Kronstadt: Bagliori di socialismo: differenze tra le versioni

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== Kronstadt: Bagliori di socialismo ==
== Kronstadt: Bagliori di socialismo ==


Il 1° marzo del 1921 a Kronstadt la rivoluzione russa riappariva in superficie, per la quarta volta in quindici anni. Non più solo contro lo zar, né contro i conciliatori, ma sempre per il socialismo e questa volta contro il potere bolscevico. Cogliere quello che accadde a Kronstadt non è possibile senza riferirsi all'esperienza concreta vissuta nella tumultuosa isola del Golfo di Finlandia. Concepita dagli zar come isola fortificata per presidiare un attacco dal mare alla capitale, essa avrebbe finito per rappresentare l'avanguardia della rivoluzione in un crescendo vorticoso.  
Il [[1° marzo]] del [[1921]] a Kronstadt la rivoluzione russa riappariva in superficie, per la quarta volta in quindici anni. Non più solo contro lo zar, né contro i conciliatori, ma sempre per il socialismo e questa volta contro il potere bolscevico. Cogliere quello che accadde a Kronstadt non è possibile senza riferirsi all'esperienza concreta vissuta nella tumultuosa isola del Golfo di Finlandia. Concepita dagli zar come isola fortificata per presidiare un attacco dal mare alla capitale, essa avrebbe finito per rappresentare l'avanguardia della rivoluzione in un crescendo vorticoso.  


All'appuntamento del 1905 i marinai della fortezza sono presenti, ma il loro ammutinamento nel crogiolo della prima rivoluzione russa non rappresenta ancora alcuna particolarità  rispetto ad altri avvenuti in tutta la flotta, tra cui quello famosissimo dell'incrociatore Polùmkin: è pienamente inserita nella corrente rivoluzionaria con tutte le immaturità  di quel primo tentativo. Ma il soffocamento della rivoluzione porta con sé a capo della guarnigione dell'isola l'ammiraglio Viren, con il compito di ripristinare l'ordine tra i marinai e gli abitanti dell'isola imponendo una disciplina severissima e odiosa. Confidando nella capacità  del suo ammiraglio di “ridurre alla ragione” i più riottosi e recalcitranti, lo zar farà  trasferire a Kronstadt molti soldati distintisi tra i rivoluzionari, al fine di punirli e piegarli. La mossa si sarebbe rivelata decisamente improvvida: sotto la cortina della disciplina apparente si diffondevano e confrontavano idee di cambiamento radicale, che al momento critico sarebbero germogliate nel processo rivoluzionario. Nel ‘17, infatti, quello di Kronstadt fu tra i primi soviet a costituirsi, distinguendosi da subito per le posizioni molto radicali.  
All'appuntamento del 1905 i marinai della fortezza sono presenti, ma il loro ammutinamento nel crogiolo della prima rivoluzione russa non rappresenta ancora alcuna particolarità  rispetto ad altri avvenuti in tutta la flotta, tra cui quello famosissimo dell'incrociatore Polùmkin: è pienamente inserita nella corrente rivoluzionaria con tutte le immaturità  di quel primo tentativo. Ma il soffocamento della rivoluzione porta con sé a capo della guarnigione dell'isola l'ammiraglio Viren, con il compito di ripristinare l'ordine tra i marinai e gli abitanti dell'isola imponendo una disciplina severissima e odiosa. Confidando nella capacità  del suo ammiraglio di “ridurre alla ragione” i più riottosi e recalcitranti, lo zar farà  trasferire a Kronstadt molti soldati distintisi tra i rivoluzionari, al fine di punirli e piegarli. La mossa si sarebbe rivelata decisamente improvvida: sotto la cortina della disciplina apparente si diffondevano e confrontavano idee di cambiamento radicale, che al momento critico sarebbero germogliate nel processo rivoluzionario. Nel ‘17, infatti, quello di Kronstadt fu tra i primi soviet a costituirsi, distinguendosi da subito per le posizioni molto radicali.  
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'''3. liberta di riunione per i sindacati e le associazioni contadine;'''
'''3. liberta di riunione per i sindacati e le associazioni contadine;'''


'''4. che sia convocata, non oltre il 10 marzo 1921, una conferenza apartitica di lavoratori, di soldati dell'Armata rossa e di marinai di Pietrogrado, di Kronstadt e della provincia di Pietrogrado;'''
'''4. che sia convocata, non oltre il [[10 marzo]] [[1921]], una conferenza apartitica di lavoratori, di soldati dell'Armata rossa e di marinai di Pietrogrado, di Kronstadt e della provincia di Pietrogrado;'''


'''5. la liberazione di tutti i prigionieri politici dei partiti socialisti e di tutti gli operai e contadini, soldati dell'Armata rossa e marinai imprigionati in relazione ai moti della classe operaia e dei contadini;'''
'''5. la liberazione di tutti i prigionieri politici dei partiti socialisti e di tutti gli operai e contadini, soldati dell'Armata rossa e marinai imprigionati in relazione ai moti della classe operaia e dei contadini;'''
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L'indomani, [[1° marzo]], la stessa risoluzione viene presentata discussa in un'assemblea cittadina, cui prendono parte almeno 15.000 persone. Tra queste, accolti con gli onori ufficiali, vi sono anche due inviati del partito bolscevico, i quali esprimono immediatamente la contrapposizione del partito alle richieste dei marinai, rendendo evidente che mancava qualsiasi volontà  di mediazione. L'adozione a larghissima maggioranza della mozione de marinai apre la strada alla conformazione di un comitato rivoluzionario provvisorio, inizialmente di cinque componenti, poi allargata a quindici per cooptazione. La quarta rivoluzione russa era cominciata. L'indomani la cittadella è totalmente nelle mani degli insorti. Immediata, parte la campagna bolscevica per isolar Kronstadt da Pietrogrado e dal resto dell'Unione: un profluvio di menzogne si abbatte sugli insorti, mentre i loro familiari vengono arrestati e presi in ostaggio.
L'indomani, [[1° marzo]], la stessa risoluzione viene presentata discussa in un'assemblea cittadina, cui prendono parte almeno 15.000 persone. Tra queste, accolti con gli onori ufficiali, vi sono anche due inviati del partito bolscevico, i quali esprimono immediatamente la contrapposizione del partito alle richieste dei marinai, rendendo evidente che mancava qualsiasi volontà  di mediazione. L'adozione a larghissima maggioranza della mozione de marinai apre la strada alla conformazione di un comitato rivoluzionario provvisorio, inizialmente di cinque componenti, poi allargata a quindici per cooptazione. La quarta rivoluzione russa era cominciata. L'indomani la cittadella è totalmente nelle mani degli insorti. Immediata, parte la campagna bolscevica per isolar Kronstadt da Pietrogrado e dal resto dell'Unione: un profluvio di menzogne si abbatte sugli insorti, mentre i loro familiari vengono arrestati e presi in ostaggio.


Disperatamente gli insorti, sulla stampa delle Izsvestija di Kronstadt e negli appelli radio, smontano le accuse di essere al servizio della controrivoluzione, rivendicano il carattere socialista delle loro rivendicazioni, spiegando che il loro programma vuole l'autentico esprimersi del potere dei soviet, nella libertà  e nella difesa delle conquiste della rivoluzione. Ma non riescono ad estendere la loro rivoluzione oltre la roccaforte, impediti a portare il loro messaggio al di fuori dell'isola, a causa delle inconseguenze delle correnti rivoluzionarie, oltre che dello strettissimo filtro bolscevico. Un fatto gravido di conseguenze negative, che renderanno più semplice la repressione che i bolscevichi stavano preparando. Nel frattempo la situazione si fa di ora in ora più tesa. I bolscevichi paiono sempre più determinati a reprimere: il loro statalismo non ammette critiche, né prevede di relazionarsi a questa rivoluzione, per rintracciare in essa le energie per superarsi. Altri bolscevichi, centinaia di abitanti e marinai di Kronstadt, nelle stesse ore decidono di uscire dal partito in cui avevano creduto o vi restano schierandosi apertamente con l'insurrezione. Il tentativo di mediazione degli anarchici Emma Goldman e Berkman in queste condizioni è destinato a naufragare sul nascere. Il 7 marzo sotto il comando di Tuchaèevsky iniziano le operazioni militari contro Kronstadt.  
Disperatamente gli insorti, sulla stampa delle Izsvestija di Kronstadt e negli appelli radio, smontano le accuse di essere al servizio della controrivoluzione, rivendicano il carattere socialista delle loro rivendicazioni, spiegando che il loro programma vuole l'autentico esprimersi del potere dei soviet, nella libertà  e nella difesa delle conquiste della rivoluzione. Ma non riescono ad estendere la loro rivoluzione oltre la roccaforte, impediti a portare il loro messaggio al di fuori dell'isola, a causa delle inconseguenze delle correnti rivoluzionarie, oltre che dello strettissimo filtro bolscevico. Un fatto gravido di conseguenze negative, che renderanno più semplice la repressione che i bolscevichi stavano preparando. Nel frattempo la situazione si fa di ora in ora più tesa. I bolscevichi paiono sempre più determinati a reprimere: il loro statalismo non ammette critiche, né prevede di relazionarsi a questa rivoluzione, per rintracciare in essa le energie per superarsi. Altri bolscevichi, centinaia di abitanti e marinai di Kronstadt, nelle stesse ore decidono di uscire dal partito in cui avevano creduto o vi restano schierandosi apertamente con l'insurrezione. Il tentativo di mediazione degli anarchici Emma Goldman e Berkman in queste condizioni è destinato a naufragare sul nascere. Il [[7 marzo]] sotto il comando di Tuchaèevsky iniziano le operazioni militari contro Kronstadt.  


Il X congresso bolscevico, che si riunisce in quei giorni, approverà  all'unanimità  l'invio di un quarto dei delegati per contribuire ad espugnare la fortezza. Ben 60.000 uomini fronteggeranno la cittadella rivoluzionaria cercando di avanzare sul ghiaccio del golfo di Finlandia, incalzati da tergo dalle mitraglie della Eeca indente a dilaniare i corpi di chi si ritirava. Con perdite gravissime e dopo dodici giorni di reiterati attacchi le truppe governative irrompevano nella cittadella, sparando casa per casa, massacrando chiunque, anche molti tra gli arresi cosi come poi sarebbe accaduto ai familiari presi in ostaggi. Il resto lo avrebbero fatto i tribunali e le sezioni della Eeca. I vincitori saranno minuziosamente attenti a cercare di disperdere la memoria; il soviet della cittadella che aveva innalzato nel proprio vessillo la consegna: “Tutto il potere a i soviet e non ai partiti” sarebbe stato sciolto, per non essere mai più ricostituito, sostituito da una troika di commissari bolscevichi.
Il X congresso bolscevico, che si riunisce in quei giorni, approverà  all'unanimità  l'invio di un quarto dei delegati per contribuire ad espugnare la fortezza. Ben 60.000 uomini fronteggeranno la cittadella rivoluzionaria cercando di avanzare sul ghiaccio del golfo di Finlandia, incalzati da tergo dalle mitraglie della Eeca indente a dilaniare i corpi di chi si ritirava. Con perdite gravissime e dopo dodici giorni di reiterati attacchi le truppe governative irrompevano nella cittadella, sparando casa per casa, massacrando chiunque, anche molti tra gli arresi cosi come poi sarebbe accaduto ai familiari presi in ostaggi. Il resto lo avrebbero fatto i tribunali e le sezioni della Eeca. I vincitori saranno minuziosamente attenti a cercare di disperdere la memoria; il soviet della cittadella che aveva innalzato nel proprio vessillo la consegna: “Tutto il potere a i soviet e non ai partiti” sarebbe stato sciolto, per non essere mai più ricostituito, sostituito da una troika di commissari bolscevichi.
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Un altro aspetto da sottolineare è il valore della preparazione della rivoluzione. Molti storiografi della rivoluzione di Kronstadt , nello smentire le accuse bolsceviche secondo cui gli insorti sarebbero stati al servizio della reazione o avrebbero svolto un ruolo obiettivamente reazionario, insistono troppo nell'affermare il carattere spontaneo della rivoluzione di Kronstadt. Tale affermazione rischia di essere o un'ovvietà  o un'inesattezza. Infatti, da un lato, nessuno può stabilire l'inizio della rivoluzione, se non le masse che decidono di mobilitarsi per la propria liberazione: nessuna eminenza grigia, nessun partito, né tantomeno uno Stato può decretare una rivoluzione, perché essa è un fatto agente che risponde a dinamiche obiettive nella società  profonda. Se carattere spontaneo di una rivoluzione significa che le masse decidono di fare la rivoluzione, allora, sì, quella di Kronstadt, come ogni rivoluzione, fu spontanea. Ma questa, appunto, è un'affermazione talmente generale da essere in sostanza tautologica. Se si ritiene, invece, che quella di Kronstadt, a differenza di altre, sia stata una rivoluzione spontanea si commette un duplice errore: quello di ritenere che vi siano rivoluzioni dettate dall'alto, decise da entità  esterne ai soggetti protagonisti e quello di non cogliere come nello specifico di Kronstadt varie correnti rivoluzionarie avessero lavorato per preparare o rafforzare la rivoluzione. In altri termini la rivoluzione di Kronstadt fu preparata dall'azione di differenti correnti rivoluzionarie, di matrice marxista, populista e anarchica e tra queste dobbiamo inserire, sub specie particulare, il partito bolscevico, prima, gran parte dei militanti bolscevichi isolani, poi.
Un altro aspetto da sottolineare è il valore della preparazione della rivoluzione. Molti storiografi della rivoluzione di Kronstadt , nello smentire le accuse bolsceviche secondo cui gli insorti sarebbero stati al servizio della reazione o avrebbero svolto un ruolo obiettivamente reazionario, insistono troppo nell'affermare il carattere spontaneo della rivoluzione di Kronstadt. Tale affermazione rischia di essere o un'ovvietà  o un'inesattezza. Infatti, da un lato, nessuno può stabilire l'inizio della rivoluzione, se non le masse che decidono di mobilitarsi per la propria liberazione: nessuna eminenza grigia, nessun partito, né tantomeno uno Stato può decretare una rivoluzione, perché essa è un fatto agente che risponde a dinamiche obiettive nella società  profonda. Se carattere spontaneo di una rivoluzione significa che le masse decidono di fare la rivoluzione, allora, sì, quella di Kronstadt, come ogni rivoluzione, fu spontanea. Ma questa, appunto, è un'affermazione talmente generale da essere in sostanza tautologica. Se si ritiene, invece, che quella di Kronstadt, a differenza di altre, sia stata una rivoluzione spontanea si commette un duplice errore: quello di ritenere che vi siano rivoluzioni dettate dall'alto, decise da entità  esterne ai soggetti protagonisti e quello di non cogliere come nello specifico di Kronstadt varie correnti rivoluzionarie avessero lavorato per preparare o rafforzare la rivoluzione. In altri termini la rivoluzione di Kronstadt fu preparata dall'azione di differenti correnti rivoluzionarie, di matrice marxista, populista e anarchica e tra queste dobbiamo inserire, sub specie particulare, il partito bolscevico, prima, gran parte dei militanti bolscevichi isolani, poi.


È chiaro che non si può fare un segno di eguale tra esse: una cosa sono il radicamento dei socialrivoluzionari massimalisti e l'ardore che misero nel criticare quella che chiamavano “commissariocrazia”, altro ciò che orientò l'attività  del partito bolscevico, proteso alla detenzione del potere con il terrore rosso. Ma la rivendicazione: “Tutto il potere ai Soviet e non ai partiti!”, aspetto centrale della volontà  di autogoverno, se era stata lanciata dai socialrivoluzionari massimalisti e condivisa dagli anarchici, era in sintonia con la consegna centrale dei bolscevichi sfociata dalle Tesi di aprile. Certo, i bolscevichi nella loro involuzione statalista correggeranno la consegna, argomentando che non potesse esistere potere sovietico senza il loro partito, ma Tutto il potere ai soviet!” era la parola d'ordine che ne aveva accompagnato la crescita tumultuosa e che aveva marcato l'adesione o l'appoggio di milioni di persone. Questo spiega anche perché una grande parte degli aderenti al partito bolscevico di Kronstadt ne uscirà  nel fuoco dell'insurrezione del marzo 1921. Se dunque alle forze rivoluzionarie di Kronstadt va riconosciuto, pur con differenze molto accentuate il merito della preparazione della rivoluzione del ‘21, ad esse dovremo riferirci anche per individuare carenze e limiti di quell'esperienza. Mentre assumiamo il punto di vista degli insorti, schierandoci centro il partito bolscevico e rivendicando la rivoluzione di Kronstadt, proprio per questo, anzi, non possiamo sottacere i limiti di quella rivoluzione e della sua direzione composita.
È chiaro che non si può fare un segno di eguale tra esse: una cosa sono il radicamento dei socialrivoluzionari massimalisti e l'ardore che misero nel criticare quella che chiamavano “commissariocrazia”, altro ciò che orientò l'attività  del partito bolscevico, proteso alla detenzione del potere con il terrore rosso. Ma la rivendicazione: “Tutto il potere ai Soviet e non ai partiti!”, aspetto centrale della volontà  di autogoverno, se era stata lanciata dai socialrivoluzionari massimalisti e condivisa dagli anarchici, era in sintonia con la consegna centrale dei bolscevichi sfociata dalle Tesi di aprile. Certo, i bolscevichi nella loro involuzione statalista correggeranno la consegna, argomentando che non potesse esistere potere sovietico senza il loro partito, ma Tutto il potere ai soviet!” era la parola d'ordine che ne aveva accompagnato la crescita tumultuosa e che aveva marcato l'adesione o l'appoggio di milioni di persone. Questo spiega anche perché una grande parte degli aderenti al partito bolscevico di Kronstadt ne uscirà  nel fuoco dell'insurrezione del marzo [[1921]]. Se dunque alle forze rivoluzionarie di Kronstadt va riconosciuto, pur con differenze molto accentuate il merito della preparazione della rivoluzione del ‘21, ad esse dovremo riferirci anche per individuare carenze e limiti di quell'esperienza. Mentre assumiamo il punto di vista degli insorti, schierandoci centro il partito bolscevico e rivendicando la rivoluzione di Kronstadt, proprio per questo, anzi, non possiamo sottacere i limiti di quella rivoluzione e della sua direzione composita.


Un primo aspetto sta nella mancata considerazione della socializzazione come aspetto centrale, laddove i 15 punti quando esulano da aspetti più direttamente inerenti l'autogoverno, si limitano a rivendicazioni assai elementari, non proponendo nemmeno l'estensione di quell'inizio larvale di socializzazione che a Kronstadt, pur contraddittoriamente, si era dato. Ma il limite probabilmente più evidente della rivoluzione di Kronstadt non fu al suo interno, quanto nella sua mancata estensione territoriale. Fu un problema serissimo l'assenza di una direzione in grado di favorire l'estendersi della rivoluzione, combattendo colpo su colpo le calunnie dei bolscevichi e capace di spingere sulla strada di Kronstadt. Diciamo ciò non tanto e solo per muovere una critica all'inconseguenza su questo terreno da parte dei raggruppamenti che nell'Urss continentale sostenevano gli insorti, quanto per segnalare l'insostituibilità  di una direzione conseguente della rivoluzione. Il che rimanda ancora una volta alle responsabilità  dei bolscevichi per non aver voluto, né saputo accogliere la sfida di Kronstadt, da cui avrebbe potuto derivare una straordinaria energia per risollevare le sorti della rivoluzione russa e probabilmente cambiare il corso della storia.
Un primo aspetto sta nella mancata considerazione della socializzazione come aspetto centrale, laddove i 15 punti quando esulano da aspetti più direttamente inerenti l'autogoverno, si limitano a rivendicazioni assai elementari, non proponendo nemmeno l'estensione di quell'inizio larvale di socializzazione che a Kronstadt, pur contraddittoriamente, si era dato. Ma il limite probabilmente più evidente della rivoluzione di Kronstadt non fu al suo interno, quanto nella sua mancata estensione territoriale. Fu un problema serissimo l'assenza di una direzione in grado di favorire l'estendersi della rivoluzione, combattendo colpo su colpo le calunnie dei bolscevichi e capace di spingere sulla strada di Kronstadt. Diciamo ciò non tanto e solo per muovere una critica all'inconseguenza su questo terreno da parte dei raggruppamenti che nell'Urss continentale sostenevano gli insorti, quanto per segnalare l'insostituibilità  di una direzione conseguente della rivoluzione. Il che rimanda ancora una volta alle responsabilità  dei bolscevichi per non aver voluto, né saputo accogliere la sfida di Kronstadt, da cui avrebbe potuto derivare una straordinaria energia per risollevare le sorti della rivoluzione russa e probabilmente cambiare il corso della storia.
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