Nella Giacomelli: differenze tra le versioni

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Conduce una vita ritirata e raramente partecipa ad iniziative pubbliche, collaborando però all'attività scientifica di [[Ettore Molinari|Molinari]] (professore di chimica dal [[1904]] alla Bocconi e poi al Politecnico), alla pubblicazione di [[stampa anarchica|periodici anarchici]] e all'educazione dei figli di Molinari. In questa fase alterna periodi di intensa attività a periodi di depressione in cui si auto isolava. Di tanto in tanto scrive firmandosi con lo pseudonimo di "Ireos", qualche volta partecipa pure a convegni sull'[[amore libero]], sulla [[femminismo|questione femminile]] in genere (inizialmente mostrò scarsa simpatia per le prime femministe) e sulle [[Colonie libertarie|colonie anarchiche]].  
Conduce una vita ritirata e raramente partecipa ad iniziative pubbliche, collaborando però all'attività scientifica di [[Ettore Molinari|Molinari]] (professore di chimica dal [[1904]] alla Bocconi e poi al Politecnico), alla pubblicazione di [[stampa anarchica|periodici anarchici]] e all'educazione dei figli di Molinari. In questa fase alterna periodi di intensa attività a periodi di depressione in cui si auto isolava. Di tanto in tanto scrive firmandosi con lo pseudonimo di "Ireos", qualche volta partecipa pure a convegni sull'[[amore libero]], sulla [[femminismo|questione femminile]] in genere (inizialmente mostrò scarsa simpatia per le prime femministe) e sulle [[Colonie libertarie|colonie anarchiche]].  


Desiderosa di sperimentare la vita comunitaria, nel [[1905]] si reca presso la comune [[comunismo|comunista]] ''L'Essai'' di Aiglemont, nelle Ardenne francesi. Terminata l'esperienza scrive un saggio a puntate molto critico, pubblicato in seguito su «La Protesta Umana» e poi trasformato in un opuscolo.
Desiderosa di sperimentare la vita comunitaria, nel [[1905]] si reca presso la comune [[comunismo|comunista]] ''L'Essai'' di Aiglemont, nelle Ardenne francesi. Terminata l'esperienza scrive un saggio a puntate molto critico, pubblicato in seguito su «[[La Protesta Umana]]» e poi trasformato in un opuscolo.


=== Contrasti con gli anarchici ===
=== Contrasti con gli anarchici ===
[[anarco-individualismo|Anarchica individualista]], insieme a Molinari è spesso accusata dai suoi compagni di eccessiva rigidità e di non comprendere le difficoltà quotidiane che vive la maggior parte delle persone. Spesso si scontra con gli [[Personalità anarchiche|anarchici]] che di volta in volta si succedono alla direzione de «Il Grido della folla», ovvero [[Libero Tancredi]] <ref name="rocca">[[Massimo Rocca]] (1884-1973), conosciuto come Libero Tancredi, prima fu anarchico, poi aderì al fascismo.</ref>, [[Gennaro D'Andrea]] e [[Giovanni Gavilli]]. Nel [[1906]] si verifica la rottura tra [[Giovanni Gavilli]] e i cosiddetti "tetrarchi" del [[stampa anarchica|giornale]] (Molinari, Giacomelli, Riccioti Longhi e Manfredi), che porta questi ultimi a fondare «La Protesta Umana», mentre «[[Il Grido della folla]]», passato in gestione a Gavilli, cesserà in breve tempo le pubblicazioni.
[[anarco-individualismo|Anarchica individualista]], insieme a Molinari è spesso accusata dai suoi compagni di eccessiva rigidità e di non comprendere le difficoltà quotidiane che vive la maggior parte delle persone. Spesso si scontra con gli [[Personalità anarchiche|anarchici]] che di volta in volta si succedono alla direzione de «Il Grido della folla», ovvero [[Libero Tancredi]] <ref name="rocca">[[Massimo Rocca]] (1884-1973), conosciuto come Libero Tancredi, prima fu anarchico, poi aderì al fascismo.</ref>, [[Gennaro D'Andrea]] e [[Giovanni Gavilli]]. Nel [[1906]] si verifica la rottura tra [[Giovanni Gavilli]] e i cosiddetti "tetrarchi" del [[stampa anarchica|giornale]] (Molinari, Giacomelli, Riccioti Longhi e Manfredi), che porta questi ultimi a fondare «[[La Protesta Umana]]», mentre «[[Il Grido della folla]]», passato in gestione a Gavilli, cesserà in breve tempo le pubblicazioni.


Nel [[1908]] Giacomelli e Molinari offrono la direzione del nuovo [[stampa anarchica|giornale]] a [[Paolo Schicchi]], ma ben presto si dovranno ricredere per via degli insanabili contrasti che si ingenereranno e che culmineranno in violento ''pamphlet'' accusatorio di [[Paolo Schicchi|Schicchi]] contro la Giacomelli: ''La degenerazione dell'anarchismo''. A questo scritto risponderà "Epifani" ([[Ettore Molinari]]) e "Ireos" (Nella Giacomelli) con ''Un triste caso di ribellismo anarchico'' ([[1909]]).  
Nel [[1908]] Giacomelli e Molinari offrono la direzione del nuovo [[stampa anarchica|giornale]] a [[Paolo Schicchi]], ma ben presto si dovranno ricredere per via degli insanabili contrasti che si ingenereranno e che culmineranno in violento ''pamphlet'' accusatorio di [[Paolo Schicchi|Schicchi]] contro la Giacomelli: ''La degenerazione dell'anarchismo''. A questo scritto risponderà "Epifani" ([[Ettore Molinari]]) e "Ireos" (Nella Giacomelli) con ''Un triste caso di ribellismo anarchico'' ([[1909]]).  
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Dopo la partenza dell'anarchico siciliano [[Paolo Schicchi|Schicchi]], Giacomelli e Molinari individuano in [[Giuseppe Monnanni]], editore anarchico aretino già direttore di «Vir» ([[stampa anarchica|rivista]] anarchica d'arte), e nella sua compagna [[Leda Rafanelli]], due possibili e validi collaboratori.
Dopo la partenza dell'anarchico siciliano [[Paolo Schicchi|Schicchi]], Giacomelli e Molinari individuano in [[Giuseppe Monnanni]], editore anarchico aretino già direttore di «Vir» ([[stampa anarchica|rivista]] anarchica d'arte), e nella sua compagna [[Leda Rafanelli]], due possibili e validi collaboratori.


Terminata l'esperienza de «La Protesta Umana», che cessa le pubblicazioni nel [[1909]], vive in una sorta di isolamento, che nel [[1915]] la porta a scrivere a [[Cesare Agostinelli]]: «Da vari anni, vivo appartata e ho tagliato, si può dire, i ponti fra me e i compagni. Non vado più alle loro riunioni, né loro vengono da me [...] Il fatto vergognoso di Schicchi, mi ha addirittura messo in un tale allarme contro i compagni, che io temo sempre d'imbattermi in qualche farabutto».
Terminata l'esperienza de «[[La Protesta Umana»]], che cessa le pubblicazioni nel [[1909]], vive in una sorta di isolamento, che nel [[1915]] la porta a scrivere a [[Cesare Agostinelli]]: «Da vari anni, vivo appartata e ho tagliato, si può dire, i ponti fra me e i compagni. Non vado più alle loro riunioni, né loro vengono da me [...] Il fatto vergognoso di Schicchi, mi ha addirittura messo in un tale allarme contro i compagni, che io temo sempre d'imbattermi in qualche farabutto».


In prossimità della guerra, e dopo gli eventi insurrezionali della [[settimana rossa]], Nella Giacomelli, dietro il nuovo pseudonimo "Petit Jardin", critica le pozioni guerrafondaie di alcuni [[Personalità anarchiche|anarchici]] (tra cui l'amico Gigli), ribadendo la vocazione [[internazionalismo|internazionalista]] degli anarchici. In questo periodo, pur mantenendo le sue peculiarità [[antiorganizzatrici]], si avvicina agli [[organizzatori]], come testimoniano le sue relazioni epistolari con [[Cesare Agostinelli]] e [[Luigi Fabbri]], e esprime sui giornali «[[Volontà]]» e «Abbasso la guerra!» le sue posizioni di pacifismo intransigente, che rifiuta la difesa della "patria" anche in caso di invasione straniera.  
In prossimità della guerra, e dopo gli eventi insurrezionali della [[settimana rossa]], Nella Giacomelli, dietro il nuovo pseudonimo "Petit Jardin", critica le pozioni guerrafondaie di alcuni [[Personalità anarchiche|anarchici]] (tra cui l'amico Gigli), ribadendo la vocazione [[internazionalismo|internazionalista]] degli anarchici. In questo periodo, pur mantenendo le sue peculiarità [[antiorganizzatrici]], si avvicina agli [[organizzatori]], come testimoniano le sue relazioni epistolari con [[Cesare Agostinelli]] e [[Luigi Fabbri]], e esprime sui giornali «[[Volontà]]» e «Abbasso la guerra!» le sue posizioni di pacifismo intransigente, che rifiuta la difesa della "patria" anche in caso di invasione straniera.  
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