Pierre Monatte: differenze tra le versioni

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Nel [[1907]], interviene al [[Congresso di Amsterdam (1907)|Congresso di Amsterdam]], esponendo la sua concezione del [[sindacalismo rivoluzionario]] ed entrando in conflitto con [[Errico Malatesta]]. L'anarchico francese, infatti, riteneva che lo [[sciopero]] e il [[sindacalismo]] bastassero da sè per arrivare alla [[rivoluzione]] e all'[[anarchia]], fiduciosi nello [[spontaneismo]] delle masse proletarie che prima o poi sarebbero giunti allo scontro decisivo col padronato. Per l'anarchico l'italiano il [[sindacalismo]] era uno dei mezzi per potervi giungere, ma l'[[organizzazione di massa]] (sindacato) sarebbe scivolata nel riformismo senza una [[organizzazione specifica|specifica organizzazione politica]]:
Nel [[1907]], interviene al [[Congresso di Amsterdam (1907)|Congresso di Amsterdam]], esponendo la sua concezione del [[sindacalismo rivoluzionario]] ed entrando in conflitto con [[Errico Malatesta]]. L'anarchico francese, infatti, riteneva che lo [[sciopero]] e il [[sindacalismo]] bastassero da sè per arrivare alla [[rivoluzione]] e all'[[anarchia]], fiduciosi nello [[spontaneismo]] delle masse proletarie che prima o poi sarebbero giunti allo scontro decisivo col padronato. Per l'anarchico l'italiano il [[sindacalismo]] era uno dei mezzi per potervi giungere, ma l'[[organizzazione di massa]] (sindacato) sarebbe scivolata nel riformismo senza una [[organizzazione specifica|specifica organizzazione politica]]:
:«Il compagno Monatte, della Confédération Générale du Travail di Francia, con un gruppo ch'ei volle chiamare dei “giovani” malgrado le proteste dei giovani, assai più numerosi, della tendenza opposta. Monatte, nel suo notevole rapporto, ci parlò lunga-mente del movimento sindacalista francese, dei suoi metodi di lotta, dei risultati morali e materiali ai quali è già arrivato, e finì col dire che il sindacalismo è di per se stesso sufficiente come mezzo per compiere la rivoluzione sociale e realizzare l'anarchia. Contro quest'ultima affermazione insorsi energicamente. Il sindacalismo, io dissi, anche se si abbiglia dell'aggettivo rivoluzionario, non può essere che un movimento legale, un movimento di lotta contro il capitalismo entro i limiti che il Capitalismo e lo Stato gli impongono. Esso non ha dunque uscita, e non potrà ottenere nulla di permanente e di generale, se non cessando di essere il sindacalismo, e promovendo non più il miglioramento delle condizioni dei salariati e la conquista di qualche libertà, ma l'espropriazione della ricchezza e la distruzione radicale dell'organizzazione statale.»<ref>[http://www.liberliber.it/mediateca/libri/m/malatesta/rivoluzione_e_lotta_quotidiana/pdf/malatesta_rivoluzione_e_lotta.pdf Rivoluzione e lotta quotidiana]</ref>
:«Il compagno Monatte, della Confédération Générale du Travail di Francia, con un gruppo ch'ei volle chiamare dei “giovani” malgrado le proteste dei giovani, assai più numerosi, della tendenza opposta. Monatte, nel suo notevole rapporto, ci parlò lunga-mente del movimento sindacalista francese, dei suoi metodi di lotta, dei risultati morali e materiali ai quali è già arrivato, e finì col dire che il sindacalismo è di per stesso sufficiente come mezzo per compiere la rivoluzione sociale e realizzare l'anarchia. Contro quest'ultima affermazione insorsi energicamente. Il sindacalismo, io dissi, anche se si abbiglia dell'aggettivo rivoluzionario, non può essere che un movimento legale, un movimento di lotta contro il capitalismo entro i limiti che il Capitalismo e lo Stato gli impongono. Esso non ha dunque uscita, e non potrà ottenere nulla di permanente e di generale, se non cessando di essere il sindacalismo, e promovendo non più il miglioramento delle condizioni dei salariati e la conquista di qualche libertà, ma l'espropriazione della ricchezza e la distruzione radicale dell'organizzazione statale.» <ref>[http://www.liberliber.eu/mediateca/libri/m/malatesta/rivoluzione_e_lotta_quotidiana/pdf/malatesta_rivoluzione_e_lotta.pdf Rivoluzione e lotta quotidiana]</ref>


Il [[5 ottobre]] [[1909]] vede la luce il primo numero de ''La Vie Ouvrière'', di cui assume la carica di l'amministratore e redattore principale. Lo scoppio della prima guerra mondiale e l'accettazione della [[CGT francese|CGT]] all'"l'union sacrée"<ref>(1914-1918). Coalizione nazionale di governo formatasi in Francia nel 1914, così denominata nel solenne invito rivolto dal presidente della repubblica Raymond Poincaré a tutti i partiti e ceti sociali a stringersi attorno alla difesa della patria, che fu accolto da tutti. ([http://www.pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/u/u012.htm Fonte]) </ref> porterà Monatte alle dimissioni dal Comitato Confederale.
Il [[5 ottobre]] [[1909]] vede la luce il primo numero de ''La Vie Ouvrière'', di cui assume la carica di l'amministratore e redattore principale. Lo scoppio della Prima guerra mondiale e l'accettazione della [[CGT francese|CGT]] all'"l'union sacrée" <ref>(1914-1918). Coalizione nazionale di governo formatasi in Francia nel 1914, così denominata nel solenne invito rivolto dal presidente della repubblica Raymond Poincaré a tutti i partiti e ceti sociali a stringersi attorno alla difesa della patria, che fu accolto da tutti. ([https://web.archive.org/web/20160321114928/http://www.pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/u/u012.htm Fonte]) </ref> porterà Monatte alle dimissioni dal Comitato Confederale.


Dopo essere stato spedito in prima linea nel [[1915]], l'anarchico francese fa ritorno in [[patria]] nel [[1919]] e riprende la propria attività di militante ancor più convintamente dopo lo scoppio della [[rivoluzione russa]] del [[1917]]. Alla ricomparsa del giornale ''La Vie Ouvrière'', Monatte riprende attivamente le sue campagne propagandistiche.
Dopo essere stato spedito in prima linea nel [[1915]], l'anarchico francese fa ritorno in [[patria]] nel [[1919]] e riprende la propria attività di militante ancor più convintamente dopo lo scoppio della [[rivoluzione russa]] del [[1917]]. Alla ricomparsa del giornale ''La Vie Ouvrière'', Monatte riprende attivamente le sue campagne propagandistiche.


Il [[3 maggio]] [[1920]] viene tratto in arresto insieme ad altri attivisti con l'accusa di «complotto contro la sicurezza interna dello Stato», rimanendo detenuto fino al marzo [[1921]]. Segretario dei [[Comités Syndicalistes Révolutionnaires]] (CSR) in seno alla [[CGT francese|CGT]], entra in conflitto con il movimento anarchico. Nel marzo del [[1922]] diviene redattore del ''l'Humanité'' e aderisce al Partito Comunista sino al novembre [[1924]], quando viene espulso per la propria opposizione allo [[stalinismo]].
Il [[3 maggio]] [[1920]] viene tratto in arresto insieme ad altri attivisti con l'accusa di «complotto contro la sicurezza interna dello Stato», rimanendo detenuto fino al marzo [[1921]]. Segretario dei [[Comités Syndicalistes Révolutionnaires]] (CSR) in seno alla [[CGT francese|CGT]], entra in conflitto con il movimento anarchico. Nel marzo del [[1922]] diviene redattore del ''l'Humanité'' e aderisce al Partito Comunista sino al novembre [[1924]], quando viene espulso per la propria opposizione allo [[stalinismo]].


Nel gennaio [[1925]] fonda ''[[La Révolution prolétarienne]]'', una rivista allineata alla [[Congresso di Amiens|Carta di Amiens]] e alla quale presteranno la propria collazione numerosi anarchici. La rivista cesserà le proprie attività dal [[1939]] al [[1947]], salvo poi riprenderle mantenendo una linea contraria al riformismo e all'[[autoritarismo]] stalinista.
Nel gennaio [[1925]] fonda ''[[La Révolution prolétarienne]]'', una rivista allineata alla [[Congresso di Amiens|Carta di Amiens]] e alla quale presteranno la propria collazione numerosi anarchici. La rivista cesserà le proprie attività dal [[1939]] al [[1947]], salvo poi riprenderle mantenendo una linea contraria al riformismo e all'[[autoritarismo]] stalinista.


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