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[[Image:Proudhon.gif|right|thumb|250 px|Pierre-Joseph Proudhon]]'''Pierre-Joseph Proudhon''' (Besançon, [[Francia]], [[15 gennaio]] [[1809]] - Parigi, [[19 gennaio]] [[1865]]), è stato un pensatore, economista, sociologo e rivoluzionario francese. È ritenuto da molti il “Padre dell’[[anarchismo]] | [[Image:Proudhon.gif|right|thumb|250 px|Pierre-Joseph Proudhon]]'''Pierre-Joseph Proudhon''' (Besançon, [[Francia]], [[15 gennaio]] [[1809]] - Parigi, [[19 gennaio]] [[1865]]), è stato un pensatore, economista, sociologo e rivoluzionario francese. È ritenuto da molti il “Padre dell’[[anarchismo]]”, poiché è stato il primo ad utilizzare il termine «anarchia» per indicare il fine della teoria politica da egli sviluppata. | ||
: « L’anarchia è una forma di governo o di costituzione nella quale la coscienza pubblica e privata, formata dallo sviluppo della scienza e del diritto, basta da sola a mantenere l’ordine ed a garantire tutte le libertà . » (Pierre-Joseph Proudhon) | : « L’anarchia è una forma di governo o di costituzione nella quale la coscienza pubblica e privata, formata dallo sviluppo della scienza e del diritto, basta da sola a mantenere l’ordine ed a garantire tutte le libertà . » (Pierre-Joseph Proudhon) | ||
==Biografia== | ==Biografia== | ||
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===La Banca del Popolo=== | ===La Banca del Popolo=== | ||
Nel [[1849]], per realizzare i [[mutualismo|principi della mutualità ]] da lui sostenuti, fonda la "Banca del Popolo" (un sistema di crediti a tassi bassissimi). Un'istituzione nuova, diversa dalle [[banche]] capitalistiche, creata e gestita dagli stessi lavoratori e che avrà la funzione di creare una nuova organizzazione sociale capace di fare a meno dello [[Stato]]: | Nel [[1849]], per realizzare i [[mutualismo|principi della mutualità ]] da lui sostenuti, fonda la "Banca del Popolo" (un sistema di crediti a tassi bassissimi). Un'istituzione nuova, diversa dalle [[banche]] capitalistiche, creata e gestita dagli stessi lavoratori e che avrà la funzione di creare una nuova organizzazione sociale capace di fare a meno dello [[Stato]]: | ||
: «...ciascuno farà quanto gli sarà possibile e solo questo. Prenderà direttamente parte alla formulazione delle leggi e al governo, così come parteciperà alla produzione e alla circolazione monetaria. Ogni cittadino sarà sovrano e avrà pieni poteri; regnerà e governerà e l'anarchia diventerà anarchia | : «...ciascuno farà quanto gli sarà possibile e solo questo. Prenderà direttamente parte alla formulazione delle leggi e al governo, così come parteciperà alla produzione e alla circolazione monetaria. Ogni cittadino sarà sovrano e avrà pieni poteri; regnerà e governerà e l'anarchia diventerà anarchia positiva”» ([http://www.uniurb.it/Filosofia/bibliografie/mutualismoproudhon.htm ''L'anarchia'', Arnoldo Mondadori Editori]) | ||
In seguito Proudhon viene condannato al [[carcere]] (3 anni), per attività sovversiva, nello specifico la sua colpa è quella di aver attaccato Luigi Bonaparte (il futuro Napoleone III). Durante il periodo del [[abolizione del carcere|carcere]] scrive alcuni libri e matura convinzioni ancora più profonde sull'ineluttabilità della [[rivoluzione]]. | In seguito Proudhon viene condannato al [[carcere]] (3 anni), per attività sovversiva, nello specifico la sua colpa è quella di aver attaccato Luigi Bonaparte (il futuro Napoleone III). Durante il periodo del [[abolizione del carcere|carcere]] scrive alcuni libri e matura convinzioni ancora più profonde sull'ineluttabilità della [[rivoluzione]]. | ||
Scontata la pena, trova enormi difficoltà per continuare la sua attività di scrittore, anche perché viene nuovamente arrestato per “offesa alla | Scontata la pena, trova enormi difficoltà per continuare la sua attività di scrittore, anche perché viene nuovamente arrestato per “offesa alla moralità ”. Per sfuggire alle persecuzioni giudiziarie è costretto a passare un periodo di esilio in [[Belgio]] ([[1858]]) dopo il quale ritorna a Parigi ([[1862]]), dove affronta i temi nazionalistici e quelli dello [[Stato]] (già nel [[1848]] si dichiarò in favore dell’abolizione delle frontiere nazionali). | ||
===L'ultimo periodo === | ===L'ultimo periodo === | ||
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Sul piano politico Proudhon critica l’accentramento statale (da qui prende forma il concetto di [[federalismo]]), auspicando l’abolizione dello [[Stato]] e di ogni forma di dominio, così da promuovere quell’assoluto egualitarismo di cui egli si fa assertore: per Proudhon appropriarsi dei frutti di un valore che non è stato prodotto con il proprio lavoro è un furto. | Sul piano politico Proudhon critica l’accentramento statale (da qui prende forma il concetto di [[federalismo]]), auspicando l’abolizione dello [[Stato]] e di ogni forma di dominio, così da promuovere quell’assoluto egualitarismo di cui egli si fa assertore: per Proudhon appropriarsi dei frutti di un valore che non è stato prodotto con il proprio lavoro è un furto. | ||
Per l’anarchico francese il possesso di un bene è legittimo, non lo è invece la [[La proprietà |proprietà ]] («La proprietà è un furto!»). Egli individua proprio nella cristallizzazione della proprietà , tramandata di padre in figlio senza alcun | Per l’anarchico francese il possesso di un bene è legittimo, non lo è invece la [[La proprietà |proprietà ]] («La proprietà è un furto!»). Egli individua proprio nella cristallizzazione della proprietà , tramandata di padre in figlio senza alcun “merito”, la causa principale degli squilibri sociali. | ||
Pur essendo un socialista, egli è critico con il socialismo, che sacrifica l’[[Individualità |individualità ]] in nome dell’ideologia politica (il suo pensiero è definibile come "[[individualismo sociale]]"). Di qui il suo vagheggiamento di una [[mutualismo|società mutualistica]] in cui l’[[uguaglianza]] e la [[libertà ]] individuale siano realizzate senza alcuna collettivizzazione. In questo senso va interpretato il progetto della Banca del popolo ([[1849]]) che avrebbe dovuto favorire, mediante l'utilizzo di “buoni di | Pur essendo un socialista, egli è critico con il socialismo, che sacrifica l’[[Individualità |individualità ]] in nome dell’ideologia politica (il suo pensiero è definibile come "[[individualismo sociale]]"). Di qui il suo vagheggiamento di una [[mutualismo|società mutualistica]] in cui l’[[uguaglianza]] e la [[libertà ]] individuale siano realizzate senza alcuna collettivizzazione. In questo senso va interpretato il progetto della Banca del popolo ([[1849]]) che avrebbe dovuto favorire, mediante l'utilizzo di “buoni di lavoro”, lo scambio fra i lavoratori con credito a basso tasso d’interesse. | ||
L’idea fu quella di favorire lo sviluppo di una rete associativa di lavoratori liberi e tra loro federati, che eliminasse la figura parassitaria del finanziere (che guadagna denaro prestando altro denaro), in modo che tutti potessero avere a disposizione i capitali necessari a realizzare una società di piccoli imprenditori, liberi e né sfruttatori né sfruttati. | L’idea fu quella di favorire lo sviluppo di una rete associativa di lavoratori liberi e tra loro federati, che eliminasse la figura parassitaria del finanziere (che guadagna denaro prestando altro denaro), in modo che tutti potessero avere a disposizione i capitali necessari a realizzare una società di piccoli imprenditori, liberi e né sfruttatori né sfruttati. | ||