Maria Luisa Minguzzi: differenze tra le versioni

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[[File:Copertina_del_libro_"Amore_e_anarchia"_di_Claudia_Angelini_Bassi.jpg|350 px|right|thumb|Maria Luisa  Minguzzi e [[Francesco Pezzi]] rappresentatati nella copertina del libro ''Amore e anarchia''. ]]
[[File:Copertina_del_libro_"Amore_e_anarchia"_di_Claudia_Angelini_Bassi.jpg|350 px|right|thumb|Maria Luisa  Minguzzi e [[Francesco Pezzi]] rappresentatati nella copertina del libro ''Amore e anarchia''. ]]
'''Maria Luisa Minguzzi''' (Ravenna, [[21 giugno]] [[1852]] - Firenze, [[13 marzo]] [[1911]]), soprannominata “Gigia”, è stata un’[[Personalità  anarchiche femminili|anarchica italiana]]. È conosciuta anche per essere stata la compagna di [[Francesco Pezzi]], anch’esso una figura importante del movimento anarchico italiano, e per aver svolto un ruolo di primo piano nello sviluppo del [[Storia del movimento libertario in Italia|movimento anarchico]] e di quello [[femminista]] italiano.
'''Maria Luisa Minguzzi''' (Ravenna, [[21 giugno]] [[1852]] - Firenze, [[13 marzo]] [[1911]]), soprannominata “Gigia”, è stata un'[[Personalità  anarchiche femminili|anarchica italiana]]. È conosciuta anche per essere stata la compagna di [[Francesco Pezzi]], anch'esso una figura importante del movimento anarchico italiano, e per aver svolto un ruolo di primo piano nello sviluppo del [[Storia del movimento libertario in Italia|movimento anarchico]] e di quello [[femminista]] italiano.


== Biografia ==
== Biografia ==


'''Maria Luisa Minguzzi''' nasce il [[21 giugno]] [[1852]] a Ravenna da Michele e Chiara Raddi.  
'''Maria Luisa Minguzzi''' nasce il [[21 giugno]] [[1852]] a Ravenna da Michele e Chiara Raddi.  
Divenuta moglie dell’anarchico [[Francesco Pezzi]], Maria Luisa è una «donna di splendida bellezza, alta, robusta, formosa, dal temperamento franco e aperto, dalla parola pronta e schietta, [che] esercitava un fascino su tutti coloro che l’avvicinavano». ([[Temistocle Monticelli]])
Divenuta moglie dell'anarchico [[Francesco Pezzi]], Maria Luisa è una «donna di splendida bellezza, alta, robusta, formosa, dal temperamento franco e aperto, dalla parola pronta e schietta, [che] esercitava un fascino su tutti coloro che l'avvicinavano». ([[Temistocle Monticelli]])


===L'attività  nella sezione fiorentina ===
===L'attività  nella sezione fiorentina ===


Firenze è il centro dell'attività  dei coniugi Pezzi. Nel capoluogo toscano si svolgono i più importanti appuntamenti degli [[Associazione Internazionale dei Lavoratori|internazionalisti]] e la casa della coppia Minguzzi-Pezzi diviene rifugio e vera e propria sede dei lavoratori e delle lavoratrici del popolare quartiere fiorentino di San Frediano, in cui notevole è la presenza di artigiani e operaie impiegate nella manifattura dei tabacchi. In quest'ambiente rivoluzionario, già  nel [[1872]] nasce la prima sezione femminile dell’[[AIT|Internazionale]], cui aderiscono un centinaio di lavoratrici. Molte di queste saranno tra le promotrici del primo grande [[sciopero]] delle sigaraie che si terrà  da lì a due anni.  
Firenze è il centro dell'attività  dei coniugi Pezzi. Nel capoluogo toscano si svolgono i più importanti appuntamenti degli [[Associazione Internazionale dei Lavoratori|internazionalisti]] e la casa della coppia Minguzzi-Pezzi diviene rifugio e vera e propria sede dei lavoratori e delle lavoratrici del popolare quartiere fiorentino di San Frediano, in cui notevole è la presenza di artigiani e operaie impiegate nella manifattura dei tabacchi. In quest'ambiente rivoluzionario, già  nel [[1872]] nasce la prima sezione femminile dell'[[AIT|Internazionale]], cui aderiscono un centinaio di lavoratrici. Molte di queste saranno tra le promotrici del primo grande [[sciopero]] delle sigaraie che si terrà  da lì a due anni.  


Dopo il fallimento dei [[Insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)|moti del 1874 di Bologna]], si rifugia con il suo compagno [[Francesco Pezzi]] a Lugano, e rientra con lo stesso a Firenze dopo l'amnistia dell'ottobre [[1876]]. Maria Luisa riprende immediatamente contatto con la sezione fiorentina: il [[16 ottobre]] [[1876]] «La Plebe» di Milano ospita un manifesto, firmato da lei stessa, da [[Assunta Pedoni]] e da [[Amalia Migliorini]], che è considerato l’inizio del movimento femminile in [[Italia]].  
Dopo il fallimento dei [[Insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)|moti del 1874 di Bologna]], si rifugia con il suo compagno [[Francesco Pezzi]] a Lugano, e rientra con lo stesso a Firenze dopo l'amnistia dell'ottobre [[1876]]. Maria Luisa riprende immediatamente contatto con la sezione fiorentina: il [[16 ottobre]] [[1876]] «La Plebe» di Milano ospita un manifesto, firmato da lei stessa, da [[Assunta Pedoni]] e da [[Amalia Migliorini]], che è considerato l'inizio del movimento femminile in [[Italia]].  


Trasferitasi a Napoli in dicembre, insieme all'inseparabile compagno, Maria Luisa Minguzzi partecipa alla preparazione dei [[Banda del Matese|moti del Matese]] nonostante [[Francesco Pezzi]] venga coinvolto nell’affare Schettini. [[James Guillaume]] individua proprio in lei la donna che accompagna [[Carlo Cafiero]] e gli altri della [[Banda del Matese]] che a San Lupo si spacciano per signori inglesi (notizia storicamente mai accertata).  
Trasferitasi a Napoli in dicembre, insieme all'inseparabile compagno, Maria Luisa Minguzzi partecipa alla preparazione dei [[Banda del Matese|moti del Matese]] nonostante [[Francesco Pezzi]] venga coinvolto nell'affare Schettini. [[James Guillaume]] individua proprio in lei la donna che accompagna [[Carlo Cafiero]] e gli altri della [[Banda del Matese]] che a San Lupo si spacciano per signori inglesi (notizia storicamente mai accertata).  


Dopo qualche mese trascorso a Lugano (Svizzera), Maria Luisa Minguzzi ritorna a Firenze all'indomani dell’amnistia del [[19 gennaio]] [[1878]]. Un mese dopo è già  impegnata ad organizzare il Circolo di propaganda socialista tra operaie. Con lei una quarantina di compagne, tra cui: Migliorini, Pedoni, la sarta [[Ildebranda Dell’Innocenti]] (moglie di G. Gomez), [[Santina Papini]] (moglie di [[Arturo Feroci]] noto fondatore di gruppi e comitati), [[Teresa Fabbrini]] (moglie di [[Olimpio Ballerini]]), le sigaraie [[Annunziata Fritelli|Annunziata]] e [[Serafina Frittelli]], [[Caterina Serafini]] e [[Annunziata Gufoni]] (animatrici, quest’ultime, del grande [[sciopero]] del [[1885]]). Il Circolo sostituiva nei fatti la sezione femminile dell’[[Associazione Internazionale dei Lavoratori|AIT]], che era stata disciolta dal governo dopoi i fatti del [[Banda del Matese|Matese]]. La sede del circolo è la casa dei coniugi Pezzi-Minguzzi, che in quell'epoca era anche la casa dei coniugi Gomez.  
Dopo qualche mese trascorso a Lugano (Svizzera), Maria Luisa Minguzzi ritorna a Firenze all'indomani dell'amnistia del [[19 gennaio]] [[1878]]. Un mese dopo è già  impegnata ad organizzare il Circolo di propaganda socialista tra operaie. Con lei una quarantina di compagne, tra cui: Migliorini, Pedoni, la sarta [[Ildebranda Dell'Innocenti]] (moglie di G. Gomez), [[Santina Papini]] (moglie di [[Arturo Feroci]] noto fondatore di gruppi e comitati), [[Teresa Fabbrini]] (moglie di [[Olimpio Ballerini]]), le sigaraie [[Annunziata Fritelli|Annunziata]] e [[Serafina Frittelli]], [[Caterina Serafini]] e [[Annunziata Gufoni]] (animatrici, quest'ultime, del grande [[sciopero]] del [[1885]]). Il Circolo sostituiva nei fatti la sezione femminile dell'[[Associazione Internazionale dei Lavoratori|AIT]], che era stata disciolta dal governo dopoi i fatti del [[Banda del Matese|Matese]]. La sede del circolo è la casa dei coniugi Pezzi-Minguzzi, che in quell'epoca era anche la casa dei coniugi Gomez.  
===Il carcere===
===Il carcere===
Arrestata il [[1° ottobre]] insieme ad altri internazionalisti convenuti a Firenze, rimane in [[carcere]] preventivo per 15 mesi. Durante questo periodo consola e sostiene [[Anna Kuliscioff]], che era stata particolarmente spossata dall'esperienza carceraria. Quando tutti gli imputati vengono assolti il [[7 gennaio]] [[1880]], la situazione dell'[[AIT|Internazionale]] in [[Italia]] si è complicata, infatti alla svolta parlamentarista di [[Andrea Costa]] si aggiunge la malattia di [[Carlo Cafiero]] e l’esilio di [[Errico Malatesta]].  
Arrestata il [[1° ottobre]] insieme ad altri internazionalisti convenuti a Firenze, rimane in [[carcere]] preventivo per 15 mesi. Durante questo periodo consola e sostiene [[Anna Kuliscioff]], che era stata particolarmente spossata dall'esperienza carceraria. Quando tutti gli imputati vengono assolti il [[7 gennaio]] [[1880]], la situazione dell'[[AIT|Internazionale]] in [[Italia]] si è complicata, infatti alla svolta parlamentarista di [[Andrea Costa]] si aggiunge la malattia di [[Carlo Cafiero]] e l'esilio di [[Errico Malatesta]].  
===Ripresa dell'attivismo===
===Ripresa dell'attivismo===
Sarà  proprio il circolo fiorentino, animato da Minguzzi e [[Francesco Pezzi|Pezzi]], a risollevare le sorti dell'[[anarchismo italiano]], specie dopo il ritorno di [[Malatesta]] a Firenze che dà  nuovo impulso al movimento. Dall’autunno del [[1883]] Maria Luisa e [[Francesco Pezzi|Francesco]] prendono a seguire [[Malatesta]] ovunque questi si sposti: nell’autunno del [[1884]] sono a Napoli a sostenere la popolazione colpita dal colera e a fine anno partono con lui in [[Argentina]], dove pubblicano nel [[1885]] «La Questione Sociale».  
Sarà  proprio il circolo fiorentino, animato da Minguzzi e [[Francesco Pezzi|Pezzi]], a risollevare le sorti dell'[[anarchismo italiano]], specie dopo il ritorno di [[Malatesta]] a Firenze che dà  nuovo impulso al movimento. Dall'autunno del [[1883]] Maria Luisa e [[Francesco Pezzi|Francesco]] prendono a seguire [[Malatesta]] ovunque questi si sposti: nell'autunno del [[1884]] sono a Napoli a sostenere la popolazione colpita dal colera e a fine anno partono con lui in [[Argentina]], dove pubblicano nel [[1885]] «La Questione Sociale».  


Rientrati a Firenze nel [[1890]], Maria Luisa e il suo [[Francesco Pezzi|compagno]] trovano un movimento anarchico che, dopo l'amnistia concessa agli esuli nel [[1884]], ha ripreso nuovo vigore a partire dal [[1887]].  
Rientrati a Firenze nel [[1890]], Maria Luisa e il suo [[Francesco Pezzi|compagno]] trovano un movimento anarchico che, dopo l'amnistia concessa agli esuli nel [[1884]], ha ripreso nuovo vigore a partire dal [[1887]].  
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Nelle intenzioni di Malatesta, i coniugi [[Francesco Pezzi|Pezzi]]-'''Minguzzi''' avrebbero dovuto diffondere tra i militanti italiani più "assennati" propaganda contro il ''[[Ravachol|ravacholismo]]'', ma due anni dopo la coppia viene coinvolta proprio in un fallito attentato, quello contro Crispi di [[Paolo Lega]]. I due sono in realtà  colpevoli di averlo ospitato a casa loro (come molti altri libertari e libertarie del resto...), ma vengono ugualmente arrestati il [[3 luglio]] [[1894]]. Solo l'agosto dell'anno dopo il Tribunale di Roma li proscioglierà  dall'accusa, anche se solo per essere inviati al domicilio coatto. Maria Luisa viene tradotta a Orbetello. Vi rimarrà  per un anno intero, che le risulterà  fatale per la sua [[salute]] (Orbetello era una zona altamente paludosa).  
Nelle intenzioni di Malatesta, i coniugi [[Francesco Pezzi|Pezzi]]-'''Minguzzi''' avrebbero dovuto diffondere tra i militanti italiani più "assennati" propaganda contro il ''[[Ravachol|ravacholismo]]'', ma due anni dopo la coppia viene coinvolta proprio in un fallito attentato, quello contro Crispi di [[Paolo Lega]]. I due sono in realtà  colpevoli di averlo ospitato a casa loro (come molti altri libertari e libertarie del resto...), ma vengono ugualmente arrestati il [[3 luglio]] [[1894]]. Solo l'agosto dell'anno dopo il Tribunale di Roma li proscioglierà  dall'accusa, anche se solo per essere inviati al domicilio coatto. Maria Luisa viene tradotta a Orbetello. Vi rimarrà  per un anno intero, che le risulterà  fatale per la sua [[salute]] (Orbetello era una zona altamente paludosa).  


Divenuta gradualmente quasi cieca, «dopo il coatto Luisa non ha perso la fede ma l’entusiasmo e le forze sì e si mette in disparte» ([[Temistocle Monticelli]]. Tornata a Firenze, dedica il suo ultimo impegno, sempre insieme all'inseparabile [[Francesco Pezzi|compagno]], al Comitato pro-vittime politiche di Scarlatti dal [[1904]] al [[1906]].   
Divenuta gradualmente quasi cieca, «dopo il coatto Luisa non ha perso la fede ma l'entusiasmo e le forze sì e si mette in disparte» ([[Temistocle Monticelli]]. Tornata a Firenze, dedica il suo ultimo impegno, sempre insieme all'inseparabile [[Francesco Pezzi|compagno]], al Comitato pro-vittime politiche di Scarlatti dal [[1904]] al [[1906]].   


Maria Luisa Minguzzi muore a Firenze il [[13 marzo]] [[1911]].
Maria Luisa Minguzzi muore a Firenze il [[13 marzo]] [[1911]].
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== Bibliografia==
== Bibliografia==
*Maurizio Antonioli; Gianpietro Berti, Santi Fedele, Pasquale Luso, ''Dizionario biografico degli anarchici italiani'' - Volume 2, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, [[2004]].
*Maurizio Antonioli; Gianpietro Berti, Santi Fedele, Pasquale Luso, ''Dizionario biografico degli anarchici italiani'' - Volume 2, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, [[2004]].
* Claudia Angelini Bassi, ''Amore e Anarchia: Francesco Pezzi e Luisa Minguzzi, due ravennati nella seconda metà  dell’Ottocento'', 2004, Longo Angelo Editore.
* Claudia Angelini Bassi, ''Amore e Anarchia: Francesco Pezzi e Luisa Minguzzi, due ravennati nella seconda metà  dell'Ottocento'', 2004, Longo Angelo Editore.


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
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