Saverio Friscia: differenze tra le versioni

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Dopo la laurea ritorna nel suo paese natale, entra a far parte della massoneria anche grazie all'omonimo cugino frate domenicano, tenace antiborbonico che aveva scontato tredici anni di [[carcere]] duro per aver partecipato ad una congiura carbonara. Inizialmente Friscia abbraccia le idee mazziniane, partecipa all'insurrezione antiborbonica siciliana del [[1848]], viene eletto al Parlamento generale di Sicilia (1848-49) e promuove sulle pagine del giornale ''L'Armamento'' l'arruolamento volontario popolare in difesa della [[rivoluzione]].  
Dopo la laurea ritorna nel suo paese natale, entra a far parte della massoneria anche grazie all'omonimo cugino frate domenicano, tenace antiborbonico che aveva scontato tredici anni di [[carcere]] duro per aver partecipato ad una congiura carbonara. Inizialmente Friscia abbraccia le idee mazziniane, partecipa all'insurrezione antiborbonica siciliana del [[1848]], viene eletto al Parlamento generale di Sicilia (1848-49) e promuove sulle pagine del giornale ''L'Armamento'' l'arruolamento volontario popolare in difesa della [[rivoluzione]].  


Arrestato nel [[1849]] (detenuto a Trapani e nell'isola di Favignana), nel [[1850]] sceglie di espatriare anche per proteggere la sua famiglia dalle persecuzioni [[polizia|poliziesche]]. Appoggia l'unità  d'Italia abbracciando le [[federalismo|idee federaliste]] di Carlo Cattaneo, nel [[1851]] raggiunge Parigi e si sposa con una ricca donna belga. In seguito raggiungerà  Genova dove esercita la professione medica.
Arrestato nel [[1849]] (detenuto a Trapani e nell'isola di Favignana), nel [[1850]] sceglie di espatriare anche per proteggere la sua famiglia dalle persecuzioni [[polizia|poliziesche]]. Appoggia l'unità  d'Italia abbracciando le [[federalismo|idee federaliste]] di Carlo Cattaneo, nel [[1851]] raggiunge Parigi e si sposa con una ricca donna belga. In seguito raggiungerà  Genova dove esercita la professione medica.


Dopo la "spedizione dei mille", ritorna in Sicilia avvicinandosi alle idee di Garibaldi. A lui perora la causa siciliana, descrivendogli minuziosamente la condizione di disagio in cui vivevano molti contadini dell'isola. Per questo promuoverà  l'idea di [[espropriazione]] dei beni ecclesiastici da ridistribuire ai contadini (idea che non per colpa sua non fu mai messa in pratica). A causa delle sue critiche all'operato dei [[militarismo|militari]] in Sicilia, viene destituito dal suo incarico e si ritrova a svolgere una funzione di intermediario tra le varie anime democratiche che popolano la Sicilia.
Dopo la "spedizione dei mille", ritorna in Sicilia avvicinandosi alle idee di Garibaldi. A lui perora la causa siciliana, descrivendogli minuziosamente la condizione di disagio in cui vivevano molti contadini dell'isola. Per questo promuoverà  l'idea di [[espropriazione]] dei beni ecclesiastici da ridistribuire ai contadini (idea che non per colpa sua non fu mai messa in pratica). A causa delle sue critiche all'operato dei [[militarismo|militari]] in Sicilia, viene destituito dal suo incarico e si ritrova a svolgere una funzione di intermediario tra le varie anime democratiche che popolano la Sicilia.
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