Nella Giacomelli: differenze tra le versioni

Nessun cambiamento nella dimensione ,  23:17, 1 lug 2020
Nessun oggetto della modifica
Riga 36: Riga 36:


===Il primo dopo guerra: Umanità Nova===
===Il primo dopo guerra: Umanità Nova===
[[File:Umanità nova.jpg|thumb|Prima pagina di «[[Umanità Nova]]» (9/12/1956), alla cui fondazione contribuì in mnaiera decisiva anche Nella Giacomelli]]
Nell'immediato dopo guerra collabora al numero unico di «Guerra e Pace» (Milano, [[22 febbraio]] [[1919]]) <ref name="mili">[http://militants-anarchistes.info/spip.php?article2127 da "militants-anarchistes.info"]</ref>, ma nel frattempo le divisioni con gli ex-interventisti si sono acuite enormemente:
Nell'immediato dopo guerra collabora al numero unico di «Guerra e Pace» (Milano, [[22 febbraio]] [[1919]]) <ref name="mili">[http://militants-anarchistes.info/spip.php?article2127 da "militants-anarchistes.info"]</ref>, ma nel frattempo le divisioni con gli ex-interventisti si sono acuite enormemente:


: «C'è un abisso tra noi, Oberdan; tu hai rinnegato il tuo sogno giovanile, ed io lo sogno più ardentemente che mai; [...] Come possiamo ancora comprenderci? Meglio dimenticarci» (Lettera indirizzata ad [[Oberdan Gigli]]).  
: «C'è un abisso tra noi, Oberdan; tu hai rinnegato il tuo sogno giovanile, ed io lo sogno più ardentemente che mai; [...] Come possiamo ancora comprenderci? Meglio dimenticarci» (Lettera indirizzata ad [[Oberdan Gigli]]).  
[[File:Umanità nova.jpg|thumb|Prima pagina di «[[Umanità Nova]]» (9/12/1956), alla cui fondazione contribuì in mnaiera decisiva anche Nella Giacomelli]]
 
Nel [[1919]] si ributta a capofitto nell'attivismo anarchico partecipando con il solito Molinari (ufficialmente come sua sorella) al convegno fiorentino dell'[[Unione Comunista Anarchica Italiana]]. Con la frequentazione di figure come [[Mario Senigalliesi]] ed [[Emilio Spinaci]], in quell'anno nasce l'idea della pubblicazione di un quotidiano anarchico, [[Umanità Nova]], che la porterà entusiasticamente a scrivere:
Nel [[1919]] si ributta a capofitto nell'attivismo anarchico partecipando con il solito Molinari (ufficialmente come sua sorella) al convegno fiorentino dell'[[Unione Comunista Anarchica Italiana]]. Con la frequentazione di figure come [[Mario Senigalliesi]] ed [[Emilio Spinaci]], in quell'anno nasce l'idea della pubblicazione di un quotidiano anarchico, [[Umanità Nova]], che la porterà entusiasticamente a scrivere:


: «Umanità Nova, meta suprema di tutte le nostre lotte e dei nostri dolori, noi ti adottiamo come simbolo luminoso d'una visione vivente, e ti innanziamo al di sopra di tutte le folle, verso tutti i cuori, faro e bandiera di luce e libertà» («Iconoclasta», [[25 luglio]], Pistoia) .
: «Umanità Nova, meta suprema di tutte le nostre lotte e dei nostri dolori, noi ti adottiamo come simbolo luminoso d'una visione vivente, e ti innanziamo al di sopra di tutte le folle, verso tutti i cuori, faro e bandiera di luce e libertà» («Iconoclasta», [[25 luglio]], Pistoia) .


Il progetto di [[Umanità Nova]] fornisce a Nella nuovo entusiasmo: stringe rapporti epistolari con [[Malatesta]] e quando questi alla fine del [[1919]] sbarcherà a Taranto di rientro dall'esilio inglese, sarà proprio a Nella Giacomelli che [[Errico Malatesta]] telegraferà. Sul primo numero del nuovo [[stampa anarchica|giornale]] annuncia ironicamente la morte di “Petit Jardin” <ref name="petit">''Sulla tomba di Petiti Jardin'', 26-27 febbraio 1920</ref>, i suoi scritti sono dapprima quotidiani e poi via via sempre più radi e intrisi di un pessimismo che sembra nuovamente far breccia nel suo animo. Auspica non la [[rivoluzione]], ma la fine del mondo, scettica com'è sulla possibilità che gli esseri umani possano finalmente cambiare <ref name="permettete">''Permettete'', 1 marzo 1920</ref>. È critica con il movimento anarchico, convinta com'é che «si creano dei ribelli ma non si formano degli anarchici», non ponendo quindi le basi per la costituzione di una società veramente libertaria.  
Il progetto di [[Umanità Nova]] fornisce a Nella nuovo entusiasmo: stringe rapporti epistolari con [[Malatesta]] e quando questi alla fine del [[1919]] sbarcherà a Taranto di rientro dall'esilio inglese, sarà proprio a Nella Giacomelli che [[Errico Malatesta]] telegraferà. Sul primo numero del nuovo [[stampa anarchica|giornale]] annuncia ironicamente la morte di “Petit Jardin” <ref name="petit">''Sulla tomba di Petiti Jardin'', 26-27 febbraio 1920</ref>, i suoi scritti sono dapprima quotidiani e poi via via sempre più radi e intrisi di un pessimismo che sembra nuovamente far breccia nel suo animo. Auspica non la [[rivoluzione]], ma la fine del mondo, scettica com'è sulla possibilità che gli esseri umani possano finalmente cambiare <ref name="permettete">''Permettete'', 1 marzo 1920</ref>. È critica con il movimento anarchico, convinta com'é che «si creano dei ribelli ma non si formano degli anarchici», non ponendo quindi le basi per la costituzione di una società veramente libertaria.


===L'ultimo periodo===
===L'ultimo periodo===
64 364

contributi