Rinuncia ai diritti d'autore: differenze tra le versioni

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== Nascita ==
== Nascita ==
Con l'avvento della tecnica della stampa e la contemporanea nascita del [[copyright]] sull'editoria la "[[rinuncia dei diritti d'autore]]" ha rappresentato quella forma di protesta che alcuni autori hanno voluto adottare contro i privilegi che si erano venuti a creare sulla produzione dei libri e che rappresentavano solo un controllo ed un limite alla loro diffusione.
Con l'avvento della tecnica della stampa e la contemporanea nascita del [[copyright]] sull'editoria la "[[rinuncia dei diritti d'autore]]" ha rappresentato quella forma di protesta che alcuni autori hanno voluto adottare contro i privilegi che si erano venuti a creare sulla produzione dei libri e che rappresentavano solo un controllo ed un limite alla loro diffusione.
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L'espressa rinuncia ai diritti d'autore non ha mai incontrato un grande seguito da parte della stampa e delle case editrici anarchiche e libertarie. In molti casi, forse per disinteresse al tema del copyright, tipicamente legato ad aspetti commerciali, manca una c.d. nota di copyright, l'assenza della quale viene però interpretata dalle leggi dello Stato come una riserva assoluta dei diritti d'autore. Quando, invece, una nota è presente, essa è generalmente di questo tenore (senza comunque l'utilizzazione del simbolo ©, che indica il copyright di Stato): ''la riproduzione del testo è consentita purché se ne citi la fonte e si rispetti il contenuto'' (esempio tratto da un testo stampato da [[La Cooperativa Tipolitografica]] di Carrara). La richiesta di citare la fonte e di rispettare il contenuto si lega fondamentalmente all'esigenza di impedire la diffusione di falsi originali o estratti contenenti distorsioni o manipolazioni, esigenza comprensibile soprattutto quando si tratta di materiale propagandistico o contenente opinioni personali. Il panorama è comunque variegato: alcune case editrici libertarie si riservano espressamente ogni diritto d'autore, limitandosi ad apporre sui loro prodotti il simbolo ©, altre adottano licenze open content (principalmente le licenze ''Creative Commons'', giacché son le più diffuse), altre ancora dichiarano i propri testi nocopyright (è questo il caso di ''Nautilus'', che utilizza note come questa: ''«Questo testo non è sottoposto ad alcun copyright. Tutti i diritti sono liberi a norma della collaborazione, solidarietà e mutuo appoggio tra le persone che amano il sapere e l'informazione libera. Qualunque parte di questo libro può essere riprodotta con sistemi elettronici, meccanici o altro, senza l'autorizzazione né nostra né d'alcun altro. Ogni fotocopia che eviti l'acquisto di un libro favorisce la trasmissione di un modo di diffondere la conoscenza che rischia d'essere appannaggio di pochi. È caldeggiata quindi la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, anche ad uso interno e didattico. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica agisce in favore di chi desidera sapere e conoscere, avvantaggia un sapere avverso al censo e opera in favore della cultura di tutti. NOCOPYRIGHT»'').
L'espressa rinuncia ai diritti d'autore non ha mai incontrato un grande seguito da parte della stampa e delle case editrici anarchiche e libertarie. In molti casi, forse per disinteresse al tema del copyright, tipicamente legato ad aspetti commerciali, manca una c.d. nota di copyright, l'assenza della quale viene però interpretata dalle leggi dello Stato come una riserva assoluta dei diritti d'autore. Quando, invece, una nota è presente, essa è generalmente di questo tenore (senza comunque l'utilizzazione del simbolo ©, che indica il copyright di Stato): ''la riproduzione del testo è consentita purché se ne citi la fonte e si rispetti il contenuto'' (esempio tratto da un testo stampato da [[La Cooperativa Tipolitografica]] di Carrara). La richiesta di citare la fonte e di rispettare il contenuto si lega fondamentalmente all'esigenza di impedire la diffusione di falsi originali o estratti contenenti distorsioni o manipolazioni, esigenza comprensibile soprattutto quando si tratta di materiale propagandistico o contenente opinioni personali. Il panorama è comunque variegato: alcune case editrici libertarie si riservano espressamente ogni diritto d'autore, limitandosi ad apporre sui loro prodotti il simbolo ©, altre adottano licenze open content (principalmente le licenze ''Creative Commons'', giacché son le più diffuse), altre ancora dichiarano i propri testi nocopyright (è questo il caso di ''Nautilus'', che utilizza note come questa: ''«Questo testo non è sottoposto ad alcun copyright. Tutti i diritti sono liberi a norma della collaborazione, solidarietà e mutuo appoggio tra le persone che amano il sapere e l'informazione libera. Qualunque parte di questo libro può essere riprodotta con sistemi elettronici, meccanici o altro, senza l'autorizzazione né nostra né d'alcun altro. Ogni fotocopia che eviti l'acquisto di un libro favorisce la trasmissione di un modo di diffondere la conoscenza che rischia d'essere appannaggio di pochi. È caldeggiata quindi la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, anche ad uso interno e didattico. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica agisce in favore di chi desidera sapere e conoscere, avvantaggia un sapere avverso al censo e opera in favore della cultura di tutti. NOCOPYRIGHT»'').


== Attualmente: il dibattito su Anarcopedia ==
== Il dibattito su Anarcopedia ==
La [[rinuncia ai diritti d'autore]] (patrimoniali, morali, derivati e connessi) viene oggi praticata all'estero, soprattutto nei paesi anglosassoni, da tutti quegli autori che, nel combattere la proprietà privata, rilasciano le proprie opere nel [[Pubblico Dominio]] rendendole a disposizione di tutti, anche se di fatto però questa disponibilità è solo teorica in quanto le opere, per essere divulgate, finiscono per ritornare sotto copyright sotto mentite spoglie.
La [[rinuncia ai diritti d'autore]] (patrimoniali, morali, derivati e connessi) viene oggi praticata all'estero, soprattutto nei paesi anglosassoni, da tutti quegli autori che, nel combattere la proprietà privata, rilasciano le proprie opere nel [[Pubblico Dominio]] rendendole a disposizione di tutti, anche se di fatto però questa disponibilità è solo teorica in quanto le opere, per essere divulgate, finiscono per ritornare sotto copyright sotto mentite spoglie.


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*[[Anarcopyright]]
*[[Anarcopyright]]
*[[La proprietà]]
*[[La proprietà]]
===Personalità contro i diritti d'autore===
===Personalità contro i diritti d'autore===
*[[Guy Debord]]
*[[Guy Debord]]
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