Pëtr Kropotkin: differenze tra le versioni

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Nel [[1868]] rientrò in [[Russia]], a [[Pietrogrado]], riprese gli studi universitari nella facoltà di scienze, e successivamente venne nominato segretario della sezione geofisica della ''Società russa di geografia''.
Nel [[1868]] rientrò in [[Russia]], a [[Pietrogrado]], riprese gli studi universitari nella facoltà di scienze, e successivamente venne nominato segretario della sezione geofisica della ''Società russa di geografia''.


Con gli anni maturò la decisione di impegnarsi nell'attività politica: nel [[1872]] abbandonò i suoi incarichi e si recò a Ginevra, dove aderì alla corrente di [[Michail Bakunin|Michail Bakunin]] nella [[l'Internazionale dei lavoratori |I Internazionale]], impegnandosi per la partecipazione degli [[anarchia|anarchici]] ai movimenti [[sindacalismo | sindacali]] e [[rivoluzione|rivoluzionari]] (partecipava alle conferenze operaie clandestine, in cui si faceva chiamare «Boradin», propagandando la [[rivoluzione sociale]]); entrò poi a far parte della [[Federazione anarchica del Giura | federazione del Jura]]. Al suo ritorno in [[Russia]] si unì al [[Circolo Cajkovskij]], del quale ricevette l'incarico di scriverne il programma.
Con gli anni maturò la decisione di impegnarsi nell'attività politica: nel [[1872]] abbandonò i suoi incarichi e si recò a Ginevra, dove aderì alla corrente di [[Michail Bakunin|Michail Bakunin]] nella [[l'Internazionale dei lavoratori|I Internazionale]], impegnandosi per la partecipazione degli [[anarchia|anarchici]] ai movimenti [[sindacalismo | sindacali]] e [[rivoluzione|rivoluzionari]] (partecipava alle conferenze operaie clandestine, in cui si faceva chiamare «Boradin», propagandando la [[rivoluzione sociale]]); entrò poi a far parte della [[Federazione anarchica del Giura | federazione del Jura]]. Al suo ritorno in [[Russia]] si unì al [[Circolo Cajkovskij]], del quale ricevette l'incarico di scriverne il programma.


Nel [[1874]] venne arrestato ed imprigionato a San Pietroburgo (scoprire che dietro il rivoluzionario Boradin si nascondeva il principe Kropotkin suscitò la sorpresa e lo sdegno dello ''zar''); riuscì ad evadere nel [[1876]], raggiungendo la [[Svizzera]] con lo pseudonimo di ''Levachov''. Diventò segretario generale del IX Congresso generale del[[l'Internazionale dei lavoratori]], prima di essere costretto alla fuga in [[Gran Bretagna|Inghilterra]] dalle minacce d'arresto della [[polizia]] svizzera.
Nel [[1874]] venne arrestato ed imprigionato a San Pietroburgo (scoprire che dietro il rivoluzionario Boradin si nascondeva il principe Kropotkin suscitò la sorpresa e lo sdegno dello ''zar''); riuscì ad evadere nel [[1876]], raggiungendo la [[Svizzera]] con lo pseudonimo di ''Levachov''. Diventò segretario generale del IX Congresso generale del[[l'Internazionale dei lavoratori]], prima di essere costretto alla fuga in [[Gran Bretagna|Inghilterra]] dalle minacce d'arresto della [[polizia]] svizzera.
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Nel [[1917]] tornò in [[Russia]] dove prese immediatamente posizione contro la piega autoritaria che avvertiva nel movimento rivoluzionario, osteggiando in particolare i [[bolscevismo|bolscevichi]].Strinse amicizia con [[Alexander Kerensky]], dal quale rifiutò un ministero; ricevette inoltre l'offerta - che rifiutò sdegnato - di una pensione di 10000 rubli da [[Lenin]].
Nel [[1917]] tornò in [[Russia]] dove prese immediatamente posizione contro la piega autoritaria che avvertiva nel movimento rivoluzionario, osteggiando in particolare i [[bolscevismo|bolscevichi]].Strinse amicizia con [[Alexander Kerensky]], dal quale rifiutò un ministero; ricevette inoltre l'offerta - che rifiutò sdegnato - di una pensione di 10000 rubli da [[Lenin]].


[[File:Freedom Newspaper.jpg|thumb|300px|left|Testata del primo numero del giornale ''[[Freedom (rivista)|Freedom]]'', fondato da [[Kropotkin]] e [[Charlotte Wilson]] a Londra nel [[1886]].]]
[[File:Freedom Newspaper.jpg|thumb|350px|left|Testata del primo numero del giornale ''[[Freedom (rivista)|Freedom]]'', fondato da [[Kropotkin]] e [[Charlotte Wilson]] a Londra nel [[1886]].]]
Nel [[1919]] si trasferì definitivamente a Dmitrov, dove scrisse la ''Lettera ai lavoratori d'occidente''; il documento più importante di questo periodo è la ''Lettera ai lavoratori di tutto il mondo'' ([[1920]]), in cui Kropotkin esortava tutti i progressisti occidentali a porre fine al blocco e alla guerra d'intervento, che avrebbe solo rafforzato la dittatura e reso più difficile il compito di coloro che stavano lavorando ad una genuina ricostruzione sociale. Illustrava poi la sua visione di una [[Russia]] anarchica organizzata in libere comuni federali, e ammoniva gli uomini d'altri paesi ad imparare dagli errori della [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione russa]]. Di quest'ultima lodava i passi verso l'[[uguaglianza]] sociale e il ruolo dei [[Soviet]], che avrebbero potuto portare all'emancipazione dei produttori nell'amministrazione della loro attività se solo non fossero caduti sotto il controllo della dittatura. Nella sua prima lettera a Lenin, datata 20 marzo 1920, scrisse difatti che: «Se la situazione attuale continuerà, la stessa parola “socialismo” diventerà una maledizione, come capitò in Francia alla parola “uguaglianza”, dopo quarant'anni di giacobinismo».  
Nel [[1919]] si trasferì definitivamente a Dmitrov, dove scrisse la ''Lettera ai lavoratori d'occidente''; il documento più importante di questo periodo è la ''Lettera ai lavoratori di tutto il mondo'' ([[1920]]), in cui Kropotkin esortava tutti i progressisti occidentali a porre fine al blocco e alla guerra d'intervento, che avrebbe solo rafforzato la dittatura e reso più difficile il compito di coloro che stavano lavorando ad una genuina ricostruzione sociale. Illustrava poi la sua visione di una [[Russia]] anarchica organizzata in libere comuni federali, e ammoniva gli uomini d'altri paesi ad imparare dagli errori della [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione russa]]. Di quest'ultima lodava i passi verso l'[[uguaglianza]] sociale e il ruolo dei [[Soviet]], che avrebbero potuto portare all'emancipazione dei produttori nell'amministrazione della loro attività se solo non fossero caduti sotto il controllo della dittatura. Nella sua prima lettera a Lenin, datata 20 marzo 1920, scrisse difatti che: «Se la situazione attuale continuerà, la stessa parola “socialismo” diventerà una maledizione, come capitò in Francia alla parola “uguaglianza”, dopo quarant'anni di giacobinismo».  


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