Robert Reitzel: differenze tra le versioni

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In America Reitzel si fece strada come vagabondo e lavoratore migrante fino a quando, all'inizio del [[1871]], non fu in grado di raggiungere la posizione di predicatore in una comunità religiosa secessionista. Tuttavia, le sue esperienze con i credenti, così come il suo confronto con le dottrine che predicava, lo resero presto un convinto nemico delle chiese. Sebbene dal [[1872]] avesse una famiglia da mantenere, si sforzò di lasciare la sua posizione redditizia. Poiché durante la sua opera di predicazione aveva scoperto o sviluppato un enorme talento retorico, fu presto un ricercato oratore, che faceva parte delle numerose associazioni tedesche dei lavoratori della città (in cui molti "quarantottini" ancora tenevano in alto gli ideali rivoluzionari e libertari della rivoluzione soppressa): trovò un campo di attività che gli assicurò anche un sostentamento. Gli argomenti di cui parlava più e più volte erano, oltre alla critica alla religione e all'anticlericalismo, questioni di critica sociale: i metodi socialisti e anarchici per superare la miseria capitalista. Pubblicò su questi argomenti sulla rivista ''Der Sozialist''.
In America Reitzel si fece strada come vagabondo e lavoratore migrante fino a quando, all'inizio del [[1871]], non fu in grado di raggiungere la posizione di predicatore in una comunità religiosa secessionista. Tuttavia, le sue esperienze con i credenti, così come il suo confronto con le dottrine che predicava, lo resero presto un convinto nemico delle chiese. Sebbene dal [[1872]] avesse una famiglia da mantenere, si sforzò di lasciare la sua posizione redditizia. Poiché durante la sua opera di predicazione aveva scoperto o sviluppato un enorme talento retorico, fu presto un ricercato oratore, che faceva parte delle numerose associazioni tedesche dei lavoratori della città (in cui molti "quarantottini" ancora tenevano in alto gli ideali rivoluzionari e libertari della rivoluzione soppressa): trovò un campo di attività che gli assicurò anche un sostentamento. Gli argomenti di cui parlava più e più volte erano, oltre alla critica alla religione e all'anticlericalismo, questioni di critica sociale: i metodi socialisti e anarchici per superare la miseria capitalista. Pubblicò su questi argomenti sulla rivista ''Der Sozialist''.
 
[[File:Der arme Teufel.jpg|miniatura|left|Der arme Teufel, numero del [[16 marzo]] [[1919]]]]
Negli anni in cui fu relatore nelle riunioni libertarie, Reitzel maturò il proposito creare un proprio giornale. Aveva un nome molto prima di poterlo stampare: '''''Der arme Teufel''''' ('''''Il povero diavolo'''''), «il nome giusto per una pubblicazione che vede il mondo dal punto di vista di una persona non corrotta». Reitzel fu in grado di realizzare il suo proposito solo nel [[1884]] con l'aiuto di un mecenate, e riuscì a rendere il giornale «la rivista letteraria in lingua tedesca più diffusa in America». <ref>Manfred Bosch, ''Ich will nur auf einem Ohre schlafen, damit ich keinen Weckruf zur Freiheit verpasse...'', Karin Kramer Verlag, Berlino, 2004, p. 255</ref> ''Der arme Teufel'' uscì come settimanale fino alla morte di Reitzel e fu portato avanti da degli amici per alcuni anni: sedici volumi, per un totale di 822 numeri. [[Max Nettlau]], l'"Erodoto dell'anarchia", giudica Reitzel l'autore principale del suo giornale: «Si è rivolto a tutto ciò che è bello e liberamente concepito nella letteratura tedesca e internazionale e in pochi anni è arrivato a un anarchismo non dogmatico. ''Il povero diavolo'' è un tesoro di sentimenti e pensieri sinceri e amabili, libertari e ribelli, tagliente critica sociale e negazione dell'autorità in tutte le sue forme aperte e velate». <ref>Max Nettlau, ''Geschichte der Anarchie'', Vol. 3, Berlino, 1931, p. 389</ref> Nel programma del suo giornale Reitzel si vedeva amichevolmente e ironicamente distante dai contemporanei anarchici: «Lascio combattere i miei amici Tucker e Most, che rappresentano il vero anarchismo [...] Sono solo un povero diavolo che non dà alcun pensiero alla società del futuro, che combatte ogni coercizione, ogni ingiustizia, che applaude ogni verità, non importa quanto sia dolorosa [...] e che è riuscito a vivere in modo indipendente nonostante lo stato, la chiesa e l'onesta opinione pubblica». <ref>Oliver Hemmerle, ''"Der arme Teufel", Eine transatlantische Zeitschrift zwischen Arbeiterbewegung und bildungsbürgerlichem Kulturtransfer um 1900'', Münster, 2002, p. 185</ref>
Negli anni in cui fu relatore nelle riunioni libertarie, Reitzel maturò il proposito creare un proprio giornale. Aveva un nome molto prima di poterlo stampare: '''''Der arme Teufel''''' ('''''Il povero diavolo'''''), «il nome giusto per una pubblicazione che vede il mondo dal punto di vista di una persona non corrotta». Reitzel fu in grado di realizzare il suo proposito solo nel [[1884]] con l'aiuto di un mecenate, e riuscì a rendere il giornale «la rivista letteraria in lingua tedesca più diffusa in America». <ref>Manfred Bosch, ''Ich will nur auf einem Ohre schlafen, damit ich keinen Weckruf zur Freiheit verpasse...'', Karin Kramer Verlag, Berlino, 2004, p. 255</ref> ''Der arme Teufel'' uscì come settimanale fino alla morte di Reitzel e fu portato avanti da degli amici per alcuni anni: sedici volumi, per un totale di 822 numeri. [[Max Nettlau]], l'"Erodoto dell'anarchia", giudica Reitzel l'autore principale del suo giornale: «Si è rivolto a tutto ciò che è bello e liberamente concepito nella letteratura tedesca e internazionale e in pochi anni è arrivato a un anarchismo non dogmatico. ''Il povero diavolo'' è un tesoro di sentimenti e pensieri sinceri e amabili, libertari e ribelli, tagliente critica sociale e negazione dell'autorità in tutte le sue forme aperte e velate». <ref>Max Nettlau, ''Geschichte der Anarchie'', Vol. 3, Berlino, 1931, p. 389</ref> Nel programma del suo giornale Reitzel si vedeva amichevolmente e ironicamente distante dai contemporanei anarchici: «Lascio combattere i miei amici Tucker e Most, che rappresentano il vero anarchismo [...] Sono solo un povero diavolo che non dà alcun pensiero alla società del futuro, che combatte ogni coercizione, ogni ingiustizia, che applaude ogni verità, non importa quanto sia dolorosa [...] e che è riuscito a vivere in modo indipendente nonostante lo stato, la chiesa e l'onesta opinione pubblica». <ref>Oliver Hemmerle, ''"Der arme Teufel", Eine transatlantische Zeitschrift zwischen Arbeiterbewegung und bildungsbürgerlichem Kulturtransfer um 1900'', Münster, 2002, p. 185</ref>


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