piano segreto nazista pensato per riordinare l'Europa dell'est dopo l'eventuale vittoria tedesca nella seconda guerra mondiale</ref>
Quantunque spesso gli stessi antinazisti e antirazzisti tendano a dipingere il [[nazismo]] come un'ideologia quasi esclusivamente metafisica, in realtà essa fu un fenomeno fortemente legato agli interessi del [[capitalismo]], per questo la guerra nelle intenzioni di Hitler avrebbe dovuto provocare la creazione di un nuovo impero tedesco. Come storicamente peraltro è spesso capitato, il Fuhrer auspicava di poter schiavizzare i popoli sottomessi in quanto "inferiori" - principalmente ebrei e slavi - da utilizzare come manodopera a costo zero. <ref>Il [http://www.olokaustos.org/saggi/saggi/ostplan/ Generalplan Ost] fu un piano segreto nazista pensato per riordinare l'Europa dell'est dopo l'eventuale vittoria tedesca nella seconda guerra mondiale</ref>


[[Hitler]] quindi non fece nient'altro che applicare agli europei ciò che le precedenti potenze europee (inglesi, portoghesi e spagnoli) avevano messo in pratica a danno degli africani. In ogni caso, lo scopo delle potenze coloniali è sempre stato quello di procurarsi manodopera a basso costo e mantenere una rigida [[classismo|società divisa in classi]], come peraltro esplicitato dallo stesso Adolf Hitler:
[[Hitler]] quindi non fece nient'altro che applicare agli europei ciò che le precedenti potenze europee (inglesi, portoghesi e spagnoli) avevano messo in pratica a danno degli africani. In ogni caso, lo scopo delle potenze coloniali è sempre stato quello di procurarsi manodopera a basso costo e mantenere una rigida [[classismo|società divisa in classi]], come peraltro esplicitato dallo stesso Adolf Hitler:
: « I polacchi sono soprattutto adatti ai lavori umili... Per loro un miglioramento è inconcepibile. In Polonia bisogna tener basso il tenore di vita, non si deve permettere che esso si innalzi... I polacchi sono pigri e per farli lavorare bisogna usare mezzi coercitivi...» <ref>William L. Shirer, ''Storia del Terzo Reich'', Torino; Einaudi, 1990, pagg. 1428-1429., Augusto Camera e Renato Fabietti, ''Elementi di storia Vol. III'', Zanichelli, pagina 1.502</ref>.  
: « I polacchi sono soprattutto adatti ai lavori umili... Per loro un miglioramento è inconcepibile. In Polonia bisogna tener basso il tenore di vita, non si deve permettere che esso si innalzi... I polacchi sono pigri e per farli lavorare bisogna usare mezzi coercitivi...» <ref>William L. Shirer, ''Storia del Terzo Reich'', Torino; Einaudi, 1990, pagg. 1428-1429., Augusto Camera e Renato Fabietti, ''Elementi di storia Vol. III'', Zanichelli, pagina 1.502</ref>.  


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