Paul Feyerabend: differenze tra le versioni

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:«Non esiste un metodo scientifico che sia il solo ad aprire le vie della conoscenza. Dobbiamo procedere per tentativi con le cose, ora con malvagità, ora con bontà verso di esse, ed avere per loro successivamente equanimità, passione e freddezza. C'è chi parla con le cose come un poliziotto, chi come un confessore, chi come un viandante e un curioso. Ora con simpatia, ora con violenza si caverà qualcosa da esse; c'è chi è portato avanti e fino alla cognizione esatta dalla riverenza per i loro segreti, chi, per altro verso, dall'indiscrezione e dalla furfanteria nello sciogliere questi segreti. Come tutti i conquistatori, gli scopritori, i navigatori, gli avventurieri, noi indagatori abbiamo una moralità temeraria e dobbiamo permettere che in complesso ci prendano per malvagi».</ref>
:«Non esiste un metodo scientifico che sia il solo ad aprire le vie della conoscenza. Dobbiamo procedere per tentativi con le cose, ora con malvagità, ora con bontà verso di esse, ed avere per loro successivamente equanimità, passione e freddezza. C'è chi parla con le cose come un poliziotto, chi come un confessore, chi come un viandante e un curioso. Ora con simpatia, ora con violenza si caverà qualcosa da esse; c'è chi è portato avanti e fino alla cognizione esatta dalla riverenza per i loro segreti, chi, per altro verso, dall'indiscrezione e dalla furfanteria nello sciogliere questi segreti. Come tutti i conquistatori, gli scopritori, i navigatori, gli avventurieri, noi indagatori abbiamo una moralità temeraria e dobbiamo permettere che in complesso ci prendano per malvagi».</ref>
   
   
Il suo pensiero relativistico lo porta a sviluppare la teoria della «varianza del significato», ossia ad affermare che le asserzioni osservative sono dipendenti da quelle teoriche (distinzione invece importantissima per il [[neopositivismo]]). In pratica quindi non esistono dati “oggettivi e neutrali”, poiché essi sono dipendenti dalla teoria entro il quale sono stati inquadrati. Tutto ciò non permette di ritenere valide le metodologie standard attraverso le quali definire la qualità di una teoria rispetto ad un'altra.
Il suo pensiero relativistico lo porta a sviluppare la teoria della «'''varianza del significato'''», ossia ad affermare che le asserzioni osservative sono dipendenti da quelle teoriche (distinzione invece importantissima per il [[neopositivismo]]). In pratica, non esistono dati "oggettivi e neutrali", poiché essi sono dipendenti dalla teoria entro il quale sono stati inquadrati. Tutto ciò non permette di ritenere valide le metodologie standard attraverso le quali definire la qualità di una teoria rispetto ad un'altra.
Feyerabend non offre però un nuovo metodo, bensì vuole convincere «che tutte le metodologie, anche quelle più ovvie, hanno i loro limiti. Il modo migliore per realizzare questo obiettivo consiste nel dimostrare i limiti e anche l'irrazionalità di alcune norme che vengono di solito considerate fondamentali».  
Feyerabend non offre però un nuovo metodo, bensì vuole convincere «che tutte le metodologie, anche quelle più ovvie, hanno i loro limiti. Il modo migliore per realizzare questo obiettivo consiste nel dimostrare i limiti e anche l'irrazionalità di alcune norme che vengono di solito considerate fondamentali».  


'''In questo senso anche l'anarchico non può essere dogmatico e con delle certezze assolute.''' Per lui l'anarchico è:
In questo senso '''anche l'[[anarchico]] non può essere dogmatico e con delle certezze assolute'''. Per lui l'[[anarchico]] è:


: «Un anarchico è come un agente segreto che giochi la partita della Ragione allo scopo di minare l'[[autorità]] della Ragione (della Verità, dell'Onestà, della Giustizia ecc.). [...] L'anarchismo epistemologico differisce sia dallo scetticismo sia dall'anarchismo politico (religioso). Mentre lo scettico considera ogni opinione ugualmente buona, o ugualmente cattiva, o desiste completamente dal dare tali giudizi, l'anarchico epistemologico non ha alcuno scrupolo a difendere anche l'asserzione più trita o più mostruosa. Mentre l'anarchico politico o religioso vuole abolire una certa forma di vita, l'anarchico epistemologico può desiderare di difenderla, poiché egli non ha alcun sentimento eterno di fedeltà, o di avversione, nei confronti di alcuna istituzione o ideologia. Come il [[dadaismo|dadaista]], al quale assomiglia assai di più che non somigli all'anarchico politico, egli "''non soltanto non ha un programma, ma è contro tutti i programmi''", anche se in qualche occasione sarà il più rumoroso fra i difensori dello ''status quo'' o fra i suoi oppositori: "per essere veri dadaisti, si dev'essere antidadaisti"» (Paul Feyerabend, ''Contro il metodo'', Milano, Feltrinelli, 1979, pp. 21-29, 155, 246).
:«Un anarchico è come un agente segreto che giochi la partita della Ragione allo scopo di minare l'[[autorità]] della Ragione (della Verità, dell'Onestà, della Giustizia ecc.). [...] L'anarchismo epistemologico differisce sia dallo scetticismo sia dall'anarchismo politico (religioso). Mentre lo scettico considera ogni opinione ugualmente buona, o ugualmente cattiva, o desiste completamente dal dare tali giudizi, l'anarchico epistemologico non ha alcuno scrupolo a difendere anche l'asserzione più trita o più mostruosa. Mentre l'anarchico politico o religioso vuole abolire una certa forma di vita, l'anarchico epistemologico può desiderare di difenderla, poiché egli non ha alcun sentimento eterno di fedeltà, o di avversione, nei confronti di alcuna istituzione o ideologia. Come il [[dadaismo|dadaista]], al quale assomiglia assai di più che non somigli all'anarchico politico, egli "''non soltanto non ha un programma, ma è contro tutti i programmi''", anche se in qualche occasione sarà il più rumoroso fra i difensori dello ''status quo'' o fra i suoi oppositori: "per essere veri dadaisti, si dev'essere antidadaisti"» (Paul Feyerabend, ''Contro il metodo'', Milano, Feltrinelli, 1979, pp. 21-29, 155, 246).


==Note==
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