Rivolta dei Bersaglieri (1920): differenze tra le versioni

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:«Allora, gli anarchici, che erano accorsi già  verso l'Aspio, vennero su con una mitragliatrice, piantandola sotto Porta Pia; poi venne un soldato dell'Aspio che era un mitragliere e maneggiava molto bene la mitragliatrice. ...» <ref>[http://digilander.libero.it/trombealvento/indicecuriosi/guerraerivoluzione.htm Guerra e rivoluzione]</ref>.  
:«Allora, gli anarchici, che erano accorsi già  verso l'Aspio, vennero su con una mitragliatrice, piantandola sotto Porta Pia; poi venne un soldato dell'Aspio che era un mitragliere e maneggiava molto bene la mitragliatrice. ...» <ref>[http://digilander.libero.it/trombealvento/indicecuriosi/guerraerivoluzione.htm Guerra e rivoluzione]</ref>.  


Da Ancona la rivolta si estese inizialmente ai paesi limitrofi (Santa Maria Nova, Montesicuro, Aguliano, Polverigi, Chiaravalle), poi a tutte le Marche (Pesaro, Fano, Senigallia, Jesi, Macerata, Tolentino, San Severino, Civitanova, Porto Civitanova - dove un manifestante fu ucciso dalla [[polizia]] -, Monte San Giusto, Recanati, Fermo) <ref name="danno">[http://giornale.regione.marche.it/archivio/num0301/artcom26.htm Giornale Regione Marche]</ref>, in Romagna (Rimini, Forlimpopoli, Forlì e Cesena e in Umbria (Terni e Narni). Il sindacato dei ferrovieri indisse uno [[sciopero]] per impedire che ad Ancona arrivassero le guardie regie; a Milano e Roma furono proclamati [[sciopero|scioperi]] di [[solidarietà]] con i rivoltosi, nonostante non tutti i sindacati ufficiali appoggiassero totalmente quanto stava accadendo.
Da Ancona la rivolta si estese inizialmente ai paesi limitrofi (Santa Maria Nova, Montesicuro, Aguliano, Polverigi, Chiaravalle), poi a tutte le Marche (Pesaro, Fano, Senigallia, Jesi, Macerata, Tolentino, San Severino, Civitanova, Porto Civitanova - dove un manifestante fu ucciso dalla [[polizia]] -, Monte San Giusto, Recanati, Fermo) <ref name="danno">[http://archive.is/48Kp Giornale Regione Marche]</ref>, in Romagna (Rimini, Forlimpopoli, Forlì e Cesena e in Umbria (Terni e Narni). Il sindacato dei ferrovieri indisse uno [[sciopero]] per impedire che ad Ancona arrivassero le guardie regie; a Milano e Roma furono proclamati [[sciopero|scioperi]] di [[solidarietà]] con i rivoltosi, nonostante non tutti i sindacati ufficiali appoggiassero totalmente quanto stava accadendo.


A Pesaro i dimostranti assediarono la stazione (dove era fermo un treno carico di armi), prossima alla Caserma Cialdini, con l'intento di spingere i soldati ad imitare i bersaglieri anconetani. Dalla Caserma si sparò con la mitragliatrice sui manifestanti, provocando la morte di Luigi Cardinali e numerosi feriti. La folla, per protesta, diede fuoco allora all'abitazione del comandante della caserma e per protesta fu occupata la polveriera della città <ref>[http://www.pugliantagonista.it/archivio/4nov1918.htm Puglia antagonista]</ref>.
A Pesaro i dimostranti assediarono la stazione (dove era fermo un treno carico di armi), prossima alla Caserma Cialdini, con l'intento di spingere i soldati ad imitare i bersaglieri anconetani. Dalla Caserma si sparò con la mitragliatrice sui manifestanti, provocando la morte di Luigi Cardinali e numerosi feriti. La folla, per protesta, diede fuoco allora all'abitazione del comandante della caserma e per protesta fu occupata la polveriera della città <ref>[http://www.pugliantagonista.it/archivio/4nov1918.htm Puglia antagonista]</ref>.
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Dopo aspri combattimenti, il moto fu sedato solo grazie all'intervento delle Guardie Regie. Il re e Giolitti presero tale decisione in quanto le truppe di stanza in città  avevano spesso fraternizzato con i rivoltosi, come per esempio i soldati del 17° fanteria di Ascoli che si erano uniti alla protesta. Il proclamato [[sciopero]] di treni fu aggirato facendo ricorso alla precettazione, il [[governo]] riuscì dunque ad inviare un treno verso Ancona, ma giunto alla periferia della città  fu fatto oggetto di spari da parte dei rivoltosi che uccisero diverse guardie.
Dopo aspri combattimenti, il moto fu sedato solo grazie all'intervento delle Guardie Regie. Il re e Giolitti presero tale decisione in quanto le truppe di stanza in città  avevano spesso fraternizzato con i rivoltosi, come per esempio i soldati del 17° fanteria di Ascoli che si erano uniti alla protesta. Il proclamato [[sciopero]] di treni fu aggirato facendo ricorso alla precettazione, il [[governo]] riuscì dunque ad inviare un treno verso Ancona, ma giunto alla periferia della città  fu fatto oggetto di spari da parte dei rivoltosi che uccisero diverse guardie.


Dopo questi gravi fatti il [[governo]] ordinò di sparare sul centro cittadino con i cannoni della Cittadella <ref name="danno">[http://giornale.regione.marche.it/archivio/num0301/artcom26.htm Giornale Regione Marche]</ref> e di bombardare la città  da cinque cacciatorpediniere, inviate appositamente per porre fine alla sommossa. Il [[28 giugno]] sostanzialmente l'ordine regnava in città; alla fine le [[militarismo|forze dell'ordine]] ebbero la meglio solo grazie alla superiorità  numerica (giunsero rinforzi da varie città  del centro) ed al loro migliore armamento.  
Dopo questi gravi fatti il [[governo]] ordinò di sparare sul centro cittadino con i cannoni della Cittadella <ref name="danno">[http://archive.is/48Kp Giornale Regione Marche]</ref> e di bombardare la città  da cinque cacciatorpediniere, inviate appositamente per porre fine alla sommossa. Il [[28 giugno]] sostanzialmente l'ordine regnava in città; alla fine le [[militarismo|forze dell'ordine]] ebbero la meglio solo grazie alla superiorità  numerica (giunsero rinforzi da varie città  del centro) ed al loro migliore armamento.  


In tutta [[Italia]], più di 500 persone furono arrestate (i processi che seguirono, forse per non inasprire il clima, ebbero sentenze sorprendentemente miti, tranne quella comminata a [[Monaldo Casagrande]], che ebbe sei anni di reclusione militare.) <ref name=Paolini>Per evitare condanne pesanti, che sarebbero potute rivelarsi controproducenti per il governo ed il Re, si adottò la formula del "reato di folla". Un reato non imputabile ai singoli. Tra i bersaglieri, solo pochi di loro ebbero condanne, tra i cinque anni agli otto mesi. Ne fa riferimento
In tutta [[Italia]], più di 500 persone furono arrestate (i processi che seguirono, forse per non inasprire il clima, ebbero sentenze sorprendentemente miti, tranne quella comminata a [[Monaldo Casagrande]], che ebbe sei anni di reclusione militare.) <ref name=Paolini>Per evitare condanne pesanti, che sarebbero potute rivelarsi controproducenti per il governo ed il Re, si adottò la formula del "reato di folla". Un reato non imputabile ai singoli. Tra i bersaglieri, solo pochi di loro ebbero condanne, tra i cinque anni agli otto mesi. Ne fa riferimento
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