Ricardo Mella: differenze tra le versioni

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Mella, inoltre, ha ben chiara la disinzione tra atteggiamento descrittivo e atteggiamento normativo rispetto a un certo oggetto di studio. Così, per ciò che concerne lo studio della '''natura''' non potremo - a suo avviso - che assumere il punto di vista di '''ciò che è''', mentre per ciò che concerne lo studio della '''società''' sarà prevalente il punto di vista di '''ciò che dovrebbe essere''':
Mella, inoltre, ha ben chiara la disinzione tra atteggiamento descrittivo e atteggiamento normativo rispetto a un certo oggetto di studio. Così, per ciò che concerne lo studio della '''natura''' non potremo - a suo avviso - che assumere il punto di vista di '''ciò che è''', mentre per ciò che concerne lo studio della '''società''' sarà prevalente il punto di vista di '''ciò che dovrebbe essere''':
:«Nel primo caso - scrive Mella - si studia ''ciò che è''. Ci limitiamo a una semplice, ma laboriosa, ricognizione del modo in cui lavorano i muscoli, circola il sangue ecc. Nel secondo caso si studia quale sarà il migliore metodo di lavoro, il procedimento più rapido di circolazione, di scambio ecc. Ci riduciamo alla difficilissima ricerca di ''ciò che dovrebbe essere'' secondo le necessità che avvertiamo. È questa la ragione per cui si discute poco o niente in fisiologia e molto in socialogia. Coloro che vogliono fondare quest'ultima scienza secondo relazioni di analogia con quell'altra e con le sue simili dimenticano questa verità, che la società non è un organismo predeterminato dalla natura» (da ''La coacción moral - Fundamentos de una nuova ética social'').
:«Nel primo caso - scrive Mella - si studia ''ciò che è''. Ci limitiamo a una semplice, ma laboriosa, ricognizione del modo in cui lavorano i muscoli, circola il sangue ecc. Nel secondo caso si studia quale sarà il migliore metodo di lavoro, il procedimento più rapido di circolazione, di scambio ecc. Ci riduciamo alla difficilissima ricerca di ''ciò che dovrebbe essere'' secondo le necessità che avvertiamo. È questa la ragione per cui si discute poco o niente in fisiologia e molto in socialogia. Coloro che vogliono fondare quest'ultima scienza secondo relazioni di analogia con quell'altra e con le sue simili dimenticano questa verità, che la società non è un organismo predeterminato dalla natura». <ref name="moral">da ''La coacción moral - Fundamentos de una nuova ética social''</ref>


Secondo Mella la società non è una grandezza indipendente dalla singole azioni umane; è a queste che bisogna fare riferimento per intendere gli eventi sociali. La società è così vista non come un organismo armonico, ma come il risultato multiforme delle diverse azioni umane. Ciò però non implica in Mella una visione individualistica e contrattualistica della società. Questa, se pure è dipendente dalle azioni umane, non è la mera somma di queste, ne è piuttosto una risultante non riducibile all'addizione delle singole forze in gioco:
Secondo Mella la società non è una grandezza indipendente dalla singole azioni umane; è a queste che bisogna fare riferimento per intendere gli eventi sociali. La società è così vista non come un organismo armonico, ma come il risultato multiforme delle diverse azioni umane. Ciò però non implica in Mella una visione individualistica e contrattualistica della società. Questa, se pure è dipendente dalle azioni umane, non è la mera somma di queste, ne è piuttosto una risultante non riducibile all'addizione delle singole forze in gioco:
:«La società quindi - scrive Mella -  sarà una risultante ideale come espressione variabile delle azioni e reazioni dei suoi componenti; giammai la somma assoluta degli stessi e ancora meno la somma del tutto identica alla loro aggregazione positiva. Che si deduce da ciò? Che la società non può essere considerata un aggregato, e ancora meno un tutto organico permanente, permanentemente uguale a se stesso nel senso proprio degli esseri viventi, completamente organizzato, individualizzato, armonicamente uno, identico a se stesso in quanto relazione fatale dei suoi elementi» (da ''La coacción moral - Fundamentos de una nuova ética social'').
:«La società quindi - scrive Mella -  sarà una risultante ideale come espressione variabile delle azioni e reazioni dei suoi componenti; giammai la somma assoluta degli stessi e ancora meno la somma del tutto identica alla loro aggregazione positiva. Che si deduce da ciò? Che la società non può essere considerata un aggregato, e ancora meno un tutto organico permanente, permanentemente uguale a se stesso nel senso proprio degli esseri viventi, completamente organizzato, individualizzato, armonicamente uno, identico a se stesso in quanto relazione fatale dei suoi elementi». <ref name="moral"></ref>


Così Mella rifiuta l'evoluzionismo spenceriano (e di riflesso anche quello [[kropotkiano]]), non lesinando appunti critici alla stessa filosofia positivistica. L'evoluzione sociale, come movimento necessitato («che è»), non è in grado - a suo avviso - di condurci a «ciò che dovrebbe essere»; essa è anzi, dominata com'è da costumi e abitudini già date, fortemente conservatrice e nemica d'ogni innovazione morale e politica.
Così Mella rifiuta l'evoluzionismo spenceriano (e di riflesso anche quello [[kropotkiano]]), non lesinando appunti critici alla stessa filosofia positivistica. L'evoluzione sociale, come movimento necessitato («che è»), non è in grado - a suo avviso - di condurci a «ciò che dovrebbe essere»; essa è anzi, dominata com'è da costumi e abitudini già date, fortemente conservatrice e nemica d'ogni innovazione morale e politica.


Mella giunge ad attaccare poi uno dei capisaldi delle filosofie deterministiche: la negazione del libero arbitrio. Tale negazione - egli dice - urta contro le nostre intuizioni, contro il sentimento diffuso e persistente d'essere in qualche modo padroni (e di conseguenza responsabili) delle nostre azioni:
Mella giunge ad attaccare poi uno dei capisaldi delle filosofie deterministiche: la negazione del libero arbitrio. Tale negazione - egli dice - urta contro le nostre intuizioni, contro il sentimento diffuso e persistente d'essere in qualche modo padroni (e di conseguenza responsabili) delle nostre azioni:
:«La ragione - scrive Mella - potrà essere condotta da un numero considerevole di esperienze al determinismo come teoria accordabile alla realtà delle cose. Ma la coscienza individuale non si cura dei sistemi teorici e si conduce come se fosse regina e signora dei propri atti» (da ''La coacción moral - Fundamentos de una nuova ética social'').
:«La ragione - scrive Mella - potrà essere condotta da un numero considerevole di esperienze al determinismo come teoria accordabile alla realtà delle cose. Ma la coscienza individuale non si cura dei sistemi teorici e si conduce come se fosse regina e signora dei propri atti». <ref name="moral"></ref>


=== Confronto con Kropotkin ===
=== Confronto con Kropotkin ===


Il punto di arrivo di Mella è una morale deontologicamente assai diversa da quella teleologica di [[Kropotkin]], fondata non sul principio del mutuo appoggio, bensì su quello della '''dignità personale'''. Il fondamento di questo principio viene rinvenuto in un '''univerale sentimento di equità''' che starebbe al fondo dell'animo umano, sentimento che è considerato indefinibile:
Il punto di arrivo di Mella è una morale deontologicamente assai diversa da quella teleologica di [[Kropotkin]], fondata non sul principio del mutuo appoggio, bensì su quello della '''dignità personale'''. Il fondamento di questo principio viene rinvenuto in un '''univerale sentimento di equità''' che starebbe al fondo dell'animo umano, sentimento che è considerato indefinibile:
:«Sussiste, in tutti i tempi e in tutti gli uomini, un fondo di equità. Non chiedetemi in cosa esso consista né come vada definito. Osservate semplicemente come opera» (da ''Breves apuntes sobre las pasiones humanas'').
:«Sussiste, in tutti i tempi e in tutti gli uomini, un fondo di equità. Non chiedetemi in cosa esso consista né come vada definito. Osservate semplicemente come opera». <ref>da ''Breves apuntes sobre las pasiones humanas''</ref>


Ci troviamo davanti a una miscela metaetica di emotivismo e di intuizionismo, con una prevalenza forse di quest'ultimo. Siamo comunque lontani dalla morale naturalistica e solidaristica di [[Kropotkin]]. Mentre quest'ultimo esalta la comunità, Mella aggancia la sua etica all'autonomia dell'individuo, senza per questo cadere in una morale egoistica ed edonistica. Inoltre, mentre [[Kropotkin]] ha una visione armonicistica delle relazioni sociali, Mella assume una posizione conflittualistica, la quale però si mantiene lontana dagli eccessi del darwinismo sociale.
Ci troviamo davanti a una miscela metaetica di emotivismo e di intuizionismo, con una prevalenza forse di quest'ultimo. Siamo comunque lontani dalla morale naturalistica e solidaristica di [[Kropotkin]]. Mentre quest'ultimo esalta la comunità, Mella aggancia la sua etica all'autonomia dell'individuo, senza per questo cadere in una morale egoistica ed edonistica. Inoltre, mentre [[Kropotkin]] ha una visione armonicistica delle relazioni sociali, Mella assume una posizione conflittualistica, la quale però si mantiene lontana dagli eccessi del darwinismo sociale.
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