Obščina: differenze tra le versioni

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L''''«obščina»''' era un retaggio della antica agricoltura nomade, caratterizzata dallo "sfruttamento" di una determinata porzione di terreno, ad opera di una o più famiglie di contadini, che poi veniva abbandonato, giacché non si conoscevano né concimi né le rotazioni colturali in grado di ripristinare la fertilità  del terreno.  
L''''«obščina»''' era un retaggio della antica agricoltura nomade, caratterizzata dallo "sfruttamento" di una determinata porzione di terreno, ad opera di una o più famiglie di contadini, che poi veniva abbandonato, giacché non si conoscevano né concimi né le rotazioni colturali in grado di ripristinare la fertilità  del terreno.  


Nel popolo russo è quindi rimasto per lungo tempo un radicato senso di appartenenza alla terra, assai simile alle antiche [[società  gilaniche]], in cui era estraneo il concetto di [[La proprietà |proprietà  privata]] e la terra era concepita solo come appartenente alla collettività .
Nel popolo russo è quindi rimasto per lungo tempo un radicato senso di appartenenza alla terra, assai simile alle antiche [[società  gilaniche]], in cui era estraneo il concetto di [[La proprietà |proprietà  privata]] e la terra era concepita solo come appartenente alla collettività.
   
   
Il senso dell'obščina e della [[La proprietà |proprietà ]] comunitaria della terra è evidenziato dalla seguente considerazione: «Il suolo appartiene alla totalità, ma se ne lascia il godimento alla comunità  [contadina]. Questa non può alienarlo né in tutto né in parte. In essa il singolo non può mai essere proprietario, sebbene ogni membro della comunità  abbia con tutti gli altri uguale diritto allo sfruttamento [...]. In seno alla comunità  abbia con tutti gli altri uguale diritto allo sfruttamento [...] In seno alla comunità  non vi sono che usufruttuari: quindi per il suolo non esiste diritto di eredità . Il figlio non eredita il campo paterno, e riceve la sua porzione non in forza del diritto ereditario, ma quale membro della comunità <ref name="storia">Storia e storiografia Vol II, Antonio Desideri</ref>.
Il senso dell'obščina e della [[La proprietà |proprietà ]] comunitaria della terra è evidenziato dalla seguente considerazione: «Il suolo appartiene alla totalità, ma se ne lascia il godimento alla comunità  [contadina]. Questa non può alienarlo né in tutto né in parte. In essa il singolo non può mai essere proprietario, sebbene ogni membro della comunità  abbia con tutti gli altri uguale diritto allo sfruttamento [...]. In seno alla comunità  abbia con tutti gli altri uguale diritto allo sfruttamento [...] In seno alla comunità  non vi sono che usufruttuari: quindi per il suolo non esiste diritto di eredità. Il figlio non eredita il campo paterno, e riceve la sua porzione non in forza del diritto ereditario, ma quale membro della comunità <ref name="storia">Storia e storiografia Vol II, Antonio Desideri</ref>.


La gestione dell'obščina era in mano al cosiddetto [[mir]], un vero e proprio organo direttivo dell'obščina; il [[mir]] non solo aveva il compito di distribuire le terre ai singoli contadini, i quali non divenivano proprietari ma usufruttuari, ma anche garantire collettivamente il versamento delle tasse, la restituzione del riscatto per l'abolizione della servitù, il reclutamento militare ecc.
La gestione dell'obščina era in mano al cosiddetto [[mir]], un vero e proprio organo direttivo dell'obščina; il [[mir]] non solo aveva il compito di distribuire le terre ai singoli contadini, i quali non divenivano proprietari ma usufruttuari, ma anche garantire collettivamente il versamento delle tasse, la restituzione del riscatto per l'abolizione della servitù, il reclutamento militare ecc.
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