Maurizio Garino: differenze tra le versioni

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Nel [[1910]] è tra i principali fondatori del [[Circolo di Studi Sociali della Barriera di Milano]] <ref name="barriera">La Barriera di Milano è un quartiere popolare di Torino</ref> che successivamente, in ricordo di [[Francisco Ferrer y Guardia]] (fucilato il [[12 ottobre|12-10]]-[[1909]]), assumerà  la denominazione di [[Scuola Moderna "F. Ferrer"]]. Garino diviene direttore della scuola (nel [[1911]] ne sarà  segretario l'amico [[Pietro Ferrero]]), in cui operai, lavoratori e anarchici in genere, discutevano e affrontavano gli argomenti più disparati ([[filosofia]], architettura, astronomia, scienze, biologia ecc.).
Nel [[1910]] è tra i principali fondatori del [[Circolo di Studi Sociali della Barriera di Milano]] <ref name="barriera">La Barriera di Milano è un quartiere popolare di Torino</ref> che successivamente, in ricordo di [[Francisco Ferrer y Guardia]] (fucilato il [[12 ottobre|12-10]]-[[1909]]), assumerà  la denominazione di [[Scuola Moderna "F. Ferrer"]]. Garino diviene direttore della scuola (nel [[1911]] ne sarà  segretario l'amico [[Pietro Ferrero]]), in cui operai, lavoratori e anarchici in genere, discutevano e affrontavano gli argomenti più disparati ([[filosofia]], architettura, astronomia, scienze, biologia ecc.).
Attivissimo in [[sindacalismo|campo sindacale]] nell'ambito della minoranza anarchica della FIOM, è tra i primi ad indire uno [[sciopero]] nelle officine di Savigliano contro lo sfruttamento delle donne e dei soldati. Si oppone tenacemente alla firma della convenzione tra la FIOM e il Consorzio automobilistico torinese (gen. [[1912]]) che, in cambio del «sabato inglese», abolisce le tolleranze e introduce la trattenuta sindacale obbligatoria. Per questo Garino aderisce al nuovo [[Sindacato Unico Metallurgico]] (SUM), fondato dai [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalisti rivoluzionari]], partecipando allo [[sciopero]] proclamato dallo stesso e risoltosi con una grave sconfitta dopo due mesi di lotta.
Attivissimo in [[sindacalismo|campo sindacale]] nell'ambito della minoranza anarchica della FIOM, è tra i primi ad indire uno [[sciopero]] nelle officine di Savigliano contro lo sfruttamento delle donne e dei soldati. Si oppone tenacemente alla firma della convenzione tra la FIOM e il Consorzio automobilistico torinese (gen. [[1912]]) che, in cambio del «sabato inglese», abolisce le tolleranze e introduce la trattenuta sindacale obbligatoria. Per questo Garino aderisce al nuovo [[Sindacato Unico Metallurgico]] (SUM), fondato dai [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalisti rivoluzionari]], partecipando allo [[sciopero]] proclamato dallo stesso e risoltosi con una grave sconfitta dopo due mesi di lotta.
Quest'esperienza negativa, causata dalla divisione sindacale, lo porta a farsi portavoce con [[Pietro Ferrero]] nell'ambito del [[Fascio Libertario Torinese]] della scelta unitaria a favore della [[FIOM]], anche dopo la costituzione dell'[[USI]] (novembre [[1912]]). Il suo attivismo politico e sindacale lo costringerà  spesso a dover cambiare luogo di lavoro (Fonderie Subalpine, Acciaierie Fiat, Officine Savigliano ecc.). <ref name="rivista">[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/296/55.htm Alcune schede tratte dal ''Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani'']</ref>
Quest'esperienza negativa, causata dalla divisione sindacale, lo porta a farsi portavoce con [[Pietro Ferrero]] nell'ambito del [[Fascio Libertario Torinese]] della scelta unitaria a favore della [[FIOM]], anche dopo la costituzione dell'[[USI]] (novembre [[1912]]). Il suo attivismo politico e sindacale lo costringerà  spesso a dover cambiare luogo di lavoro (Fonderie Subalpine, Acciaierie Fiat, Officine Savigliano ecc.). <ref name="rivista">[http://www.arivista.org/?nr=296&pag=55.htm Alcune schede tratte dal ''Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani'']</ref>


Si attiva ed è in prima fila durante gli eventi della [[settimana rossa]] ([[7 giugno|7]]-[[14 giugno]] [[1914]]): arrestato per «violenza privata, minaccia e porto d'arma», è tuttavia prosciolto. Dichiarato abile per la guerra, nonostante fosse stato riformato alla visita di leva, ottiene l'esonero come «operaio specialista» e allo scoppio della guerra assume nette posizioni anti interventiste, partecipando nell'agosto [[1917]] alle [[Moti operai antimilitaristici a Torino (agosto 1917)|dimostrazioni contro la guerra]].
Si attiva ed è in prima fila durante gli eventi della [[settimana rossa]] ([[7 giugno|7]]-[[14 giugno]] [[1914]]): arrestato per «violenza privata, minaccia e porto d'arma», è tuttavia prosciolto. Dichiarato abile per la guerra, nonostante fosse stato riformato alla visita di leva, ottiene l'esonero come «operaio specialista» e allo scoppio della guerra assume nette posizioni anti interventiste, partecipando nell'agosto [[1917]] alle [[Moti operai antimilitaristici a Torino (agosto 1917)|dimostrazioni contro la guerra]].
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Protagonista di clamorosi [[sciopero|scioperi]] (come quello contro la decisione unilaterale della FIAT di spostare l'orario di lavoro dall'ora solare a quella legale), lo si ricorda soprattutto per la sua partecipazione a tutti gli eventi che porteranno alle occupazioni e alla costituzione dei [[consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20)|consigli di fabbrica del 1919-20]]: il [[1 novembre|1° novembre]] l'assemblea della Sezione torinese della FIOM approva l'ordine del giorno "Boero-Garino" «a grande maggioranza» che porta alla «costituzione dei Consigli operai di fabbrica, mediante l'elezione dei Commissari di reparto». Si costituisce un nuovo consiglio direttivo, provvisorio, in cui [[Pietro Ferrero]] assume le funzioni di segretario, dopo che la carica era stata declinate dallo stesso Garino. Sempre con [[Pietro Ferrero|Ferrero]], partecipa alla costituzione delle Commissione di studio sui consigli, spesso riunendosi presso i locali de «L'Ordine Nuovo», nuovo giornale [[comunismo|comunista]] di [[Antonio Gramsci]]. '''Nasce così una collaborazione tra gli anarchici facenti capo a [[Pietro Ferrero|Ferrero]] e Garino e i comunisti de «L'Ordine Nuovo»''' <ref name="appro">Per approfondimenti si legga ''[http://www.gramscitalia.it/html/manias.pdf L'esperienza dei consigli di fabbrica. Gramsci e gli anarchici]''</ref>, collaborazione che partorirà  la nascita di un manifesto apparso ne «L'Ordine nuovo» del [[27 marzo]] [[1920]].  
Protagonista di clamorosi [[sciopero|scioperi]] (come quello contro la decisione unilaterale della FIAT di spostare l'orario di lavoro dall'ora solare a quella legale), lo si ricorda soprattutto per la sua partecipazione a tutti gli eventi che porteranno alle occupazioni e alla costituzione dei [[consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20)|consigli di fabbrica del 1919-20]]: il [[1 novembre|1° novembre]] l'assemblea della Sezione torinese della FIOM approva l'ordine del giorno "Boero-Garino" «a grande maggioranza» che porta alla «costituzione dei Consigli operai di fabbrica, mediante l'elezione dei Commissari di reparto». Si costituisce un nuovo consiglio direttivo, provvisorio, in cui [[Pietro Ferrero]] assume le funzioni di segretario, dopo che la carica era stata declinate dallo stesso Garino. Sempre con [[Pietro Ferrero|Ferrero]], partecipa alla costituzione delle Commissione di studio sui consigli, spesso riunendosi presso i locali de «L'Ordine Nuovo», nuovo giornale [[comunismo|comunista]] di [[Antonio Gramsci]]. '''Nasce così una collaborazione tra gli anarchici facenti capo a [[Pietro Ferrero|Ferrero]] e Garino e i comunisti de «L'Ordine Nuovo»''' <ref name="appro">Per approfondimenti si legga ''[http://www.gramscitalia.it/html/manias.pdf L'esperienza dei consigli di fabbrica. Gramsci e gli anarchici]''</ref>, collaborazione che partorirà  la nascita di un manifesto apparso ne «L'Ordine nuovo» del [[27 marzo]] [[1920]].  


Al Convegno straordinario della FIOM di Firenze ([[9 novembre|9 novembre]]-[[10 novembre]] [[1919]]), Boero e Garino ottengono che i vertici federali permettano l'«esperimento dei Consigli di fabbrica» intesi come «la continuazione dell'opera delle Commissioni interne coordinata con quella dell'organizzazione». Nel dicembre dello stesso anno partecipa al Congresso straordinario della CdL di Torino e presenta una mozione a favore dei Consigli, ritenuti «ai fini dei principi comunisti-antiautoritari, organi assolutamente antistatali e possibili cellule della futura gestione della produzione agricola e industriale». Instancabile, porta avanti tenacemente la sua linea durante il Convegno nazionale della FIOM (Genova, maggio [[1920]]) e al Congresso anarchico piemontese (giugno [[1920]]), nonché anche al Congresso bolognese che sancisce la nascita dell'[[Unione Anarchica Italiana|UAI]] ([[1 luglio|1°]]-[[4 luglio]] [[1920]]). Nel settembre [[1920]] inizia [[consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20)|l'occupazione delle fabbriche]] e Maurizio Garino è naturalmente in prima fila. Alla fine dell'esperienza, conclusasi negativamente per il tradimento dei [[sindacalismo|sindacati]] riformisti, accusa i dirigenti nazionali sindacali di avere in qualche modo illuso «la massa operaia che non distingue se il movimento fosse sindacale o politico, aveva creduto che voi sareste andati fino in fondo, che voi l'avreste condotta al gran gesto rivoluzionario» <ref name="rivista">[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/296/55.htm Alcune schede tratte dal ''Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani'']</ref>.  
Al Convegno straordinario della FIOM di Firenze ([[9 novembre|9 novembre]]-[[10 novembre]] [[1919]]), Boero e Garino ottengono che i vertici federali permettano l'«esperimento dei Consigli di fabbrica» intesi come «la continuazione dell'opera delle Commissioni interne coordinata con quella dell'organizzazione». Nel dicembre dello stesso anno partecipa al Congresso straordinario della CdL di Torino e presenta una mozione a favore dei Consigli, ritenuti «ai fini dei principi comunisti-antiautoritari, organi assolutamente antistatali e possibili cellule della futura gestione della produzione agricola e industriale». Instancabile, porta avanti tenacemente la sua linea durante il Convegno nazionale della FIOM (Genova, maggio [[1920]]) e al Congresso anarchico piemontese (giugno [[1920]]), nonché anche al Congresso bolognese che sancisce la nascita dell'[[Unione Anarchica Italiana|UAI]] ([[1 luglio|1°]]-[[4 luglio]] [[1920]]). Nel settembre [[1920]] inizia [[consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20)|l'occupazione delle fabbriche]] e Maurizio Garino è naturalmente in prima fila. Alla fine dell'esperienza, conclusasi negativamente per il tradimento dei [[sindacalismo|sindacati]] riformisti, accusa i dirigenti nazionali sindacali di avere in qualche modo illuso «la massa operaia che non distingue se il movimento fosse sindacale o politico, aveva creduto che voi sareste andati fino in fondo, che voi l'avreste condotta al gran gesto rivoluzionario» <ref name="rivista">[http://www.arivista.org/?nr=296&pag=55.htm Alcune schede tratte dal ''Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani'']</ref>.  


In età  avanzata, a chi gli chiederà  cosa avesse significato per lui e per l'[[anarchismo]] quel biennio ([[1919]]-[[1920|20]]), Garino risponderà:
In età  avanzata, a chi gli chiederà  cosa avesse significato per lui e per l'[[anarchismo]] quel biennio ([[1919]]-[[1920|20]]), Garino risponderà:
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