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[[Image:Proudhon.gif|right|thumb|250 px|Pierre-Joseph Proudhon]]'''Pierre-Joseph Proudhon''' (Besançon, [[Francia]], [[15 gennaio]] [[1809]] - Parigi, [[19 gennaio]] [[1865]]), è stato un pensatore, economista, sociologo e rivoluzionario francese. È ritenuto da molti il “Padre | [[Image:Proudhon.gif|right|thumb|250 px|Pierre-Joseph Proudhon]]'''Pierre-Joseph Proudhon''' (Besançon, [[Francia]], [[15 gennaio]] [[1809]] - Parigi, [[19 gennaio]] [[1865]]), è stato un pensatore, economista, sociologo e rivoluzionario francese. È ritenuto da molti il “Padre dell'[[anarchismo]]”, poiché è stato il primo ad utilizzare il termine «anarchia» per indicare il fine della teoria politica da egli sviluppata. | ||
: « | : « L'anarchia è una forma di governo o di costituzione nella quale la coscienza pubblica e privata, formata dallo sviluppo della scienza e del diritto, basta da sola a mantenere l'ordine ed a garantire tutte le libertà . » (Pierre-Joseph Proudhon) | ||
==Biografia== | ==Biografia== | ||
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=== Primo anarchico della storia === | === Primo anarchico della storia === | ||
Si trasferisce quindi a Parigi dove entra in contatto con i gruppi rivoluzionari francesi e nel [[1840]] pubblica il celebre scritto ''Che | Si trasferisce quindi a Parigi dove entra in contatto con i gruppi rivoluzionari francesi e nel [[1840]] pubblica il celebre scritto ''Che cos'è la [[La proprietà |proprietà ]]?'', in cui si dichiara '''[[anarchico]]''' (il primo nella storia ad usare quel termine con accezione positiva):<br/> | ||
«Sei un repubblicano?»<br/> | «Sei un repubblicano?»<br/> | ||
«Repubblicano [...] sì. Ma non significa nulla. ''Res publica'', la cosa pubblica. Chiunque si interessi alla cosa pubblica può definirsi repubblicano. Anche i re sono repubblicani.» <br/> | «Repubblicano [...] sì. Ma non significa nulla. ''Res publica'', la cosa pubblica. Chiunque si interessi alla cosa pubblica può definirsi repubblicano. Anche i re sono repubblicani.» <br/> | ||
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Nel [[1843]] si trasferisce nella città di Lione dove conosce i seguaci di Cabet, [[Saint-Simon]], e della socialista peruviana [[Flora Tristan]]. Ritornato ([[1844]]) a Parigi conosce tra gli altri [[Karl Marx]] e [[Michail Bakunin]]. Nel [[1848]] prende parte alla [[rivoluzione]], pubblica anche il primo [[stampa anarchica|periodico anarchico]] dal titolo «Il rappresentante del popolo». Successivamente, nello stesso anno, pubblica altri due periodici: «Il popolo» e «La voce del popolo». | Nel [[1843]] si trasferisce nella città di Lione dove conosce i seguaci di Cabet, [[Saint-Simon]], e della socialista peruviana [[Flora Tristan]]. Ritornato ([[1844]]) a Parigi conosce tra gli altri [[Karl Marx]] e [[Michail Bakunin]]. Nel [[1848]] prende parte alla [[rivoluzione]], pubblica anche il primo [[stampa anarchica|periodico anarchico]] dal titolo «Il rappresentante del popolo». Successivamente, nello stesso anno, pubblica altri due periodici: «Il popolo» e «La voce del popolo». | ||
Ancora nel [[1848]] viene eletto | Ancora nel [[1848]] viene eletto all'Assemblea Nazionale, ma quest'attività si scontra con il suo pensiero antiautoritario, per questo il [[2 luglio]] del [[1848]] pronuncia un violentissimo discorso contro la borghesia francese. L'esperienza parlamentare non farà altro che incrementare la sua diffidenza verso la politica parlamentare. | ||
===La Banca del Popolo=== | ===La Banca del Popolo=== | ||
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In seguito Proudhon viene condannato al [[carcere]] (3 anni), per attività sovversiva, nello specifico la sua colpa è quella di aver attaccato Luigi Bonaparte (il futuro Napoleone III). Durante il periodo del [[abolizione del carcere|carcere]] scrive alcuni libri e matura convinzioni ancora più profonde sull'ineluttabilità della [[rivoluzione]]. | In seguito Proudhon viene condannato al [[carcere]] (3 anni), per attività sovversiva, nello specifico la sua colpa è quella di aver attaccato Luigi Bonaparte (il futuro Napoleone III). Durante il periodo del [[abolizione del carcere|carcere]] scrive alcuni libri e matura convinzioni ancora più profonde sull'ineluttabilità della [[rivoluzione]]. | ||
Scontata la pena, trova enormi difficoltà per continuare la sua attività di scrittore, anche perché viene nuovamente arrestato per “offesa alla moralità ”. Per sfuggire alle persecuzioni giudiziarie è costretto a passare un periodo di esilio in [[Belgio]] ([[1858]]) dopo il quale ritorna a Parigi ([[1862]]), dove affronta i temi nazionalistici e quelli dello [[Stato]] (già nel [[1848]] si dichiarò in favore | Scontata la pena, trova enormi difficoltà per continuare la sua attività di scrittore, anche perché viene nuovamente arrestato per “offesa alla moralità ”. Per sfuggire alle persecuzioni giudiziarie è costretto a passare un periodo di esilio in [[Belgio]] ([[1858]]) dopo il quale ritorna a Parigi ([[1862]]), dove affronta i temi nazionalistici e quelli dello [[Stato]] (già nel [[1848]] si dichiarò in favore dell'abolizione delle frontiere nazionali). | ||
===L'ultimo periodo === | ===L'ultimo periodo === | ||
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{{vedi|Anarchismo proudhoniano}} | {{vedi|Anarchismo proudhoniano}} | ||
[[File:Proudhon-children.jpg|thumb|300px|left|Pierre-Joseph Proudhon e i suoi figli]] | [[File:Proudhon-children.jpg|thumb|300px|left|Pierre-Joseph Proudhon e i suoi figli]] | ||
Per Proudhon la [[giustizia sociale|giustizia]] è naturalmente intrinseca nella coscienza e nella storia umana: «giacché, se la giustizia non è innata | Per Proudhon la [[giustizia sociale|giustizia]] è naturalmente intrinseca nella coscienza e nella storia umana: «giacché, se la giustizia non è innata all'umanità , se le è superiore, esterna e straniera, ne risulta che la società umana non ha leggi proprie, che il soggetto collettivo non ha costume; che lo stato sociale è uno stato contro natura, la civilizzazione è una depravazione». | ||
Sul piano politico Proudhon critica | Sul piano politico Proudhon critica l'accentramento statale (da qui prende forma il concetto di [[federalismo]]), auspicando l'abolizione dello [[Stato]] e di ogni forma di dominio, così da promuovere quell'assoluto egualitarismo di cui egli si fa assertore: per Proudhon appropriarsi dei frutti di un valore che non è stato prodotto con il proprio lavoro è un furto. | ||
Per | Per l'anarchico francese il possesso di un bene è legittimo, non lo è invece la [[La proprietà |proprietà ]] («La proprietà è un furto!»). Egli individua proprio nella cristallizzazione della proprietà , tramandata di padre in figlio senza alcun “merito”, la causa principale degli squilibri sociali. | ||
Pur essendo un socialista, egli è critico con il socialismo, che sacrifica | Pur essendo un socialista, egli è critico con il socialismo, che sacrifica l'[[Individualità |individualità ]] in nome dell'ideologia politica (il suo pensiero è definibile come "[[individualismo sociale]]"). Di qui il suo vagheggiamento di una [[mutualismo|società mutualistica]] in cui l'[[uguaglianza]] e la [[libertà ]] individuale siano realizzate senza alcuna collettivizzazione. In questo senso va interpretato il progetto della Banca del popolo ([[1849]]) che avrebbe dovuto favorire, mediante l'utilizzo di “buoni di lavoro”, lo scambio fra i lavoratori con credito a basso tasso d'interesse. | ||
L'idea fu quella di favorire lo sviluppo di una rete associativa di lavoratori liberi e tra loro federati, che eliminasse la figura parassitaria del finanziere (che guadagna denaro prestando altro denaro), in modo che tutti potessero avere a disposizione i capitali necessari a realizzare una società di piccoli imprenditori, liberi e né sfruttatori né sfruttati. | |||
=== La dialettica === | === La dialettica === |