Pagine Libertarie: differenze tra le versioni

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== Storia ==
== Storia ==
[[File:Pagine Libertarie.jpg|thumb|200px|Copertina dell'ultimo numero di "Pagine Libertarie".]]
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Cessate le pubblicazioni di «[[Nichilismo (rivista)|Nichilismo]]», in seguito a sopravvenuti dissensi fra compilatori e collaboratori, relativamente al contenuto ed alla linea programmatica del periodico, lo stesso gruppo redattore dava vita alla rivista [[Pagine Libertarie]]. «Col cambiamento di titolo — si legge nell'articolo di presentazione — non annunciamo alcun nuovo programma. I compilatori di "Pagine Libertarie" sono ancora quelli di "Nichilismo" ed ognuno sa quali siano i loro convincimenti. Essi non sono attaccati al dogma teorico. Considerano l'anarchismo come una filosofia di vita e considerano gli anarchici come degli uomini reali che vivono nella vita d'ogni giorno e perciò composti di bene e di male come tutti gli altri uomini». <ref>Da "Nichilismo" a "Pagine Libertarie", a. I, n. 1, del 16 giu. 1921).</ref>
Cessate le pubblicazioni di «[[Nichilismo (rivista)|Nichilismo]]», in seguito a sopravvenuti dissensi fra compilatori e collaboratori, relativamente al contenuto ed alla linea programmatica del periodico, lo stesso gruppo redattore dava vita alla rivista [[Pagine Libertarie]]. «Col cambiamento di titolo — si legge nell'articolo di presentazione — non annunciamo alcun nuovo programma. I compilatori di "Pagine Libertarie" sono ancora quelli di «[[Nichilismo (rivista)|Nichilismo]]» ed ognuno sa quali siano i loro convincimenti. Essi non sono attaccati al dogma teorico. Considerano l'anarchismo come una filosofia di vita e considerano gli anarchici come degli uomini reali che vivono nella vita d'ogni giorno e perciò composti di bene e di male come tutti gli altri uomini». <ref>Da "Nichilismo" a "Pagine Libertarie", a. I, n. 1, del 16 giu. 1921).</ref>


In realtà, l'impostazione teorica dei due periodici fu sostanzialmente diversa, in conseguenza del progressivo allontanamento del direttore [[Carlo Molaschi]] dall'originaria posizione individualista (giudicata ora "a-rivoluzionaria"), fino all'accettazione del Programma dell'[[UAI|U.A.I.]], di cui sostiene ora la linea politica. Sollecitato da più parti a chiarire la propria posizione («... gli amici insistono, vogliono l'atto di fede, vogliono sapere il perché e il come...» ), [[Carlo Molaschi|Molaschi]] diede infine ragione del suo mutamento d'indirizzo, pubblicando una sorta di memoriale, nel quale tracciava la storia della propria evoluzione interiore e forniva inoltre i motivi che l'avevano indotto ad abbandonare le teorie individualistiche: «Cominciò il mio distacco dagli altri pochi individualisti anarchici che fino allora m'erano stati compagni di fede e di battaglia. II dissidio era nato e s'approfondiva sempre più. Essi rimanevano inerti sulla teoria, io volevo procedere oltre, verso la realtà. Cominciavo a domandarmi se non fosse meglio spogliarsi dell'assoluto, della fredda negazione per frammischiarsi alle masse e tentare l'opera di educazione necessaria per preparare un mondo nuovo. La distruzione pura e semplice era un buon argomento filosofico, ma di fronte alla realtà della vita si frantumava come '’era frantumato il superuomo». <ref>Cfr. ''Dal Superuomo all'Umanità'', a. II, n. 1 (15 genn. 1922), pp. 19-23. Per le idee espresse da ''Pagine Libertarie'', è invece sufficiente: C. Molaschi, ''La "nostra tesi"'', a. I, n. 9 (25 nov. 1921), p. 173 sq.</ref>
In realtà, l'impostazione teorica dei due periodici fu sostanzialmente diversa, in conseguenza del progressivo allontanamento del direttore [[Carlo Molaschi]] dall'originaria posizione individualista (giudicata ora "a-rivoluzionaria"), fino all'accettazione del Programma dell'[[UAI|U.A.I.]], di cui sostiene ora la linea politica. Sollecitato da più parti a chiarire la propria posizione («... gli amici insistono, vogliono l'atto di fede, vogliono sapere il perché e il come...» ), [[Carlo Molaschi|Molaschi]] diede infine ragione del suo mutamento d'indirizzo, pubblicando una sorta di memoriale, nel quale tracciava la storia della propria evoluzione interiore e forniva inoltre i motivi che l'avevano indotto ad abbandonare le teorie individualistiche: «Cominciò il mio distacco dagli altri pochi individualisti anarchici che fino allora m'erano stati compagni di fede e di battaglia. II dissidio era nato e s'approfondiva sempre più. Essi rimanevano inerti sulla teoria, io volevo procedere oltre, verso la realtà. Cominciavo a domandarmi se non fosse meglio spogliarsi dell'assoluto, della fredda negazione per frammischiarsi alle masse e tentare l'opera di educazione necessaria per preparare un mondo nuovo. La distruzione pura e semplice era un buon argomento filosofico, ma di fronte alla realtà della vita si frantumava come '’era frantumato il superuomo». <ref>Cfr. ''Dal Superuomo all'Umanità'', a. II, n. 1 (15 genn. 1922), pp. 19-23. Per le idee espresse da ''Pagine Libertarie'', è invece sufficiente: C. Molaschi, ''La "nostra tesi"'', a. I, n. 9 (25 nov. 1921), p. 173 sq.</ref>
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