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[[File:Proudhon-children.jpg|thumb|300px|left|Pierre-Joseph Proudhon e i suoi figli]] | [[File:Proudhon-children.jpg|thumb|300px|left|Pierre-Joseph Proudhon e i suoi figli]] | ||
Per Proudhon la [[giustizia sociale|giustizia]] è naturalmente intrinseca nella coscienza e nella storia umana: «giacché, se la giustizia non è innata all'umanità , se le è superiore, esterna e straniera, ne risulta che la società umana non ha leggi proprie, che il soggetto collettivo non ha costume; che lo stato sociale è uno stato contro natura, la civilizzazione è una depravazione». | Per Proudhon la [[giustizia sociale|giustizia]] è naturalmente intrinseca nella coscienza e nella storia umana: «giacché, se la giustizia non è innata all'umanità, se le è superiore, esterna e straniera, ne risulta che la società umana non ha leggi proprie, che il soggetto collettivo non ha costume; che lo stato sociale è uno stato contro natura, la civilizzazione è una depravazione». | ||
Sul piano politico Proudhon critica l'accentramento statale (da qui prende forma il concetto di [[federalismo]]), auspicando l'abolizione dello [[Stato]] e di ogni forma di dominio, così da promuovere quell'assoluto egualitarismo di cui egli si fa assertore: per Proudhon appropriarsi dei frutti di un valore che non è stato prodotto con il proprio lavoro è un furto. | Sul piano politico Proudhon critica l'accentramento statale (da qui prende forma il concetto di [[federalismo]]), auspicando l'abolizione dello [[Stato]] e di ogni forma di dominio, così da promuovere quell'assoluto egualitarismo di cui egli si fa assertore: per Proudhon appropriarsi dei frutti di un valore che non è stato prodotto con il proprio lavoro è un furto. | ||
Per l'anarchico francese il possesso di un bene è legittimo, non lo è invece la [[La proprietà |proprietà ]] («La proprietà è un furto!»). Egli individua proprio nella cristallizzazione della proprietà , tramandata di padre in figlio senza alcun “merito”, la causa principale degli squilibri sociali. | Per l'anarchico francese il possesso di un bene è legittimo, non lo è invece la [[La proprietà |proprietà ]] («La proprietà è un furto!»). Egli individua proprio nella cristallizzazione della proprietà, tramandata di padre in figlio senza alcun “merito”, la causa principale degli squilibri sociali. | ||
Pur essendo un socialista, egli è critico con il socialismo, che sacrifica l'[[Individualità |individualità ]] in nome dell'ideologia politica (il suo pensiero è definibile come "[[individualismo sociale]]"). Di qui il suo vagheggiamento di una [[mutualismo|società mutualistica]] in cui l'[[uguaglianza]] e la [[libertà ]] individuale siano realizzate senza alcuna collettivizzazione. In questo senso va interpretato il progetto della Banca del popolo ([[1849]]) che avrebbe dovuto favorire, mediante l'utilizzo di “buoni di lavoro”, lo scambio fra i lavoratori con credito a basso tasso d'interesse. | Pur essendo un socialista, egli è critico con il socialismo, che sacrifica l'[[Individualità |individualità ]] in nome dell'ideologia politica (il suo pensiero è definibile come "[[individualismo sociale]]"). Di qui il suo vagheggiamento di una [[mutualismo|società mutualistica]] in cui l'[[uguaglianza]] e la [[libertà ]] individuale siano realizzate senza alcuna collettivizzazione. In questo senso va interpretato il progetto della Banca del popolo ([[1849]]) che avrebbe dovuto favorire, mediante l'utilizzo di “buoni di lavoro”, lo scambio fra i lavoratori con credito a basso tasso d'interesse. | ||
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L'antisemitismo di Proudhon è visibile in alcuni scritti del [[1847]], estratti dal suo diario personale (pubblicati dopo la sua morte), che fanno riferimento ad un incontro, una sera al bar, tra Proudhon e alcuni antisemiti tedeschi. L'anarchico francese cita il giudaismo anche in ''La stampa belga e l'Unità italiana'', un articolo dell'ottobre [[1862]] tratto da ''La fédération et l'Unité en Italie'': | L'antisemitismo di Proudhon è visibile in alcuni scritti del [[1847]], estratti dal suo diario personale (pubblicati dopo la sua morte), che fanno riferimento ad un incontro, una sera al bar, tra Proudhon e alcuni antisemiti tedeschi. L'anarchico francese cita il giudaismo anche in ''La stampa belga e l'Unità italiana'', un articolo dell'ottobre [[1862]] tratto da ''La fédération et l'Unité en Italie'': | ||
: «Il sistema unitario, o delle grandi zone, ha come scopo di spartire l'Europa, e in seguito la maggior parte del globo, tra cinque o sei vasti focolai, costituiti essi stessi sul principio della subordinazione delle province e comuni, di conseguenza sull'assorbimento delle province e comuni, conseguentemente sull'assorbimento di ogni libertà come di ogni nazionalità . È una nuova specie di feudalesimo imperialista e comunitario, che giunge sino alla proprietà , all'industria, di cui la bancocrazia giudaico-sansimoniana, più della [[Chiesa]], sarà l'anima, e l'Opinion nationale il principale organo.» | : «Il sistema unitario, o delle grandi zone, ha come scopo di spartire l'Europa, e in seguito la maggior parte del globo, tra cinque o sei vasti focolai, costituiti essi stessi sul principio della subordinazione delle province e comuni, di conseguenza sull'assorbimento delle province e comuni, conseguentemente sull'assorbimento di ogni libertà come di ogni nazionalità . È una nuova specie di feudalesimo imperialista e comunitario, che giunge sino alla proprietà, all'industria, di cui la bancocrazia giudaico-sansimoniana, più della [[Chiesa]], sarà l'anima, e l'Opinion nationale il principale organo.» | ||
Egli evidentemente ce l'ha con il [[capitalismo]] finanziario, anche se non evita però di usare lo stereotipo dell'ebreo usuraio, a quell'epoca identificabile con dei grandi gruppi di banchieri internazionali, i Rothschild, inevitabilmente. | Egli evidentemente ce l'ha con il [[capitalismo]] finanziario, anche se non evita però di usare lo stereotipo dell'ebreo usuraio, a quell'epoca identificabile con dei grandi gruppi di banchieri internazionali, i Rothschild, inevitabilmente. |