La Comune di Parigi (1871): differenze tra le versioni

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Gli scrittori alla moda sono tutti per la reazione, come Flaubert e Alexandre Dumas figlio, il quale fin da aprile si augurava « che si stermini una buona volta le canaglie e gli imbecilli »,<ref>''Correspondance'', XXII, p. 364.</ref> e in giugno questo cantore delle cortigiane esprime la sua ricetta per risolvere le questioni sociali, scrivendo che « bisogna che coloro che lavorano facciano lavorare quelli che non lavorano oppure li sterminino senza pietà  ».<ref>''Une lettre sur les choses du jour'', Paris, M. Lévy frères, 1871, p. 28.</ref> ricevendo le congratulazioni, dalla sua lussuosa villa di Nohant, della pseudo-progressista George Sand, per la quale i comunardi sono « stupidi banditi ».
Gli scrittori alla moda sono tutti per la reazione, come Flaubert e Alexandre Dumas figlio, il quale fin da aprile si augurava « che si stermini una buona volta le canaglie e gli imbecilli »,<ref>''Correspondance'', XXII, p. 364.</ref> e in giugno questo cantore delle cortigiane esprime la sua ricetta per risolvere le questioni sociali, scrivendo che « bisogna che coloro che lavorano facciano lavorare quelli che non lavorano oppure li sterminino senza pietà  ».<ref>''Une lettre sur les choses du jour'', Paris, M. Lévy frères, 1871, p. 28.</ref> ricevendo le congratulazioni, dalla sua lussuosa villa di Nohant, della pseudo-progressista George Sand, per la quale i comunardi sono « stupidi banditi ».


Giudizio condiviso dall' « illustre » critico Paul de Saint-Victor, mentre per Théophile Gautier la Comune è « una galera e un manicomio », e Feydeau, che di mestiere fa ridere i bravi borghesi con le sue innocue ''pochades'', s'incattivisce improvvisamente: « quel che mi occorre e subito, è un buon bastone, una frusta solida e tagliente, maneggiata da una mano ferma, che faccia a brandelli, senza respiro e pietà , tutti i furfanti che pretendono, come i socialisti di ogni colore, di voler fare il bene dell'umanità  ».<ref>Ernest Feydeau, ''Consolation'', Paris, 1872.</ref> L'eccezione è Victor Hugo, che pur senza aver appoggiato esplicitamente la Comune, offre la sua casa di Bruxelles ai fuggiaschi, si attira l'odio dei reazionari e viene espulso dal Belgio.
Giudizio condiviso dall'« illustre » critico Paul de Saint-Victor, mentre per Théophile Gautier la Comune è « una galera e un manicomio », e Feydeau, che di mestiere fa ridere i bravi borghesi con le sue innocue ''pochades'', s'incattivisce improvvisamente: « quel che mi occorre e subito, è un buon bastone, una frusta solida e tagliente, maneggiata da una mano ferma, che faccia a brandelli, senza respiro e pietà , tutti i furfanti che pretendono, come i socialisti di ogni colore, di voler fare il bene dell'umanità  ».<ref>Ernest Feydeau, ''Consolation'', Paris, 1872.</ref> L'eccezione è Victor Hugo, che pur senza aver appoggiato esplicitamente la Comune, offre la sua casa di Bruxelles ai fuggiaschi, si attira l'odio dei reazionari e viene espulso dal Belgio.


Se questi sono i commenti degli « intellettuali », quelli dei gazzettieri non possono essere da meno. ''Le Figaro'' scrive a giugno che « i parigini devono subire le leggi di guerra, per quanto terribili possano essere. Oggi la clemenza sarebbe demenza», e poiché « i repubblicani sono belve », bisogna finirla « con questo putridume democratico internazionale ». Naturalmente Thiers e soci non avevano bisogno di consigli. I fucilieri di marina, ascoltati in place Voltaire il 28 maggio, riferivano di avere « l'ordine di non fare prigionieri »,<ref>Prosper Lissagaray, ''Storia della Comune'', cit., p. 444.</ref> e questi « erano ordini tassativi », conferma il marchese Victor de Grandpré, un noto esploratore arruolatosi nelle truppe di Versailles.<ref>Victor de Grandpré, ''Souvenirs d'un versaillais'', in « Le Correspondant », 10 agosto 1875, p. 617.</ref>  
Se questi sono i commenti degli « intellettuali », quelli dei gazzettieri non possono essere da meno. ''Le Figaro'' scrive a giugno che « i parigini devono subire le leggi di guerra, per quanto terribili possano essere. Oggi la clemenza sarebbe demenza», e poiché « i repubblicani sono belve », bisogna finirla « con questo putridume democratico internazionale ». Naturalmente Thiers e soci non avevano bisogno di consigli. I fucilieri di marina, ascoltati in place Voltaire il 28 maggio, riferivano di avere « l'ordine di non fare prigionieri »,<ref>Prosper Lissagaray, ''Storia della Comune'', cit., p. 444.</ref> e questi « erano ordini tassativi », conferma il marchese Victor de Grandpré, un noto esploratore arruolatosi nelle truppe di Versailles.<ref>Victor de Grandpré, ''Souvenirs d'un versaillais'', in « Le Correspondant », 10 agosto 1875, p. 617.</ref>  
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