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===Il periodo americano=== | ===Il periodo americano=== | ||
In Egitto rimase un solo anno e poi, a causa di una minaccia di estradizione, dovette andare a Londra e di qui negli [[USA]], dove giunse nel [[1901]], poco dopo che | In Egitto rimase un solo anno e poi, a causa di una minaccia di estradizione, dovette andare a Londra e di qui negli [[USA]], dove giunse nel [[1901]], poco dopo che l'anarchico polacco [[Leon Czolgosz]] aveva giustiziato il Presidente William McKinley. Luigi Galleani si reca nel New Jersey, fermandosi a Paterson, piccola città con una folta presenza di anarchici emigrati, specie dall'[[Italia]]. Immediatamente assume il ruolo di capo redattore della [[stampa anarchica|rivista anarchica]], in lingua italiana, «[[La Questione Sociale]]». Durante una manifestazione di [[solidarietà ]] con gli operai della seta di Paterson, nel [[1902]], viene ferito da un colpo di revolver sparato da un poliziotto, ma per assurdo è Galleani stesso a rischiare l'arresto, per questo emigra momentaneamente in [[Canada]], tornando da clandestino negli [[USA]] l'anno seguente. Si stabilisce nel Vermont, a Barre, e qui fonda la [[stampa anarchica|rivista anarchica]] «[[Cronaca Sovversiva]]», diretta dallo scultore italianao [[Carlo Abate]], disegnatore della testata del periodico e che si era stabilito nel Vermont alla fine del XIX secolo. | ||
A causa di una polemica sviluppatasi sulla stampa con Giacinto Menotti Serrati, socialista (in seguito diverrà capo dei socialisti massimalisti) e redattore de «Il Proletario», editato a New York, gli organi di [[repressione]] statunitensi lo individuano e iniziano l'iter di estradizione dal New Jersey. Nel frattempo è anche processato per i fatti di Paterson, da cui viene assolto, contrariamente ad uno degli scioperanti che viene invece condannato alla pena capitale. In qualche modo riesce comunque a rimanere nel New Jersey, continuando la sua attività di pubblicista, che gli "permette" di entrare in polemica con le tesi di [[Francesco Saverio Merlino]], l'anarchico italiano che per un certo periodo passò al partito socialista italiano. Questi nel [[1907]] aveva rilasciato un'intervista al giornale «La Stampa», il cui titolo enfatico era stato '' La fine dell'anarchismo''. Luigi Galleani risponde e controbatte quanto asserito da [[Francesco Saverio Merlino]] con numerosi articoli in «[[Cronaca Sovversiva]]», da cui successivamente prenderà forma il libro ''La fine dell'Anarchismo?''. | A causa di una polemica sviluppatasi sulla stampa con Giacinto Menotti Serrati, socialista (in seguito diverrà capo dei socialisti massimalisti) e redattore de «Il Proletario», editato a New York, gli organi di [[repressione]] statunitensi lo individuano e iniziano l'iter di estradizione dal New Jersey. Nel frattempo è anche processato per i fatti di Paterson, da cui viene assolto, contrariamente ad uno degli scioperanti che viene invece condannato alla pena capitale. In qualche modo riesce comunque a rimanere nel New Jersey, continuando la sua attività di pubblicista, che gli "permette" di entrare in polemica con le tesi di [[Francesco Saverio Merlino]], l'anarchico italiano che per un certo periodo passò al partito socialista italiano. Questi nel [[1907]] aveva rilasciato un'intervista al giornale «La Stampa», il cui titolo enfatico era stato '' La fine dell'anarchismo''. Luigi Galleani risponde e controbatte quanto asserito da [[Francesco Saverio Merlino]] con numerosi articoli in «[[Cronaca Sovversiva]]», da cui successivamente prenderà forma il libro ''La fine dell'Anarchismo?''. | ||
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: «[...] Vedi, c'era un gruppo di anarchici. Qui c'era stato Luigi Galleani, che era stato in America e per un certo periodo poi era stato anche qui. Anzi, io credo che questo gruppo di anarchici si chiamasse il gruppo Galleani. E questo gruppo era composto da elementi molto decisi, molto decisi. Ricordo, per esempio, dopo quella lotta lì con i fascisti, io son sempre uscito tutte le sere, nonostante che ci fossero sempre scontri, una volta mi hanno anche sparato da un viale: a pochi metri di distanza non m'hanno preso. Ebbene, questi anarchici, a mia insaputa, dopo questo atto, si distribuivano la notte nei giardini proprio a mia difesa, senza che io neanche lo sapessi. [...]» <ref>[http://www.storia900bivc.it/pagine/editoria/bermani100.html Intervista di Francesco Leone rilasciata allo storico Cesare Bermani]</ref> | : «[...] Vedi, c'era un gruppo di anarchici. Qui c'era stato Luigi Galleani, che era stato in America e per un certo periodo poi era stato anche qui. Anzi, io credo che questo gruppo di anarchici si chiamasse il gruppo Galleani. E questo gruppo era composto da elementi molto decisi, molto decisi. Ricordo, per esempio, dopo quella lotta lì con i fascisti, io son sempre uscito tutte le sere, nonostante che ci fossero sempre scontri, una volta mi hanno anche sparato da un viale: a pochi metri di distanza non m'hanno preso. Ebbene, questi anarchici, a mia insaputa, dopo questo atto, si distribuivano la notte nei giardini proprio a mia difesa, senza che io neanche lo sapessi. [...]» <ref>[http://www.storia900bivc.it/pagine/editoria/bermani100.html Intervista di Francesco Leone rilasciata allo storico Cesare Bermani]</ref> | ||
Con l'ascesa definitiva del [[Fascismo|fascismo]], «[[Cronaca Sovversiva]]» viene soppressa e Galleani è condannato a quattordici mesi di [[carcere]]. La sua colpa è di aver pubblicato il [[15 maggio]] [[1920]], un articolo intitolato ''Soldato, fratello!'' <ref name="rayneri">Sarà espulso dall'[[Italia]] anche [[Pietro Rayneri]], accusato dello stesso "crimine". ('''Fonte:''' [http://ytak.club.fr/mai15.html#article Ephemerides anarchiste])</ref>. Tornato in [[libertà ]] collabora, dall'[[Italia]], con la rivista statunitense «[[ | Con l'ascesa definitiva del [[Fascismo|fascismo]], «[[Cronaca Sovversiva]]» viene soppressa e Galleani è condannato a quattordici mesi di [[carcere]]. La sua colpa è di aver pubblicato il [[15 maggio]] [[1920]], un articolo intitolato ''Soldato, fratello!'' <ref name="rayneri">Sarà espulso dall'[[Italia]] anche [[Pietro Rayneri]], accusato dello stesso "crimine". ('''Fonte:''' [http://ytak.club.fr/mai15.html#article Ephemerides anarchiste])</ref>. Tornato in [[libertà ]] collabora, dall'[[Italia]], con la rivista statunitense «[[L'Adunata dei Refrattari]]», poi è nuovamente incarcerato nel [[1926]] e mandato al confino a Lipari. In seguito è nuovamente incarcerato per sei mesi presso il penitenziario di Messina a causa di una serie di insulti diretti contro [[Mussolini]]. Viene liberato per motivi di salute all'inizio del [[1930]] e inviato al soggiorno obbligato nel paesino di Caprigliola, vicino ad Aulla, dove muore l'anno seguente, il [[4 novembre]], per un attacco cardiaco. | ||
== Pensiero e azione== | == Pensiero e azione== |