Sacco e Vanzetti: differenze tra le versioni

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I tre processi (nel primo processo Vanzetti fu condannato a 12 anni di [[carcere]] per la prima rapina; nel secondo - [[14 luglio]] [[1921]] - i due vennero invece condannati a morte) che seguirono e le successive condanne alla sedia elettrica furono utilizzate in chiave politica, ovvero per dare un esempio a tutti i militanti della sinistra. Non c'era nessuna prova a loro carico, addirittura alcune testimonianze li scagionavano. Addirittura non si tenne conto della confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che ammise di aver preso parte alla rapina e di non aver mai visto Sacco e Vanzetti.  
I tre processi (nel primo processo Vanzetti fu condannato a 12 anni di [[carcere]] per la prima rapina; nel secondo - [[14 luglio]] [[1921]] - i due vennero invece condannati a morte) che seguirono e le successive condanne alla sedia elettrica furono utilizzate in chiave politica, ovvero per dare un esempio a tutti i militanti della sinistra. Non c'era nessuna prova a loro carico, addirittura alcune testimonianze li scagionavano. Addirittura non si tenne conto della confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che ammise di aver preso parte alla rapina e di non aver mai visto Sacco e Vanzetti.  


Alla base del verdetto di condanna - a parere di molti - vi furono da parte di polizia, procuratori distrettuali, giudice e giuria pregiudizi e una forte volontà di perseguire una "politica del terrore" suggerita dal ministro della giustizia Palmer e culminata nella vicenda delle deportazioni. Sotto questo aspetto, Sacco e Vanzetti venivano considerati due "agnelli sacrificali" utili per testare la nuova linea di condotta contro gli avversari del [[governo]]. Erano infatti immigrati italiani con una comprensione imperfetta della lingua inglese (migliore in Vanzetti, che terrà un famoso discorso, in occasione della lettura del verdetto di condanna a morte); erano inoltre note le loro idee politiche radicali. Il giudice Webster Thayer li definì senza mezze parole due '''«anarchici bastardi»'''.  
Alla base del verdetto di condanna - a parere di molti - vi furono da parte di polizia, procuratori distrettuali, giudice e giuria pregiudizi e una forte volontà di perseguire una "politica del terrore" suggerita dal ministro della giustizia Palmer e culminata nella vicenda delle deportazioni. Sotto questo aspetto, Sacco e Vanzetti venivano considerati due "agnelli sacrificali" utili per testare la nuova linea di condotta contro gli avversari del [[governo]]. Erano infatti immigrati italiani con una comprensione imperfetta della lingua inglese (migliore in Vanzetti, che terrà un famoso discorso <ref>[http://latradizionelibertaria.over-blog.it/article-sacco-81526248.html Ultimo discorso di Bartolomeo Vanzetti dinanzi alla Corte]</ref>, in occasione della lettura del verdetto di condanna a morte); erano inoltre note le loro idee politiche radicali. Il giudice Webster Thayer li definì senza mezze parole due '''«anarchici bastardi»'''.  


Si trattava di un periodo della storia americana caratterizzato da una intensa paura degli anarchici (vedi [[Anarchist Exclusion Act]]) e soprattutto dei [[comunismo|comunisti]], la [[Palmer raids|paura rossa]] del [[1917]] - [[1920]]. Sacco e Vanzetti, non erano comunisti, ma avevano avuto piccoli precedenti con la [[giustizia]] per le attività politiche, ed erano conosciuti dalle [[autorità]] locali come militanti radicali che erano stati coinvolti in [[sciopero|scioperi]], agitazioni politiche e [[propaganda]] contro la guerra.
Si trattava di un periodo della storia americana caratterizzato da una intensa paura degli anarchici (vedi [[Anarchist Exclusion Act]]) e soprattutto dei [[comunismo|comunisti]], la [[Palmer raids|paura rossa]] del [[1917]] - [[1920]]. Sacco e Vanzetti, non erano comunisti, ma avevano avuto piccoli precedenti con la [[giustizia]] per le attività politiche, ed erano conosciuti dalle [[autorità]] locali come militanti radicali che erano stati coinvolti in [[sciopero|scioperi]], agitazioni politiche e [[propaganda]] contro la guerra.
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