Manifiesto de los Treinta (Spagna, 1931): differenze tra le versioni

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== Manifesto dei Trenta ==
== Manifesto dei Trenta ==
===AI COMPAGNI, AI SINDACATI, A TUTTI.===
===AI COMPAGNI, AI SINDACATI, A TUTTI.===
Una superficiale analisi della situazione attraversata dal nostro paese ci porterà  a dichiarare che la Spagna si ritrova in un momento di intensa propensione rivoluzionaria, dalla quale ne deriveranno profonde perturbazioni collettive. Non possiamo negare l'importanza del momento né i pericoli di questo periodo rivoluzionario perchè, piaccia o no, la forza stessa degli eventi ci porterà  tutti noi a subire le conseguenze di questa perturbazione. L'avvento della Repubblica ha aperto una parentesi nella normalità  della storia del nostro paese. Rovesciata la monarchia, cacciato il re dal suo mandato, proclamata la Repubblica con l'accordo tacito di gruppi, partiti, organizzazioni ed individui che soffrirono la violenza della dittatura ed il periodo repressivo di Martínez Anido <ref>Severiano Martínez Anido (Ferrol, La Coruña, 1862 - Valladolid, 24 dicembre 1938) fu un militare spagnolo, ministro del governo con la dittatura di Primo de Rivera (1925-1929) e Ministro dell'ordine pubblico del primo governo del generale Francisco Franco. Pestaña evidentemente fa riferimento al periodo in cui Anido fu agli ordini di primo de Rivera e, ancor prima, al suo ruolo di governatore militare di Barcellona (1919-1922), in cui diresse la repressione del movimento operaio e della [[CNT-AIT (Spagna)|CNT]] in particolare</ref> e di Arlegui, è facile comprendere come tutti questi accadimenti ci avrebbero condotto ad una situazione nuova, ad uno stato di cose diverso da quello che fino a quel momento è stata la vita nazionale degli ultimi 50 anni, dalla restaurazione <ref>Si definisce Restaurazione borbonica il periodo che va dalla fine della Prima Repubblica Spagnola alla proclamazione della Seconda Repubblica nel 1931. Questo periodo è caratterizzato da una certa stabilità  istituzionale, dal modificarsi dello stato in senso liberale e dalla rivoluzione industriale. ([http://www.spagna.cc/storia_della_spagna.html Storia della Spagna])</ref> ad oggi. Ma se i fatti citati sono stati il collante che ci hanno portato a distruggere una situazione politica e a tentare di aprire una nuova fase diversa dal passato, i fatti successi in seguito sono arrivati a dimostrare la nostra asserzione che la Spagna stia vivendo un momento davvero rivoluzionario. Agevolata la fuga del re ed il rimpatrio della "''chusma'' dorata" <ref>Sinonimo di "buona società " in senso denigratorio.</ref> e dei "sangue blu", un'enorme esportazione di capitale ha avuto luogo ed ha impoverito il paese più di quanto già  non lo fosse. Alla fuga dei plutocrati, banchieri, finanzieri e burocrati dello Stato è seguita una speculazione vergognosa e spudorata, che ha portato ad una svalutazione straordinaria della peseta e della ricchezza del paese, di un cinquanta per cento.
Una superficiale analisi della situazione attraversata dal nostro paese ci porterà  a dichiarare che la Spagna si ritrova in un momento di intensa propensione rivoluzionaria, dalla quale ne deriveranno profonde perturbazioni collettive. Non possiamo negare l'importanza del momento né i pericoli di questo periodo rivoluzionario perchè, piaccia o no, la forza stessa degli eventi ci porterà  tutti noi a subire le conseguenze di questa perturbazione. L'avvento della Repubblica ha aperto una parentesi nella normalità  della storia del nostro paese. Rovesciata la monarchia, cacciato il re dal suo mandato, proclamata la Repubblica con l'accordo tacito di gruppi, partiti, organizzazioni ed individui che soffrirono la violenza della dittatura ed il periodo repressivo di Martínez Anido <ref>Severiano Martínez Anido (Ferrol, La Coruña, 1862 - Valladolid, 24 dicembre 1938) fu un militare spagnolo, ministro del governo con la dittatura di Primo de Rivera (1925-1929) e Ministro dell'ordine pubblico del primo governo del generale Francisco Franco. Pestaña evidentemente fa riferimento al periodo in cui Anido fu agli ordini di primo de Rivera e, ancor prima, al suo ruolo di governatore militare di Barcellona (1919-1922), in cui diresse la repressione del movimento operaio e della [[CNT-AIT (Spagna)|CNT]] in particolare</ref> e di Arlegui, è facile comprendere come tutti questi accadimenti ci avrebbero condotto ad una situazione nuova, ad uno stato di cose diverso da quello che fino a quel momento è stata la vita nazionale degli ultimi 50 anni, dalla restaurazione <ref>Si definisce Restaurazione borbonica il periodo che va dalla fine della Prima Repubblica Spagnola alla proclamazione della Seconda Repubblica nel 1931. Questo periodo è caratterizzato da una certa stabilità  istituzionale, dal modificarsi dello stato in senso liberale e dalla rivoluzione industriale. ([http://www.spagna.cc/storia_della_spagna.html Storia della Spagna])</ref> ad oggi. Ma se i fatti citati sono stati il collante che ci hanno portato a distruggere una situazione politica e a tentare di aprire una nuova fase diversa dal passato, i fatti successi in seguito sono arrivati a dimostrare la nostra asserzione che la Spagna stia vivendo un momento davvero rivoluzionario. Agevolata la fuga del re ed il rimpatrio della "''chusma'' dorata" <ref>Sinonimo di "buona società " in senso denigratorio.</ref> e dei "sangue blu", un'enorme esportazione di capitale ha avuto luogo ed ha impoverito il paese più di quanto già  non lo fosse. Alla fuga dei plutocrati, banchieri, finanzieri e burocrati dello Stato è seguita una speculazione vergognosa e spudorata, che ha portato ad una svalutazione straordinaria della peseta e della ricchezza del paese, di un cinquanta per cento.


A questo attacco agli interessi economici per produrre fame e miseria nella maggior parte degli spagnoli, è seguita la cospirazione velata, ipocrita, di tutti i clericali, di tutti gli "incapucciati", di tutti quelli che per trionfare non hanno inconvenienti ad accendere una candela a Dio ed un'altra al diavolo. Il dominare, soggiogare e vivere dello sfruttamento di tutto un popolo che viene umiliato, è quello che risalta per in cima di tutto. Le conseguenze di questa confabulazione dai procedimenti criminali sono una profonda e intensa paralizzazione dei crediti publici, e per tanto, un colasso di tutte le industrie, che provoca una crisi spaventosa, come chissà  mai si sia conosciuta nel nostro paese. Laboratori che chiudono, fabbriche che licenziano i propri operai, opere pubbliche che si paralizzano o ormai non cominciano più; disminuizione delle richieste nel settore del commercio, mancanza di sbocco dei prodotti della terra; operai che passano settimane e settimane senza un posto di lavoro; infinità  d'industrie limitate a due, o tre giorni di lavoro (pochissime a quatro). Gli operai che hanno una settimana intera di lavoro, che possono andare in fabbrica o nei laboratori sei giorni, non eccedono del trenta per cento. L'impoverimento del paese è già  un fatto conclamato ed accettato. Al margine di tutte queste sventure che il popolo subisce, si nota la permissività , il procedere eccesivamente legalista del governo. Andati via tutti i ministri della rivoluzione, l'hanno negata, attaccandosi alla legalità  come il mollusco alla rocca, e non danno segni di energia se non quando si tratta di mitragliare al popolo. In nome della Repubblica, per difenderla secondo loro, si utilizza tutto l'apparato di repressione dello Stato e si sparge il sangue dei lavoratori ogni giorno. Ormai non è più questa o quella popolazione è in tutte dove il secco detonare dei "máuseros" ha segato vite giovani e in salute. Nel frattempo il governo nulla ha fatto, nè nulla fará, sotto l'aspetto economico. Non ha espropriato ai grandi terratenenti, veri orchi del campesino spagnolo; non ha ridotto di un solo centesimo i guadagni degli speculatori della cosa pubblica; non ha distrutto nessun monopolio; non ha posto un freno a nessun abuso di coloro che sfruttano e si arricchiscono con la fame, il dolore e la miseria del popolo. Si è collocato in una posizione contemplativa quando si è cercato di restringere privilegi, di distruggere ingiustizie, di evitare latrocini tanto infami quanto indegni. Come stupirci, quindi, di quello successoci? Da un lato superbia, speculazione, sgambetti della cosa pubblica, nei beni colettivi, su quello che ci appartiene in comune, nei valori sociali. Dall'altro, permessivismo, tolleranza verso gli oppressori, gli sfruttatori, con i mietitori di vittime fra il popolo; mentre a quest'ultimo lo si incarcera e perseguita, lo si minaccia e lo si stermina.  
A questo attacco agli interessi economici per produrre fame e miseria nella maggior parte degli spagnoli, è seguita la cospirazione velata, ipocrita, di tutti i clericali, di tutti gli "incapucciati", di tutti quelli che per trionfare non hanno inconvenienti ad accendere una candela a Dio ed un'altra al diavolo. Il dominare, soggiogare e vivere dello sfruttamento di tutto un popolo che viene umiliato, è quello che risalta per in cima di tutto. Le conseguenze di questa confabulazione dai procedimenti criminali sono una profonda e intensa paralizzazione dei crediti publici, e per tanto, un colasso di tutte le industrie, che provoca una crisi spaventosa, come chissà  mai si sia conosciuta nel nostro paese. Laboratori che chiudono, fabbriche che licenziano i propri operai, opere pubbliche che si paralizzano o ormai non cominciano più; disminuizione delle richieste nel settore del commercio, mancanza di sbocco dei prodotti della terra; operai che passano settimane e settimane senza un posto di lavoro; infinità  d'industrie limitate a due, o tre giorni di lavoro (pochissime a quatro). Gli operai che hanno una settimana intera di lavoro, che possono andare in fabbrica o nei laboratori sei giorni, non eccedono del trenta per cento. L'impoverimento del paese è già  un fatto conclamato ed accettato. Al margine di tutte queste sventure che il popolo subisce, si nota la permissività , il procedere eccesivamente legalista del governo. Andati via tutti i ministri della rivoluzione, l'hanno negata, attaccandosi alla legalità  come il mollusco alla rocca, e non danno segni di energia se non quando si tratta di mitragliare al popolo. In nome della Repubblica, per difenderla secondo loro, si utilizza tutto l'apparato di repressione dello Stato e si sparge il sangue dei lavoratori ogni giorno. Ormai non è più questa o quella popolazione è in tutte dove il secco detonare dei "máuseros" ha segato vite giovani e in salute. Nel frattempo il governo nulla ha fatto, nè nulla fará, sotto l'aspetto economico. Non ha espropriato ai grandi terratenenti, veri orchi del campesino spagnolo; non ha ridotto di un solo centesimo i guadagni degli speculatori della cosa pubblica; non ha distrutto nessun monopolio; non ha posto un freno a nessun abuso di coloro che sfruttano e si arricchiscono con la fame, il dolore e la miseria del popolo. Si è collocato in una posizione contemplativa quando si è cercato di restringere privilegi, di distruggere ingiustizie, di evitare latrocini tanto infami quanto indegni. Come stupirci, quindi, di quello successoci? Da un lato superbia, speculazione, sgambetti della cosa pubblica, nei beni colettivi, su quello che ci appartiene in comune, nei valori sociali. Dall'altro, permessivismo, tolleranza verso gli oppressori, gli sfruttatori, con i mietitori di vittime fra il popolo; mentre a quest'ultimo lo si incarcera e perseguita, lo si minaccia e lo si stermina.  
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