Nathalie Lemel: differenze tra le versioni

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Il [[18 marzo]] [[1871]] Parigi si costituisce in [[La Comune di Parigi (1871)|Comune insurrezionale]]. L'[[11 aprile]] Nathalie fonda e dirige con [[Elisabeth Dmitrieff]] l'<nowiki></nowiki>''Union des femmes''. Quando la reazione del governo borghese di Versailles si fa più intensa e in maggio l'esercito entra a Parigi, Nathalie combatte, con altre cinquanta donne, sulle barricate di place Pigalle, prendendosi anche cura dei feriti.   
Il [[18 marzo]] [[1871]] Parigi si costituisce in [[La Comune di Parigi (1871)|Comune insurrezionale]]. L'[[11 aprile]] Nathalie fonda e dirige con [[Elisabeth Dmitrieff]] l'<nowiki></nowiki>''Union des femmes''. Quando la reazione del governo borghese di Versailles si fa più intensa e in maggio l'esercito entra a Parigi, Nathalie combatte, con altre cinquanta donne, sulle barricate di place Pigalle, prendendosi anche cura dei feriti.   


Massacrati 25.000 parigini e schiacciata la Comune rivoluzionaria, per disperazione Nathalie tenta il suicidio. Il [[21 giugno]] è arrestata e condannata dal Consiglio di guerra alla deportazione nella Nuova Caledonia. È malata ma rifiuta la domanda di grazia che i suoi amici vorrebbero presentare a suo nome: il [[14 dicembre]] [[1873]] sbarca con [[Louise Michel]] e altre deportate nell'isola Ducos. Come la Michel, e diversamente dalla maggioranza dei deportati, nel [[1878]] solidarizza con gli abitanti, i Kanaki che, colonizzati e sfruttati dai francesi, si sono rivoltati contro gli oppressori.     
Massacrati 25.000 parigini e schiacciata la Comune rivoluzionaria, per disperazione Nathalie tenta il suicidio. Il [[21 giugno]] è arrestata e condannata dal Consiglio di guerra alla deportazione nella Nuova Caledonia. È malata ma rifiuta la domanda di grazia che i suoi amici vorrebbero presentare a suo nome: il [[14 dicembre]] [[1873]] sbarca con [[Louise Michel]] e altre deportate nell'isola Ducos. Come la Michel, e diversamente dalla maggioranza dei deportati, nel [[1878]] solidarizza con gli abitanti, i Kanaki che, colonizzati e sfruttati dai francesi, si sono rivoltati contro gli oppressori.     


Amnistiata nel [[1879]], torna a Parigi, prosegue l'attività  politica e si mantiene lavorando nella tipografia del giornale di opposizione ''L'Intransigeant''. I suoi figli non le sopravvivono e Nathalie passa gli ultimi anni vecchissima, sola, cieca e in miseria, all'ospizio di Ivry-sur-Seine, dove muore nel [[1921]]. Nel [[2006]], il Consiglio del III ''arrondissement'' di Parigi ha deliberato di intitolarle una piazza, inaugurata l'[[8 marzo]] [[2007]], presso i luoghi dove ella abitò e dove sorgeva la sede della sezione parigina della [[Prima Internazionale|I Internazionale]]. Altre vie, nella città  natale di Brest e a Quimper, portano il suo nome.
Amnistiata nel [[1879]], torna a Parigi, prosegue l'attività  politica e si mantiene lavorando nella tipografia del giornale di opposizione ''L'Intransigeant''. I suoi figli non le sopravvivono e Nathalie passa gli ultimi anni vecchissima, sola, cieca e in miseria, all'ospizio di Ivry-sur-Seine, dove muore nel [[1921]]. Nel [[2006]], il Consiglio del III ''arrondissement'' di Parigi ha deliberato di intitolarle una piazza, inaugurata l'[[8 marzo]] [[2007]], presso i luoghi dove ella abitò e dove sorgeva la sede della sezione parigina della [[Prima Internazionale|I Internazionale]]. Altre vie, nella città  natale di Brest e a Quimper, portano il suo nome.
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