Mafia e fascismo: differenze tra le versioni

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:«Quando, nel [[1951]], la Commissione americana si occupò degli italiani è evidente che ne approfittò per liberarsi di alcune componenti anarchiche. Perché allora la componente anarchica era molto presente tra gli italiani negli [[Stati Uniti]]: penso a gente come [[Sacco e Vanzetti|Nicola Sacco]], [[Sacco e Vanzetti|Bartolomeo Vanzetti]] e [[Carlo Tresca]]». <ref>Dal sito web [http://digilander.libero.it/trombealvento/indicecuriosi/taddei.htm ''Trombe al vento''].</ref>
:«Quando, nel [[1951]], la Commissione americana si occupò degli italiani è evidente che ne approfittò per liberarsi di alcune componenti anarchiche. Perché allora la componente anarchica era molto presente tra gli italiani negli [[Stati Uniti]]: penso a gente come [[Sacco e Vanzetti|Nicola Sacco]], [[Sacco e Vanzetti|Bartolomeo Vanzetti]] e [[Carlo Tresca]]». <ref>Dal sito web [http://digilander.libero.it/trombealvento/indicecuriosi/taddei.htm ''Trombe al vento''].</ref>


Scrive Giorgio Bongiovanni, direttore di ''Antimafia 2000'': <ref>[http://www.antimafiaduemila.com/ ''Antimafia 2000'']</ref>
Scrive Giorgio Bongiovanni, fondatore di ''Antimafia 2000'': <ref>[http://www.antimafiaduemila.com/ ''Antimafia 2000'']</ref>
:«I mafiosi che erano sfuggiti alla repressione del Prefetto Mori, emigrando in America, avevano fatto fortuna, esercitavano una rispettabile influenza e disponevano di non poche entrature in vari ambienti come quelli militari, dove prestavano il loro ausilio come interpreti o strani accompagnatori. Alcuni di loro furono addirittura arruolati direttamente nei servizi segreti della Marina Americana. Illustrissimi, del calibro di Joe Profacy, Vincent Mangano, Nick Gentile, Vito Genovese e l'immancabile Lucky Luciano, si resero disponibili ad offrire la loro preziosa consulenza sfruttando gli antichi legami mai interrotti con la terra natia. Per portarsi avanti, nel contempo, l'[[OSS]] (Office Strategic Service) mandò Max Corvo e Vincent Scamporino, il capo del settore italiano del secret intelligence, a Favignana, dove erano rinchiusi i mafiosi "perseguitati" dal Prefetto di ferro e li fece liberare. Dopo lo sbarco il loro primo incarico fu quello di mettere ordine, chi poteva farlo meglio di coloro che avevano sempre avuto un controllo serrato del territorio? In pochissimo tempo i padrini ripresero il comando e eliminarono con accanita sistematicità le decine di bande che infestavano l'isola, tutte tranne una: quella di Salvatore Giuliano, ricondotta sotto l'egida della famiglia di Montelepre, che controllava da giusta distanza la mitica azione rivoluzionaria del bandito. In men che non si dica venne a crearsi in Sicilia una catena di persone e personaggi, in numero sempre crescente, disposti a mettersi dalla parte dei vincitori. I capimafia di fatto si sentirono nobilitati e vennero elevati al grado di "liberatori". Ma la vera legittimazione venne con l'assegnazione dei comuni ai vecchi boss che si ritrovarono di nuovo padroni dei loro feudi e con la fascia tricolore posta di traverso sul petto: Don Calò (Calogero Vizzini) divenne sindaco di Villalba, Salvatore Malta di Vallelunga, Genco Russo (Giuseppe Genco Russo) sovrintendente agli Affari Civili di Mussomeli e altri rivestirono incarichi ufficiali in diversi ambiti». <ref>Da [https://docplayer.it/13342121-Dossier-mafia-servizi-segreti-una-storia-di-stragi-e-misteri-di-giorgio-bongiovanni.html ''Dossier mafia & servizi sergeti. Una storia di stragi e misteri''] di Giorgio Bongiovanni.</ref>
:«I mafiosi che erano sfuggiti alla repressione del Prefetto Mori, emigrando in America, avevano fatto fortuna, esercitavano una rispettabile influenza e disponevano di non poche entrature in vari ambienti come quelli militari, dove prestavano il loro ausilio come interpreti o strani accompagnatori. Alcuni di loro furono addirittura arruolati direttamente nei servizi segreti della Marina Americana. Illustrissimi, del calibro di Joe Profacy, Vincent Mangano, Nick Gentile, Vito Genovese e l'immancabile Lucky Luciano, si resero disponibili ad offrire la loro preziosa consulenza sfruttando gli antichi legami mai interrotti con la terra natia. Per portarsi avanti, nel contempo, l'[[OSS]] (Office Strategic Service) mandò Max Corvo e Vincent Scamporino, il capo del settore italiano del secret intelligence, a Favignana, dove erano rinchiusi i mafiosi "perseguitati" dal Prefetto di ferro e li fece liberare. Dopo lo sbarco il loro primo incarico fu quello di mettere ordine, chi poteva farlo meglio di coloro che avevano sempre avuto un controllo serrato del territorio? In pochissimo tempo i padrini ripresero il comando e eliminarono con accanita sistematicità le decine di bande che infestavano l'isola, tutte tranne una: quella di Salvatore Giuliano, ricondotta sotto l'egida della famiglia di Montelepre, che controllava da giusta distanza la mitica azione rivoluzionaria del bandito. In men che non si dica venne a crearsi in Sicilia una catena di persone e personaggi, in numero sempre crescente, disposti a mettersi dalla parte dei vincitori. I capimafia di fatto si sentirono nobilitati e vennero elevati al grado di "liberatori". Ma la vera legittimazione venne con l'assegnazione dei comuni ai vecchi boss che si ritrovarono di nuovo padroni dei loro feudi e con la fascia tricolore posta di traverso sul petto: Don Calò (Calogero Vizzini) divenne sindaco di Villalba, Salvatore Malta di Vallelunga, Genco Russo (Giuseppe Genco Russo) sovrintendente agli Affari Civili di Mussomeli e altri rivestirono incarichi ufficiali in diversi ambiti». <ref>Da [https://docplayer.it/13342121-Dossier-mafia-servizi-segreti-una-storia-di-stragi-e-misteri-di-giorgio-bongiovanni.html ''Dossier mafia & servizi sergeti. Una storia di stragi e misteri''] di Giorgio Bongiovanni.</ref>


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