Mafia e fascismo: differenze tra le versioni

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:«La conclusione è che nella zona presa di mira da Mori non vi fosse mafia in senso stretto, proprio perché i meccanismi dell'accumulazione, del consenso e del controllo politico seguivano altri canali consolidati, che della mafia - intesa come organizzazione specifica e gerarchicamente strutturata - potevano fare a meno. Dalla ricerca emergono però anche la complicità del [[fascismo]] col sistema di mafia e, per certe zone, la forza intatta di un'élite che, per il controllo sociale, di mafia non aveva bisogno. Fece infatti piazza pulita di briganti, ma quando si trattò di mettere in galera la gente di rispetto ammanigliata con Roma fu licenziato in tronco. Finì senatore, con velleità letterarie inappagate e un libro di ricordi, ''Con la mafia ai ferri corti'', che dette qualche grana a Mondadori. Mussolini gli scrisse garantendogli che i suoi quattro anni di Sicilia sarebbero rimasti "scolpiti nella storia della rigenerazione morale, politica e sociale dell'isola nobilissima", ma a quanto risulta la mafia riprese indisturbata il suo cammino. Lo scalpello era moscio».
:«La conclusione è che nella zona presa di mira da Mori non vi fosse mafia in senso stretto, proprio perché i meccanismi dell'accumulazione, del consenso e del controllo politico seguivano altri canali consolidati, che della mafia - intesa come organizzazione specifica e gerarchicamente strutturata - potevano fare a meno. Dalla ricerca emergono però anche la complicità del [[fascismo]] col sistema di mafia e, per certe zone, la forza intatta di un'élite che, per il controllo sociale, di mafia non aveva bisogno. Fece infatti piazza pulita di briganti, ma quando si trattò di mettere in galera la gente di rispetto ammanigliata con Roma fu licenziato in tronco. Finì senatore, con velleità letterarie inappagate e un libro di ricordi, ''Con la mafia ai ferri corti'', che dette qualche grana a Mondadori. Mussolini gli scrisse garantendogli che i suoi quattro anni di Sicilia sarebbero rimasti "scolpiti nella storia della rigenerazione morale, politica e sociale dell'isola nobilissima", ma a quanto risulta la mafia riprese indisturbata il suo cammino. Lo scalpello era moscio».


Arrigo Petacco, nel suo libro ''Il prefetto di ferro'', accusa il [[fascismo]] di essersi occupato solo dei "pesci piccoli", riportando in Sicilia i capi mafiosi fascistizzati, liberati o non arrestati grazie a leggi scritte ed utilizzate ad hoc <ref>Stralcio di una lettera di un avvocato siciliano indirizzato a Mori, tratta do Arrigo Petacco, ''Il prefetto di ferro'', 1975, Mondadori</ref>: O«ra in Sicilia si ammazza e si ruba allegramente come prima. Quasi tutti i capi mafia sono tornati a casa per condono dal confino e dalle galere [...]».
Arrigo Petacco, nel suo libro ''Il prefetto di ferro'', accusa il [[fascismo]] di essersi occupato solo dei "pesci piccoli", riportando in Sicilia i capi mafiosi fascistizzati, liberati o non arrestati grazie a leggi scritte ed utilizzate ad hoc: <ref>Stralcio di una lettera di un avvocato siciliano indirizzata a Mori, tratto da Arrigo Petacco, ''Il prefetto di ferro'', Mondadori, [[1975]].</ref>  
:«Ora in Sicilia si ammazza e si ruba allegramente come prima. Quasi tutti i capi mafia sono tornati a casa per condono dal confino e dalle galere».


In un articolo pubblicato su il Corriere della Sera, Giovanna Grazzini sostenne la tesi della "buona fede" di Cesare Mori, poi rimosso dall'incarico per via della sua intransigenza <ref>da articolo di Giovanni Grazzini, Il Corriere della Sera, 2 ottobre 1977</ref>:
In un articolo pubblicato su il Corriere della Sera, Giovanna Grazzini sostenne la tesi della "buona fede" di Cesare Mori, poi rimosso dall'incarico per via della sua intransigenza <ref>da articolo di Giovanni Grazzini, Il Corriere della Sera, 2 ottobre 1977</ref>:
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