Obščina: differenze tra le versioni

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Apparentemente la questione della realtà dell'obščina può sembrare una questione di puro esercizio storiografico, invece, soprattutto per la sua centralità nei dibattiti storici, politici e ideologici, essa rappresentava, a secondo di come si voleva prospettare il suo futuro dopo un'eventuale riforma istituzionale, una questione drammaticamente importante per la [[Russia]] zarista e per i contadini in primo luogo che in quanto rappresentanti alla quasi totalità della popolazione dello sterminato impero russo, ne sarebbero stati i primi beneficiari o vittime.  
Apparentemente la questione della realtà dell'obščina può sembrare una questione di puro esercizio storiografico, invece, soprattutto per la sua centralità nei dibattiti storici, politici e ideologici, essa rappresentava, a secondo di come si voleva prospettare il suo futuro dopo un'eventuale riforma istituzionale, una questione drammaticamente importante per la [[Russia]] zarista e per i contadini in primo luogo che in quanto rappresentanti alla quasi totalità della popolazione dello sterminato impero russo, ne sarebbero stati i primi beneficiari o vittime.  


La questione dell''''obščina''', anche in seguito all'ambiguo esito della riforma della [[servitù della gleba]] del [[1861]] e ai tentativi di assorbire la manodopera contadina liberata dalla terra nei grandi complessi industriali di [[La proprietà |proprietà]] dello [[Stato|stato]] zarista, ricopre un peso notevole, soprattutto per gli esiti drammatici a cui andò incontro la classe contadina nel suo complesso con la prima guerra mondiale prima e poi, soprattutto, durante la [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione bolscevica]]. Quest'ultima, infatti, portò alla distruzione dell'[[obščina]] e del [[mir]], prima con la NEP e poi con la politica della collettivizzazione forzata delle campagne elaborata nei piani quinquennali dal nuovo [[Stato]] che si voleva comunista, cioè fondato sull'alleanza della classe operaia e contadina, ma che in realtà proseguì sulle direttrici elaborate dall'antico [[Stato]] zarista di proletarizzazione delle masse contadine.  
La questione dell''''obščina''', anche in seguito all'ambiguo esito della riforma della [[servitù della gleba]] del [[1861]] e ai tentativi di assorbire la manodopera contadina liberata dalla terra nei grandi complessi industriali di [[La proprietà |proprietà]] dello [[Stato|stato]] zarista, ricopre un peso notevole, soprattutto per gli esiti drammatici a cui andò incontro la classe contadina nel suo complesso con la Prima guerra mondiale prima e poi, soprattutto, durante la [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione bolscevica]]. Quest'ultima, infatti, portò alla distruzione dell'[[obščina]] e del [[mir]], prima con la NEP e poi con la politica della collettivizzazione forzata delle campagne elaborata nei piani quinquennali dal nuovo [[Stato]] che si voleva comunista, cioè fondato sull'alleanza della classe operaia e contadina, ma che in realtà proseguì sulle direttrici elaborate dall'antico [[Stato]] zarista di proletarizzazione delle masse contadine.  


L'imitazione del [[capitalismo]] monopolistico da parte della dirigenza bolscevica fu infatti alla base della mancata realizzazione di un [[socialismo]] agrario dal basso e dell'approfondimento del mancato dialogo con le masse in generale a livello istituzionale e quindi dell'edificazione di un regime totalitario modellato in un primo tempo sui provvedimenti zaristi di industrializzazione dall'alto e poi di competizione con il [[capitalismo]] avanzato. Gli elementi di continuità oggettiva con lo zarismo può inoltre avvalersi anche su di una corretta valutazione di ciò che fu in termini storici questo sistema sociale che più che un regime assolutistico sul modello occidentale deve essere più correttamente concepito invece nel quadro di [[Stato]] patrimoniale, come lo divenne poi l'Unione Sovietica a seguito delle sue drammatiche sperimentazioni sociali in [[Russia]]: un apparato statale centralizzato, proprietario dei mezzi di produzioni fondamentali che esso da in gestione ad un'élite costituita da uomini (burocrati), tratti dall'apparato stesso e nominati per gestire e portare a termini precisi incarichi e dotati di ampi poteri e revocabili unicamente dal centro stesso.
L'imitazione del [[capitalismo]] monopolistico da parte della dirigenza bolscevica fu infatti alla base della mancata realizzazione di un [[socialismo]] agrario dal basso e dell'approfondimento del mancato dialogo con le masse in generale a livello istituzionale e quindi dell'edificazione di un regime totalitario modellato in un primo tempo sui provvedimenti zaristi di industrializzazione dall'alto e poi di competizione con il [[capitalismo]] avanzato. Gli elementi di continuità oggettiva con lo zarismo può inoltre avvalersi anche su di una corretta valutazione di ciò che fu in termini storici questo sistema sociale che più che un regime assolutistico sul modello occidentale deve essere più correttamente concepito invece nel quadro di [[Stato]] patrimoniale, come lo divenne poi l'Unione Sovietica a seguito delle sue drammatiche sperimentazioni sociali in [[Russia]]: un apparato statale centralizzato, proprietario dei mezzi di produzioni fondamentali che esso da in gestione ad un'élite costituita da uomini (burocrati), tratti dall'apparato stesso e nominati per gestire e portare a termini precisi incarichi e dotati di ampi poteri e revocabili unicamente dal centro stesso.
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