Michele Schirru: differenze tra le versioni

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[[Image:Schirru.jpg|thumb|right|Michele Schirru]]'''Michele Schirru''' (Padria, Sassari, [[19 ottobre]] [[1899]] - Roma, [[29 maggio]] [[1931]]), é stato un anarchico sardo condannato a morte per aver progettato l'uccisione di [[Benito Mussolini|Mussolini]].
[[Image:Schirru.jpg|thumb|right|Michele Schirru]]'''Michele Schirru''' (Padria, Sassari, [[19 ottobre]] [[1899]] - Roma, [[29 maggio]] [[1931]]), è stato un anarchico sardo condannato a morte per aver progettato l'uccisione di [[Benito Mussolini|Mussolini]].
Schirru appartenne a quel folto gruppo di [[antifascismo |anti-fascisti]] che durante il ventennio di dittatura fascista tentarono di uccidere Mussolini: [[Tito Zaniboni]], [[Violet Gibson]], [[Gino Lucetti]], [[Anteo Zamboni]] ed [[Angelo Sbardellotto]].
Schirru appartenne a quel folto gruppo di [[antifascismo |anti-fascisti]] che durante il ventennio di dittatura fascista tentarono di uccidere Mussolini: [[Tito Zaniboni]], [[Violet Gibson]], [[Gino Lucetti]], [[Anteo Zamboni]] ed [[Angelo Sbardellotto]].


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===Il ritorno in Italia per attentare alla vita di Mussolini===
===Il ritorno in Italia per attentare alla vita di Mussolini===


Schirru intende far qualcosa per fermare il regime fascista e per questo decide di far rientro in [[Italia]], dove vi giunge nel gennaio [[1930]]. Nel mese seguente é già  a le Havre, in Francia. Di qui si sposta a Parigi, poi nei pressi di Avignone (dove risiedono padre, madre e fratelli) ed infine a Milano, dove prende contatti con diversi compagni con i quali discute dei suoi propositi <ref name="edizioni4">Mentre si trova a Milano, si concretizza la liberazione di un compagno anarchico ([[Romeo Asara]]) dall'Ospedale psichiatrico di Mombello, dov'era stato internato in seguito alla sua simulazione di pazzia dopo un arresto. Secondo alcuni tale evasione non fu mai realizzata perchè Asara sarebbe stato liberato dalle autorità , ma nel suo interrogatorio Miche Schirru a tal proposito afferma:«essendo stato arrestato un buon compagno milanese, e avendogli trovato nella sua abitazione degli attrezzi meccanici, ed altro materiale, forse da sospetti che la sbirraglia nutriva su lui, venne accusato per lo scoppio di Piazza Giulio Cesare. Seppe fare il matto, e fu ricoverato a Mombello (manicomio di Milano). Lo scopo era di farlo evadere. Corrompendo qualche guardiano se ciò fosse possibile, altrimenti con una scalata di muri. Tutto andò bene, ed ancora respira l'aria libera.» ([http://archivio.edizionianarchismo.net/library/michele-schirru-uccidere-il-tiranno Uccidere il tiranno])</ref>
Schirru intende far qualcosa per fermare il regime fascista e per questo decide di far rientro in [[Italia]], dove vi giunge nel gennaio [[1930]]. Nel mese seguente è già  a le Havre, in Francia. Di qui si sposta a Parigi, poi nei pressi di Avignone (dove risiedono padre, madre e fratelli) ed infine a Milano, dove prende contatti con diversi compagni con i quali discute dei suoi propositi <ref name="edizioni4">Mentre si trova a Milano, si concretizza la liberazione di un compagno anarchico ([[Romeo Asara]]) dall'Ospedale psichiatrico di Mombello, dov'era stato internato in seguito alla sua simulazione di pazzia dopo un arresto. Secondo alcuni tale evasione non fu mai realizzata perchè Asara sarebbe stato liberato dalle autorità , ma nel suo interrogatorio Miche Schirru a tal proposito afferma:«essendo stato arrestato un buon compagno milanese, e avendogli trovato nella sua abitazione degli attrezzi meccanici, ed altro materiale, forse da sospetti che la sbirraglia nutriva su lui, venne accusato per lo scoppio di Piazza Giulio Cesare. Seppe fare il matto, e fu ricoverato a Mombello (manicomio di Milano). Lo scopo era di farlo evadere. Corrompendo qualche guardiano se ciò fosse possibile, altrimenti con una scalata di muri. Tutto andò bene, ed ancora respira l'aria libera.» ([http://archivio.edizionianarchismo.net/library/michele-schirru-uccidere-il-tiranno Uccidere il tiranno])</ref>
[[File:Schiavina1.jpg|thumb|160 px|left|[[Raffaele Schiavina]]]]
[[File:Schiavina1.jpg|thumb|160 px|left|[[Raffaele Schiavina]]]]
Fatto rientro nuovamente a Parigi, fa la spola tra la Francia, Bruxelles (qui il [[30 dicembre]] [[1930]] redige il suo ''Testamento''), Charleroi e Liegi. Proprio in [[Belgio]] prepara i due ordigni che gli sarebbero dovuto servire per l'attentato, mantenendo stabili contatti con [[Raffaele Schiavina]], [[Giuseppe Polidori]] (da cui riceve somme di denaro) e [[Emidio Recchioni]].
Fatto rientro nuovamente a Parigi, fa la spola tra la Francia, Bruxelles (qui il [[30 dicembre]] [[1930]] redige il suo ''Testamento''), Charleroi e Liegi. Proprio in [[Belgio]] prepara i due ordigni che gli sarebbero dovuto servire per l'attentato, mantenendo stabili contatti con [[Raffaele Schiavina]], [[Giuseppe Polidori]] (da cui riceve somme di denaro) e [[Emidio Recchioni]].
<ref name="dizionario">Dizionario Biografico degli Anarchici, Tomo II, pag 528</ref>
<ref name="dizionario">Dizionario Biografico degli Anarchici, Tomo II, pag 528</ref>


Il progetto, seppur velelitario, é quello di uccidere il "Duce", sconfiggere il [[Fascismo|fascismo]] e innescare la [[rivoluzione sociale]]: accompagnato da Emilio Lussu alla stazione, da Parigi parte per l'[[Italia]] con due bombe (gennaio [[1931]]). Giunto a Roma il [[12 gennaio]] [[1931]], affitta una stanza presso l'Hotel Royal di via XX Settembre. <ref name="dizionario biografico">Dizionario Biografico degli Anarchici, Tomo II, pag 528 e 529</ref>
Il progetto, seppur velelitario, è quello di uccidere il "Duce", sconfiggere il [[Fascismo|fascismo]] e innescare la [[rivoluzione sociale]]: accompagnato da Emilio Lussu alla stazione, da Parigi parte per l'[[Italia]] con due bombe (gennaio [[1931]]). Giunto a Roma il [[12 gennaio]] [[1931]], affitta una stanza presso l'Hotel Royal di via XX Settembre. <ref name="dizionario biografico">Dizionario Biografico degli Anarchici, Tomo II, pag 528 e 529</ref>


Qui conosce la ballerina Anna Lukowski, con cui si frequenta per un breve periodo trovandosi reciprocamente simpatici. Quando lo arrestano, il [[3 febbraio]] [[1931]], si trova in albergo (Albergo Colonna, via Due Macelli) proprio con lei. Mentre lo conducono al commissariato, Schirru impugna una rivoltella e tenta di suicidarsi, ma  senza "successo". Rimane però ferito e per questo verrà  ricoverato in ospedale. Nella sua stanza, al Royal, trovano bombe e corrispondenza varia. Inizialmente l'anarchico sostiene che quelle armi servivano per colpire alcuni [[Fascismo|fascisti]] del suo paese, solo successivamente, secondo la versione [[Fascismo|fascista]], ammette che aveva intenzione d'uccidere il Duce. Schirru aggiunse però che, consapevole delle difficoltà  dell'impresa, aveva oramai desistito dal proponimento di uccidere il Duce e si apprestava quindi a ripartire <ref name="Leto"> Va sottolineato nuovamente che trattasi della versione fornita dal [[Fascismo|regime fascista]]. Scrive [[Guido Leto]] (uno degli ultimi “capi” dell'OVRA, la [[polizia]] politica fascista ): «era chiaro – per una serie di elementi - che Schirru aveva già  da tempo desistito dal proponimento maturato in America». (Salvatortelli e Mira, ''Storia del fascismo'',  pag 540) </ref>.
Qui conosce la ballerina Anna Lukowski, con cui si frequenta per un breve periodo trovandosi reciprocamente simpatici. Quando lo arrestano, il [[3 febbraio]] [[1931]], si trova in albergo (Albergo Colonna, via Due Macelli) proprio con lei. Mentre lo conducono al commissariato, Schirru impugna una rivoltella e tenta di suicidarsi, ma  senza "successo". Rimane però ferito e per questo verrà  ricoverato in ospedale. Nella sua stanza, al Royal, trovano bombe e corrispondenza varia. Inizialmente l'anarchico sostiene che quelle armi servivano per colpire alcuni [[Fascismo|fascisti]] del suo paese, solo successivamente, secondo la versione [[Fascismo|fascista]], ammette che aveva intenzione d'uccidere il Duce. Schirru aggiunse però che, consapevole delle difficoltà  dell'impresa, aveva oramai desistito dal proponimento di uccidere il Duce e si apprestava quindi a ripartire <ref name="Leto"> Va sottolineato nuovamente che trattasi della versione fornita dal [[Fascismo|regime fascista]]. Scrive [[Guido Leto]] (uno degli ultimi “capi” dell'OVRA, la [[polizia]] politica fascista ): «era chiaro – per una serie di elementi - che Schirru aveva già  da tempo desistito dal proponimento maturato in America». (Salvatortelli e Mira, ''Storia del fascismo'',  pag 540) </ref>.
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