Pier Paolo Pasolini: differenze tra le versioni

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==Il Cinema <ref name="C">Serafino Murri, Pier Paolo Pasolini, Il Castoro-l'Unità 1995</ref> <ref name="D">Pier Paolo Pasolini, Lettere Luterane, Einaudi-L'Unità 1991</ref> <ref name="E">Franco Grattarola, Pasolini una vita violentata, Coniglio Editore 2005</ref>==
==Il Cinema <ref name="C">Serafino Murri, Pier Paolo Pasolini, Il Castoro-l'Unità 1995</ref> <ref name="D">Pier Paolo Pasolini, Lettere Luterane, Einaudi-L'Unità 1991</ref> <ref name="E">Franco Grattarola, Pasolini una vita violentata, Coniglio Editore 2005</ref>==
[[Image:Pasolini_regista.jpg|thumb|200px|Pasolini regista]]
[[Image:Sodoma_Pasolini.png |thumb|right|200px|Locandina del film "Salò o le 120 giornate di Sodoma"]]
[[Image:Sodoma_Pasolini.png |thumb|right|200px|Locandina del film "Salò o le 120 giornate di Sodoma"]]
[[Image:PASOLINI-RABBIA_small.jpg |thumb|right|200px|Pasolini in una scena di "Comizi d'amore"]]
[[Image:PASOLINI-RABBIA_small.jpg |thumb|right|200px|Pasolini in una scena di "Comizi d'amore"]]
[[Image:Pasolini_regista.jpg|thumb|right|200px|Pasolini regista]]
Il Pasolini cineasta non può essere considerato a prescindere dalla sua esperienza di scrittore. Gran parte della sua opera cinematografica può essere compresa solo alla luce della sua opera letteraria, dalle pagine di prosa e poesia alla sua personale visione del mondo. Pochi dei suoi film saranno privi di influenze letterarie, da '''L'Edipo Re''', a '''Il Vangelo secondo Matteo''', ''grande opera letteraria'' secondo Pasolini. Viceversa, molte delle sue sceneggiature sono da considerarsi come aventi una propria autonoma dignità letteraria, come '''Accattone''', '''Mamma Roma''' e '''Teorema'''. Pasolini non è un ''esperto del settore'', i suoi film sono sempre sperimentali, la ricerca continua di un modo per comunicare ciò che non può essere comunicato nella scrittura; secondo Pasolini la dove la scrittura comunica attraverso meri simboli arbitrari, (come le lettere dell'alfabeto, la semantica, ecc.) il [[cinema]] comunica in modo diretto attraverso le azioni e i gesti.
Il Pasolini cineasta non può essere considerato a prescindere dalla sua esperienza di scrittore. Gran parte della sua opera cinematografica può essere compresa solo alla luce della sua opera letteraria, dalle pagine di prosa e poesia alla sua personale visione del mondo. Pochi dei suoi film saranno privi di influenze letterarie, da '''L'Edipo Re''', a '''Il Vangelo secondo Matteo''', ''grande opera letteraria'' secondo Pasolini. Viceversa, molte delle sue sceneggiature sono da considerarsi come aventi una propria autonoma dignità letteraria, come '''Accattone''', '''Mamma Roma''' e '''Teorema'''. Pasolini non è un ''esperto del settore'', i suoi film sono sempre sperimentali, la ricerca continua di un modo per comunicare ciò che non può essere comunicato nella scrittura; secondo Pasolini la dove la scrittura comunica attraverso meri simboli arbitrari, (come le lettere dell'alfabeto, la semantica, ecc.) il [[cinema]] comunica in modo diretto attraverso le azioni e i gesti.
Benché siano evidenti le influenze dei [[neorealismo|neorealisti]] Rossellini, Godard e Mizoguchi, Pasolini si distingue nettamente da essi sviluppando un proprio linguaggio cinematografico che egli stesso ha definito ''cinema di poesia'': un cinema che si pone di fronte alla necessità di svilupparsi ed esprimersi, secondo le peculiarità offerte dal mezzo, in una direzione stilistica opposta a quella soggetta alle normative e ai codici uniformanti del ''cinema commerciale''. Grande influenza nella fotografia e nelle inquadrature plastiche la riceve dallo storico dell'arte Roberto Longhi, di cui fu allievo, e dal manierismo italiano, soprattutto dal Pontormo.
Benché siano evidenti le influenze dei [[neorealismo|neorealisti]] Rossellini, Godard e Mizoguchi, Pasolini si distingue nettamente da essi sviluppando un proprio linguaggio cinematografico che egli stesso ha definito ''cinema di poesia'': un cinema che si pone di fronte alla necessità di svilupparsi ed esprimersi, secondo le peculiarità offerte dal mezzo, in una direzione stilistica opposta a quella soggetta alle normative e ai codici uniformanti del ''cinema commerciale''. Grande influenza nella fotografia e nelle inquadrature plastiche la riceve dallo storico dell'arte Roberto Longhi, di cui fu allievo, e dal manierismo italiano, soprattutto dal Pontormo.
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