Pier Carlo Masini: differenze tra le versioni

 
(10 versioni intermedie di uno stesso utente non sono mostrate)
Riga 4: Riga 4:
'''Pier Carlo Masini''' nasce il [[26 marzo]] [[1923]] a Cerbaia (frazione Di San Casciano Val di Pesa, provincia di Firenze), da Antonio e Ada Calamandrei.  
'''Pier Carlo Masini''' nasce il [[26 marzo]] [[1923]] a Cerbaia (frazione Di San Casciano Val di Pesa, provincia di Firenze), da Antonio e Ada Calamandrei.  
===L'antifascismo e il PCI===
===L'antifascismo e il PCI===
Avvicinatosi sin da giovanissimo agli ambienti [[liberalsocialisti]] di Tristano Codognola, viene arrestato per attività [[antifascismo|antifascista]] il [[21 gennaio]] [[1942]] e condannato a tre anni di confino da scontare a Guardia Sanframondi <ref>Paesino del Matese, nella zona di Benevento</ref>. Libero a partire dal [[19 maggio]] [[1943]], ritorna a Firenze e si avvicina al PCI. Quando gli eventi della guerra civile e della [[Gli anarchici e la resistenza antifascista|resistenza]] coinvolgono la Toscana, Masini non partecipa ad alcuna azione militare ma viene nominato vicesindaco di San Casciano, su indicazione degli alleati, e membro del CLN locale in qualità di rappresentante del PCI. A cavallo tra il periodo precedente e quello immediatamente successivo alla Liberazione, quando è chiaro che [[Palmiro Togliatti|Togliatti]] intende rompere ogni velleità rivoluzionaria dei partigiani, Masini decide di abbandonare il [[PCI]] e si avvicina al [[movimento anarchico]].
Avvicinatosi sin da giovanissimo agli ambienti [[liberalsocialisti]] di Tristano Codognola, viene arrestato per attività [[antifascismo|antifascista]] il [[21 gennaio]] [[1942]] e condannato a tre anni di confino da scontare a Guardia Sanframondi. <ref>Paesino del Matese, nella zona di Benevento.</ref> Libero a partire dal [[19 maggio]] [[1943]], ritorna a Firenze e si avvicina al PCI. Quando gli eventi della guerra civile e della [[Gli anarchici e la resistenza antifascista|resistenza]] coinvolgono la Toscana, Masini non partecipa ad alcuna azione militare ma viene nominato vicesindaco di San Casciano, su indicazione degli alleati, e membro del CLN locale in qualità di rappresentante del PCI. A cavallo tra il periodo precedente e quello immediatamente successivo alla Liberazione, quando è chiaro che Togliatti intende rompere ogni velleità rivoluzionaria dei partigiani, Masini decide di abbandonare il PCI e si avvicina al [[movimento anarchico]].


=== L'attivismo anarchico e la nascita dei GAAP ===
=== L'attivismo anarchico e la nascita dei GAAP ===


Dopo il congresso fondativo della [[Federazione Anarchica Italiana]] (Carrara, [[15 settembre|15]]-[[19 settembre]] [[1945]]) Masini cura i due numeri unici dei [[stampa anarchica|giornali]] «Passione Rivoluzionaria» (estate [[1945]]), organo dei giovani anarchici toscani, e «Alba dei Liberi» (gennaio [[1946]]). Formatosi attraverso la lettura e lo studio di [[Bakunin]], [[Carlo Cafiero|Cafiero]], [[Errico Malatesta|Malatesta]] e, soprattutto, di [[Francesco Saverio Merlino]] e [[Camillo Berneri]], dal [[20 luglio|20]] al [[22 luglio]] [[1946]] partecipa al convegno giovanile anarchico di Faenza in qualità di rappresentante dei giovani anarchici fiorentini. Proprio il suo interesse per [[Francesco Saverio Merlino|Merlino]] e [[Camillo Berneri|Berneri]] (di cui ammirava la capacità di portare l'[[anarchismo]] fuori da ogni [[dogmatismo]]) lo porta a corrispondere intensamente con [[Aldo Venturini]], il curatore delle opere di [[Francesco Saverio Merlino|Merlino]], e con [[Giovanna Caleffi|Giovanna Berneri]] e [[Aurelio Chessa]]. Da questa collaborazione nasce nel [[1957]] la pubblicazione con Venturini del volume ''Concezione critica del socialismo libertario di Merlino'' (edizioni De Silva e La Nuova Italia) e degli scritti scelti di [[Camillo Berneri|Berneri]]: ''Pietrogrado 1917 Barcellona 1937'' (Sugar editore 1964), curati con Alberto Sorti.  
Dopo il congresso fondativo della [[Federazione Anarchica Italiana]] (Carrara, [[15 settembre|15]]-[[19 settembre]] [[1945]]) Masini cura i due numeri unici dei [[stampa anarchica|giornali]] «Passione Rivoluzionaria» (estate [[1945]]), organo dei giovani anarchici toscani, e «Alba dei Liberi» (gennaio [[1946]]). Formatosi attraverso la lettura e lo studio di [[Bakunin]], [[Carlo Cafiero|Cafiero]], [[Errico Malatesta|Malatesta]] e, soprattutto, di [[Francesco Saverio Merlino]] e [[Camillo Berneri]], dal [[20 luglio|20]] al [[22 luglio]] [[1946]] partecipa al convegno giovanile anarchico di Faenza in qualità di rappresentante dei giovani anarchici fiorentini. Proprio il suo interesse per [[Francesco Saverio Merlino|Merlino]] e [[Camillo Berneri|Berneri]] (di cui ammirava la capacità di portare l'[[anarchismo]] fuori da ogni [[dogmatismo]]) lo porta a corrispondere intensamente con [[Aldo Venturini]], il curatore delle opere di [[Francesco Saverio Merlino|Merlino]], e con [[Giovanna Caleffi|Giovanna Berneri]] e [[Aurelio Chessa]]. Da questa collaborazione nasce nel [[1957]] la pubblicazione con Venturini del volume ''Concezione critica del socialismo libertario di Merlino'' (edizioni De Silva e La Nuova Italia) e degli scritti scelti di [[Camillo Berneri|Berneri]]: ''Pietrogrado 1917 Barcellona 1937'' (Sugar editore, [[1964]]), curati con Alberto Sorti.  


La convivenza con il [[movimento anarchico|movimento]] è però difficile. Masini pensa l'[[anarchismo]] sia male organizzato e culturalmente povero, per questo intreccia nuove relazioni anche con realtà esterne al [[movimento anarchico]] nella speranza che possano maturare nuove idee e proposte che tolgano l'[[anarchismo]] dall'emarginazione. Insieme a Carlo Doglio redige il periodico «Gioventù anarchica», suscitando l'interesse di personaggi teoricamente distanti dall'[[anarchismo]] come [[Ferdinando Tartaglia]] e [[Aldo Capitini]] (del Movimento di religione), del [[stampa libertaria|periodico]] di Bergamo «La Cittadella» e di vari gruppuscoli comunisti di [[Lev Trotzkij|area trotzkista]].
La convivenza con il [[movimento anarchico|movimento]] è però difficile. Masini pensa l'[[anarchismo]] sia male organizzato e culturalmente povero, per questo intreccia nuove relazioni anche con realtà esterne al [[movimento anarchico]] nella speranza che possano maturare nuove idee e proposte che tolgano l'[[anarchismo]] dall'emarginazione. Insieme a Carlo Doglio redige il periodico «Gioventù anarchica», suscitando l'interesse di personaggi teoricamente distanti dall'[[anarchismo]] come [[Ferdinando Tartaglia]] e [[Aldo Capitini]] (del Movimento di religione), del [[stampa libertaria|periodico]] di Bergamo «La Cittadella» e di vari gruppuscoli comunisti di [[Lev Trotzkij|area trotzkista]].


Nel frattempo all'interno della [[Federazione Anarchica Italiana|FAI]] si occupa della Commissione antimilitarista e collabora attivamente con «[[Umanità Nova]]» e «[[Volontà]]» (1947-1949). Intorno a lui si muovono una serie di militanti molto giovani [[Sirio Del Nista]], [[Arrigo Cervetto]], [[Lorenzo Parodi]], [[Aldo Vinazza]], [[Renzo Sbricioli]] e altri che si scontrano continuamente con l'ala più tradizionalista, in particolare ciò accadrà durante il Congresso di Livorno ([[13 aprile|13]]-[[25 aprile]] [[1949]]) e di Ancona ([[8 dicembre|8]]-[[10 dicembre]] [[1950]]). L'idea di Masini è quella di costituire un movimento libertario incline all'[[internazionalismo]] e strettamente relazionato con i movimenti sociali più affini, specie quelli operanti nell'ambito operistico e [[sindacalismo|sindacalistico]] in genere. Quest'idea di movimento anarchico lo porterà a fondare il [[stampa libertaria|periodico]] «L'Impulso» e i [[Gruppi Anarchici di Azione Proletaria]] ([[GAAP]]). Masini scrive anche le tesi ''Sulla liquidazione dello Stato come apparato di classe'', che vengono presentate nella [[Convegno di Pontedecimo (Genova, 1951)|conferenza nazionale di Pontedecimo]] (Genova) del [[24 aprile|24]]-[[25 febbraio]] [[1951]] (date ufficiali che sanciscono la nascita dei GAAP).
Nel frattempo all'interno della [[Federazione Anarchica Italiana|FAI]] si occupa della Commissione antimilitarista e collabora attivamente con «[[Umanità Nova]]» e «[[Volontà]]» ([[1947]]-[[1949]]). Intorno a lui si muovono una serie di militanti molto giovani - [[Sirio Del Nista]], [[Arrigo Cervetto]], [[Lorenzo Parodi]], [[Aldo Vinazza]], [[Renzo Sbricioli]] e altri - che si scontrano continuamente con l'ala più tradizionalista, in particolare ciò accadrà durante il Congresso di Livorno ([[13 aprile|13]]-[[25 aprile]] [[1949]]) e di Ancona ([[8 dicembre|8]]-[[10 dicembre]] [[1950]]). L'idea di Masini è quella di costituire un movimento libertario incline all'[[internazionalismo]] e strettamente relazionato con i movimenti sociali più affini, specie quelli operanti nell'ambito operistico e [[sindacalismo|sindacalistico]] in genere. Quest'idea di movimento anarchico lo porterà a fondare il [[stampa libertaria|periodico]] «L'Impulso» e i [[Gruppi Anarchici di Azione Proletaria]] ([[GAAP]]). Masini scrive anche le tesi ''Sulla liquidazione dello Stato come apparato di classe'', che vengono presentate nella [[Convegno di Pontedecimo (Genova, [[1951]])|conferenza nazionale di Pontedecimo]] (Genova) del [[24 aprile|24]]-[[25 febbraio]] [[1951]] (date ufficiali che sanciscono la nascita dei GAAP).


===L'uscita dal movimento anarchico===
===L'uscita dal movimento anarchico===
La nascita dei [[GAAP]] segna però un graduale distacco di Masini dalle posizioni anarchiche per indirizzarsi verso quelle [[socialismo|socialiste]].
La nascita dei [[GAAP]] segna però un graduale distacco di Masini dalle posizioni anarchiche per indirizzarsi verso quelle [[socialismo|socialiste]].


Per diffondere le sue idee utilizza principalmente la parola scritta: in ogni suo testo invita gli [[anarchici]] ad uscire da posizioni obsolete che fanno passare per il [[movimento anarchico|movimento]] come preistorico o addirittura folcloristico. Si interessa e studia in particolare il movimento operaistico, collabora con la rivista «Movimento operaio» di Gianni Bosio e con gli anarchici [[Gino Cerrito]] e [[Ugo Fedeli]] (quasi a voler sintetizzare le vecchie idee anarchiche con quelle moderne). Purtroppo i [[GAAP]] lentamente si spostano verso idee sempre più [[marxismo|marxiste]], fino a quando confluirà in [[Azione comunista]] (confederazione di piccole organizzazioni comuniste di stampo trotzikysta, bordighista ecc.), che quantomeno avrà il merito (1956-1958) di rappresentare l'ala [[internazionalista]] e antistalinista della sinistra extraparlamentare. Inoltre con il [[comunismo|comunista]] [[Giulio Seniga]] Masini stringe amicizia e collaborazione che sfocerà nella nascita della casa editrice Azione comune.
Per diffondere le sue idee utilizza principalmente la parola scritta: in ogni suo testo invita gli [[anarchici]] ad uscire da posizioni obsolete che fanno passare per il [[movimento anarchico|movimento]] come preistorico o addirittura folcloristico. Si interessa e studia in particolare il movimento operaistico, collabora con la rivista «Movimento operaio» di Gianni Bosio e con gli anarchici [[Gino Cerrito]] e [[Ugo Fedeli]] (quasi a voler sintetizzare le vecchie idee anarchiche con quelle moderne). Purtroppo i [[GAAP]] lentamente si spostano verso idee sempre più [[marxismo|marxiste]], fino a quando confluirà in [[Azione comunista]] (confederazione di piccole organizzazioni comuniste di stampo trotzikysta, bordighista ecc.), che quantomeno avrà il merito ([[1956]]-[[1958]]) di rappresentare l'ala [[internazionalista]] e antistalinista della sinistra extraparlamentare. Inoltre con il [[comunismo|comunista]] [[Giulio Seniga]] Masini stringe amicizia e collaborazione che sfocerà nella nascita della casa editrice Azione comune.


==== Masini, un anarchico dentro il Partito Socialista ====
==== Masini, un anarchico dentro il Partito Socialista ====


Alla fine, dopo lo scioglimento dei [[GAAP]] e il prevalere in [[Azione comunista]] delle tendenze leniniste e settarie, Masini prima pubblica ''La corrente di sinistra vista da sinistra'' e ''Una classe un partito'' e poi confluisce nel Partito Socialista (fine 1958-inizio 1959) abbandonando il [[movimento anarchico]]. In queste documenti Masini sostiene la necessità di costituire una corrente libertaria e [[internazionalismo|internazionalista]] all'interno del PSI in modo da allontanare i proletari dalle derive autoritarie [[marxismo|marxiste]] e riportare il [[socialismo]] a quella che egli riteneva fosse la sua vera vocazione: il movimento nato con la [[Prima Internazionale]].  
Alla fine, dopo lo scioglimento dei [[GAAP]] e il prevalere in [[Azione comunista]] delle tendenze leniniste e settarie, Masini prima pubblica ''La corrente di sinistra vista da sinistra'' e ''Una classe un partito'' e poi confluisce nel Partito Socialista (fine [[1958]] - inizio [[1959]]) abbandonando il [[movimento anarchico]]. In queste documenti Masini sostiene la necessità di costituire una corrente libertaria e [[internazionalismo|internazionalista]] all'interno del PSI in modo da allontanare i proletari dalle derive autoritarie [[marxismo|marxiste]] e riportare il [[socialismo]] a quella che egli riteneva fosse la sua vera vocazione: il movimento nato con la [[Prima Internazionale]].  


Stringe amicizia con esponenti socialisti a lui affini [[Giorgio Galli]], [[Stefano Merli]], [[Gaetano Arfè]], [[Giuseppe Favarelli]] (riformista di [[Proudhon|stampo proudhoniano]]) - e si butta con passione nella ricerca storica, riportando alla luce le tradizioni laiche, anticlericali, libertarie e federaliste del primo [[socialismo]] italiano. Riscopre inoltre figure importanti del movimento operaio come [[Arcangelo Ghisleri]], su cui pubblica ''Carteggi di Arcangelo Ghisleri: 1875-1890'' (ed. Feltrinelli) e ''La biblioteca Ghisleri'', la cui stesura lo porta alla scoperta di interessanti documenti su [[Antonio Labriola]] e [[Silvio Spaventa]]. Masini riesce anche a risalire all'unica figlia di Ghisleri, Elvezia, che subito gli mette a disposizione la ricchissima biblioteca\emeroteca del padre.  
Stringe amicizia con esponenti socialisti a lui affini - [[Giorgio Galli]], [[Stefano Merli]], [[Gaetano Arfè]], [[Giuseppe Favarelli]] (riformista di [[Proudhon|stampo proudhoniano]]) - e si butta con passione nella ricerca storica, riportando alla luce le tradizioni laiche, anticlericali, libertarie e federaliste del primo [[socialismo]] italiano. Riscopre inoltre figure importanti del movimento operaio come [[Arcangelo Ghisleri]], su cui pubblica ''Carteggi di Arcangelo Ghisleri: 1875-1890'' (ed. Feltrinelli) e ''La biblioteca Ghisleri'', la cui stesura lo porta alla scoperta di interessanti documenti su [[Antonio Labriola]] e [[Silvio Spaventa]]. Masini riesce anche a risalire all'unica figlia di Ghisleri, Elvezia, che subito gli mette a disposizione la ricchissima biblioteca\emeroteca del padre.  


All'interno del partito assume sempre una posizione critica e non ne fa mistero in numerosi articoli pubblicati su «Critica Sociale» e «l'Avanti!», in cui contesta l'opportunismo, il ministerialismo e il conformismo politico-sociale di molti socialisti. In fondo si sente sempre un anarchico e per questo rifiuta cariche e candidature di qualsiasi tipo. Anche quando poi decide di passare al PSDI – dove militerà dal [[1969]] al [[1992]] – l'unico incarico che ricopre è quello di segretario provinciale di Bergamo. Egli si sentirà sempre un [[socialista]] che riassume in sé la sintesi tra l'anima riformista e quella rivoluzionaria:
All'interno del partito assume sempre una posizione critica e non ne fa mistero in numerosi articoli pubblicati su «Critica Sociale» e «l'Avanti!», in cui contesta l'opportunismo, il ministerialismo e il conformismo politico-sociale di molti socialisti. In fondo si sente sempre un anarchico e per questo rifiuta cariche e candidature di qualsiasi tipo. Anche quando poi decide di passare al PSDI – dove militerà dal [[1969]] al [[1992]] – l'unico incarico che ricopre è quello di segretario provinciale di Bergamo. Egli si sentirà sempre un [[socialista]] che riassume in sé la sintesi tra l'anima riformista e quella rivoluzionaria:
:«L'avanguardia dell'autonomismo deve essere molto aperta e integrare le correnti autoctone del socialismo italiano, che sono essenzialmente due e che, entrambe, riflettono non contraddittoriamente le tendenze di fondo del movimento operaio in Italia nel corso di tutta la sua storia: la tendenza riformista e la tendenza rivoluzionaria. Bisogna fondere queste due tendenze in un socialismo umanista e classista, democratico e libertario, federalista e internazionalista, ed assumerne la rappresentanza unitaria. [...] Nel nostro socialismo ci sono Turati e Trampolini, ma ci sono gli [[Eresia | eretici]] Merlino e Salvemini, ci sono i riformisti riformatori delle cooperative ma ci sono gli organizzatori del sindacalismo rivoluzionario (quello non degenerato), c'è Matteotti e insieme c'è anche Rosselli, senza contraddizione.» <ref>Scritto di Masini del 1961</ref>
:«L'avanguardia dell'autonomismo deve essere molto aperta e integrare le correnti autoctone del socialismo italiano, che sono essenzialmente due e che, entrambe, riflettono non contraddittoriamente le tendenze di fondo del movimento operaio in Italia nel corso di tutta la sua storia: la tendenza riformista e la tendenza rivoluzionaria. Bisogna fondere queste due tendenze in un socialismo umanista e classista, democratico e libertario, federalista e internazionalista, ed assumerne la rappresentanza unitaria. [...] Nel nostro socialismo ci sono Turati e Trampolini, ma ci sono gli [[Eresia | eretici]] Merlino e Salvemini, ci sono i riformisti riformatori delle cooperative ma ci sono gli organizzatori del sindacalismo rivoluzionario (quello non degenerato), c'è Matteotti e insieme c'è anche Rosselli, senza contraddizione». <ref>Scritto di Masini del [[1961]].</ref>


===La ricerca storica===
===La ricerca storica===


La grande passione di Masini è da sempre la ricerca storica: s'era laureato in Scienze politiche nel [[1946]] e immediatamente s'era dedicato ad intense ricerche sull'[[anarchismo]]; negli anni di collaborazione con «[[Umanità Nova]]» (1948-1950) e con «Il Libertario» (1950-52) compariva sempre almeno un articolo a carattere storico o letterario, spesso firmati con lo pseudonimo de ''l'archivista''.  
La grande passione di Masini è da sempre la ricerca storica: s'era laureato in Scienze politiche nel [[1946]] e immediatamente s'era dedicato ad intense ricerche sull'[[anarchismo]]; negli anni di collaborazione con «[[Umanità Nova]]» ([[1948]]-[[1950]]) e con «Il Libertario» ([[1950]]-[[1952]]) compariva sempre almeno un articolo a carattere storico o letterario, spesso firmati con lo pseudonimo de ''l'archivista''.  


Tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60 Masini continua le sue collaborazioni con [[stampa anarchica|riviste]] socialiste, inoltre escono i suoi primi lavori monografici: ''Gli internazionalisti'', ''La Banda del Matese, 1876-1878'' (tutti pubblicati nel [[1958]] dalla casa editrice Avanti!); gli scritti di [[Bakunin]] e poi ''La Federazione Italiana dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori.Atti ufficiali 1871-1880'' ([[1963]], edizioni Avanti!). Masini vorrebbe anche pubblicare una parte delle opere di [[Bakunin]], ispirandosi al lavoro svolto in Olanda da [[Arthur Lenhing]], con cui è in buoni rapporti, ma non trova la disponibilità delle case editrici. Sceglie allora di pubblicarli lui stesso, visto che all'epoca nessuna casa editrice nota pubblicava testi sull'[[anarchismo]] e le uniche che lo facevano erano quelle di movimento (Antistato, La Fiaccola e la Libreria della [[FAI]]).  
Tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60 Masini continua le sue collaborazioni con [[stampa anarchica|riviste]] socialiste, inoltre escono i suoi primi lavori monografici: ''Gli internazionalisti'', ''La Banda del Matese, 1876-1878'' (tutti pubblicati nel [[1958]] dalla casa editrice Avanti!); gli scritti di [[Bakunin]] e poi ''La Federazione Italiana dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori.Atti ufficiali 1871-1880'' ([[1963]], Edizioni Avanti!). Masini vorrebbe anche pubblicare una parte delle opere di [[Bakunin]], ispirandosi al lavoro svolto in Olanda da [[Arthur Lenhing]], con cui è in buoni rapporti, ma non trova la disponibilità delle case editrici. Sceglie allora di pubblicarli lui stesso, visto che all'epoca nessuna casa editrice nota pubblicava testi sull'[[anarchismo]] e le uniche che lo facevano erano quelle di movimento (Antistato, La Fiaccola e la Libreria della [[FAI]]).  


Si tratta di opere che inseriscono [[Bakunin]] nell'ambito del primo socialismo italiano, ricollegandosi al lavoro di [[Nello Rosselli]] (''Mazzini e Bakunin. Dodici anni di movimento operaio in Italia 1860-1872'', 1927) e [[Max Nettlau]] (''Bakunin e l'Internazionale in Italia dal 1864 al 1872'', 1928), e in antitesi agli scritti di Aldo Romano <ref>Aldo Romano, storico marxista italiano</ref>. Masini intende «collocare Bakunin nella prospettiva storica, a vedere la sua posizione attraverso il prisma dei grandi problemi che travagliano la nostra epoca (socialismo e democrazia, nazionalismo e internazionalismo, clericalismo e laicità), a confrontare il presente con il passato nella scia lasciata dalla sua ardente esperienza politica».  
Si tratta di opere che inseriscono [[Bakunin]] nell'ambito del primo socialismo italiano, ricollegandosi al lavoro di [[Nello Rosselli]] (''Mazzini e Bakunin. Dodici anni di movimento operaio in Italia 1860-1872'', [[1927]]) e [[Max Nettlau]] (''Bakunin e l'Internazionale in Italia dal 1864 al 1872'', [[1928]]), e in antitesi agli scritti di Aldo Romano. <ref>Aldo Romano, storico marxista italiano.</ref> Masini intende «collocare Bakunin nella prospettiva storica, a vedere la sua posizione attraverso il prisma dei grandi problemi che travagliano la nostra epoca (socialismo e democrazia, nazionalismo e internazionalismo, clericalismo e laicità), a confrontare il presente con il passato nella scia lasciata dalla sua ardente esperienza politica».  


La collaborazione di Masini con la casa editrice [[Azione comune]] porta alla pubblicazione di molti testi anarchici e socialisti ai più sconosciuti. Infatti, a parte il testo del [[1959]] ''Il Socialismo anarchico in Italia'' (di Enzo Santarelli), in quel periodo in [[Italia]] non si trova pubblicato nessun altro libro di matrice anarchica e bisognerà aspettare una decina d'anni per far sì che alcune case editrici comincino a pubblicare dei testi anarchici.  Nel [[1962]] Masini cura e pubblica la prima edizione di ''Rosa Luxemburg, Centralismo e democrazia (Replica a Lenin)''; nel [[1966]] pubblica l'opera di [[Camillo Berneri|Berneri]], ''Mussolini, psicologia di un dittatore''. Nel frattempo Masini aderisce ad un comitato <ref>Al comitato antistalinista aderiscono Giulio Seniga, Ignazio Silone, Onorato Damen, Giuseppe Faravelli, Renato Mieli, Barbara Tresso e tanti altri</ref> che denuncia i crimini dello [[stalinismo]] compiuti contro altri [[comunismo|comunisti]] stessi e che sfocerà nella pubblicazione, sempre ad opera di [[Azione comunista]], del volume di Guelfo Zaccaria ''200 comunisti italiani tra le vittime dello stalinismo''.  
La collaborazione di Masini con la casa editrice [[Azione comune]] porta alla pubblicazione di molti testi anarchici e socialisti ai più sconosciuti. Infatti, a parte il testo del [[1959]] ''Il Socialismo anarchico in Italia'' (di Enzo Santarelli), in quel periodo in [[Italia]] non si trova pubblicato nessun altro libro di matrice anarchica e bisognerà aspettare una decina d'anni per far sì che alcune case editrici comincino a pubblicare dei testi anarchici.  Nel [[1962]] Masini cura e pubblica la prima edizione di ''Rosa Luxemburg, Centralismo e democrazia (Replica a Lenin)''; nel [[1966]] pubblica l'opera di [[Camillo Berneri|Berneri]], ''Mussolini, psicologia di un dittatore''. Nel frattempo Masini aderisce ad un comitato <ref>Al comitato antistalinista aderiscono Giulio Seniga, Ignazio Silone, Onorato Damen, Giuseppe Faravelli, Renato Mieli, Barbara Tresso e tanti altri.</ref> che denuncia i crimini dello [[stalinismo]] compiuti contro altri [[comunismo|comunisti]] stessi e che sfocerà nella pubblicazione, sempre ad opera di [[Azione comunista]], del volume di Guelfo Zaccaria ''200 comunisti italiani tra le vittime dello stalinismo''.  


Per celebrare il centenario della [[Prima Internazionale]] Pier Carlo Masini si attiva in una serie di iniziative: partecipa al convegno di Firenze su ''Il movimento operaio e socialista. Bilancio storiografico e problemi storici (18-20 gennaio 1963)'' e ''La Prima Internazionale in Italia''. Fondamentali per l'[[anarchismo]] e la sua storia sono anche i volumi ''Storia degli anarchici italiani. Da Bakunin a Malatesta (1862-1892)'' (1969), la biografia di ''Cafiero'' (1974) e la ''Storia degli anarchici nell'epoca degli attentati'' (1981), pubblicati tutti dalla casa editrice Rizzoli di Milano. Masini partecipa a molti convegni storici (anarchici e no), tra cui ''Anarchici e anarchia nel mondo contemporaneo'' (Torino, 1969) e quello sul centenario della morte di [[Bakunin]] (Venezia, 1976).
Per celebrare il centenario della [[Prima Internazionale]] Pier Carlo Masini si attiva in una serie di iniziative: partecipa al convegno di Firenze su ''Il movimento operaio e socialista. Bilancio storiografico e problemi storici (18-20 gennaio [[1963]])'' e ''La Prima Internazionale in Italia''. Fondamentali per l'[[anarchismo]] e la sua storia sono anche i volumi ''Storia degli anarchici italiani. Da Bakunin a Malatesta (1862-1892)'' ([[1969]]), la biografia di ''Cafiero'' ([[1974]]) e la ''Storia degli anarchici nell'epoca degli attentati'' ([[1981]]), pubblicati tutti dalla casa editrice Rizzoli di Milano. Masini partecipa a molti convegni storici (anarchici e no), tra cui ''Anarchici e anarchia nel mondo contemporaneo'' (Torino, [[1969]]) e quello sul centenario della morte di [[Bakunin]] (Venezia, [[1976]]).


===Impegno culturale e libertario===
===Impegno culturale e libertario===
Nel [[1969]] Masini fonda a Bergamo la ''Biblioteca Max Nettalu'' e si schiera contro la [[repressione]] del [[movimento anarchico]] dopo la [[strage di piazza Fontana]] e l'assassinio dell'anarchico [[Giuseppe Pinelli|Pinelli]], in merito alla cui morte pubblicherà su «Critica sociale» un editoriale intitolato ''Il diciassettesimo'' ([[5 gennaio]] [[1970]]).
Nel [[1969]] Masini fonda a Bergamo la ''Biblioteca Max Nettalu'' e si schiera contro la [[repressione]] del [[movimento anarchico]] dopo la [[strage di piazza Fontana]] e l'assassinio dell'anarchico [[Giuseppe Pinelli|Pinelli]], in merito alla cui morte pubblicherà su «Critica sociale» un editoriale intitolato ''Il diciassettesimo'' ([[5 gennaio]] [[1970]]).


Dal [[1977]] al [[1983]] collabora con «Il Giornale» di [[Indro Montanelli|Montanelli]], per cui redige una rubrica intitolata ''Le parole e la loro storia'' proponendo una serie di articoli sulla storia e il significato di alcune parole-chiave del '900: da «egemonia» ad «anarchia», da «ideologia» a «imperialismo», da «fascismo» a «pacifismo», da «socialismo liberale» a «centralismo democratico» <ref>Questi articoli si trovano raccolti in un volume a cura della Biblioteca Franco Serantini di Pisa: ''Le parole del Novecento''</ref>.
Dal [[1977]] al [[1983]] collabora con «Il Giornale» di Montanelli, per cui redige una rubrica intitolata ''Le parole e la loro storia'' proponendo una serie di articoli sulla storia e il significato di alcune parole-chiave del '900: da «egemonia» ad «anarchia», da «ideologia» a «imperialismo», da «fascismo» a «pacifismo», da «socialismo liberale» a «centralismo democratico». <ref>Questi articoli si trovano raccolti in un volume a cura della [[Biblioteca Franco Serantini]] di Pisa: ''Le parole del Novecento''.</ref>


Nel [[1978]] escono i volumi ''Poeti della rivolta, da Carducci a Lucini'' ed ''Eresia dell'ottocento. Alle sorgenti laiche, umaniste e libertarie della democrazia italiana''. Prima della sua morte, avvenuta a Firenze il [[19 ottobre]] [[1998]], Masini prodegue il suo impegno culturale e si dedica a studi su Manzoni, Alfieri e Porta, non trascurando mai della questione anarchica che lo porta nel [[1993]] a partecipare alla fondazione della «Rivista storica dell'anarchismo».
Nel [[1978]] escono i volumi ''Poeti della rivolta, da Carducci a Lucini'' ed ''Eresia dell'ottocento. Alle sorgenti laiche, umaniste e libertarie della democrazia italiana''. Prima della sua morte, avvenuta a Firenze il [[19 ottobre]] [[1998]], Masini prodegue il suo impegno culturale e si dedica a studi su Manzoni, Alfieri e Porta, non trascurando mai la questione anarchica, che lo porta nel [[1993]] a partecipare alla fondazione della «Rivista storica dell'anarchismo».


==Note==
==Note==
Riga 56: Riga 56:
*''Gli internazionalisti e la Banda del Matese, 1876-1878'', Milano-Roma 1958  
*''Gli internazionalisti e la Banda del Matese, 1876-1878'', Milano-Roma 1958  
*''La Federazione Italiana dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori. Atti ufficiali 1871-1880 (atti congressuali; indirizzi, proclami, manifesti)'' (a cura di), Milano, Edizioni Avanti!, 1963
*''La Federazione Italiana dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori. Atti ufficiali 1871-1880 (atti congressuali; indirizzi, proclami, manifesti)'' (a cura di), Milano, Edizioni Avanti!, 1963
*''[https://issuu.com/kartenzi/docs/pier_carlo_masini_-_storia_degli_an Storia degli anarchici italiani. Da Bakunin a Malatesta (1862-1892)]'', Milano, 1969
*''[https://archive.org/details/PierCarloMasiniStoriaDegliAnarchiciItalianiDaBakuninAMalatestaBLISS/mode/2up Storia degli anarchici italiani. Da Bakunin a Malatesta (1862-1892)]'', Milano, 1969
*''Cafiero'', Milano, 1974
*''Cafiero'', Milano, 1974
*''Eresie dell'Ottocento. Alle sorgenti laiche, umaniste e libertarie della democrazia italiana'', Milano, 1978
*''Eresie dell'Ottocento. Alle sorgenti laiche, umaniste e libertarie della democrazia italiana'', Milano, 1978
Riga 66: Riga 66:
*''Porta'', Pisa, 1997
*''Porta'', Pisa, 1997
*''Mussolini. La maschera del dittatore'', Pisa, 1999
*''Mussolini. La maschera del dittatore'', Pisa, 1999
*''Storia degli anarchici italiani da Bakunin a Berneri'', Pisa, 2023
*''Storia degli anarchici italiani da Bakunin a Berneri'', Pisa, 2023 (a cura di F. Bertolucci e G. Mangini)


===Opere e scritti su Masini===
===Opere e scritti su Masini===
64 364

contributi