Paolo Finzi: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
== Biografia ==
Figlio di due ebrei antifascisti e partigiani, Ulisse Finzi, mantovano, e Matilde Bassani, ferrarese, inegnante e pedagogista socialista, arrestata dai fascisti nel [[1942]] perché appartenente al soccorso rosso (parteciperà poi alla Resistenza a Roma in Bandiera Rossa), Finzi diventa un militante anarchico a 17 anni: nel [[1968]], insieme a [[Giuseppe Pinelli]] ed altri fonda lo storico circolo [[Ponte della Ghisolfa]] a Milano ed entra a far parte della [[Croce Nera Anarchica]]. La sera del [[12 dicembre]] [[1969]] viene arrestato dalla polizia nell'ambito delle indagini sulla strage di Piazza Fontana, evento a cui, lui e tutti i militanti del [[Ponte della Ghisolfa|Ponte]], sarebbero poi risultati del tutto estranei, malgrado una campagna politica e mediatica violentissima contro di loro. Nel [[1971]] fonda [[A-Rivista Anarchica]]. Negli anni '80, dopo la liberazione di [[Pietro Valpreda]], ingiustamente accusato della strage del [[1969]], gira con quest'ultimo in lungo e in largo l'Italia in un tour di conferenze. Instancabile, tra l'organizzazione di un numero di A e l'altro, continua a partecipare a iniziative in tutto il Paese. Pedagogia, antiautoritarismo e antimilitarismo, diritti delle minoranze (donne, bambini, detenuti, stranieri) sono i suoi cavalli di battaglia e sono anche i temi di cui scrive (da ricordare anche i suoi studi sulla resistenza anarchica e lo sterminio nazista di rom e sinti: è proprio la sua vicinanza con il popolo rom all'origine di un'amicizia fondamentale nella sua vita, quella con [[Fabrizio De André]] <ref>Finzi ha raccontato che una volta, chiudendo i concerti, De André domandava se tra il pubblico ci fossero anarchici del posto, perché gli sarebbe piaciuto salutarli. Fu così che una sera Finzi stesso bussò alla porta del camerino, non mancando di portare la rivista di cui De André sarebbe diventato un fedele sostenitore</ref>. Nel corso della sua vita Finzi ha fondato o sostenuto la fondazione di varie realtà libertarie, come il [[Centro Studi Libertari / Archivio Giuseppe Pinelli]] e la casa editrice [[Eleuthera]].  
Figlio di due ebrei antifascisti e partigiani, Ulisse Finzi, mantovano, e Matilde Bassani, ferrarese, inegnante e pedagogista socialista, arrestata dai fascisti nel [[1942]] perché appartenente al soccorso rosso (parteciperà poi alla Resistenza a Roma in Bandiera Rossa), Finzi diventa un militante anarchico a 17 anni: nel [[1968]], insieme a [[Giuseppe Pinelli]] ed altri fonda lo storico circolo [[Ponte della Ghisolfa]] a Milano ed entra a far parte della [[Croce Nera Anarchica]]. La sera del [[12 dicembre]] [[1969]] viene arrestato dalla polizia nell'ambito delle indagini sulla strage di Piazza Fontana, evento a cui, lui e tutti i militanti del [[Ponte della Ghisolfa|Ponte]], sarebbero poi risultati del tutto estranei, malgrado una campagna politica e mediatica violentissima contro di loro. Nel [[1971]] fonda [[A-Rivista Anarchica]]. Negli anni '80, dopo la liberazione di [[Pietro Valpreda]], ingiustamente accusato della strage del [[1969]], gira con quest'ultimo in lungo e in largo l'Italia in un tour di conferenze. Instancabile, tra l'organizzazione di un numero di A e l'altro, continua a partecipare a iniziative in tutto il Paese. Pedagogia, antiautoritarismo e antimilitarismo, diritti delle minoranze (donne, bambini, detenuti, stranieri) sono i suoi cavalli di battaglia e sono anche i temi di cui scrive (da ricordare anche i suoi studi sulla resistenza anarchica e lo sterminio nazista di rom e sinti: è proprio la sua vicinanza con il popolo rom all'origine di un'amicizia fondamentale nella sua vita, quella con [[Fabrizio De André|De André]] <ref>Finzi ha raccontato che una volta, chiudendo i concerti, [[Fabrizio De André|De André]] domandava se tra il pubblico ci fossero anarchici del posto, perché gli sarebbe piaciuto salutarli. Fu così che una sera Finzi stesso bussò alla porta del camerino, non mancando di portare la rivista di cui [[Fabrizio De André|De André]] sarebbe diventato un fedele sostenitore</ref>. Nel corso della sua vita Finzi ha fondato o sostenuto la fondazione di varie realtà libertarie, come il [[Centro Studi Libertari / Archivio Giuseppe Pinelli]] e la casa editrice [[Eleuthera]].  


Il [[20 luglio]] [[2020]] presso la stazione di Forlì, Finzi si lascia investire da un treno. La sua redazione lo ricorda così: «Maestro di anarchia, di etica, di dialogo e di confronto, uomo brillante, intelligente, sensibile e gentile. Ci ha insegnato il dubbio e la riflessione, l'ascolto e il rispetto profondo e sincero».
Il [[20 luglio]] [[2020]] presso la stazione di Forlì, Finzi si lascia investire da un treno. La sua redazione lo ricorda così: «Maestro di anarchia, di etica, di dialogo e di confronto, uomo brillante, intelligente, sensibile e gentile. Ci ha insegnato il dubbio e la riflessione, l'ascolto e il rispetto profondo e sincero».


== L'amicizia con De André ==
== L'amicizia con De André ==
Amico di [[Fabrizio De André]] (e Dori Ghezzi) dal [[1974]], è presente nel documentario "Faber" (di Bruno Bigoni e Romano Giuffrida) con un'intervista sui rapporti tra Faber e gli anarchici. Dopo la morte di [[De André]] ha curato la pubblicazione di vari "prodotti" a lui legati. Nel [[2000]] ha curato il dossier ''Signora libertà, signorina anarchia''. Nel [[2001]] ha prodotto il CD + libretto ''Ed avevamo gli occhi troppo belli'', presentato alla stampa (giugno [[2001]]) nel campo-nomadi di via Idro a Milano. Nel [[2004]] ha prodotto il CD + libretto ''Mille papaveri rossi'', raccolta di una quarantina di "cover" realizzata da Marco Pandin (storico collaboratore di [[A - Rivista Anarchica|A/Rivista]]). Nel [[2006]], ha dedicato a [[De André]] e al suo impegno specifico in favore dei rom e dei sinti il DVD + libretto ''A forza di essere vento. Lo sterminio nazista degli Zingari''. Nel [[2018]] pubblica il libro ''Che non ci sono poteri buoni – Il pensiero (anche) anarchico di Fabrizio De André''. Finzi ha partecipato a oltre un centinaio di iniziative pubbliche in memoria di [[De André]].
Amico di [[Fabrizio De André]] (e Dori Ghezzi) dal [[1974]], è presente nel documentario "Faber" (di Bruno Bigoni e Romano Giuffrida) con un'intervista sui rapporti tra Faber e gli anarchici. Dopo la morte di [[Fabrizio De André|De André]] ha curato la pubblicazione di vari "prodotti" a lui legati. Nel [[2000]] ha curato il dossier ''Signora libertà, signorina anarchia''. Nel [[2001]] ha prodotto il CD + libretto ''Ed avevamo gli occhi troppo belli'', presentato alla stampa (giugno [[2001]]) nel campo-nomadi di via Idro a Milano. Nel [[2004]] ha prodotto il CD + libretto ''Mille papaveri rossi'', raccolta di una quarantina di "cover" realizzata da Marco Pandin (storico collaboratore di [[A - Rivista Anarchica|A/Rivista]]). Nel [[2006]], ha dedicato a [[Fabrizio De André|De André]] e al suo impegno specifico in favore dei rom e dei sinti il DVD + libretto ''A forza di essere vento. Lo sterminio nazista degli Zingari''. Nel [[2018]] pubblica il libro ''Che non ci sono poteri buoni – Il pensiero (anche) anarchico di Fabrizio De André''. Finzi ha partecipato a oltre un centinaio di iniziative pubbliche in memoria di [[Fabrizio De André|De André]].


== Note ==  
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