Ricardo Mella: differenze tra le versioni

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Mella rifiuta l'analogia, al suo tempo assai popolare, negli albienti socialisti e anarchici, tra natura e società ritenendo che nella prima operino leggi cogenti e indipendenti dall'azione umana, mentre nella seconda vigano leggi variabili e dipendenti dalla condotta dell'uomo:
Mella rifiuta l'analogia, al suo tempo assai popolare, negli albienti socialisti e anarchici, tra natura e società ritenendo che nella prima operino leggi cogenti e indipendenti dall'azione umana, mentre nella seconda vigano leggi variabili e dipendenti dalla condotta dell'uomo:
:«Mentre le relazioni degli organi e delle funzioni dell'animale e dell'animale uomo - scrive Mella - sono connesse secondo criteri di necessità, mentre queste relazioni sono idealmente, astrattamente, le medesime per tutti gli esseri, le relazioni degli elementi sociali e delle loro funzioni mancano di tale carattere, sono modificabili, variabili all'infinito sotto l'azione, anch'essa variabile, degli uomini» (da ''La coacción moral - Fundamentos de una nuova ética social'').
:«Mentre le relazioni degli organi e delle funzioni dell'animale e dell'animale uomo - scrive Mella - sono connesse secondo criteri di necessità, mentre queste relazioni sono idealmente, astrattamente, le medesime per tutti gli esseri, le relazioni degli elementi sociali e delle loro funzioni mancano di tale carattere, sono modificabili, variabili all'infinito sotto l'azione, anch'essa variabile, degli uomini» (da ''La coacción moral - Fundamentos de una nuova ética social'').
Mella, inoltre, ha ben chiara la disinzione tra atteggiamento descrittivo e atteggiamento normativo rispetto a un certo oggetto di studio. Così, per ciò che concerne lo studio della '''natura''' non potremo - a suo avviso - che assumere il punto di vista di '''ciò che è''', mentre per ciò che concerne lo studio della '''società''' sarà prevalente il punto di vista di '''ciò che dovrebbe essere''':
:«Nel primo caso - scrive Mella - si studia ''ciò che è''. Ci limitiamo a una semplice, ma laboriosa, ricognizione del modo in cui lavorano i muscoli, circola il sangue ecc. Nel secondo caso si studia quale sarà il migliore metodo di lavoro, il procedimento più rapido di circolazione, di scambio ecc. Ci riduciamo alla difficilissima ricerca di ''ciò che dovrebbe essere'' secondo le necessità che avvertiamo. È questa la ragione per cui si discute poco o niente in fisiologia e molto in socialogia. Coloro che vogliono fondare quest'ultima scienza secondo relazioni di analogia con quell'altra e con le sue simili dimenticano questa verità, che la società non è un organismo predeterminato dalla natura» (da ''La coacción moral - Fundamentos de una nuova ética social'').
Secondo Mella la società non è una grandezza indipendente dalla singole azioni umane; è a queste che bisogna fare riferimento per intendere gli eventi sociali. La società è così vista non come un organismo armonico, ma come il risultato multiforme delle diverse azioni umane. Ciò però non implica in Mella una visione individualistica e contrattualistica della società. Questa, se pure è dipendente dalle azioni umane, non è la mera somma di queste, ne è piuttosto una risultante non riducibile all'addizione delle singole forze in gioco:
:«La società quindi - scrive Mella -  sarà una risultante ideale come espressione variabile delle azioni e reazioni dei suoi componenti; giammai la somma assoluta degli stessi e ancora meno la somma del tutto identica alla loro aggregazione positiva. Che si deduce da ciò? Che la società non può essere considerata un aggregato, e ancora meno un tutto organico permanente, permanentemente uguale a se stesso nel senso proprio degli esseri viventi, completamente organizzato, individualizzato, armonicamente uno, identico a se stesso in quanto relazione fatale dei suoi elementi» (da ''La coacción moral - Fundamentos de una nuova ética social'').
Così Mella rifiuta l'evoluzionismo spenceriano (e di riflesso anche quello [[kropotkiano]]), non lesinando appunti critici alla stessa filosofia positivistica. L'evoluzione sociale, come movimento necessitato («che è»), non è in grado - a suo avviso - di condurci a «ciò che dovrebbe essere»; essa è anzi, dominata com'è da costumi e abitudini già date, fortemente conservatrice e nemica d'ogni innovazione morale e politica.
Mella giunge ad attaccare poi uno dei capisaldi delle filosofie deterministiche: la negazione del libero arbitrio. Tale negazione - egli dice - urta contro le nostre intuizioni, contro il sentimento diffuso e persistente


== L'eredità ==
== L'eredità ==
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