Marinus van der Lubbe: differenze tra le versioni

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La sera del [[27 febbraio]] [[1933]], alle 21:14, una stazione dei pompieri di Berlino ricevette l'allarme che il Palazzo del Reichstag, sede del Parlamento tedesco, stava andando a fuoco. Quando [[polizia]] e pompieri giunsero sul posto, l'edificio era già in buona parte distrutto anche a causa di una grossa esplosione. Durante un giro di perlustrazione, la [[polizia]] trovò Marinus van der Lubbe nascosto dietro l'edificio.
La sera del [[27 febbraio]] [[1933]], alle 21:14, una stazione dei pompieri di Berlino ricevette l'allarme che il Palazzo del Reichstag, sede del Parlamento tedesco, stava andando a fuoco. Quando [[polizia]] e pompieri giunsero sul posto, l'edificio era già in buona parte distrutto anche a causa di una grossa esplosione. Durante un giro di perlustrazione, la [[polizia]] trovò Marinus van der Lubbe nascosto dietro l'edificio.


I [[Nazismo|nazisti]] utilizzarono immediatamente questo fatto per dichiarare lo stato d'emergenza ed imporre leggi liberticide (il vecchio Presidente Paul von Hindenburg firmò il "Decreto dell'incendio del Reichstag" che aboliva la maggior parte dei diritti civili forniti dalla costituzione del [[1919]] della Repubblica di Weimar.) da applicare contro socialisti, comunisti (più di 4000 militanti del Partito Comunista tedesco vengono arrestati), cattolici del ''Deutsche Zentrumspartei'', dissidenti vari ed anarchici (tra questi molti furono gli arrestati, come per esempio il noto [[Erich Muhsam]]).   
I [[Nazismo|nazisti]] utilizzarono immediatamente questo fatto per dichiarare lo stato d'emergenza ed imporre leggi liberticide (il vecchio Presidente Paul von Hindenburg firmò il "Decreto dell'incendio del Reichstag" che aboliva la maggior parte dei diritti civili forniti dalla costituzione del [[1919]] della Repubblica di Weimar.) da applicare contro socialisti, comunisti (più di 4000 militanti del Partito Comunista tedesco vengono arrestati), cattolici del ''Deutsche Zentrumspartei'', dissidenti vari ed anarchici (tra questi molti furono gli arrestati, come per esempio il noto [[Erich Mühsam]]).   


Insieme a van der Lubbe furono processati i vertici stalinisti del Partito Comunista Tedesco, che contrariamente a Marinus van der Lubbe (condannato a morte dopo la confessione estorta sotto tortura) vennero però assolti. Durante il processo e prima dell'esecuzione presero vita vari comitati in sostegno all'imputato olandese, formato da [[consiliarismo|consiliaristi]] e anarchici. Tra questi, i più conosciuti attivisti libertari furono [[André Prudhommeaux]] (ideatore del Comitato Marinus van der Lubbe") e [[Alphonse Barbé]]. D'altro canto, un opposto comitato, del Partito Comunista di Germania (KPD) ed organizzato da [[Willi Münzenberg]], calunniò il principale imputato con l'accusa di essere un pazzo e non un vero [[comunista]]. Così come tutto il [[Komintern]], essi sostenevano che l'olandese era stato in qualche modo uno strumento in mano ai [[nazismo|nazisti]]. In [[Gran Bretagna]] l'appoggio a questa risoluzione fu praticamente totale. In [[Italia]], oltre agli anarchici, i comunisti della Frazione di Sinistra del PCd'I, pubblicarono sulla loro rivista («Prometeo») una serie di articoli in difesa dell'accuato principale. Anche in [[Francia]] e [[Olanda]] le accuse degli stalinisti furono apertamente osteggiate e molti comunisti si dissociarono dalla posizione ufficiale del partito.  
Insieme a van der Lubbe furono processati i vertici stalinisti del Partito Comunista Tedesco, che contrariamente a Marinus van der Lubbe (condannato a morte dopo la confessione estorta sotto tortura) vennero però assolti. Durante il processo e prima dell'esecuzione presero vita vari comitati in sostegno all'imputato olandese, formato da [[consiliarismo|consiliaristi]] e anarchici. Tra questi, i più conosciuti attivisti libertari furono [[André Prudhommeaux]] (ideatore del Comitato Marinus van der Lubbe") e [[Alphonse Barbé]]. D'altro canto, un opposto comitato, del Partito Comunista di Germania (KPD) ed organizzato da [[Willi Münzenberg]], calunniò il principale imputato con l'accusa di essere un pazzo e non un vero [[comunista]]. Così come tutto il [[Komintern]], essi sostenevano che l'olandese era stato in qualche modo uno strumento in mano ai [[nazismo|nazisti]]. In [[Gran Bretagna]] l'appoggio a questa risoluzione fu praticamente totale. In [[Italia]], oltre agli anarchici, i comunisti della Frazione di Sinistra del PCd'I, pubblicarono sulla loro rivista («Prometeo») una serie di articoli in difesa dell'accuato principale. Anche in [[Francia]] e [[Olanda]] le accuse degli stalinisti furono apertamente osteggiate e molti comunisti si dissociarono dalla posizione ufficiale del partito.  
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===Un atto isolato===
===Un atto isolato===
Nel [[1933]] si costruì « Comitato Internazionale Van der Lubbe » per difendere il presunto incendiario. Secondo il comitato, l'olandese agì solamente per denunciare la conquista legalitaria del potere da parte dei [[Nazismo|nazisti]]. Per questo essi lo giudicarono come uno dei primi resistenti antinazisti, che affermava « a modo suo l'urgente necessità di una insurrezione contro il fascismo assassino » <ref>[http://www.gavroche.info/index.php/articles-en-ligne/13-le-reichstag-en-flammes Il Reichstag in fiamme, o della riabilitazione di Marinus Van der Lubbe, militante rivoluzionario ingiustamente calunniato] (in francese), J.J. GANDINI, settembre-ottobre 2003.</ref>.
Nel [[1933]] si costruì « Comitato Internazionale Van der Lubbe » per difendere il presunto incendiario. Secondo il comitato, l'olandese agì solamente per denunciare la conquista legalitaria del potere da parte dei [[Nazismo|nazisti]]. Per questo essi lo giudicarono come uno dei primi resistenti antinazisti, che affermava « a modo suo l'urgente necessità di una insurrezione contro il fascismo assassino » <ref>[http://archive.is/L0KU Il Reichstag in fiamme, o della riabilitazione di Marinus Van der Lubbe, militante rivoluzionario ingiustamente calunniato] (in francese), J.J. GANDINI, settembre-ottobre 2003.</ref>.


Nel [[1960]], su ''Der Spiegel'', poi nel [[1962]], nel suo libro ''Der Reichsbrand. Legende und Wirklichkeit'' <ref>Fritz Tobias, ''Der Reichsbrand Legende und Wirklichkeit'', Rastatt, Baden, 1962.</ref>, Fritz Tobias afferma che la tesi del complotto [[nazista]] è infondata, così come quella del complotto [[comunista]]. Definisce falsi i documenti del libro ''Livre brun'', utilizzati in chiave antinazista <ref>Georges Goriely, ''1933'', pp. 131-132</ref>. Secondo [[Ian Kershaw]], le conclusioni di Tobias sono ormai largamente accettate <ref>I. Kershaw, ''op. cit.'', p. 1011</ref> e l'"innocenza" nazista sarebbe evidenziata dalla reazione sorpresa ed isterica dello stesso Hitler e dei vertici del Partito. <ref>I. Kershaw, ''op. cit. p. 649''</ref>. Tuttavia, l'analisi di Kershaw è stata vigorosamente contestata da Lionel Richard <ref>Lionel Richard, ''Goebbels. Portrait d'un manipulateur'', s.l., André Versaille editore, 2008, p. 132</ref>, secondo il quale « le analisi di Tobias, già fortemente messe in dubbio da un gruppo di storici quando sono state pubblicate, non hanno più alcun credito. È stato dimostrato che sono informazioni documentarie non affidabili. All'occorrenza, Kershaw avrebbe potuto, al meno, prendere seriamente in considerazione i lavori di Alexander Bahar <ref> Alexander bahar, ''Dieses Feuer ist erst der Anfang. Die Nazis und der Reichstagsbrand'', ''in'' ''Bulletin - Berliner Gesellschaft für Faschismus- und Weltkriegsforschung / herausgegeben von Berliner Gesellschaft für Faschismus- und Weltkriegsforschung'',Berlin, Edition Organon, 2005, Heft 25/26, pp. 87-120</ref>. »
Nel [[1960]], su ''Der Spiegel'', poi nel [[1962]], nel suo libro ''Der Reichsbrand. Legende und Wirklichkeit'' <ref>Fritz Tobias, ''Der Reichsbrand Legende und Wirklichkeit'', Rastatt, Baden, 1962.</ref>, Fritz Tobias afferma che la tesi del complotto [[nazista]] è infondata, così come quella del complotto [[comunista]]. Definisce falsi i documenti del libro ''Livre brun'', utilizzati in chiave antinazista <ref>Georges Goriely, ''1933'', pp. 131-132</ref>. Secondo [[Ian Kershaw]], le conclusioni di Tobias sono ormai largamente accettate <ref>I. Kershaw, ''op. cit.'', p. 1011</ref> e l'"innocenza" nazista sarebbe evidenziata dalla reazione sorpresa ed isterica dello stesso Hitler e dei vertici del Partito. <ref>I. Kershaw, ''op. cit. p. 649''</ref>. Tuttavia, l'analisi di Kershaw è stata vigorosamente contestata da Lionel Richard <ref>Lionel Richard, ''Goebbels. Portrait d'un manipulateur'', s.l., André Versaille editore, 2008, p. 132</ref>, secondo il quale « le analisi di Tobias, già fortemente messe in dubbio da un gruppo di storici quando sono state pubblicate, non hanno più alcun credito. È stato dimostrato che sono informazioni documentarie non affidabili. All'occorrenza, Kershaw avrebbe potuto, al meno, prendere seriamente in considerazione i lavori di Alexander Bahar <ref> Alexander bahar, ''Dieses Feuer ist erst der Anfang. Die Nazis und der Reichstagsbrand'', ''in'' ''Bulletin - Berliner Gesellschaft für Faschismus- und Weltkriegsforschung / herausgegeben von Berliner Gesellschaft für Faschismus- und Weltkriegsforschung'',Berlin, Edition Organon, 2005, Heft 25/26, pp. 87-120</ref>. »
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