Mafia e fascismo: differenze tra le versioni

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Si evince, quindi, che è necessario ridimensionare le tesi dello scontro irriducibile fra mafia e [[Fascismo|fascismo]], peraltro evidenziate da questi scritti e testimonianze sull'operato di Cesare Mori (il lettore noti le diverse opinioni riguardo al suo operato):
Si evince, quindi, che è necessario ridimensionare le tesi dello scontro irriducibile fra mafia e [[Fascismo|fascismo]], peraltro evidenziate da questi scritti e testimonianze sull'operato di Cesare Mori (il lettore noti le diverse opinioni riguardo al suo operato):
:«Il [[fascismo]] oramai aveva il pieno appoggio della classe dominante siciliana, quella della grande proprietà terriera, soprattutto da quando furono abolite le norme di legge che limitavano il diritto dei proprietari terrieri ad elevare i canoni di affitto e a liberarsi dei mezzadri. In tale situazione la mafia non aveva motivo di esistere, visto che le contese tra latifondisti e contadini venivano regolate dallo [[stato]] [[fascista]] [...] Ma ciò che Mori colpì non fu altro che la bassa mafia, come lui stesso raccontò nelle sue memorie, semplici esecutori di ordini che potevano essere briganti, gabellotti e campieri. Ciò a cui egli mirava era l'alta mafia che allignava nelle città attorno ai centri del potere, ove era stretto il legame tra mafia e politica [...] Invece la realtà era che la mafia non era affatto morta, si era nuovamente istituzionalizzata. Se tanti briganti e piccoli delinquenti erano stati rinchiusi nelle carceri o mandati al confino, gli esponenti dell'alta mafia, se non emigrarono in America, aderirono in blocco al [[fascismo]], sicuri di poter proseguire nei loro affari e nei loro traffici una volta che la Sicilia era stata liberata dall'incubo Mori». <ref>[https://archive.ph/dFwq ''Mafia e Fascismo - L'operazione incompiuta del prefetto Mori''] di Davide Caracciolo.</ref>
:«Il [[fascismo]] oramai aveva il pieno appoggio della classe dominante siciliana, quella della grande proprietà terriera, soprattutto da quando furono abolite le norme di legge che limitavano il diritto dei proprietari terrieri ad elevare i canoni di affitto e a liberarsi dei mezzadri. In tale situazione la mafia non aveva motivo di esistere, visto che le contese tra latifondisti e contadini venivano regolate dallo [[stato]] [[fascista]]. [...] Ma ciò che Mori colpì non fu altro che la bassa mafia, come lui stesso raccontò nelle sue memorie, semplici esecutori di ordini che potevano essere briganti, gabellotti e campieri. Ciò a cui egli mirava era l'alta mafia che allignava nelle città attorno ai centri del potere, ove era stretto il legame tra mafia e politica. [...] Invece la realtà era che la mafia non era affatto morta, si era nuovamente istituzionalizzata. Se tanti briganti e piccoli delinquenti erano stati rinchiusi nelle carceri o mandati al confino, gli esponenti dell'alta mafia, se non emigrarono in America, aderirono in blocco al [[fascismo]], sicuri di poter proseguire nei loro affari e nei loro traffici una volta che la Sicilia era stata liberata dall'incubo Mori». <ref>[https://archive.ph/dFwq ''Mafia e Fascismo - L'operazione incompiuta del prefetto Mori''] di Davide Caracciolo.</ref>


Il giudizio su Mori espresso sul sito dei Carabinieri, a cura di Alessandro Politi <ref> [http://www.cepic-psicologia.it/contributi/Cannavicci_INTELLIGENCE.ppt Analisi strategica ]</ref>, è in linea con quello di altri (per esempio con quello dello storico Christopher Duggan), sottolineando l'effetto che ebbe la fascistizzazione di molti e importanti capi mafiosi: «[...] La stessa politica della repressione poliziesca, per quanto efficiente, non aveva spostato di una virgola le condizioni sociali in cui stagnava la Sicilia ed alla fine il regime si accontentò del successo di facciata <ref>[http://archive.is/ebiRD Arma] [...] Le statistiche testimoniavano il crollo di reati come abigeati, rapine, estorsioni, omicidi, danneggiamenti ed incendi dolosi, ma i pezzi grossi restavano ancora in giro. E attuavano un disegno classico della [[mafia]]. Abbandonavano lo scontro frontale per scegliere la strada della connivenza, cercando di instaurare rapporti con i vertici del fascismo. Mori, alla fine, sarà promosso per essere rimosso quando i danni avrebbero potuto essere irreparabili per i mafiosi.
Il giudizio su Mori espresso sul sito dei Carabinieri, a cura di Alessandro Politi <ref> [http://www.cepic-psicologia.it/contributi/Cannavicci_INTELLIGENCE.ppt Analisi strategica ]</ref>, è in linea con quello di altri (per esempio con quello dello storico Christopher Duggan), sottolineando l'effetto che ebbe la fascistizzazione di molti e importanti capi mafiosi: «[...] La stessa politica della repressione poliziesca, per quanto efficiente, non aveva spostato di una virgola le condizioni sociali in cui stagnava la Sicilia ed alla fine il regime si accontentò del successo di facciata <ref>[http://archive.is/ebiRD Arma] [...] Le statistiche testimoniavano il crollo di reati come abigeati, rapine, estorsioni, omicidi, danneggiamenti ed incendi dolosi, ma i pezzi grossi restavano ancora in giro. E attuavano un disegno classico della [[mafia]]. Abbandonavano lo scontro frontale per scegliere la strada della connivenza, cercando di instaurare rapporti con i vertici del fascismo. Mori, alla fine, sarà promosso per essere rimosso quando i danni avrebbero potuto essere irreparabili per i mafiosi.
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