Pensiero e Dinamite / La Croce di Savoia: differenze tra le versioni

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L'istanza venne accolta dalle autorità federali e [[Schicchi]], colpito da decreto di espulsione, dovette riparare in [[Francia]], quando era già pressoché ultimata la composizione del quinto numero del giornale (che doveva recare la data [[31 agosto]] [[1891]]. <ref>Di quest'ultimo numero, sequestrato in tipografia, si è conservata solo copia, in «bozza di stampa», nel ''Personal-dossier'' di [[Schicchi]] al Bundesarchiv di Berna.</ref> In prima pagina, accanto al «sunto d'un appello che il partito dei giovani socialisti tedeschi scrisse contro l'autoritarismo e le mistificazioni sempre crescenti dei vecchi caporioni legalitari Bebel, Liebknecht, Singer compagni» (''Rantoli legalitari'', firmato «Allemand»), vi era dato risalto a una lettera di [[Pietro Gori]], da questi inviata alla «redazione de ''La Croce di Savoia''», per rispondere agli attacchi del «fegatoso anonimo» che in una corrispondenza da Milano, pubblicata sul numero 3 dell'[[8 agosto]], lo aveva tacciato di «togato borghese, cammuffato da [[anarchico]] onesto». Alle rimostranze di [[Pietro Gori|Gori]] faceva seguito una lunga ''Risposta della redazione'', in cui [[Schicchi]], dopo essersi dichiarato autore della corrispondenza incriminata - stesa personalmente, vi è detto, «periodo per periodo, parola per parola», in seguito a confidenze ricevute «parlando familiarmente con un compagno» - ribadiva i concetti che vi erano espressi, aprendo così una polemica che non potè avere luogo per la forzata cessazione del giornale.
L'istanza venne accolta dalle autorità federali e [[Schicchi]], colpito da decreto di espulsione, dovette riparare in [[Francia]], quando era già pressoché ultimata la composizione del quinto numero del giornale (che doveva recare la data [[31 agosto]] [[1891]]. <ref>Di quest'ultimo numero, sequestrato in tipografia, si è conservata solo copia, in «bozza di stampa», nel ''Personal-dossier'' di [[Schicchi]] al Bundesarchiv di Berna.</ref> In prima pagina, accanto al «sunto d'un appello che il partito dei giovani socialisti tedeschi scrisse contro l'autoritarismo e le mistificazioni sempre crescenti dei vecchi caporioni legalitari Bebel, Liebknecht, Singer compagni» (''Rantoli legalitari'', firmato «Allemand»), vi era dato risalto a una lettera di [[Pietro Gori]], da questi inviata alla «redazione de ''La Croce di Savoia''», per rispondere agli attacchi del «fegatoso anonimo» che in una corrispondenza da Milano, pubblicata sul numero 3 dell'[[8 agosto]], lo aveva tacciato di «togato borghese, cammuffato da [[anarchico]] onesto». Alle rimostranze di [[Pietro Gori|Gori]] faceva seguito una lunga ''Risposta della redazione'', in cui [[Schicchi]], dopo essersi dichiarato autore della corrispondenza incriminata - stesa personalmente, vi è detto, «periodo per periodo, parola per parola», in seguito a confidenze ricevute «parlando familiarmente con un compagno» - ribadiva i concetti che vi erano espressi, aprendo così una polemica che non potè avere luogo per la forzata cessazione del giornale.
==Note==
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