Partido Obrero de Unificación Marxista: differenze tra le versioni

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Nonostante il leader del partito [[Andreu Nin]] e altri dirigenti avessero mostrato simpatie per il comandante dell'Armata Rossa, essi in primis e tutto il POUM in generale criticarono la posizione di [[Lev Trockij|Trotzky]] in favore dell'''entrismo'' dei rivoluzionari nei partiti socialisti. Essi inoltre facevano parte del Fronte Popolare, mentre [[Lev Trotskij|Trotzky]] criticava apertamente il fronte antifascista spagnolo e ancor di più criticò la scelta del POUM di entravi a farne parte.
Nonostante il leader del partito [[Andreu Nin]] e altri dirigenti avessero mostrato simpatie per il comandante dell'Armata Rossa, essi in primis e tutto il POUM in generale criticarono la posizione di [[Lev Trockij|Trotzky]] in favore dell'''entrismo'' dei rivoluzionari nei partiti socialisti. Essi inoltre facevano parte del Fronte Popolare, mentre [[Lev Trotskij|Trotzky]] criticava apertamente il fronte antifascista spagnolo e ancor di più criticò la scelta del POUM di entravi a farne parte.


A dimostrazione del fatto che il POUM non potesse in alcun modo esser definito trotzkysta,<ref>Per quanto il PCE tentò di far passare il [[POUM]] come un partito legato a [[Lev Trotskij|Trotzky]], in realtà  tra i repubblicani i trotzkisti erano rappresentati dal Gruppo (o Cellula) ''Le Soviet'' strutturata dall'italiano [[Nicola Di Bartolomeo]] (nome di battaglia Fosco) e dalla ''Sección Bolchevique-Leninista de España'', strutturata nel novembre [[1936]] in Barcellona da Manuel Fernández Grandizo, nome di battaglia G. Munis, considerata la sezione spagnola ufficiale della [[IV Internazionale]] che tentò invano di entrare nel [[POUM]] di Andreas Nin (la tattica dell'"entrismo" era spesso applicata dai trotskisti).</ref> e citando come fonte un [http://www.icl-fi.org/italiano/spo/73/spagnola.html sito web filo trotzkysta], è vero che negli anni '30 Andreu Nin e [[Lev Trockij]] si erano scambiati una fitta corrispondenza, ma proprio da questa si evince le divergenze esistenti tra i due:
A dimostrazione del fatto che il POUM non potesse in alcun modo esser definito trotzkysta, <ref>Per quanto il PCE tentò di far passare il [[POUM]] come un partito legato a [[Lev Trotskij|Trotzky]], in realtà  tra i repubblicani i trotzkisti erano rappresentati dal Gruppo (o Cellula) ''Le Soviet'' strutturata dall'italiano [[Nicola Di Bartolomeo]] (nome di battaglia Fosco) e dalla ''Sección Bolchevique-Leninista de España'', strutturata nel novembre [[1936]] in Barcellona da Manuel Fernández Grandizo, nome di battaglia G. Munis, considerata la sezione spagnola ufficiale della [[IV Internazionale]] che tentò invano di entrare nel [[POUM]] di Andreas Nin (la tattica dell'"entrismo" era spesso applicata dai trotskisti).</ref> e citando come fonte un [http://www.icl-fi.org/italiano/spo/73/spagnola.html sito web filo trotzkysta], è vero che negli anni '30 Andreu Nin e [[Lev Trockij]] si erano scambiati una fitta corrispondenza, ma proprio da questa si evince le divergenze esistenti tra i due:
: «Per diversi anni avevo intrattenuto con lui una corrispondenza abbastanza regolare. Alcune delle mie lettere erano dei veri e propri ‘trattati'a proposito della rivoluzione in atto, nella quale Nin avrebbe potuto e dovuto giocare un ruolo attivo. Penso che le mie lettere a Nin lungo un periodo di due o tre anni formerebbero un volume di varie centinaia di pagine: il che dovrebbe mostrare quanta importanza attribuissi a Nin e ai rapporti amichevoli con lui. Nelle sue risposte, Nin affermò più e più volte il suo accordo in teoria, ma evitò sempre la discussione dei problemi pratici. (...) Ovviamente nessuno è obbligato ad essere un rivoluzionario. Ma Nin era il capo dei bolscevico-leninisti spagnoli e, per questo solo fatto, aveva una seria responsabilità, che ha mancato di assolvere nella pratica, mentre continuava a gettarmi polvere negli occhi”.»
: «Per diversi anni avevo intrattenuto con lui una corrispondenza abbastanza regolare. Alcune delle mie lettere erano dei veri e propri ‘trattati'a proposito della rivoluzione in atto, nella quale Nin avrebbe potuto e dovuto giocare un ruolo attivo. Penso che le mie lettere a Nin lungo un periodo di due o tre anni formerebbero un volume di varie centinaia di pagine: il che dovrebbe mostrare quanta importanza attribuissi a Nin e ai rapporti amichevoli con lui. Nelle sue risposte, Nin affermò più e più volte il suo accordo in teoria, ma evitò sempre la discussione dei problemi pratici. (...) Ovviamente nessuno è obbligato ad essere un rivoluzionario. Ma Nin era il capo dei bolscevico-leninisti spagnoli e, per questo solo fatto, aveva una seria responsabilità, che ha mancato di assolvere nella pratica, mentre continuava a gettarmi polvere negli occhi”.»


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