Pietrino Arixi: differenze tra le versioni

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'''Pietrino Arixi''' (Villasor (?), Cagliari, [[1922]] - Villasor (?), Cagliari, [[1996]]) è stato un anarchico italiano e un'importante figura dell’[[Storia dell'anarchismo sardo|anarchismo sardo]].  
'''Pietrino Arixi''' (Villasor (?), Cagliari, [[1922]] - Villasor (?), Cagliari, [[1996]]) è stato un anarchico italiano e un'importante figura dell'[[Storia dell'anarchismo sardo|anarchismo sardo]].  
A causa di alcune sue coraggiose prese di posizione contro l’autoritarismo e la guerra subì le persecuzioni della “[[giustizia sociale|giustizia]]” che lo condannò a lunghi periodi di internamento in alcuni famigerati [[psichiatria|istituti psichiatrici]].
A causa di alcune sue coraggiose prese di posizione contro l'autoritarismo e la guerra subì le persecuzioni della “[[giustizia sociale|giustizia]]” che lo condannò a lunghi periodi di internamento in alcuni famigerati [[psichiatria|istituti psichiatrici]].


==Biografia==
==Biografia==
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Rientrato a Villasor, prosegue la sua difficile esistenza: bracciante, operaio e qualche lavoretto saltuario. Entra anche in contatto con l'[[Storia dell'anarchismo sardo|anarchismo sardo]], stringendo amicizia in particolare con [[Tomaso Serra]] e [[Costantino Cavalleri]], e si impegna nello studio e ricerca di materiale anarchico. Si dedica con passione anche alla composizione di oltre 500 ''mutetus'' (poesie in limba sarda); nell'ottobre del [[1971]], mentre impazza la [[guerra in Vietnam]], definita da Arixi «uno dei peggiori massacri che la storia possa mai ricordare», dà  pubblicamente fuoco per protesta a 77 mila lire di pensione, poi, armato di due pistole giocattolo, entra nella chiesa del paese e minaccia un frate che là  si trovava.
Rientrato a Villasor, prosegue la sua difficile esistenza: bracciante, operaio e qualche lavoretto saltuario. Entra anche in contatto con l'[[Storia dell'anarchismo sardo|anarchismo sardo]], stringendo amicizia in particolare con [[Tomaso Serra]] e [[Costantino Cavalleri]], e si impegna nello studio e ricerca di materiale anarchico. Si dedica con passione anche alla composizione di oltre 500 ''mutetus'' (poesie in limba sarda); nell'ottobre del [[1971]], mentre impazza la [[guerra in Vietnam]], definita da Arixi «uno dei peggiori massacri che la storia possa mai ricordare», dà  pubblicamente fuoco per protesta a 77 mila lire di pensione, poi, armato di due pistole giocattolo, entra nella chiesa del paese e minaccia un frate che là  si trovava.
Arrestato, spiega che il suo era solo un gesto simbolico per far capire quanto fosse brutto avere un'arma puntata addosso e quanto sia criminale la guerra.
Arrestato, spiega che il suo era solo un gesto simbolico per far capire quanto fosse brutto avere un'arma puntata addosso e quanto sia criminale la guerra.
: «In pieno periodo di inquisizione –dice Arixi- il mio gesto avrebbe comportato la condanna alla pena capitale. In regime democratico (?) si agisce in maniera più pulita e si ricorre o alla galera o al manicomio». Così è. Infatti viene ricoverato nel [[psichiatria|manicomio]] cagliaritano di Villa Clara, da cui però riesce a fuggire e ad inscenare una clamorosa e drammatica protesta contro la guerra: raggiunta la centrale piazza Yenne di Cagliari, si cosparge di benzina e si dà  fuoco, proclamando il suo odio all'[[imperialismo]]. In seguito spiegherà  il suo gesto dicendo: "Io sono un prigioniero, un incompreso: come Galileo Galilei, come Silvio Pellico. Sono una vittima del sistema come Jan Palach. Volevo bruciare: l’ho fatto per dimostrare la mia innocenza"».  
: «In pieno periodo di inquisizione –dice Arixi- il mio gesto avrebbe comportato la condanna alla pena capitale. In regime democratico (?) si agisce in maniera più pulita e si ricorre o alla galera o al manicomio». Così è. Infatti viene ricoverato nel [[psichiatria|manicomio]] cagliaritano di Villa Clara, da cui però riesce a fuggire e ad inscenare una clamorosa e drammatica protesta contro la guerra: raggiunta la centrale piazza Yenne di Cagliari, si cosparge di benzina e si dà  fuoco, proclamando il suo odio all'[[imperialismo]]. In seguito spiegherà  il suo gesto dicendo: "Io sono un prigioniero, un incompreso: come Galileo Galilei, come Silvio Pellico. Sono una vittima del sistema come Jan Palach. Volevo bruciare: l'ho fatto per dimostrare la mia innocenza"».  


Nonostante le gravi ustioni riesce a salvarsi, ma è nuovamente ricoverato in [[psichiatria|ospedale psichiatrico]]. Una volta dimesso riprende la solita difficile vita con la moglie, con cui alla fine era riuscito a legarsi ufficialmente, e i figli. Per mettere insieme un pasto decente, Pietrino Arixi spesso si reca nelle campagne del paese alla ricerca di lumache («Uno dei pasti più economici per i poveri come noi»). Ed è proprio durante una di queste ricerche che rinviene un'ascia nuragica, ingenerando in lui una nuova passione: l'[[archeologia]]. In pochi anni, da solo, scopre ben 35 siti (punici, romani, nuragici e prenuragici) e ritrova almeno 2000 reperti, che cataloga, studia e confronta da autodidatta. La sua idea è quella di «raccogliere quanti più reperti possibile per poi fare una unica donazione al Comune di Villasor, con la sola clausola di istituire un museo archeologico nel paese e sotto tale spinta costringere chi di dovere a intraprendere le ricerche necessarie per riportare in luce tutta la ricchezza archeologica della zona», ma nel [[1980]], scoperto dai carabinieri (Pietrino non faceva mistero in paese della sua passione…), è arrestato e trattenuto nel [[carcere]] cagliaritano di Buoncammino per 8 giorni ed in seguito condannato con la condizionale a 4 mesi e una multa.  
Nonostante le gravi ustioni riesce a salvarsi, ma è nuovamente ricoverato in [[psichiatria|ospedale psichiatrico]]. Una volta dimesso riprende la solita difficile vita con la moglie, con cui alla fine era riuscito a legarsi ufficialmente, e i figli. Per mettere insieme un pasto decente, Pietrino Arixi spesso si reca nelle campagne del paese alla ricerca di lumache («Uno dei pasti più economici per i poveri come noi»). Ed è proprio durante una di queste ricerche che rinviene un'ascia nuragica, ingenerando in lui una nuova passione: l'[[archeologia]]. In pochi anni, da solo, scopre ben 35 siti (punici, romani, nuragici e prenuragici) e ritrova almeno 2000 reperti, che cataloga, studia e confronta da autodidatta. La sua idea è quella di «raccogliere quanti più reperti possibile per poi fare una unica donazione al Comune di Villasor, con la sola clausola di istituire un museo archeologico nel paese e sotto tale spinta costringere chi di dovere a intraprendere le ricerche necessarie per riportare in luce tutta la ricchezza archeologica della zona», ma nel [[1980]], scoperto dai carabinieri (Pietrino non faceva mistero in paese della sua passione…), è arrestato e trattenuto nel [[carcere]] cagliaritano di Buoncammino per 8 giorni ed in seguito condannato con la condizionale a 4 mesi e una multa.  
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In un primo momento le forze dell'ordine gli sequestrano tutti i reperti ritrovati, ma una volta restituiti si accorge però che alcuni "pezzi" sono incredibilmente e “misteriosamente” scomparsi (rubati?). Arixi, che nel frattempo prosegue la sua militanza anarchica, non demorde e riprende con passione le proprie ricerche archeologiche, riuscendo ad accumulare in un anno almeno 25 000 reperti. Questa volta documenta con una telecamera quanto è in suo possesso, dichiarando la propria disponibilità  a donare tutto al comune di Villasor, a patto che si desse vita ad un museo apposito, ma «con queste cautele nessuno si è precipitato in casa a far man bassa degli oggetti: nessuno ha avuto tanta fretta, come invece avvenne la prima volta».
In un primo momento le forze dell'ordine gli sequestrano tutti i reperti ritrovati, ma una volta restituiti si accorge però che alcuni "pezzi" sono incredibilmente e “misteriosamente” scomparsi (rubati?). Arixi, che nel frattempo prosegue la sua militanza anarchica, non demorde e riprende con passione le proprie ricerche archeologiche, riuscendo ad accumulare in un anno almeno 25 000 reperti. Questa volta documenta con una telecamera quanto è in suo possesso, dichiarando la propria disponibilità  a donare tutto al comune di Villasor, a patto che si desse vita ad un museo apposito, ma «con queste cautele nessuno si è precipitato in casa a far man bassa degli oggetti: nessuno ha avuto tanta fretta, come invece avvenne la prima volta».


Coerentemente con il suo spirito [[autorità |antiautoritario]], l’anarchico di Villasor dimostra il lassismo delle istituzioni e la loro scarsa voglia di difendere, al di là  degli slogan, il proprio patrimonio naturale e culturale: «Possibile che un pazzo come me riesca a salvare dalla distruzione del tempo e degli eventi naturali, nonché dalla distruzione (...) degli uomini (...) migliaia di cocci e reperti, ma una volta che tali reperti finiscono nelle mani della gente "sana" (...) nonché "onesta" e retribuita (...) è possibile che tali reperti vengano dispersi in un semplice trasferimento?».  
Coerentemente con il suo spirito [[autorità |antiautoritario]], l'anarchico di Villasor dimostra il lassismo delle istituzioni e la loro scarsa voglia di difendere, al di là  degli slogan, il proprio patrimonio naturale e culturale: «Possibile che un pazzo come me riesca a salvare dalla distruzione del tempo e degli eventi naturali, nonché dalla distruzione (...) degli uomini (...) migliaia di cocci e reperti, ma una volta che tali reperti finiscono nelle mani della gente "sana" (...) nonché "onesta" e retribuita (...) è possibile che tali reperti vengano dispersi in un semplice trasferimento?».  


Nel [[1994]] i beni gli vengono ritirati. Nell’estate del [[1996]], a 74 anni, dopo una vita difficile e al limite dell’emarginazione sociale, Pietrino Arixi muore senza però aver visto la realizzazione del museo in cui avrebbe dovuto trovar posto tutto il materiale archeologico in suo possesso. Al contrario, tutto il materiale sull’[[anarchismo]] in suo possesso (libri, articoli, [[stampa anarchica|riviste]] ecc.) confluirà  in [[S'arkiviu-bibrioteka "T. Serra"]] di Guasila <ref name="s'arkiviu">[http://www.sardegnabiblioteche.it/j/v/110?s=25237&v=2&c=1455&t=1&b= Sardegna-biblioteche.it]</ref>, che era stata messa in piedi dall'anarchico [[Tomaso Serra]].
Nel [[1994]] i beni gli vengono ritirati. Nell'estate del [[1996]], a 74 anni, dopo una vita difficile e al limite dell'emarginazione sociale, Pietrino Arixi muore senza però aver visto la realizzazione del museo in cui avrebbe dovuto trovar posto tutto il materiale archeologico in suo possesso. Al contrario, tutto il materiale sull'[[anarchismo]] in suo possesso (libri, articoli, [[stampa anarchica|riviste]] ecc.) confluirà  in [[S'arkiviu-bibrioteka "T. Serra"]] di Guasila <ref name="s'arkiviu">[http://www.sardegnabiblioteche.it/j/v/110?s=25237&v=2&c=1455&t=1&b= Sardegna-biblioteche.it]</ref>, che era stata messa in piedi dall'anarchico [[Tomaso Serra]].


== Opere ==
== Opere ==
*''Il ribelle dell’anarchia (vita e pensiero di un anarchico sardo)'', Editziones Arkiviu - "Bibrioteka [[Tomaso Serra]]" di Guasila.  
*''Il ribelle dell'anarchia (vita e pensiero di un anarchico sardo)'', Editziones Arkiviu - "Bibrioteka [[Tomaso Serra]]" di Guasila.  


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
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