Pio Turroni: differenze tra le versioni

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<ref>[http://www.socialismolibertario.it/operaiolatria.htm ''L'Operaiolatria'' di [[Camillo Berneri]]]</ref> di [[Camillo Berneri]], che tra l'altro dirigeva il gruppo, ''La guerra che viene'' di [[Simone Weil]] e ''Il governo forte'' di [[Francesco Amoroso]]. In questo periodo entra in contatto e in amicizia con [[Nestor Makhno]], anche lui esule a Parigi, che in prossimità  della sua morte gli affiderà  le memorie della sua vita. In questo periodo Pio Turroni sposa Nara, figlia di Bernardo Cremonini, uno dei massimi dirigenti anarchici in esilio, ma anche, sin dal 1927, spia e agente provocatore al servizio dell'Ovra fascista, il quale riferirà  puntualmente tutto sul movimento anarchico, senza vergognarsi di riferire dettagliatamente anche sull'intensa attività  politica del genero, evidentemente del tutto ignaro della vera identità  del suocero <ref>Su Cremonini e Turroni, «Le spie del regime», Mauro Canali, ad indicem</ref>.  
<ref>[http://www.socialismolibertario.it/operaiolatria.htm ''L'Operaiolatria'' di [[Camillo Berneri]]]</ref> di [[Camillo Berneri]], che tra l'altro dirigeva il gruppo, ''La guerra che viene'' di [[Simone Weil]] e ''Il governo forte'' di [[Francesco Amoroso]]. In questo periodo entra in contatto e in amicizia con [[Nestor Makhno]], anche lui esule a Parigi, che in prossimità  della sua morte gli affiderà  le memorie della sua vita. In questo periodo Pio Turroni sposa Nara, figlia di Bernardo Cremonini, uno dei massimi dirigenti anarchici in esilio, ma anche, sin dal 1927, spia e agente provocatore al servizio dell'Ovra fascista, il quale riferirà  puntualmente tutto sul movimento anarchico, senza vergognarsi di riferire dettagliatamente anche sull'intensa attività  politica del genero, evidentemente del tutto ignaro della vera identità  del suocero <ref>Su Cremonini e Turroni, «Le spie del regime», Mauro Canali, ad indicem</ref>.  


Nel [[1936]] Turroni soggiorna anche a Marsiglia e a Vichy, ma nell'agosto dello stesso anno, immediatamente dopo il golpe [[fascismo|fascista]] di Franco, si reca in [[Spagna]] ed entra nella sezione italiana della [[Colonna Ascaso]], poi denominata [[Colonna Rosselli]]. Inviato in combattimento, è ferito una prima volta il [[20 ottobre]] [[1936]] a Santa Quiteria Tardienta (Huesca) ed una seconda il [[3 marzo]] [[1937]] nei durissimi scontri di Belchite. Questo è anche il momento in cui con altri compagni, in particolare [[Attilio Bulzamini]] <ref>"[http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2004/un06/art3108.html Attilio Bulzamini], di Imola, classe 1890, macchinista nelle ferrovie. Licenziato per motivi politici, operaio metalmeccanico alla Breda di Milano. Amico di [[Errico Malatesta]], è il primo ad accoglierlo quando il vecchio anarchico esce da San Vittore nel 1922.</ref>, presenta alla [[CNT]]-[[FAI]] un progetto per attentare alla vita di Mussolini che però non viene accettato per difficoltà  organizzative. In strettissimi rapporti con [[Camillo Berneri]], nel luglio seguente il suo assassinio ([[5 maggio]] [[1937]]) porta alle stampe il libro dell'anarchico di Lodi dal titolo ''Mussolini alla conquista delle Baleari'' <ref name="baleari">[http://www.liberliber.it/biblioteca/b/berneri_camillo/mussolini_alla_conquista_delle_baleari/pdf/mussol_p.pdf Mussolini alla conquista delle Baleari]</ref> <ref name="dizionario">Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, Tomo II, pag 636 </ref>.
Nel [[1936]] Turroni soggiorna anche a Marsiglia e a Vichy, ma nell'agosto dello stesso anno, immediatamente dopo il golpe [[fascismo|fascista]] di Franco, si reca in [[Spagna]] ed entra nella sezione italiana della [[Colonna Ascaso]], poi denominata [[Colonna Rosselli]]. Inviato in combattimento, è ferito una prima volta il [[20 ottobre]] [[1936]] a Santa Quiteria Tardienta (Huesca) ed una seconda il [[3 marzo]] [[1937]] nei durissimi scontri di Belchite. Questo è anche il momento in cui con altri compagni, in particolare [[Attilio Bulzamini]] <ref>"[http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2004/un06/art3108.html Attilio Bulzamini], di Imola, classe 1890, macchinista nelle ferrovie. Licenziato per motivi politici, operaio metalmeccanico alla Breda di Milano. Amico di [[Errico Malatesta]], è il primo ad accoglierlo quando il vecchio anarchico esce da San Vittore nel 1922.</ref>, presenta alla [[CNT]]-[[FAI]] un progetto per attentare alla vita di Mussolini che però non viene accettato per difficoltà  organizzative. In strettissimi rapporti con [[Camillo Berneri]], nel luglio seguente il suo assassinio ([[5 maggio]] [[1937]]) porta alle stampe il libro dell'anarchico di Lodi dal titolo ''Mussolini alla conquista delle Baleari'' <ref name="baleari">[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/berneri_camillo/mussolini_alla_conquista_delle_baleari/pdf/mussol_p.pdf Mussolini alla conquista delle Baleari]</ref> <ref name="dizionario">Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, Tomo II, pag 636 </ref>.


Nel gennaio del [[1938]], insieme a [[Domenico Ludovici]], presenta alla [[CNT]]-[[FAI]] di Barcellona un nuovo progetto per un attentato contro Mussolini (in questa fase Turroni ricopriva il ruolo di "commissario politico" presso la caserma ''Spartacus'' di Barcellona). Grazie alla mediazione di [[Augustin Souchy]] e [[Martin Gudel]], responsabili del ramo stranieri dell'[[organizzazioni anarchiche|organizzazione]], il progetto è accettato e si individua nella prima settimana di agosto, in cui Mussolini sarà  in ferie con la famiglia a Riccione, il momento più opportuno per agire. Turroni si trasferisce a Marsiglia per attendere il "materiale" necessario, ma ben presto sorgeranno gravi complicanze che faranno perdere molto tempo prezioso e lo convinceranno dell'inopportunità  di proseguire nel progetto. A questo punto sceglie di rimanere a Marsiglia, divenendo il punto di riferimento per gli anarchici italiani che fanno capo alla sezione francese del [[stampa anarchica|giornale anarchico]] in lingua italiana di New York «[[L'Adunata dei Refrattari]]». Il suo attivismo non passa inosservato alle [[autorità]] transalpine, infatti il [[3 settembre]] [[1939]] è arrestato e trattenuto presso il Forte "Saint-Nicolas" per «attività  anarchica» e sostegno ai rifugiati spagnoli.
Nel gennaio del [[1938]], insieme a [[Domenico Ludovici]], presenta alla [[CNT]]-[[FAI]] di Barcellona un nuovo progetto per un attentato contro Mussolini (in questa fase Turroni ricopriva il ruolo di "commissario politico" presso la caserma ''Spartacus'' di Barcellona). Grazie alla mediazione di [[Augustin Souchy]] e [[Martin Gudel]], responsabili del ramo stranieri dell'[[organizzazioni anarchiche|organizzazione]], il progetto è accettato e si individua nella prima settimana di agosto, in cui Mussolini sarà  in ferie con la famiglia a Riccione, il momento più opportuno per agire. Turroni si trasferisce a Marsiglia per attendere il "materiale" necessario, ma ben presto sorgeranno gravi complicanze che faranno perdere molto tempo prezioso e lo convinceranno dell'inopportunità  di proseguire nel progetto. A questo punto sceglie di rimanere a Marsiglia, divenendo il punto di riferimento per gli anarchici italiani che fanno capo alla sezione francese del [[stampa anarchica|giornale anarchico]] in lingua italiana di New York «[[L'Adunata dei Refrattari]]». Il suo attivismo non passa inosservato alle [[autorità]] transalpine, infatti il [[3 settembre]] [[1939]] è arrestato e trattenuto presso il Forte "Saint-Nicolas" per «attività  anarchica» e sostegno ai rifugiati spagnoli.
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