Pagine Libertarie: differenze tra le versioni

nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 7: Riga 7:
In realtà, l'impostazione teorica dei due periodici fu sostanzialmente diversa, in conseguenza del progressivo allontanamento del direttore [[Carlo Molaschi]] dall'originaria posizione individualista (giudicata ora "a-rivoluzionaria"), fino all'accettazione del Programma dell'[[UAI|U.A.I.]], di cui sostiene ora la linea politica. Sollecitato da più parti a chiarire la propria posizione («... gli amici insistono, vogliono l'atto di fede, vogliono sapere il perché e il come...» ), C. Molaschi diede infine ragione del suo mutamento d'indirizzo, pubblicando una sorta di memoriale, nel quale tracciava la storia della propria evoluzione interiore e forniva inoltre i motivi che l'avevano indotto ad abbandonare le teorie individualistiche: «Cominciò il mio distacco dagli altri pochi individualisti anarchici che fino allora m'erano stati compagni di fede e di battaglia. II dissidio era nato e s'approfondiva sempre più. Essi rimanevano inerti sulla teoria, io volevo procedere oltre, verso la realtà. Cominciavo a domandarmi se non fosse meglio spogliarsi dell'assoluto, della fredda negazione per frammischiarsi alle masse e tentare l'opera di educazione necessaria per preparare un mondo nuovo. La distruzione pura e semplice era un buon argomento filosofico, ma di fronte alla realtà della vita si frantumava come '’era frantumato il superuomo». <ref>Cf. ''Dal Superuomo all'Umanità'', a. II, n. 1 (15 genn. 1922), pp. 19-23. Per le idee espresse da ''Pagine Libertarie'', è invece sufficiente: C. Molaschi, ''La "nostra tesi"'', a. I, n. 9 (25 nov. 1921), p. 173 sq.</ref>
In realtà, l'impostazione teorica dei due periodici fu sostanzialmente diversa, in conseguenza del progressivo allontanamento del direttore [[Carlo Molaschi]] dall'originaria posizione individualista (giudicata ora "a-rivoluzionaria"), fino all'accettazione del Programma dell'[[UAI|U.A.I.]], di cui sostiene ora la linea politica. Sollecitato da più parti a chiarire la propria posizione («... gli amici insistono, vogliono l'atto di fede, vogliono sapere il perché e il come...» ), C. Molaschi diede infine ragione del suo mutamento d'indirizzo, pubblicando una sorta di memoriale, nel quale tracciava la storia della propria evoluzione interiore e forniva inoltre i motivi che l'avevano indotto ad abbandonare le teorie individualistiche: «Cominciò il mio distacco dagli altri pochi individualisti anarchici che fino allora m'erano stati compagni di fede e di battaglia. II dissidio era nato e s'approfondiva sempre più. Essi rimanevano inerti sulla teoria, io volevo procedere oltre, verso la realtà. Cominciavo a domandarmi se non fosse meglio spogliarsi dell'assoluto, della fredda negazione per frammischiarsi alle masse e tentare l'opera di educazione necessaria per preparare un mondo nuovo. La distruzione pura e semplice era un buon argomento filosofico, ma di fronte alla realtà della vita si frantumava come '’era frantumato il superuomo». <ref>Cf. ''Dal Superuomo all'Umanità'', a. II, n. 1 (15 genn. 1922), pp. 19-23. Per le idee espresse da ''Pagine Libertarie'', è invece sufficiente: C. Molaschi, ''La "nostra tesi"'', a. I, n. 9 (25 nov. 1921), p. 173 sq.</ref>


Fra i collaboratori della rivista sono, in particolare, da ricordare: [[Luigi Fabbri]]: ''L'assurda pretesa comunista'', a. I, n. 11 (25 dic. 1921); ''Il movimento d'idee in Italia nel 1920'', a. II, n. 4 e 5 (18 mar. e 8 apr. 1922); ''Anarchismo o Statalismo?'', a. II, n. 7 (30 mag. 1922); ''Malinconie retrospettive'', a. III, n. 2 (15 febb. 1923); [[Camillo Berneri]] (che nel corso degli ultimi n. curò anche una rubrica di Consulenza bibliografica): ''Il ritorno alla natura'', a. I, n. 3 (20 lug. 1921); ''Il più tipico paradosso di G. G. Rousseau'', a. I, n. 4 e 5; ''Una catena: l'abitudine'', a. I, n. 9 (15 nov. 1921); ''Risposta a Mario Mariani'', a. II, n. 5 (8 apr. 1922); ''Victor Hugo'', a. II, n. 6 (1 mag. 1922); ''L'inconsistenza dell'immoralismo'', a. II, n. 7 (30 mag. 1922); ''La crisi della Scuola Moderna'' e ''II mio zibaldone'', a. III, n. 2 (15 febb. 1923). Contributi diversi inviarono, inoltre, [[Gigi Damiani]] ("Simplicio"); [[Ottorino Manni]]; [[Renzo Novatore]] ed altri. Di [[Carlo Molaschi]] è ancora da ricordare: ''Attentati ed attentatori'', dal 5 ag. 1921 (a. I, n. 4) al 5 febb. 1922 (a. II, n. 2), in cui è tracciata la storia del terrorismo anarchico fino al caso [[Gaetano Bresci|Bresci]]. In Appendice, dal 5 ag. 1921 (a. I, n. 4) all'8 apr. 1922 (a. II, n. 5), compare: [[E. Reclus]], ''L'evoluzione, la rivoluzione e l'Ideale anarchico''.
Fra i collaboratori della rivista sono, in particolare, da ricordare: [[Luigi Fabbri]]: ''L'assurda pretesa comunista'', a. I, n. 11 (25 dic. 1921); ''Il movimento d'idee in Italia nel 1920'', a. II, n. 4 e 5 (18 mar. e 8 apr. 1922); ''Anarchismo o Statalismo?'', a. II, n. 7 (30 mag. 1922); ''Malinconie retrospettive'', a. III, n. 2 (15 febb. 1923); [[Camillo Berneri]] (che nel corso degli ultimi n. curò anche una rubrica di ''Consulenza bibliografica''): ''Il ritorno alla natura'', a. I, n. 3 (20 lug. 1921); ''Il più tipico paradosso di G. G. Rousseau'', a. I, n. 4 e 5; ''Una catena: l'abitudine'', a. I, n. 9 (15 nov. 1921); ''Risposta a Mario Mariani'', a. II, n. 5 (8 apr. 1922); ''Victor Hugo'', a. II, n. 6 (1 mag. 1922); ''L'inconsistenza dell'immoralismo'', a. II, n. 7 (30 mag. 1922); ''La crisi della Scuola Moderna'' e ''II mio zibaldone'', a. III, n. 2 (15 febb. 1923). Contributi diversi inviarono, inoltre, [[Gigi Damiani]] ("Simplicio"); [[Ottorino Manni]]; [[Renzo Novatore]] ed altri. Di [[Carlo Molaschi]] è ancora da ricordare: ''Attentati ed attentatori'', dal 5 ag. 1921 (a. I, n. 4) al 5 febb. 1922 (a. II, n. 2), in cui è tracciata la storia del terrorismo anarchico fino al caso [[Gaetano Bresci|Bresci]]. In Appendice, dal 5 ag. 1921 (a. I, n. 4) all'8 apr. 1922 (a. II, n. 5), compare: [[E. Reclus]], ''L'evoluzione, la rivoluzione e l'Ideale anarchico''.


La rivista cessò le pubblicazioni il [[15 febbraio]] [[1923]] (a. III, n. 2). Come è spiegato nell'allegato manifestino ''Agli amici, agli abbonati, ai lettori'', quest'ultimo fascicolo per "un colpo di testa della reazione", venne incriminato per l'editoriale ''Piaudite Cives'' e sequestrato in tipografia e potè essere distribuito solo tre mesi più tardi, una volta caduti i capi d'imputazione. Obiettive difficoltà — finanziarie e politiche, causa la recrudescenza del sistema repressivo fascista — avrebbero infine impedito il proseguimento delle pubblicazioni.
La rivista cessò le pubblicazioni il [[15 febbraio]] [[1923]] (a. III, n. 2). Come è spiegato nell'allegato manifestino ''Agli amici, agli abbonati, ai lettori'', quest'ultimo fascicolo per "un colpo di testa della reazione", venne incriminato per l'editoriale ''Piaudite Cives'' e sequestrato in tipografia e potè essere distribuito solo tre mesi più tardi, una volta caduti i capi d'imputazione. Obiettive difficoltà — finanziarie e politiche, causa la recrudescenza del sistema repressivo fascista — avrebbero infine impedito il proseguimento delle pubblicazioni.
64 364

contributi