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== Biografia ==
== Biografia ==
'''Vladimir Ilich Uljanov''' nasce ad Simbirsk (attualmente Ul'janovsk) il [[22 aprile]] [[1870]] in una famiglia piccolo-borghese (il padre era professore di matematica e fisica; la madre era anch'essa insegnante). Lenin fu profondamente influenzato dall'educazione impostagli dal padre, che benché fosse un rigido osservante della fede ortodossa e formalmente devoto al [[zarismo|regime zarista]], era in realtà un intellettuale progressista. (Il fratello maggiore, [[Aleksandr Il'ič Ul'janov]], partecipò ad un complotto per assassinare lo zar Alessandro III. Fu arrestato e condannato a morte nel [[1887]].)
'''Vladimir Ilich Uljanov''' nasce ad Simbirsk (attualmente Ul'janovsk) il [[22 aprile]] [[1870]] in una famiglia piccolo-borghese (il padre era professore di matematica e fisica; la madre era anch'essa insegnante). Lenin fu profondamente influenzato dall'educazione impostagli dal padre, che benché fosse un rigido osservante della fede ortodossa e formalmente devoto al [[zarismo|regime zarista]], era in realtà un intellettuale progressista. (Il fratello maggiore, [[Aleksandr Il'ič Ul'janov]], partecipò ad un complotto per assassinare lo zar Alessandro III. Fu arrestato e condannato a morte nel [[1887]].)


Vladimir nel [[1879]] si iscrisse alla I classe ginnasiale; dopo la morte del padre frequentò, a partire dal [[1883]], scienze naturali all'università di Pietroburgo. Durante questo periodo fu arrestato dalla polizia zarista per aver organizzato, insieme ad altri militanti di [[Narodnaja Volja]] (Volontà del popolo), un attentato (fallito) contro lo zar Alessandro III. Uno degli accusati fu condannato a morte ed egli si convinse che lo [[zarismo]] non potesse essere abbattuto con azioni estremiste, bensì con la [[rivoluzione]] di tutte le classi oppresse.
Vladimir nel [[1879]] si iscrisse alla I classe ginnasiale; dopo la morte del padre frequentò, a partire dal [[1883]], scienze naturali all'università di Pietroburgo. Durante questo periodo fu arrestato dalla polizia zarista per aver organizzato, insieme ad altri militanti di [[Narodnaja Volja]] (Volontà del popolo), un attentato (fallito) contro lo zar Alessandro III. Uno degli accusati fu condannato a morte ed egli si convinse che lo [[zarismo]] non potesse essere abbattuto con azioni estremiste, bensì con la [[rivoluzione]] di tutte le classi oppresse.


Espulso dall'Università di Kazan (si era iscritto a legge) per aver partecipato ad un tumulto, fu condannato ad un anno di domiciliari. Nella primavera [[1889]] si stabilì a Samara, dove frequentò i giovani esponenti populisti locali nei successivi quattro anni.
Espulso dall'Università di Kazan (si era iscritto a legge) per aver partecipato ad un tumulto, fu condannato ad un anno di domiciliari. Nella primavera [[1889]] si stabilì a Samara, dove frequentò i giovani esponenti populisti locali nei successivi quattro anni.
Conobbe le opere di [[Plechanov]], il più importante [[marxista]] russo, e di conseguenza si avvicinò all'opera di [[Marx]], che studiò approfonditamente. Nel frattempo si laureò in giurisprudenza come studente privatista all'Università di San Pietroburgo nel [[1891]].
Conobbe le opere di [[Plechanov]], il più importante [[marxista]] russo, e di conseguenza si avvicinò all'opera di [[Marx]], che studiò approfonditamente. Nel frattempo si laureò in giurisprudenza come studente privatista all'Università di San Pietroburgo nel [[1891]].


Tra il [[1891]] e il [[1892]] abbandonò definitivamente il populismo, che considerava velleitario, e dall'anno seguente si trasferì a Pietrogrado, dove entrò in contatto con diversi circoli operai. Iniziò un'intensa attività di propaganda, partecipò a diversi scioperi e fu per questo arrestato e deportato in Siberia; in esilio si sposò con la [[socialista]] [[Nadezda Kostantinovna Krupskaja]] (1869-1939), anch'essa deportata, ed ottenne di scontare il resto della pena con lei.  
Tra il [[1891]] e il [[1892]] abbandonò definitivamente il populismo, che considerava velleitario, e dall'anno seguente si trasferì a Pietrogrado, dove entrò in contatto con diversi circoli operai. Iniziò un'intensa attività di propaganda, partecipò a diversi scioperi e fu per questo arrestato e deportato in Siberia; in esilio si sposò con la [[socialista]] [[Nadezda Kostantinovna Krupskaja]] (1869-1939), anch'essa deportata, ed ottenne di scontare il resto della pena con lei.  
Tornato dalla deportazione nel [[1900]], dove aveva finito di scrivere ''I compiti della socialdemocrazia russa'', cominciò a sviluppare le sue idee rivoluzionarie, ritenendo che la [[Russia]] fosse matura per la [[rivoluzione sociale]] [[marxista]]. Si trasferì prima a Monaco e poi a Zurigo, dove raggiunse Plekhanov e Martov e con i quali fondò il periodico ''Iskra'' (Scintilla, in russo). Di questo periodo è anche la scelta dello pseudonimo "'''Lenin'''", derivato probabilmente dal fiume siberiano Lena. Al II congresso del POSDR, svoltosi a Londra, fece approvare la sua linea programmatica, ispirata alla sua opera ''Che fare?''; da ciò derivò la divisione del partito in due fazioni: la maggioranza si chiamò "[[bolscevica]]" (in russo ''bolscè''=maggioranza), invece l'opposizione dei moderati, guidata da Martov, fu denominata "[[menscevica]]" (''menscè''=minoranza). Nel [[1916]] scrisse un altro celebre libro: ''L'Imperialismo, fase suprema del capitalismo''.
Tornato dalla deportazione nel [[1900]], dove aveva finito di scrivere ''I compiti della socialdemocrazia russa'', cominciò a sviluppare le sue idee rivoluzionarie, ritenendo che la [[Russia]] fosse matura per la [[rivoluzione sociale]] [[marxista]]. Si trasferì prima a Monaco e poi a Zurigo, dove raggiunse Plekhanov e Martov e con i quali fondò il periodico ''Iskra'' (Scintilla, in russo). Di questo periodo è anche la scelta dello pseudonimo "'''Lenin'''", derivato probabilmente dal fiume siberiano Lena. Al II congresso del POSDR, svoltosi a Londra, fece approvare la sua linea programmatica, ispirata alla sua opera ''Che fare?''; da ciò derivò la divisione del partito in due fazioni: la maggioranza si chiamò "[[bolscevica]]" (in russo ''bolscè''=maggioranza), invece l'opposizione dei moderati, guidata da Martov, fu denominata "[[menscevica]]" (''menscè''=minoranza). Nel [[1916]] scrisse un altro celebre libro: ''L'Imperialismo, fase suprema del capitalismo''.


La prassi politica leninista si basò sulla concezione centralistica ed autoritaria del partito (avanguardia) e il raggiungimento della [[dittatura del proletariato]] per mezzo della [[rivoluzione]] guidata dall'avanguardia proletaria. Il [[2 aprile]] [[1917]], dopo la caduta dello zar Nicola II, Lenin rientrò in [[patria]] per assumere la guida dei bolscevichi. La sua strategia presentata nelle cosiddette ''Tesi di Aprile'' portò il partito bolscevico a perseguire nella sua intransigente strada verso l'abbattimento del governo provvisorio. In questa fase pronunciò la famosa frase: «'''''Tutto il potere ai soviet!'''''», che in verità non sarà mai messa in pratica ed anzi, coloro che ad essa si richiamarono furono barbaramente [[repressa|repressi]] (vedi [[Kronstadt]]). Nell'ottobre del [[1917]] i bolscevichi, guidati proprio da Lenin, presero il potere e destituirono il governo [[riformista]] in carica.
La prassi politica leninista si basò sulla concezione centralistica ed autoritaria del partito (avanguardia) e il raggiungimento della [[dittatura del proletariato]] per mezzo della [[rivoluzione]] guidata dall'avanguardia proletaria. Il [[2 aprile]] [[1917]], dopo la caduta dello zar Nicola II, Lenin rientrò in [[patria]] per assumere la guida dei bolscevichi. La sua strategia presentata nelle cosiddette ''Tesi di Aprile'' portò il partito bolscevico a perseguire nella sua intransigente strada verso l'abbattimento del governo provvisorio. In questa fase pronunciò la famosa frase: «'''''Tutto il potere ai soviet!'''''», che in verità non sarà mai messa in pratica ed anzi, coloro che ad essa si richiamarono furono barbaramente [[repressa|repressi]] (vedi [[Kronstadt]]). Nell'ottobre del [[1917]] i bolscevichi, guidati proprio da Lenin, presero il potere e destituirono il governo [[riformista]] in carica.


Usciti dalla prima guerra mondiale con il [[Ucraina_libertaria#Le_conseguenze_della_Pace_di_Brest-Litovosk|Trattato di Brest-Litovsk]], i bolscevichi si concentrarono sulla [[rivoluzione russa|rivoluzione]], la lotta contro i reazionari "bianchi" e tutti coloro che venivano considerati "nemici della rivoluzione", come per esempio gli anarchici di [[Kronstadt]] e dell'[[Ucraina libertaria|Ucraina]]. Nel [[1921]], per far fronte alla crisi economica, Lenin lanciò la Nuova Politica Economica (NEP), una sorta di liberalizzazione temporanea del commercio.  
Usciti dalla prima guerra mondiale con il [[Ucraina_libertaria#Le_conseguenze_della_Pace_di_Brest-Litovosk|Trattato di Brest-Litovsk]], i bolscevichi si concentrarono sulla [[rivoluzione russa|rivoluzione]], la lotta contro i reazionari "bianchi" e tutti coloro che venivano considerati "nemici della rivoluzione", come per esempio gli anarchici di [[Kronstadt]] e dell'[[Ucraina libertaria|Ucraina]]. Nel [[1921]], per far fronte alla crisi economica, Lenin lanciò la Nuova Politica Economica (NEP), una sorta di liberalizzazione temporanea del commercio.  
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Sinteticamente gli elementi caratterizzanti il marxismo-leninismo sono:
Sinteticamente gli elementi caratterizzanti il marxismo-leninismo sono:
#il ruolo del partito; Lenin contraddice [[Marx]], secondo cui la classe operaia è per sua natura rivoluzionaria, sostenendo che «la coscienza politica di classe può essere portata all'operaio solo dall'esterno»; questo ha significato l'introduzione di un principio dirigista ed autoritario, secondo cui la classe operaia va guidata dall'esterno dall'avanguardia rivoluzionaria, ovvero dagli elementi preminenti del Partito Comunista.
#il ruolo del partito; Lenin contraddice [[Marx]], secondo cui la classe operaia è per sua natura rivoluzionaria, sostenendo che «la coscienza politica di classe può essere portata all'operaio solo dall'esterno»; questo ha significato l'introduzione di un principio dirigista ed autoritario, secondo cui la classe operaia va guidata dall'esterno dall'avanguardia rivoluzionaria, ovvero dagli elementi preminenti del Partito Comunista.
#la teoria dell'[[imperialismo]]; all'inizio del XX secolo le grandi nazioni capitaliste non avendo più terre da spartirsi, diedero avvio alla [[colonialismo|colonizzazione]] delle zone del terzo mondo. Questo portò nei paesi imperialisti alla creazione di un blocco nazionale di natura politico-economico-militare, dato dalla fusione del capitale finanziario e industriale con l'apparato dello [[Stato]]. Questo portò alla nascita di un'"aristocrazia operaia" che si pose alla guida della socialdemocrazia e del suo riformismo. L'imperialismo moderno, per Lenin, rappresenta quindi una nuova (e "suprema") fase del [[capitalismo]]. La concezione dell'imperialismo come "fase suprema del capitalismo", e la sua intuizione delle conseguenze legate al prepararsi dello scoppio della Prima guerra mondiale, portarono Lenin a dire che il capitalismo era ormai « [...] un involucro non più corrispondente al contenuto, involucro che deve andare inevitabilmente in putrefazione qualora ne venga ostacolata artificialmente l'eliminazione, e in stato di putrefazione potrà magari durare per un tempo relativamente lungo [...], ma infine sarà fatalmente eliminato. » (''L'imperialismo, fase suprema del capitalismo'')
#la teoria dell'[[imperialismo]]; all'inizio del XX secolo le grandi nazioni capitaliste non avendo più terre da spartirsi, diedero avvio alla [[colonialismo|colonizzazione]] delle zone del terzo mondo. Questo portò nei paesi imperialisti alla creazione di un blocco nazionale di natura politico-economico-militare, dato dalla fusione del capitale finanziario e industriale con l'apparato dello [[Stato]]. Questo portò alla nascita di un'"aristocrazia operaia" che si pose alla guida della socialdemocrazia e del suo riformismo. L'imperialismo moderno, per Lenin, rappresenta quindi una nuova (e "suprema") fase del [[capitalismo]]. La concezione dell'imperialismo come "fase suprema del capitalismo", e la sua intuizione delle conseguenze legate al prepararsi dello scoppio della Prima guerra mondiale, portarono Lenin a dire che il capitalismo era ormai « [...] un involucro non più corrispondente al contenuto, involucro che deve andare inevitabilmente in putrefazione qualora ne venga ostacolata artificialmente l'eliminazione, e in stato di putrefazione potrà magari durare per un tempo relativamente lungo [...], ma infine sarà fatalmente eliminato. » (''L'imperialismo, fase suprema del capitalismo'')
#le condizioni e i modi per realizzare la dittatura del proletariato; Lenin sviluppò anche la tattica del proletariato nell'epoca delle guerre imperialistiche e della rivoluzione mondiale.
#le condizioni e i modi per realizzare la dittatura del proletariato; Lenin sviluppò anche la tattica del proletariato nell'epoca delle guerre imperialistiche e della rivoluzione mondiale.
#l'importanza, per la rivoluzione mondiale della questione nazionale; nello specifico analizza i movimenti nazionali nei paesi colonizzati, ritenendo che debbano essere appoggiati in quanto tatticamente funzionali alla [[rivoluzione]] proletaria; nei paesi colonizzati la questione nazionale è quasi sempre legata alla questione dei contadini, a cui Lenin attribuisce grande importanza.
#l'importanza, per la rivoluzione mondiale della questione nazionale; nello specifico analizza i movimenti nazionali nei paesi colonizzati, ritenendo che debbano essere appoggiati in quanto tatticamente funzionali alla [[rivoluzione]] proletaria; nei paesi colonizzati la questione nazionale è quasi sempre legata alla questione dei contadini, a cui Lenin attribuisce grande importanza.
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*Moshe Lewin, ''L'ultima battaglia di Lenin'', Bari, Laterza, 1969  
*Moshe Lewin, ''L'ultima battaglia di Lenin'', Bari, Laterza, 1969  
*Isaac Deutscher, ''Lenin, Frammento di una vita'', Bari, Laterza, 1970
*Isaac Deutscher, ''Lenin, Frammento di una vita'', Bari, Laterza, 1970
*György Lukács, ''Lenin, Unità e coerenza del suo pensiero'', Torino, Einaudi, 1970
*György Lukács, ''Lenin, Unità e coerenza del suo pensiero'', Torino, Einaudi, 1970
*Luciano Gruppi, ''Il pensiero di Lenin'', Roma, Editori Riuniti, 1970
*Luciano Gruppi, ''Il pensiero di Lenin'', Roma, Editori Riuniti, 1970
*Christopher Hill. ''Lenin e la rivoluzione russa'', Torino, Einaudi, 1972
*Christopher Hill. ''Lenin e la rivoluzione russa'', Torino, Einaudi, 1972
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