Pëtr Kropotkin: differenze tra le versioni

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Il [[15 gennaio]] [[1886]] Kropotkin ottenne la grazia e si stabilì di nuovo in Inghilterra, dove fondò la [[stampa anarchica|rivista]] «[[Freedom (rivista)|Freedom]]»; poco dopo, sempre a Londra, ed ancora con [[Charlotte Wilson]] fondò la casa editrice [[Freedom Press]]. Iniziò un lungo periodo di feconda produzione letteraria durante il quale scrisse alcune tra le sue opere più importanti, tra le quali ''La morale anarchica''; ''Campi, fabbriche e officine''; ''Il mutuo appoggio''.
Il [[15 gennaio]] [[1886]] Kropotkin ottenne la grazia e si stabilì di nuovo in Inghilterra, dove fondò la [[stampa anarchica|rivista]] «[[Freedom (rivista)|Freedom]]»; poco dopo, sempre a Londra, ed ancora con [[Charlotte Wilson]] fondò la casa editrice [[Freedom Press]]. Iniziò un lungo periodo di feconda produzione letteraria durante il quale scrisse alcune tra le sue opere più importanti, tra le quali ''La morale anarchica''; ''Campi, fabbriche e officine''; ''Il mutuo appoggio''.
[[File:Funeralikrop.jpg|thumb|350 px|Funerali di [[Kropotkin]] ([[13 febbraio]] [[1921]]), ultima pubblica manifestazione degli anarchici russi. Il cartello tenuto da due anarchici porta la seguente scritta: «Chiediamo la libertà di tutti gli anarchici incarcerati che stanno combattendo per le medesime idee per cui Kropotkin ha combattuto - "l'anarchia"»]]
[[File:Funeralikrop.jpg|thumb|350px|Funerali di [[Kropotkin]] ([[13 febbraio]] [[1921]]), ultima pubblica manifestazione degli anarchici russi. Il cartello tenuto da due anarchici porta la seguente scritta: «Chiediamo la libertà di tutti gli anarchici incarcerati che stanno combattendo per le medesime idee per cui Kropotkin ha combattuto - "l'anarchia"»]]
Nei primi anni del XX secolo i tentativi rivoluzionari in [[Russia]] risvegliarono l'interesse di Kropotkin per la situazione del suo paese d'origine; nel 1914 prese posizione in favore della guerra contro la [[Germania]], innescando numerose polemiche all'interno del movimento anarchico e un'aspra lite con l'amico [[Errico Malatesta]]; il suo atteggiamento interventista trovò ancora riscontro nel [[1916]] con la sua firma al ''[[Manifesto dei Sedici]]''. Anni dopo Kropotkin avrebbe ammesso di aver compiuto un errore.
Nei primi anni del XX secolo i tentativi rivoluzionari in [[Russia]] risvegliarono l'interesse di Kropotkin per la situazione del suo paese d'origine; nel 1914 prese posizione in favore della guerra contro la [[Germania]], innescando numerose polemiche all'interno del movimento anarchico e un'aspra lite con l'amico [[Errico Malatesta]]; il suo atteggiamento interventista trovò ancora riscontro nel [[1916]] con la sua firma al ''[[Manifesto dei Sedici]]''. Anni dopo Kropotkin avrebbe ammesso di aver compiuto un errore.


Nel [[1917]] tornò in [[Russia]] dove prese immediatamente posizione contro la piega autoritaria che avvertiva nel movimento rivoluzionario, osteggiando in particolare i [[bolscevismo|bolscevichi]].Strinse amicizia con [[Alexander Kerensky]], dal quale rifiutò un ministero; ricevette inoltre l'offerta - che rifiutò sdegnato - di una pensione di 10000 rubli da [[Lenin]].
Nel [[1917]] tornò in [[Russia]] dove prese immediatamente posizione contro la piega autoritaria che avvertiva nel movimento rivoluzionario, osteggiando in particolare i [[bolscevismo|bolscevichi]].Strinse amicizia con [[Alexander Kerensky]], dal quale rifiutò un ministero; ricevette inoltre l'offerta - che rifiutò sdegnato - di una pensione di 10000 rubli da [[Lenin]].


[[File:Freedom Newspaper.jpg|thumb|260px|left|Testata del primo numero del giornale ''[[Freedom (rivista)|Freedom]]'', fondato da [[Kropotkin]] e [[Charlotte Wilson]] a Londra nel [[1886]].]]
[[File:Freedom Newspaper.jpg|thumb|300px|left|Testata del primo numero del giornale ''[[Freedom (rivista)|Freedom]]'', fondato da [[Kropotkin]] e [[Charlotte Wilson]] a Londra nel [[1886]].]]
Nel [[1919]] si trasferì definitivamente a Dmitrov, dove scrisse la ''Lettera ai lavoratori d'occidente''; il documento più importante di questo periodo è la ''Lettera ai lavoratori di tutto il mondo'' ([[1920]]), in cui Kropotkin esortava tutti i progressisti occidentali a porre fine al blocco e alla guerra d'intervento, che avrebbe solo rafforzato la dittatura e reso più difficile il compito di coloro che stavano lavorando ad una genuina ricostruzione sociale. Illustrava poi la sua visione di una [[Russia]] anarchica organizzata in libere comuni federali, e ammoniva gli uomini d'altri paesi ad imparare dagli errori della [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione russa]]. Di quest'ultima lodava i passi verso l'[[uguaglianza]] sociale e il ruolo dei [[Soviet]], che avrebbero potuto portare all'emancipazione dei produttori nell'amministrazione della loro attività se solo non fossero caduti sotto il controllo della dittatura. Nella sua prima lettera a Lenin, datata 20 marzo 1920, scrisse difatti che: «Se la situazione attuale continuerà, la stessa parola “socialismo” diventerà una maledizione, come capitò in Francia alla parola “uguaglianza”, dopo quarant'anni di giacobinismo».  
Nel [[1919]] si trasferì definitivamente a Dmitrov, dove scrisse la ''Lettera ai lavoratori d'occidente''; il documento più importante di questo periodo è la ''Lettera ai lavoratori di tutto il mondo'' ([[1920]]), in cui Kropotkin esortava tutti i progressisti occidentali a porre fine al blocco e alla guerra d'intervento, che avrebbe solo rafforzato la dittatura e reso più difficile il compito di coloro che stavano lavorando ad una genuina ricostruzione sociale. Illustrava poi la sua visione di una [[Russia]] anarchica organizzata in libere comuni federali, e ammoniva gli uomini d'altri paesi ad imparare dagli errori della [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione russa]]. Di quest'ultima lodava i passi verso l'[[uguaglianza]] sociale e il ruolo dei [[Soviet]], che avrebbero potuto portare all'emancipazione dei produttori nell'amministrazione della loro attività se solo non fossero caduti sotto il controllo della dittatura. Nella sua prima lettera a Lenin, datata 20 marzo 1920, scrisse difatti che: «Se la situazione attuale continuerà, la stessa parola “socialismo” diventerà una maledizione, come capitò in Francia alla parola “uguaglianza”, dopo quarant'anni di giacobinismo».  


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