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====[http://www.ngvision.org/mediabase/751 Anarchists Against the Wall]====
====[http://www.ngvision.org/mediabase/751 Anarchists Against the Wall]====
[[File:Anarchists_Against_the_Wall.gif |thumb|[[Anarchists Against the Wall]]]]
[[File:Anarchists_Against_the_Wall.gif |thumb|[[Anarchists Against the Wall]]]]
*[[Anarchists Against the Wall]] (anarchici e anarchiche contro il muro) è un gruppo aperto il cui principale interesse è l’[[azione diretta]] non-violenta congiunta israelo-palestinese nei territori palestinesi occupati. I suoi scopi principali sono collaborare con la società  civile palestinese nelle pratiche di disobbedienza civile all’occupazione, utilizzando l’insurrezione popolare dal basso come alternativa a politiche basate invece sulle diverse fazioni e partiti; creare un’alternativa alla violenza nella lotta di resistenza e far sì che israeliani e palestinesi resistano all’occupazione fianco a fianco. Anche se essere anarchici non è un criterio per unirsi al gruppo, la maggioranza delle attiviste e degli attivisti israeliani si riconoscono nell’[[anarchismo]] e il gruppo opera basandosi su principi anarchici. Dalla sua nascita nel marzo [[2003]] il gruppo si è prevalentemente concentrato sulla resistenza contro la costruzione del muro dell’apartheid nel West Bank. A partire dal [[2002]] Israele ha iniziato a costruire una barriera, nota come muro dell’[[apartheid]], dentro ai territori occupati. Oltre ad aumentare in maniera consistente le sofferenze causate dall’occupazione rendendo ancora più difficili i movimenti della popolazione all’interno del West Bank, il percorso del muro comporta massicci furti di terra agricola ed espulsioni della popolazione palestinese dai propri terreni. Quando è iniziato a diventare evidente che la costruzione del muro si sarebbe trasformata in un enorme strumento di oppressione, un gruppo anarchico israeliano ha deciso di usare la questione del muro come catalizzatore per azioni dirette congiunte israelo-palestinesi. Dall’inizio del conflitto questa è stata la prima volta in cui israeliani e israeliane e palestinesi si sono trovati fianco a fianco in azioni di resistenza all’occupazione. (Anarchists against the Wall). «Per dedicarsi ad azioni congiunte di israeliani e palestinesi è necessario creare la base personale e relazionale che rende possibile il fare politica assieme. È necessario costruire fiducia. La gente in Europa si deve rendere conto che non usiamo la parola “Apartheid” solo come uno slogan. C’è una separazione assoluta tra le due società . Costruire relazioni personali e fiducia, che sono la base dell’azione politica, è il passo più difficile e contemporaneamente il più importante.» «Gli israeliani devono vedere l’occupazione. È impossibile e inutile raccontargliela. La maggioranza delle persone che ha fatto questa esperienza, che ha visto, ha cambiato totalmente la propria vita. Si sono sentiti chiamati a risponderne personalmente, perché è diventato per loro impossibile non sentire profondamente l’ingiustizia.” La cosiddetta “barriera di separazione» o per meglio dire Muro dell’Apartheid, di cui sono già  stati costruiti più di 150 dei primi 650 Km previsti, non si limita a separare, per presunti motivi di sicurezza, la popolazione israeliana da quella palestinese, ma penetrando nei Territori Occupati ed accerchiando molti centri abitati, espropria terre, distrugge coltivazioni e pozzi, separa la popolazione dalle proprie fonti di sussistenza, rende i movimenti interni ancora più difficoltosi di quando già  non faccia l’attuale sistema di suddivisione in aree e annette, di fatto, una larga percentuale di territorio palestinese, soprattutto intorno alle zone degli insediamenti israeliani e a quelle strategicamente più interessanti. Proteste, manifestazioni e campi politici contro il Muro, gestiti ed organizzati da segmenti della società  civile palestinese, hanno rappresentato un ritorno dell’Intifada come movimento dal basso, sostanzialmente disarmato e non militarizzato. Le zone dove attualmente si compiono i lavori di costruzione sono state protagoniste di diffusi momenti di insurrezione popolare, spesso con la presenza e il sostegno di [[internazionalismo|attiviste e attivisti internazionali]] e israeliani, tra cui Anarchists against the Wall. La violenza della repressione ha comportato oltre alla drammaticamente consueta uccisione di civili palestinesi, anche il ferimento grave di due compagni israeliani, Gil Naamati nel dicembre [[2003]] e Itay Levinsky nel marzo [[2004]]. Se in [[Italia]] solo l’[[Controinformazione|informazione indipendente e di movimento]] ha dato spazio alle notizie delle azioni e della [[repressione]] conseguente, in Israele stampa, radio e televisione si sono trovate invece costrette ad affrontare il tema di giovanissimi cittadini israeliani, ebrei e disarmati, colpiti in maniera quasi mortale da un esercito cui tradizionalmente si attribuisce una funzione difensiva e protettiva.
*[[Anarchists Against the Wall]] (anarchici e anarchiche contro il muro) è un gruppo aperto il cui principale interesse è l’[[azione diretta]] non-violenta congiunta israelo-palestinese nei territori palestinesi occupati. I suoi scopi principali sono collaborare con la società  civile palestinese nelle pratiche di disobbedienza civile all’occupazione, utilizzando l’insurrezione popolare dal basso come alternativa a politiche basate invece sulle diverse fazioni e partiti; creare un’alternativa alla violenza nella lotta di resistenza e far sì che israeliani e palestinesi resistano all’occupazione fianco a fianco. Anche se essere anarchici non è un criterio per unirsi al gruppo, la maggioranza delle attiviste e degli attivisti israeliani si riconoscono nell’[[anarchismo]] e il gruppo opera basandosi su principi anarchici. Dalla sua nascita nel marzo [[2003]] il gruppo si è prevalentemente concentrato sulla resistenza contro la costruzione del muro dell’apartheid nel West Bank. A partire dal [[2002]] Israele ha iniziato a costruire una barriera, nota come muro dell’[[apartheid]], dentro ai territori occupati. Oltre ad aumentare in maniera consistente le sofferenze causate dall’occupazione rendendo ancora più difficili i movimenti della popolazione all’interno del West Bank, il percorso del muro comporta massicci furti di terra agricola ed espulsioni della popolazione palestinese dai propri terreni. Quando è iniziato a diventare evidente che la costruzione del muro si sarebbe trasformata in un enorme strumento di oppressione, un gruppo anarchico israeliano ha deciso di usare la questione del muro come catalizzatore per azioni dirette congiunte israelo-palestinesi. Dall’inizio del conflitto questa è stata la prima volta in cui israeliani e israeliane e palestinesi si sono trovati fianco a fianco in azioni di resistenza all’occupazione. (Anarchists against the Wall). «Per dedicarsi ad azioni congiunte di israeliani e palestinesi è necessario creare la base personale e relazionale che rende possibile il fare politica assieme. È necessario costruire fiducia. La gente in Europa si deve rendere conto che non usiamo la parola “Apartheid” solo come uno slogan. C’è una separazione assoluta tra le due società . Costruire relazioni personali e fiducia, che sono la base dell’azione politica, è il passo più difficile e contemporaneamente il più importante.» «Gli israeliani devono vedere l’occupazione. È impossibile e inutile raccontargliela. La maggioranza delle persone che ha fatto questa esperienza, che ha visto, ha cambiato totalmente la propria vita. Si sono sentiti chiamati a risponderne personalmente, perché è diventato per loro impossibile non sentire profondamente l’ingiustizia.La cosiddetta “barriera di separazione» o per meglio dire Muro dell’Apartheid, di cui sono già  stati costruiti più di 150 dei primi 650 Km previsti, non si limita a separare, per presunti motivi di sicurezza, la popolazione israeliana da quella palestinese, ma penetrando nei Territori Occupati ed accerchiando molti centri abitati, espropria terre, distrugge coltivazioni e pozzi, separa la popolazione dalle proprie fonti di sussistenza, rende i movimenti interni ancora più difficoltosi di quando già  non faccia l’attuale sistema di suddivisione in aree e annette, di fatto, una larga percentuale di territorio palestinese, soprattutto intorno alle zone degli insediamenti israeliani e a quelle strategicamente più interessanti. Proteste, manifestazioni e campi politici contro il Muro, gestiti ed organizzati da segmenti della società  civile palestinese, hanno rappresentato un ritorno dell’Intifada come movimento dal basso, sostanzialmente disarmato e non militarizzato. Le zone dove attualmente si compiono i lavori di costruzione sono state protagoniste di diffusi momenti di insurrezione popolare, spesso con la presenza e il sostegno di [[internazionalismo|attiviste e attivisti internazionali]] e israeliani, tra cui Anarchists against the Wall. La violenza della repressione ha comportato oltre alla drammaticamente consueta uccisione di civili palestinesi, anche il ferimento grave di due compagni israeliani, Gil Naamati nel dicembre [[2003]] e Itay Levinsky nel marzo [[2004]]. Se in [[Italia]] solo l’[[Controinformazione|informazione indipendente e di movimento]] ha dato spazio alle notizie delle azioni e della [[repressione]] conseguente, in Israele stampa, radio e televisione si sono trovate invece costrette ad affrontare il tema di giovanissimi cittadini israeliani, ebrei e disarmati, colpiti in maniera quasi mortale da un esercito cui tradizionalmente si attribuisce una funzione difensiva e protettiva.


====[http://www.ngvision.org/mediabase/453 Gli anarchici nella resistenza]====
====[http://www.ngvision.org/mediabase/453 Gli anarchici nella resistenza]====
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*[http://vimeo.com/21965663 Oltre le mura], cortometraggio realizzato con i detenuti della Casa di Reclusione di Sant'Angelo dei Lombardi (AV). Regia di Giuliano Capozzi, Musiche di Enzo Perna, con la collaborazione di Monica Mariotti.  
*[http://vimeo.com/21965663 Oltre le mura], cortometraggio realizzato con i detenuti della Casa di Reclusione di Sant'Angelo dei Lombardi (AV). Regia di Giuliano Capozzi, Musiche di Enzo Perna, con la collaborazione di Monica Mariotti.  
==Immigrazione\CIE ==
==Immigrazione\CIE ==
*[http://www.ngvision.org/mediabase/524 Mare nostrum], film inchiesta sui [[CPT]] (oggi chimati Centri di Identificazione ed Espulsione). Alcune immagini di questo film hanno permesso alla magistratura salentina di istruire un processo contro i gestori di un "Centro di permanenza temporanea" gestito dalla Curia arcivescovile di Lecce, la Fondazione "Regina pacis". “Mare nostrum” mette a nudo alcuni aspetti dell'incostituzionalità  della legge sull'[[Immigrazione|immigrazione]] (la 189 del 30 luglio 2002) detta Bossi-Fini-Mantovano. Alcune immagini di questo film hanno permesso alla magistratura salentina di istruire un processo contro i gestori di un "Centro di permanenza temporanea" gestito dalla Curia arcivescovile di Lecce, la Fondazione "Regina pacis". La durata della versione italiana è di 59 minuti. Si tratta di un progetto completamente autoprodotto, realizzato con diverse tecnologie digitali nell'arco di oltre cinque anni e costato oltre 25 mila euro. Realizzato e prodotto da Stefano Mencherini, che firma dopo Dante D'Aurelio anche la fotografia (il montaggio e' di Leida Napoles e Mario Chavarria), il documentario e' un viaggio in presa diretta nell'Italia dei diritti negati agli stranieri. Il film si apre con le lacrime del premier Berlusconi a Brindisi, all'indomani della "Strage del Venerdi Santo", dove morirono in mare a causa di una collisione con una imbarcazione della Marina militare oltre 80 albanesi che tentavano di raggiungere le nostre coste con l'ennesima carretta del mare, la Kater I Rades. Era il [[1997]], il Paese era governato dal centrosinistra. Poi un inseguimento tra scafisti e Guardia di Finanza italiana tra la Baia di Valona e il Canale di Otranto tre anni dopo, durante il periodo "dei respingimenti" a colpi di kalashnikov. Mare nostrum continua raccontando l'arrivo dei "clandestini" nel "[[Centri di Identificazione ed Espulsione|Centro di Permanenza temporanea]]" Fondazione Regina pacis, San Foca, Lecce. Un [[CPT]]-lager che sarà  chiuso e vedrà  la condanna di Don Cesare Lo Deserto <ref>[http://www.meltingpot.org/archivio193.html CPT Regina Pacis]</ref>. Nel film-denuncia c'è anche un affresco della quotidianita' dei "regolari", quelli che il permesso di soggiorno possono averlo, ma che di fatto vivono come clandestini a causa dell'iniquità  e dei ritardi applicativi della legge. Le musiche originali di "Mare nostrum" sono di Alessandro Coppola, fondatore dei Nidi d'Arac. Il testo della canzone "Cicuta", firmato da Mencherini e musicato e interpretato da Coppola, e' una sintesi della vicenda di don Cesare Lodeserto e della "sua" fondazione. Ad accompagnare diversi passaggi del film c'e' anche una versione fascista dell'Inno di Mameli, riscritta per "Mare nostrum" da Lucia Poli (attrice e autrice teatrale), Francesco di Giacomo (leader del Banco), Alessandro Coppola e Stefano Mencherini e interpretata da Poli, Di Giacomo e Coppola. Altre musiche non originali utilizzate nel film sono di Luciano Orologi, Ivano Fossati, Mau Mau, Les anarchistes. La consulenza musicale e' di Andrea Farri.
*[http://www.ngvision.org/mediabase/524 Mare nostrum], film inchiesta sui [[CPT]] (oggi chimati Centri di Identificazione ed Espulsione). Alcune immagini di questo film hanno permesso alla magistratura salentina di istruire un processo contro i gestori di un "Centro di permanenza temporanea" gestito dalla Curia arcivescovile di Lecce, la Fondazione "Regina pacis". “Mare nostrum” mette a nudo alcuni aspetti dell'incostituzionalità  della legge sull'[[Immigrazione|immigrazione]] (la 189 del 30 luglio 2002) detta Bossi-Fini-Mantovano. Alcune immagini di questo film hanno permesso alla magistratura salentina di istruire un processo contro i gestori di un "Centro di permanenza temporanea" gestito dalla Curia arcivescovile di Lecce, la Fondazione "Regina pacis". La durata della versione italiana è di 59 minuti. Si tratta di un progetto completamente autoprodotto, realizzato con diverse tecnologie digitali nell'arco di oltre cinque anni e costato oltre 25 mila euro. Realizzato e prodotto da Stefano Mencherini, che firma dopo Dante D'Aurelio anche la fotografia (il montaggio e' di Leida Napoles e Mario Chavarria), il documentario e' un viaggio in presa diretta nell'Italia dei diritti negati agli stranieri. Il film si apre con le lacrime del premier Berlusconi a Brindisi, all'indomani della "Strage del Venerdi Santo", dove morirono in mare a causa di una collisione con una imbarcazione della Marina militare oltre 80 albanesi che tentavano di raggiungere le nostre coste con l'ennesima carretta del mare, la Kater I Rades. Era il [[1997]], il Paese era governato dal centrosinistra. Poi un inseguimento tra scafisti e Guardia di Finanza italiana tra la Baia di Valona e il Canale di Otranto tre anni dopo, durante il periodo "dei respingimenti" a colpi di kalashnikov. Mare nostrum continua raccontando l'arrivo dei "clandestini" nel "[[Centri di Identificazione ed Espulsione|Centro di Permanenza temporanea]]" Fondazione Regina pacis, San Foca, Lecce. Un [[CPT]]-lager che sarà  chiuso e vedrà  la condanna di Don Cesare Lo Deserto <ref>[http://www.meltingpot.org/archivio193.html CPT Regina Pacis]</ref>. Nel film-denuncia c'è anche un affresco della quotidianita' dei "regolari", quelli che il permesso di soggiorno possono averlo, ma che di fatto vivono come clandestini a causa dell'iniquità  e dei ritardi applicativi della legge. Le musiche originali di "Mare nostrum" sono di Alessandro Coppola, fondatore dei Nidi d'Arac. Il testo della canzone "Cicuta", firmato da Mencherini e musicato e interpretato da Coppola, e' una sintesi della vicenda di don Cesare Lodeserto e della "sua" fondazione. Ad accompagnare diversi passaggi del film c'e' anche una versione fascista dell'Inno di Mameli, riscritta per "Mare nostrum" da Lucia Poli (attrice e autrice teatrale), Francesco di Giacomo (leader del Banco), Alessandro Coppola e Stefano Mencherini e interpretata da Poli, Di Giacomo e Coppola. Altre musiche non originali utilizzate nel film sono di Luciano Orologi, Ivano Fossati, Mau Mau, Les anarchistes. La consulenza musicale e' di Andrea Farri.


==Psichiatria ==
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