Macchia Nera: differenze tra le versioni

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Ma chi ci suonava al Macchia Nera negli anni novanta?
Ma chi ci suonava al Macchia Nera negli anni novanta?


Da lì, sul viale delle piagge, ci passò il meglio del meglio di quello che viene definito hardcore-punk. Era un mondo fatto di molti mondi, influenzato da filosofie eccentriche e fai-da-te (do it yourself), caratterizzato da un rifiuto totale nei confronti dell'impero dei canali televisivi tipo mtv o videomusic, delle radio commerciali, dell'industria discografica multinazionale. Una miriade infinita di gruppi, in buona parte riconducibili all'esperienza del punk come presa di coscienza e battaglia in qualche modo anche politica, e non solo punk come scelta estetica e fenomeno di allegro e stupefacente baraccone: lamette, spilloni voodoo e lancio di fegatelli sul pubblico. Gruppi soprattutto americani e italiani, spesso legati da storie umane sintonizzate con occupazioni di case, ecologismo radicale, animalismo bestiale, deliri assortiti e visioni lunari, solidissime lotte e ariose suggestioni, in un grande pentolone di libertà  umana con dentro di tutto, dai tatuaggi tribali all'intifada palestinese. Ci vorrebbe un libro intero per rendere l'idea di quanta musica sia passata dal Macchia Nera, ecco, comunque, un breve, incompletissimo, elenco, il tre per cento, forse, di tutti quelli che andrebbero citati, e non per dovere di cronaca, ma per intensità  di concerti che molti appassionati di musica e devianza propositiva non si scorderanno mai: Victim's Family, Bad Religion, Gorilla Biscuits, R.K.L, Down By Law, Ludichrist, Tom Verlaine, Henry Rollins, No Means No, Soundgarden, Scream (Dave Grohl alla batteria), Fugazi, HR (cantante dei Bad Brains), Grant Hart (batterista Husker Du), Doa, Mdc, Alice Donut, Deniz Tek dei Radio Birdman, Linton Kwesi Johnson, Otto e Barnelli... Gli estoni mistico-sperimentali Ne Zhdali. E per la scena italiana (sempre una cifra intorno al 3% del totale degno di nota) : Negazione,Inorganica, Africa Unite, Casino Royale, Kina, Strana Officina, The Chromosomes, 99 Posse, Tossic, Raw Power, AK47, il Generale, Meathead e soprattutto MGZ - muovete le manine, muovete le antennine. Si potrebbe aprire anche un altro ulteriore capitolo sui gruppi rock pisani al macchia nera. Insomma, dalla fine degli anni ottanta alla metà  abbondante degli anni novanta, il Macchia Nera è un autentico tempio dell'underground nazionale. Il discorso andrebbe anche necessariamente allargato alla precedente esperienza del Victor Charlie e dalla storia dell'etichetta indipendente di produzione e distribuzione discografica Wide Records. E ricordiamoci che al tempo internet non c'era e i gruppi si proponevano con le loro cassette, non con myspace».
Da lì, sul viale delle piagge, ci passò il meglio del meglio di quello che viene definito hardcore-punk. Era un mondo fatto di molti mondi, influenzato da filosofie eccentriche e fai-da-te (do it yourself), caratterizzato da un rifiuto totale nei confronti dell'impero dei canali televisivi tipo mtv o videomusic, delle radio commerciali, dell'industria discografica multinazionale. Una miriade infinita di gruppi, in buona parte riconducibili all'esperienza del punk come presa di coscienza e battaglia in qualche modo anche politica, e non solo punk come scelta estetica e fenomeno di allegro e stupefacente baraccone: lamette, spilloni voodoo e lancio di fegatelli sul pubblico. Gruppi soprattutto americani e italiani, spesso legati da storie umane sintonizzate con occupazioni di case, ecologismo radicale, animalismo bestiale, deliri assortiti e visioni lunari, solidissime lotte e ariose suggestioni, in un grande pentolone di libertà  umana con dentro di tutto, dai tatuaggi tribali all'intifada palestinese. Ci vorrebbe un libro intero per rendere l'idea di quanta musica sia passata dal Macchia Nera, ecco, comunque, un breve, incompletissimo, elenco, il tre per cento, forse, di tutti quelli che andrebbero citati, e non per dovere di cronaca, ma per intensità  di concerti che molti appassionati di musica e devianza propositiva non si scorderanno mai: Victim's Family, Bad Religion, Gorilla Biscuits, R.K.L, Down By Law, Ludichrist, Tom Verlaine, Henry Rollins, No Means No, Soundgarden, Scream (Dave Grohl alla batteria), Fugazi, HR (cantante dei Bad Brains), Grant Hart (batterista Husker Du), Doa, Mdc, Alice Donut, Deniz Tek dei Radio Birdman, Linton Kwesi Johnson, Otto e Barnelli... Gli estoni mistico-sperimentali Ne Zhdali. E per la scena italiana (sempre una cifra intorno al 3% del totale degno di nota): Negazione,Inorganica, Africa Unite, Casino Royale, Kina, Strana Officina, The Chromosomes, 99 Posse, Tossic, Raw Power, AK47, il Generale, Meathead e soprattutto MGZ - muovete le manine, muovete le antennine. Si potrebbe aprire anche un altro ulteriore capitolo sui gruppi rock pisani al macchia nera. Insomma, dalla fine degli anni ottanta alla metà  abbondante degli anni novanta, il Macchia Nera è un autentico tempio dell'underground nazionale. Il discorso andrebbe anche necessariamente allargato alla precedente esperienza del Victor Charlie e dalla storia dell'etichetta indipendente di produzione e distribuzione discografica Wide Records. E ricordiamoci che al tempo internet non c'era e i gruppi si proponevano con le loro cassette, non con myspace».


== Il CSA Macchia Nera oggi, a 10 anni dall'abbandono ==
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