Michele Fabiani: differenze tra le versioni

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Il [[23 ottobre]] [[2007]], insieme ad altri 4 compagni-amici di Spoleto ([[Andrea Di Nucci]], Dario Polinori, Damiano Corrias e Fabrizio Reali Roscini), è stato arrestato nella cosiddetta "'''Operazione Brushwood'''" (operazione boscaglia) con l'accusa di far parte di una cellula [[anarco-insurrezionalismo|anarco-insurrezionalista]] denominata [[COOP-FAI]] (Contro ogni ordine politico – [[Federazione Anarchica Informale]]).
Il [[23 ottobre]] [[2007]], insieme ad altri 4 compagni-amici di Spoleto ([[Andrea Di Nucci]], Dario Polinori, Damiano Corrias e Fabrizio Reali Roscini), è stato arrestato nella cosiddetta "'''Operazione Brushwood'''" (operazione boscaglia) con l'accusa di far parte di una cellula [[anarco-insurrezionalismo|anarco-insurrezionalista]] denominata [[COOP-FAI]] (Contro ogni ordine politico – [[Federazione Anarchica Informale]]).


'''Il [[18 luglio]] [[2008]], a Michele Fabiani sono stati concessi i domiciliari.''' Il [[26 settembre]] Michele è stato messo in semilibertà , con obbligo di dimora nel comune di Spoleto e di rientro notturno dalle 21 alle 7. Dal [[26 novembre]] [[2008]] il Mec (come lo chiamano gli amici) è finalmente libero. Nel frattempo (il 29/09/2008) Michele, Andrea, Dario e Daminao vengono rinviati a giudizio; '''il processo è cominciato il [[7 aprile]] [[2009]] presso la corte di assise di Terni''', non vi ha partecipa Fabrizio Reali poiché la sua posizione è stata stralciata (Fabrizio Reali è poi deceduto nel giugno 2010).
'''Il [[18 luglio]] [[2008]], a Michele Fabiani sono stati concessi i domiciliari.''' Il [[26 settembre]] Michele è stato messo in semilibertà, con obbligo di dimora nel comune di Spoleto e di rientro notturno dalle 21 alle 7. Dal [[26 novembre]] [[2008]] il Mec (come lo chiamano gli amici) è finalmente libero. Nel frattempo (il 29/09/2008) Michele, Andrea, Dario e Daminao vengono rinviati a giudizio; '''il processo è cominciato il [[7 aprile]] [[2009]] presso la corte di assise di Terni''', non vi ha partecipa Fabrizio Reali poiché la sua posizione è stata stralciata (Fabrizio Reali è poi deceduto nel giugno 2010).


Nel luglio [[2009]] è uscita la sua seconda opera, intitolata ''Sperimentiamo l'Anarchia'', che raccoglie alcuni dei suoi più importanti articoli e alcuni inediti scritti prima durante e dopo la carcerazione. Tali articoli si compongono molto armonicamente fra loro, dando vita ai vari capitoli del libro. Risultato in un certo senso casuale e non ricercato preventivamente dall'autore.A partire dal dicembre [[2010]] partecipa attivamente al progetto teorico filosofico denominato [http://scuolaumbra.blogspot.com/ Scuola Umbra]. Nel luglio dello stesso anno Mec riesce a pubblicare un altro libro, il terzo. Questa volta Fabiani torna alla filosofia con ''Attualità  o inattualità  di Kant''. Nel maggio [[2013]] ancora un libro di filosofia, su Kant ed Hegel: ''Dalla filosofia pratica di Kant alla filosofia del diritto di Hegel''
Nel luglio [[2009]] è uscita la sua seconda opera, intitolata ''Sperimentiamo l'Anarchia'', che raccoglie alcuni dei suoi più importanti articoli e alcuni inediti scritti prima durante e dopo la carcerazione. Tali articoli si compongono molto armonicamente fra loro, dando vita ai vari capitoli del libro. Risultato in un certo senso casuale e non ricercato preventivamente dall'autore.A partire dal dicembre [[2010]] partecipa attivamente al progetto teorico filosofico denominato [http://scuolaumbra.blogspot.com/ Scuola Umbra]. Nel luglio dello stesso anno Mec riesce a pubblicare un altro libro, il terzo. Questa volta Fabiani torna alla filosofia con ''Attualità  o inattualità  di Kant''. Nel maggio [[2013]] ancora un libro di filosofia, su Kant ed Hegel: ''Dalla filosofia pratica di Kant alla filosofia del diritto di Hegel''
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Il [[19 aprile]] [[2012]] [http://www.michaelgregorio.it/ Michael Gregorio], alias Michael Jacob e Daniala De Gregorio, una coppia di scrittori famosi, autori della trillogia di gialli iniziata con ''Critica della ragion criminale'', un romanzo dove il protagonista è un investigatore allievo di [[Kant]] che usa il metodo della critica per risolvere i misteri, nonché ex vicini di casa di Michele nel [[2007]] pubblicano un nuovo romanzo, questa volta ambientato nel 2012 e evidentemente ispirato alle vicende giudiziarie degli anarchici spoletini: ''[http://www.michaelgregorio.it/16-Blog_art242.html Boschi&Bossoli]''. La casa editrice è "VerdeNero", la collana dei Noir di eco-mafie.
Il [[19 aprile]] [[2012]] [http://www.michaelgregorio.it/ Michael Gregorio], alias Michael Jacob e Daniala De Gregorio, una coppia di scrittori famosi, autori della trillogia di gialli iniziata con ''Critica della ragion criminale'', un romanzo dove il protagonista è un investigatore allievo di [[Kant]] che usa il metodo della critica per risolvere i misteri, nonché ex vicini di casa di Michele nel [[2007]] pubblicano un nuovo romanzo, questa volta ambientato nel 2012 e evidentemente ispirato alle vicende giudiziarie degli anarchici spoletini: ''[http://www.michaelgregorio.it/16-Blog_art242.html Boschi&Bossoli]''. La casa editrice è "VerdeNero", la collana dei Noir di eco-mafie.


Nel romanzo, con nomi di fantasia e ambientato in Italia Centrale, troviamo quattro giovani anarchici che finiscono immischiati in un complotto più grande di loro. Partecipi di alcune [[azione diretta|azioni dirette]], anche violente, ma di bassa intensità , vengono accusati di aver inviato delle pallottole alla locale presidente regionale. A farlo è stata invece la mafia, per altre ragioni. Ma i militari del generale Corsini (probabilmente il riferimento è al capo dei ROS Ganzer) evitano di seguire la pista mafiosa, per colpire gli anarchici.
Nel romanzo, con nomi di fantasia e ambientato in Italia Centrale, troviamo quattro giovani anarchici che finiscono immischiati in un complotto più grande di loro. Partecipi di alcune [[azione diretta|azioni dirette]], anche violente, ma di bassa intensità, vengono accusati di aver inviato delle pallottole alla locale presidente regionale. A farlo è stata invece la mafia, per altre ragioni. Ma i militari del generale Corsini (probabilmente il riferimento è al capo dei ROS Ganzer) evitano di seguire la pista mafiosa, per colpire gli anarchici.


Dopo la sentenza della cassazione del [[27 giugno]] che confermava la condanna a due ani e tre mesi del processo di secondo grado ([[13 febbraio]] [[2013]]), il [[10 luglio]] tre agenti in borghese si sono presentati a casa di Michele e l'hanno tratto in arresto per scontare un residuo di pena.<ref>[http://www.informa-azione.info/op_brushwood_arrestato_michele_fabiani Op. Brushwood - Arrestato Michele Fabiani]</ref>
Dopo la sentenza della cassazione del [[27 giugno]] che confermava la condanna a due ani e tre mesi del processo di secondo grado ([[13 febbraio]] [[2013]]), il [[10 luglio]] tre agenti in borghese si sono presentati a casa di Michele e l'hanno tratto in arresto per scontare un residuo di pena.<ref>[http://www.informa-azione.info/op_brushwood_arrestato_michele_fabiani Op. Brushwood - Arrestato Michele Fabiani]</ref>
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Spoleto - 14/11/2007 12:26
Spoleto - 14/11/2007 12:26


«Sono Michele Fabiani, "detto Mec", come direbbero i giudici, eh eh. Vorrei che questo scritto girasse il più possibile, non so ancora se potrò fotocopiarlo o se dovrò ricopiarlo a mano per cercare di mandarlo il più possibile in giro. Dalla seconda media mi chiamano Mec perchè per spirito di contraddizione tifavo la Maclaren... e così ho appena scoperto che di sfortune ne ho avute di 2 in 2 giorni: la macchina di Agnelli e Montezemolo vince i mondiali e io finisco in galera. Martedi 23 ottobre 5 brutti uomini (2 erano così brutti che si sono messi il passamontagna) irrompevano in casa mia, la mettevano completamente sottosopra e mi arrestavano in base all'articolo 270bis (scritto dal ministro Rocco per Mussolini). I reati associativi come l'art. 270 bis e 270 permettono di arrestare qualcuno non per cio' che ha fatto, ma per come la pensa, perchè fa parte di qualche fantomatica associazione. Basti pensare che uno di noi 5, rinchiusi in isolamento giudiziario da quasi 4 giorni e da oggi in E.I.V., è accusato solo di aver fatto una scritta su un muro! Ci pensate? Tre volanti (a testa), i mitra, i passamontagna, la scorta aerea dell'elicottero, le telecamere, il carcere, l'isolamento, l'e.i.v., per una scritta su un muro! Sono poi stato portato alla caserma dei carabinieri di Spoleto e poi a quella di Perugia, infine da quella di Perugia al carcere. Il primo momento propriamente comico è stato il trasferimento tra la caserma di Perugia e il carcere: chi guidava la macchina, forse impressionato, si è sbagliato strada e abbiamo fatto 2 volte il giro intorno alla stazione ferroviaria. In carcere mi stanno trattando bene, non mi hanno mai toccato (in tutti i sensi, neanche per gli spostamenti). La cella è molto sporca, c'è un tavolo appeso al muro con un armadietto inchiodato ed un letto inchiodato per terra ed alla parete. Oggi è caduto l'isolamento e abbiamo anche la tv. Resta il divieto di comunicare tra noi, che è la cosa peggiore. Ho visto le immagini del TGR Umbria che eravate fuori durante gli interrogatori: eravate tanti! Sono stato tanto felice, purtroppo da dentro non vi abbiamo sentito. Ho risposto alle domande non perchè io riconosca un qualche valore alla magistratura, ma per il semplice motivo che nelle motivazioni del nostro arresto c'erano scritte talmente tante (omissis) che ho ritenuto importante contraddirle subito, pur senza essermi mai consultato con gli avvocati, per la corretta esposizione dei fatti, per la libertà  di tutti noi. Talmente tante erano le falsità , le contraddizioni, gli errori grossolani che era di importanza strategica distruggerle immediatamente. Nessuno tema o si rallegri: io ero, sono e resto un prigioniero rivoluzionario. Lo ero, un prigioniero ed un rivoluzionario, anche prima di martedi: siamo tutti prigionieri, tutti i giorni. Quando ci alziamo la mattina per andare a lavorare, quando passiamo gli anni più belli della nostra vita sprecati su una macchina, quando facciamo spesa, quando non possiamo farlo perchè mancano i soldi, quando li buttiamo via i soldi per delle cazzate (vestiti, aperitivi, sigarette non c'è differenza) quando guardiamo la tv che ci fa il lavaggio del cervello, che cerca di terrorizzarci con morti, omicidi, rapine (quando in 15 anni gli omicidi sono diminuiti del 70%) così che noi possiamo chiedere più telecamere, più carceri, pene sicure, quando se c'è una pena davvero sicura a questo mondo è quella che incatena lo sfruttato alle sue condizioni. Io non ho mai detto "SONO UN UOMO LIBERO", in pochi possono dirlo senza presunzioni. Se io fossi un uomo libero, andrei tutti i giorni sulla cima del Monte Fionchi, in estate con le mucche e le pecore e in inverno con la neve, e dopo aver raggiunto faticosamente le cime...guardare a nord ovest, la valle Umbra o Valle Spoletino come si diceva una volta, poi a nord est la Valnerina e il Vettore quasi sempre liscio dietro, e poi via verso est tutti gli appennini che cominciano da lì, fino a sud dove ci sono quelle meravigliose foreste... E forse, ripensandoci, neanche lì sarei davvero libero. Perchè la valle Umbra è piena di cave, di capannoni, di fabbriche, di mostri che devono essere combattuti. Ma mancano gli eroi oggi mentre di mostri ce ne sono anche troppi. Quindi io non sono un uomo libero, il dominio non è organizzato per prevedere uomini liberi. Però sono un rivoluzionario, un prigioniero rivoluzionario. Io sapevo già di essere un prigioniero, prima che un giudice me lo dicesse. Certo, questa prigione è diversa da quella fuori: qui vedi tutti i giorni, in maniera limpida, simbolica e allo stesso tempo materiale quali sono i rapporti di forza del dominio; dove c'è chiaramente e distintamente l'uomo, con i suoi sogni, i suoi amori, il suo carattere, e il sistema, le sbarre, le catene, le telecamere, le guardie. Potremmo dire, ironicamente, che da un punto di vista politico-filosofico qui le cose sono più semplici: il sistema cerca di annientare l'individuo, l'individuo cerca di resistere. Ovviamente l'uomo qui sta peggio. È inutile fare retorica. Dopo qualche giorno la gabbia te la trovi intorno alla testa, è come se avessero costruito un'altra piccola gabbietta, precisa precisa intorno alla tua testa. Con il cervello che ragiona ma non ha gli oggetti su cui ragionare, con la voglia incontenibile di parlare e non c'è nessuno, di correre e non c'è spazio, quando mi affaccio alla finestra vedo un muro con altre sbarre, non si vede un filo d'erba, una collina (neanche durante l'aria, che passo solo in una stanza più grande), fuori dalla tua gabbia c'è un altra gabbia. La mia paura è che questa sensazione mi rimanga anche quando esco. Che la lotta per non impazzire diventerà  il fine della mia vita. Nel carcere "formale" l'uomo combatte contro se stesso, mentre nel mondo fuori il rivoluzionario deve combattere una guerra contro entità  oggettive. La mia paura è che ci si dimentichi di questi 2 livelli di scontro, che anche quando uscirò ci sarà  questa gabbia intorno alla testa che mi... e mi dice di non prendere a calci la porta della cella e di mettermi ad urlare. Non solo l'uomo antropofizza il mondo, ma in galera l'uomo antropofizza anche se stesso: come distruggiamo le montagne, così qui distruggiamo la nostra mente, costruendo fantasmi contro cui scontrarci. Il rapporto è tutto mentale qui. È di questo che voglio liberarmi, voglio uscire e continuare ad avere una capacità  di analisi oggettiva della realtà . Qui questa capacità  rischio di perderla. Mentre fuori, innaffiando un seme e facendo crescere una pianta, si ha un'interazione fisica con il mondo qui lo scontro è tutto psicologico. Lo scontro è fisico solo ad un primo livello, con i muri che non mi fanno uscire, ma in realtà  la guerra è anche con i nostri fantasmi. I muri sono troppo materiali per essere reali. Sbagliano i marxisti quando riconducono tutto alla materia. La realtà  è una sintesi in cui l'uomo colloca se stesso tra il mondo e le sue idee. In galera purtroppo questa sintesi è pericolosamente, patologicamente, troppo incentrata sulla mente. Ai compagni che scrivono che non trovano parole dico di trovarle queste parole che ne abbiamo troppo bisogno. Scriveteci a tutti e 5! Vorrei che qualcuno dicesse ad Erika che le mando un bacio.
«Sono Michele Fabiani, "detto Mec", come direbbero i giudici, eh eh. Vorrei che questo scritto girasse il più possibile, non so ancora se potrò fotocopiarlo o se dovrò ricopiarlo a mano per cercare di mandarlo il più possibile in giro. Dalla seconda media mi chiamano Mec perchè per spirito di contraddizione tifavo la Maclaren... e così ho appena scoperto che di sfortune ne ho avute di 2 in 2 giorni: la macchina di Agnelli e Montezemolo vince i mondiali e io finisco in galera. Martedi 23 ottobre 5 brutti uomini (2 erano così brutti che si sono messi il passamontagna) irrompevano in casa mia, la mettevano completamente sottosopra e mi arrestavano in base all'articolo 270bis (scritto dal ministro Rocco per Mussolini). I reati associativi come l'art. 270 bis e 270 permettono di arrestare qualcuno non per cio' che ha fatto, ma per come la pensa, perchè fa parte di qualche fantomatica associazione. Basti pensare che uno di noi 5, rinchiusi in isolamento giudiziario da quasi 4 giorni e da oggi in E.I.V., è accusato solo di aver fatto una scritta su un muro! Ci pensate? Tre volanti (a testa), i mitra, i passamontagna, la scorta aerea dell'elicottero, le telecamere, il carcere, l'isolamento, l'e.i.v., per una scritta su un muro! Sono poi stato portato alla caserma dei carabinieri di Spoleto e poi a quella di Perugia, infine da quella di Perugia al carcere. Il primo momento propriamente comico è stato il trasferimento tra la caserma di Perugia e il carcere: chi guidava la macchina, forse impressionato, si è sbagliato strada e abbiamo fatto 2 volte il giro intorno alla stazione ferroviaria. In carcere mi stanno trattando bene, non mi hanno mai toccato (in tutti i sensi, neanche per gli spostamenti). La cella è molto sporca, c'è un tavolo appeso al muro con un armadietto inchiodato ed un letto inchiodato per terra ed alla parete. Oggi è caduto l'isolamento e abbiamo anche la tv. Resta il divieto di comunicare tra noi, che è la cosa peggiore. Ho visto le immagini del TGR Umbria che eravate fuori durante gli interrogatori: eravate tanti! Sono stato tanto felice, purtroppo da dentro non vi abbiamo sentito. Ho risposto alle domande non perchè io riconosca un qualche valore alla magistratura, ma per il semplice motivo che nelle motivazioni del nostro arresto c'erano scritte talmente tante (omissis) che ho ritenuto importante contraddirle subito, pur senza essermi mai consultato con gli avvocati, per la corretta esposizione dei fatti, per la libertà  di tutti noi. Talmente tante erano le falsità, le contraddizioni, gli errori grossolani che era di importanza strategica distruggerle immediatamente. Nessuno tema o si rallegri: io ero, sono e resto un prigioniero rivoluzionario. Lo ero, un prigioniero ed un rivoluzionario, anche prima di martedi: siamo tutti prigionieri, tutti i giorni. Quando ci alziamo la mattina per andare a lavorare, quando passiamo gli anni più belli della nostra vita sprecati su una macchina, quando facciamo spesa, quando non possiamo farlo perchè mancano i soldi, quando li buttiamo via i soldi per delle cazzate (vestiti, aperitivi, sigarette non c'è differenza) quando guardiamo la tv che ci fa il lavaggio del cervello, che cerca di terrorizzarci con morti, omicidi, rapine (quando in 15 anni gli omicidi sono diminuiti del 70%) così che noi possiamo chiedere più telecamere, più carceri, pene sicure, quando se c'è una pena davvero sicura a questo mondo è quella che incatena lo sfruttato alle sue condizioni. Io non ho mai detto "SONO UN UOMO LIBERO", in pochi possono dirlo senza presunzioni. Se io fossi un uomo libero, andrei tutti i giorni sulla cima del Monte Fionchi, in estate con le mucche e le pecore e in inverno con la neve, e dopo aver raggiunto faticosamente le cime...guardare a nord ovest, la valle Umbra o Valle Spoletino come si diceva una volta, poi a nord est la Valnerina e il Vettore quasi sempre liscio dietro, e poi via verso est tutti gli appennini che cominciano da lì, fino a sud dove ci sono quelle meravigliose foreste... E forse, ripensandoci, neanche lì sarei davvero libero. Perchè la valle Umbra è piena di cave, di capannoni, di fabbriche, di mostri che devono essere combattuti. Ma mancano gli eroi oggi mentre di mostri ce ne sono anche troppi. Quindi io non sono un uomo libero, il dominio non è organizzato per prevedere uomini liberi. Però sono un rivoluzionario, un prigioniero rivoluzionario. Io sapevo già di essere un prigioniero, prima che un giudice me lo dicesse. Certo, questa prigione è diversa da quella fuori: qui vedi tutti i giorni, in maniera limpida, simbolica e allo stesso tempo materiale quali sono i rapporti di forza del dominio; dove c'è chiaramente e distintamente l'uomo, con i suoi sogni, i suoi amori, il suo carattere, e il sistema, le sbarre, le catene, le telecamere, le guardie. Potremmo dire, ironicamente, che da un punto di vista politico-filosofico qui le cose sono più semplici: il sistema cerca di annientare l'individuo, l'individuo cerca di resistere. Ovviamente l'uomo qui sta peggio. È inutile fare retorica. Dopo qualche giorno la gabbia te la trovi intorno alla testa, è come se avessero costruito un'altra piccola gabbietta, precisa precisa intorno alla tua testa. Con il cervello che ragiona ma non ha gli oggetti su cui ragionare, con la voglia incontenibile di parlare e non c'è nessuno, di correre e non c'è spazio, quando mi affaccio alla finestra vedo un muro con altre sbarre, non si vede un filo d'erba, una collina (neanche durante l'aria, che passo solo in una stanza più grande), fuori dalla tua gabbia c'è un altra gabbia. La mia paura è che questa sensazione mi rimanga anche quando esco. Che la lotta per non impazzire diventerà  il fine della mia vita. Nel carcere "formale" l'uomo combatte contro se stesso, mentre nel mondo fuori il rivoluzionario deve combattere una guerra contro entità  oggettive. La mia paura è che ci si dimentichi di questi 2 livelli di scontro, che anche quando uscirò ci sarà  questa gabbia intorno alla testa che mi... e mi dice di non prendere a calci la porta della cella e di mettermi ad urlare. Non solo l'uomo antropofizza il mondo, ma in galera l'uomo antropofizza anche se stesso: come distruggiamo le montagne, così qui distruggiamo la nostra mente, costruendo fantasmi contro cui scontrarci. Il rapporto è tutto mentale qui. È di questo che voglio liberarmi, voglio uscire e continuare ad avere una capacità  di analisi oggettiva della realtà . Qui questa capacità  rischio di perderla. Mentre fuori, innaffiando un seme e facendo crescere una pianta, si ha un'interazione fisica con il mondo qui lo scontro è tutto psicologico. Lo scontro è fisico solo ad un primo livello, con i muri che non mi fanno uscire, ma in realtà  la guerra è anche con i nostri fantasmi. I muri sono troppo materiali per essere reali. Sbagliano i marxisti quando riconducono tutto alla materia. La realtà  è una sintesi in cui l'uomo colloca se stesso tra il mondo e le sue idee. In galera purtroppo questa sintesi è pericolosamente, patologicamente, troppo incentrata sulla mente. Ai compagni che scrivono che non trovano parole dico di trovarle queste parole che ne abbiamo troppo bisogno. Scriveteci a tutti e 5! Vorrei che qualcuno dicesse ad Erika che le mando un bacio.


:Mec, Un anarchico in cattività 26/10/07»
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