Maxime Lisbonne: differenze tra le versioni

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La ''Taverne du Bagne'' era un ''bistrot'' che ottenne successo. I camerieri erano vestiti da forzati del bagno penale, con tanto di catena alla caviglia; le bevande avevano i nomi delle località  di detenzione, i bicchieri erano a forma di palla di ferro cava e ai clienti, all'uscita, veniva rilasciato un certificato di buona condotta. L'interno della taverna era decorato con scene della colonia penale, tra le quali spiccavano le immagini della fuga di [[Henri Rochefort]] e quella del comunardo [[Gustave Maroteau]], incatenato e agonizzante.
La ''Taverne du Bagne'' era un ''bistrot'' che ottenne successo. I camerieri erano vestiti da forzati del bagno penale, con tanto di catena alla caviglia; le bevande avevano i nomi delle località  di detenzione, i bicchieri erano a forma di palla di ferro cava e ai clienti, all'uscita, veniva rilasciato un certificato di buona condotta. L'interno della taverna era decorato con scene della colonia penale, tra le quali spiccavano le immagini della fuga di [[Henri Rochefort]] e quella del comunardo [[Gustave Maroteau]], incatenato e agonizzante.


Quando il municipio di Parigi non gli rinnovò la concessione del locale, Lisbonne aprì il [[12 febbraio]] [[1886]] a Belleville, un sobborgo popolare della capitale, la ''Taverne du Bagne et des Ratapoils'',<ref>Ratapoil, o «topo spelacchiato», è una figura satirica resa celebre e proverbiale in Francia nel 1851 dallo scultore Daumier, con la quale si indica l'agente provocatore di Napoleone III, e in generale il sostenitore del militarismo e del cesarismo.</ref> a imitazione della precedente. Due mesi dopo fu la volta della ''Taverne de la Révolution française'', aperta nel centrale quartiere parigino del Marais, poi, nel [[1888]], della ''Brasserie des Frites révolutionnaires'', dove, mangiando patate fritte, si ascoltavano canzoni popolari e si rievocava il passato rivoluzionario.
Quando il municipio di Parigi non gli rinnovò la concessione del locale, Lisbonne aprì il [[12 febbraio]] [[1886]] a Belleville, un sobborgo popolare della capitale, la ''Taverne du Bagne et des Ratapoils'', <ref>Ratapoil, o «topo spelacchiato», è una figura satirica resa celebre e proverbiale in Francia nel 1851 dallo scultore Daumier, con la quale si indica l'agente provocatore di Napoleone III, e in generale il sostenitore del militarismo e del cesarismo.</ref> a imitazione della precedente. Due mesi dopo fu la volta della ''Taverne de la Révolution française'', aperta nel centrale quartiere parigino del Marais, poi, nel [[1888]], della ''Brasserie des Frites révolutionnaires'', dove, mangiando patate fritte, si ascoltavano canzoni popolari e si rievocava il passato rivoluzionario.


Pubblicò ancora un periodico di politica e letteratura, ''Le Citoyen de Montmartre'', che uscì per due anni fino all'agosto del [[1894]] e si presentò come indipendente alle elezioni politiche, senza farsi illusioni - e infatti non fu mai eletto - nel [[1889]], nel [[1892]] e nel [[1898]], quando era vivo l'affare Dreyfus. Quell'anno lasciò Parigi per ritirarsi nel piccolo paese di La Ferté-Alais, dove si mantenne gestendo una tabaccheria. Alla sua morte, avvenuta il 25 maggio 1905, anniversario del ferimento e della sua cattura sulle barricate di Parigi, un vecchio compagno della Comune lo ricordò con un articolo su ''L'Intransigeant''. <ref>Gaston Da Costa, ''Adieu à  Maxime Lisbonne'', 27 maggio 1905.</ref>
Pubblicò ancora un periodico di politica e letteratura, ''Le Citoyen de Montmartre'', che uscì per due anni fino all'agosto del [[1894]] e si presentò come indipendente alle elezioni politiche, senza farsi illusioni - e infatti non fu mai eletto - nel [[1889]], nel [[1892]] e nel [[1898]], quando era vivo l'affare Dreyfus. Quell'anno lasciò Parigi per ritirarsi nel piccolo paese di La Ferté-Alais, dove si mantenne gestendo una tabaccheria. Alla sua morte, avvenuta il 25 maggio 1905, anniversario del ferimento e della sua cattura sulle barricate di Parigi, un vecchio compagno della Comune lo ricordò con un articolo su ''L'Intransigeant''. <ref>Gaston Da Costa, ''Adieu à  Maxime Lisbonne'', 27 maggio 1905.</ref>
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