Pensiero e Dinamite / La Croce di Savoia: differenze tra le versioni

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'''''Pensiero e Dinamite''''' ([[18 luglio|18]]-[[28 luglio]] [[1891]]) poi '''''La Croce di Savoia''''' ([[9 agosto|9]]-[[31 agosto]] [[1891]]) è stato un periodico fondato da [[Paolo Schicchi]] a Ginevra ([[Svizzera)]].
'''''Pensiero e Dinamite''''' ([[18 luglio|18]]-[[28 luglio]] [[1891]]) poi '''''La Croce di Savoia''''' ([[9 agosto|9]]-[[31 agosto]] [[1891]]) è stato un periodico fondato da [[Paolo Schicchi]] a Ginevra ([[Svizzera)]].


=== Storia ===
== Storia ==
Quando nel luglio del [[1891]] l'anarchico siciliano [[Paolo Schicchi]], allora rifugiato a Ginevra, diede vita al periodico '''''Pensiero e Dinamite''''' (motto: ''Il Pensiero per sollevare i Deboli. La Dinamite per abbattere i Potenti.''), erano ancora particolarmente vivaci le polemiche suscitate dalle deliberazioni scaturite dal [[Congresso di Capolago]] del [[5 gennaio|5]]-[[6 gennaio]] di quell'anno. In particolare, la costituzione del «[[Partito socialista anarchico rivoluzionario]]», aveva sollevato malumori e dissensi fra i partigiani dell'azione individuale e della [[propaganda col fatto]], che in esso vollero scorgere un tentativo di limitazione all'iniziativa del singolo ed i germi di una involuzione autoritaria dell'[[anarchismo]]; ma dissensi e polemiche non erano, più genericamente, mancati nei confronti della rielaborazione ideologica e tattica e del nuovo indirizzo programmatico, emersi dal dibattito congressuale.
Quando nel luglio del [[1891]] l'anarchico siciliano [[Paolo Schicchi]], allora rifugiato a Ginevra, diede vita al periodico '''''Pensiero e Dinamite''''' (motto: ''Il Pensiero per sollevare i Deboli. La Dinamite per abbattere i Potenti.''), erano ancora particolarmente vivaci le polemiche suscitate dalle deliberazioni scaturite dal [[Congresso di Capolago]] del [[5 gennaio|5]]-[[6 gennaio]] di quell'anno. In particolare, la costituzione del «[[Partito socialista anarchico rivoluzionario]]», aveva sollevato malumori e dissensi fra i partigiani dell'azione individuale e della [[propaganda col fatto]], che in esso vollero scorgere un tentativo di limitazione all'iniziativa del singolo ed i germi di una involuzione autoritaria dell'[[anarchismo]]; ma dissensi e polemiche non erano, più genericamente, mancati nei confronti della rielaborazione ideologica e tattica e del nuovo indirizzo programmatico, emersi dal dibattito congressuale.


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L'istanza venne accolta dalle autorità federali e [[Schicchi]], colpito da decreto di espulsione, dovette riparare in [[Francia]], quando era già pressoché ultimata la composizione del quinto numero del giornale (che doveva recare la data [[31 agosto]] [[1891]]. <ref>Di quest'ultimo numero, sequestrato in tipografia, si è conservata solo copia, in «bozza di stampa», nel ''Personal-dossier'' di [[Schicchi]] al Bundesarchiv di Berna.</ref> In prima pagina, accanto al «sunto d'un appello che il partito dei giovani socialisti tedeschi scrisse contro l'autoritarismo e le mistificazioni sempre crescenti dei vecchi caporioni legalitari Bebel, Liebknecht, Singer compagni» (''Rantoli legalitari'', firmato «Allemand»), vi era dato risalto a una lettera di [[Pietro Gori]], da questi inviata alla «redazione de ''La Croce di Savoia''», per rispondere agli attacchi del «fegatoso anonimo» che in una corrispondenza da Milano, pubblicata sul numero 3 dell'[[8 agosto]], lo aveva tacciato di «togato borghese, cammuffato da [[anarchico]] onesto». Alle rimostranze di [[Pietro Gori|Gori]] faceva seguito una lunga ''Risposta della redazione'', in cui [[Schicchi]], dopo essersi dichiarato autore della corrispondenza incriminata - stesa personalmente, vi è detto, «periodo per periodo, parola per parola», in seguito a confidenze ricevute «parlando familiarmente con un compagno» - ribadiva i concetti che vi erano espressi, aprendo così una polemica che non potè avere luogo per la forzata cessazione del giornale.
L'istanza venne accolta dalle autorità federali e [[Schicchi]], colpito da decreto di espulsione, dovette riparare in [[Francia]], quando era già pressoché ultimata la composizione del quinto numero del giornale (che doveva recare la data [[31 agosto]] [[1891]]. <ref>Di quest'ultimo numero, sequestrato in tipografia, si è conservata solo copia, in «bozza di stampa», nel ''Personal-dossier'' di [[Schicchi]] al Bundesarchiv di Berna.</ref> In prima pagina, accanto al «sunto d'un appello che il partito dei giovani socialisti tedeschi scrisse contro l'autoritarismo e le mistificazioni sempre crescenti dei vecchi caporioni legalitari Bebel, Liebknecht, Singer compagni» (''Rantoli legalitari'', firmato «Allemand»), vi era dato risalto a una lettera di [[Pietro Gori]], da questi inviata alla «redazione de ''La Croce di Savoia''», per rispondere agli attacchi del «fegatoso anonimo» che in una corrispondenza da Milano, pubblicata sul numero 3 dell'[[8 agosto]], lo aveva tacciato di «togato borghese, cammuffato da [[anarchico]] onesto». Alle rimostranze di [[Pietro Gori|Gori]] faceva seguito una lunga ''Risposta della redazione'', in cui [[Schicchi]], dopo essersi dichiarato autore della corrispondenza incriminata - stesa personalmente, vi è detto, «periodo per periodo, parola per parola», in seguito a confidenze ricevute «parlando familiarmente con un compagno» - ribadiva i concetti che vi erano espressi, aprendo così una polemica che non potè avere luogo per la forzata cessazione del giornale.
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